Il Ministero, i genitori e il bilancio ballerino delle scuole
Associazione Genitori A.Ge. Toscana - Sembra un gioco delle tre carte, quello che si sta consumando nel segreto della contabilità delle scuole, e a rimetterci guarda caso sono i bambini e le loro famiglie. La materia è molto tecnica e subito si parla di responsabilità e di Revisori dei conti, per cui i genitori eletti nei Consigli di istituto stanno capitolando ad uno ad uno: fanno giusto in tempo a lanciare un SOS di allarme all'Associazione Genitori e poi alzano la mano per votare l'approvazione, in segno di resa.
In questi giorni i Consigli d'istituto sono convocati per deliberare delle variazioni di bilancio tanto urgenti quanto inderogabili: il Ministero ha dato tassative disposizioni di non sfondare il tetto dei finanziamenti concessi e chi ha nominato 'troppi' supplenti deve adesso correre ai ripari.
Sorvoliamo sul fatto che il diritto all'istruzione e l'obbligo di sorveglianza nei confronti degli alunni, specie quelli di scuola materna ed elementare, obbliga i dirigenti a nominare i supplenti ogni volta che non sia possibile coprire un'assenza con le ormai risicate ore a disposizione dei docenti. Il Ministero dovrebbe fornire risorse adeguate ovvero provvedere a ispezioni mirate, ma in molti casi non ha fatto né l'una né l'altra cosa e ora le scuole sono in allarme.
A questa ennesima emergenza la risposta appare ormai scontata: ci si appiglia ai fondi per l'ampliamento dell'offerta formativa (Legge 440/97) e all'ormai famigerato contributo volontario dei genitori.
"Le scuole ci propongono di usare i fondi per il funzionamento per coprire le supplenze, quelli della legge 440 per le spese di funzionamento e il contributo volontario dei genitori per finanziare i progetti -dichiara Jachen Gaudenz, Presidente dell'Associazione Genitori A.Ge. Arcipelago Toscano- Di fatto in questo modo con il nostro contributo si pagano le supplenze, e allora non ci resta altro che fare sciopero anche noi e boicottare a gennaio il versamento del contributo delle famiglie".
"Come Associazione ci permettiamo di dare alle scuole qualche suggerimento -aggiunge Rita Manzani Di Goro, Presidente dell'A.Ge. Toscana- in primo luogo rileviamo che chi a gennaio 2010 ha tutelato i fondi per il funzionamento, riducendo al minimo indispensabile quelli destinati alle supplenze, è stato premiato, ricevendo tutti i finanziamenti necessari in corso d'anno. L'attuale politica ministeriale premia le cicale, più che le formiche, e chi ha badato a garantirsi un minimo di cassa per le emergenze è stato fortemente penalizzato rispetto a chi si è ridotto ad avere poche centinaia di euro a disposizione".
Vero è che la contabilità si basa su certezze e le scuole non hanno tutte le colpe a fronte di un'Amministrazione scolastica che non rende noti i criteri di finanziamento se non a posteriori, toglie quello che prima ha dato e fa conoscere le causali di versamento attraverso i bonifici bancari anziché con circolari esplicative.
Quello che ha mandato definitivamente in tilt dirigenti scolastici e direttori amministrativi è stata la raffica di note a firma di Marco Ugo Filisetti, Direttore generale per la politica finanziaria e per il bilancio, il quale negli ultimi giorni ha detto tutto e il contrario di tutto: che veniva ripianata una parte dei crediti pregressi delle scuole e invece poi una metà di questi era relativa all'anno in corso; che il finanziamento per gli stipendi di novembre-dicembre era invece per settembre-ottobre e poi si faceva riserva di ulteriori determinazioni, come a dire che presto li toglieranno; che si finanziava una parte dei compensi già liquidati al personale. […]
Da www.orizzontescuola.it
22/12/2010
giovedì 23 dicembre 2010
domenica 12 dicembre 2010
La Gelmini bocciata dagli insegnanti
"Gli insegnanti bocciano la riforma"
E il ministro si infuria con la Cisl
Un sondaggio SWG tra i docenti: per la maggioranze è controproducente, per la stragrande maggioranza tagli e nuove norme limitano le occasioni per far apprendere. Ma quasi tutti amano il proprio lavoro. E la Gelmini ribatte con i dati Ocse
Gli insegnanti italiani appioppano un sonoro 4 meno alla Gelmini e lei va su tutte le furie. A farla imbestialire l'indagine sugli insegnanti italiani, condotta da Swg per la Cisl scuola e presentata questa mattina a Roma, dall'innocuo titolo "La scuola italiana: valori e consapevolezza a servizio dei giovani e del Paese", che scandaglia l'universo degli insegnanti su tutte le tematiche più recenti: il merito, la riforma Gelmini, lo stato d'animo di prof e maestre e la fiducia nel futuro.
Ma cos'è che ha fatto saltare dalla sedia la Gelmini? "La scuola disegnata dalla cosiddetta riforma Gelmini - si legge nel dossier - è un marchingegno che toglie anziché offrire". Il 72 per cento dei 700 intervistati boccia le classi sovraffollate, il 59 per cento considera controproducente la riduzione delle ore di studio alla primaria e alla media e oltre metà dei docenti (il 54 per cento) manda a casa il "maestro unico". E, invitati a dare un voto complessivo alla riforma Gelmini, affibbiano un eloquente 3,6.
Per oltre 6 docenti su 10 all'origine dell'impoverimento scolastico ci sono i "tagli economici che hanno limitato le possibilità dei singoli istituti" e per metà del campione "le retribuzioni sono inadeguate". I docenti italiani soffrono anche per lo scarso "riconoscimento sociale" di cui godono, mentre il 27 per cento punta il dito sulla "mancanza di strumentazioni e strutture adeguate". Le soddisfazioni arrivano invece dal rapporto con gli alunni (il 57 per cento) e dallo stretto contatto con le giovani generazioni.
A sorpresa, gli insegnanti continuano ad amare il proprio lavoro. "Nonostante il contesto in cui si trovano ad operare - spiegano dalla Cisl - tenda spesso a limitare il regolare svolgimento dell'attività didattica", "l'85 per cento dei docenti si dichiara orgoglioso di stare in cattedra". E i meno giovani continuano ad avere fiducia nel futuro. Anche tabù come merito e valutazione sembrano superati. "Il 63 per cento vedono di buon occhio l'idea di legare il proprio percorso di carriera a sistemi di valutazione" e 56 su cento si dichiarano favorevoli a "all'ipotesi di differenziare gli stipendi in base al merito".
"Esiste una differenza significativa tra le ricerche e i dati Ocse-Pisa e quelli forniti dalla Swg su commissione della Cisl", tuona la ministra, che aggiunge: "Solo poche ore fa sono stati resi noti in tutto il mondo i risultati dell'indagine sull'andamento dei sistemi scolastici internazionali. Una rilevazione autorevole e oggettiva secondo cui aumenta la qualità della scuola italiana, che dopo anni inverte un trend negativo e torna a guadagnare posizioni. Evidentemente a qualche sindacato - prosegue - è venuto il mal di pancia, ma soprattutto ha visto crollare tutti gli slogan scanditi in questi anni". Peccato - va ricordato - che le prove sono state fatte quando il ministro era di fatto appena arrivato e nulla della sua riforma era nemmeno alle viste.
"La nostra ricerca confligge con i dati OCSE?", replica polemico Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola. "Lo può affermare - spiega - parlando a sproposito, solo chi non l'ha letta". La Cisl non ha condotto "nessuna misurazione delle performance del sistema, ma solo un'indagine sugli insegnanti, per conoscere meglio chi sono e cosa pensano di sé, della loro scuola, del loro Paese". "Si può capire - conclude il sindacalista - che l'incertezza di questa fase politica possa rendere particolarmente eccitabili, ma un minimo di cautela prima di avventurarsi in una polemica francamente fuori luogo (oltre che fuori tema!) sarebbe raccomandabile".
Mentre Francesca Puglisi (Pd) rispolvera due famosi brani di Caterina Caselli per descrivere il momento politico-sindacale: "La verità ti fa male, lo so" e "Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu". "La rilevazione Swg Cisl - dichiara la Puglisi - conferma tutto ciò che chiunque giri per le scuole e ascolti in tutta Italia studenti, insegnanti, personale e dirigenti aveva già toccato con mano. Il disagio è grande e stupiscono i toni astiosi riservati da ministro e maggioranza alla Cisl, un sindacato fino ad oggi ritenuto moderato e che da oggi, evidentemente, è colpevole di aver certificato la realtà".
(Salvo Intravaia)
Da www.repubblica.it/scuola/
10/12/2010
E il ministro si infuria con la Cisl
Un sondaggio SWG tra i docenti: per la maggioranze è controproducente, per la stragrande maggioranza tagli e nuove norme limitano le occasioni per far apprendere. Ma quasi tutti amano il proprio lavoro. E la Gelmini ribatte con i dati Ocse
Gli insegnanti italiani appioppano un sonoro 4 meno alla Gelmini e lei va su tutte le furie. A farla imbestialire l'indagine sugli insegnanti italiani, condotta da Swg per la Cisl scuola e presentata questa mattina a Roma, dall'innocuo titolo "La scuola italiana: valori e consapevolezza a servizio dei giovani e del Paese", che scandaglia l'universo degli insegnanti su tutte le tematiche più recenti: il merito, la riforma Gelmini, lo stato d'animo di prof e maestre e la fiducia nel futuro.
Ma cos'è che ha fatto saltare dalla sedia la Gelmini? "La scuola disegnata dalla cosiddetta riforma Gelmini - si legge nel dossier - è un marchingegno che toglie anziché offrire". Il 72 per cento dei 700 intervistati boccia le classi sovraffollate, il 59 per cento considera controproducente la riduzione delle ore di studio alla primaria e alla media e oltre metà dei docenti (il 54 per cento) manda a casa il "maestro unico". E, invitati a dare un voto complessivo alla riforma Gelmini, affibbiano un eloquente 3,6.
Per oltre 6 docenti su 10 all'origine dell'impoverimento scolastico ci sono i "tagli economici che hanno limitato le possibilità dei singoli istituti" e per metà del campione "le retribuzioni sono inadeguate". I docenti italiani soffrono anche per lo scarso "riconoscimento sociale" di cui godono, mentre il 27 per cento punta il dito sulla "mancanza di strumentazioni e strutture adeguate". Le soddisfazioni arrivano invece dal rapporto con gli alunni (il 57 per cento) e dallo stretto contatto con le giovani generazioni.
A sorpresa, gli insegnanti continuano ad amare il proprio lavoro. "Nonostante il contesto in cui si trovano ad operare - spiegano dalla Cisl - tenda spesso a limitare il regolare svolgimento dell'attività didattica", "l'85 per cento dei docenti si dichiara orgoglioso di stare in cattedra". E i meno giovani continuano ad avere fiducia nel futuro. Anche tabù come merito e valutazione sembrano superati. "Il 63 per cento vedono di buon occhio l'idea di legare il proprio percorso di carriera a sistemi di valutazione" e 56 su cento si dichiarano favorevoli a "all'ipotesi di differenziare gli stipendi in base al merito".
"Esiste una differenza significativa tra le ricerche e i dati Ocse-Pisa e quelli forniti dalla Swg su commissione della Cisl", tuona la ministra, che aggiunge: "Solo poche ore fa sono stati resi noti in tutto il mondo i risultati dell'indagine sull'andamento dei sistemi scolastici internazionali. Una rilevazione autorevole e oggettiva secondo cui aumenta la qualità della scuola italiana, che dopo anni inverte un trend negativo e torna a guadagnare posizioni. Evidentemente a qualche sindacato - prosegue - è venuto il mal di pancia, ma soprattutto ha visto crollare tutti gli slogan scanditi in questi anni". Peccato - va ricordato - che le prove sono state fatte quando il ministro era di fatto appena arrivato e nulla della sua riforma era nemmeno alle viste.
"La nostra ricerca confligge con i dati OCSE?", replica polemico Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola. "Lo può affermare - spiega - parlando a sproposito, solo chi non l'ha letta". La Cisl non ha condotto "nessuna misurazione delle performance del sistema, ma solo un'indagine sugli insegnanti, per conoscere meglio chi sono e cosa pensano di sé, della loro scuola, del loro Paese". "Si può capire - conclude il sindacalista - che l'incertezza di questa fase politica possa rendere particolarmente eccitabili, ma un minimo di cautela prima di avventurarsi in una polemica francamente fuori luogo (oltre che fuori tema!) sarebbe raccomandabile".
Mentre Francesca Puglisi (Pd) rispolvera due famosi brani di Caterina Caselli per descrivere il momento politico-sindacale: "La verità ti fa male, lo so" e "Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu". "La rilevazione Swg Cisl - dichiara la Puglisi - conferma tutto ciò che chiunque giri per le scuole e ascolti in tutta Italia studenti, insegnanti, personale e dirigenti aveva già toccato con mano. Il disagio è grande e stupiscono i toni astiosi riservati da ministro e maggioranza alla Cisl, un sindacato fino ad oggi ritenuto moderato e che da oggi, evidentemente, è colpevole di aver certificato la realtà".
(Salvo Intravaia)
Da www.repubblica.it/scuola/
10/12/2010
mercoledì 8 dicembre 2010
Le preoccupazioni degli studenti
Pochi fondi e precariato le ragioni della protesta
La scuola, l´Università e la riforma Gelmini sono oggi temi al centro dell´attenzione (e della preoccupazione) degli studenti. Sono loro che hanno vissuto e subito le politiche di riforma dell´istruzione degli ultimi anni. Quando guardano al decennio passato – e ai continui interventi sui corsi di laurea nelle università o, nella scuola primaria, sul tempo pieno, sui maestri unici o prevalenti, sull´insegnamento della geografia e sui grembiuli – vedono un sostanziale peggioramento del sistema. E se guardano al futuro non ritengono che la situazione sarà migliore. Sono particolarmente arrabbiati e per questo si sono mobilitati, anche con occupazioni di grande impatto mediatico: sui tetti delle facoltà e sui monumenti nazionali di mezza Italia. Gli studenti e le famiglie con studenti, che vivono quotidianamente l´esperienza dell´istruzione pubblica, sono i più critici.
È quanto emerge dall´ultima indagine Demos-Coop, che si è concentrata sul tema proprio nei giorni in cui la riforma è in corso di approvazione in Parlamento. Il primo problema degli atenei, secondo gli studenti universitari, è il collegamento con il mondo del lavoro (38%, +16 punti percentuali rispetto alla media). Aspetto non da poco quando la precarietà e l´incertezza fanno da sfondo al presente e da prospettiva al futuro. La scarsa qualità dei docenti viene sottolineata solo da una minoranza degli universitari (3%). Anche se quasi nove su dieci ritengono che i professori andrebbero valutati e i migliori premiati. L´indagine fa osservare che il 66% degli universitari e il 75% dei liceali si ritiene d´accordo con la protesta, ben più di quanto si registra tra gli italiani (55%). Le occupazioni piacciono di più ai liceali (74%) e meno agli universitari (46%). La protesta invece per la mancanza di fondi destinati alla ricerca è ampiamente condivisa: 90% degli universitari, 84% dei liceali e 81% dei cittadini. I liceali, nell´85% dei casi, ritengono che la scuola sia peggiorata nell´ultimo decennio, ben più di quanto si registra tra gli universitari (60%) o nella popolazione (69%). Sono più critici verso la scuola, anche perché la conoscono, visto che la stanno attualmente frequentando. Per quanto riguarda l´università si osserva un comune sentire tra studenti e cittadini. In sei casi su dieci ritengono che l´accademia negli ultimi dieci anni abbia vissuto una fase di declino. Tuttavia, anche la riforma, agli occhi degli studenti e delle loro famiglie, non porterà a miglioramenti nel sistema dell´istruzione. Infatti, il 70% dei liceali ritiene che la scuola peggiorerà. Il 73% degli universitari lo pensa per gli atenei. Anche il 60% dei genitori degli studenti la vede in questo modo, sia per la scuola che per l´università.
Luigi Ceccarini
Da la Repubblica.it
06/12/2010
La scuola, l´Università e la riforma Gelmini sono oggi temi al centro dell´attenzione (e della preoccupazione) degli studenti. Sono loro che hanno vissuto e subito le politiche di riforma dell´istruzione degli ultimi anni. Quando guardano al decennio passato – e ai continui interventi sui corsi di laurea nelle università o, nella scuola primaria, sul tempo pieno, sui maestri unici o prevalenti, sull´insegnamento della geografia e sui grembiuli – vedono un sostanziale peggioramento del sistema. E se guardano al futuro non ritengono che la situazione sarà migliore. Sono particolarmente arrabbiati e per questo si sono mobilitati, anche con occupazioni di grande impatto mediatico: sui tetti delle facoltà e sui monumenti nazionali di mezza Italia. Gli studenti e le famiglie con studenti, che vivono quotidianamente l´esperienza dell´istruzione pubblica, sono i più critici.
È quanto emerge dall´ultima indagine Demos-Coop, che si è concentrata sul tema proprio nei giorni in cui la riforma è in corso di approvazione in Parlamento. Il primo problema degli atenei, secondo gli studenti universitari, è il collegamento con il mondo del lavoro (38%, +16 punti percentuali rispetto alla media). Aspetto non da poco quando la precarietà e l´incertezza fanno da sfondo al presente e da prospettiva al futuro. La scarsa qualità dei docenti viene sottolineata solo da una minoranza degli universitari (3%). Anche se quasi nove su dieci ritengono che i professori andrebbero valutati e i migliori premiati. L´indagine fa osservare che il 66% degli universitari e il 75% dei liceali si ritiene d´accordo con la protesta, ben più di quanto si registra tra gli italiani (55%). Le occupazioni piacciono di più ai liceali (74%) e meno agli universitari (46%). La protesta invece per la mancanza di fondi destinati alla ricerca è ampiamente condivisa: 90% degli universitari, 84% dei liceali e 81% dei cittadini. I liceali, nell´85% dei casi, ritengono che la scuola sia peggiorata nell´ultimo decennio, ben più di quanto si registra tra gli universitari (60%) o nella popolazione (69%). Sono più critici verso la scuola, anche perché la conoscono, visto che la stanno attualmente frequentando. Per quanto riguarda l´università si osserva un comune sentire tra studenti e cittadini. In sei casi su dieci ritengono che l´accademia negli ultimi dieci anni abbia vissuto una fase di declino. Tuttavia, anche la riforma, agli occhi degli studenti e delle loro famiglie, non porterà a miglioramenti nel sistema dell´istruzione. Infatti, il 70% dei liceali ritiene che la scuola peggiorerà. Il 73% degli universitari lo pensa per gli atenei. Anche il 60% dei genitori degli studenti la vede in questo modo, sia per la scuola che per l´università.
Luigi Ceccarini
Da la Repubblica.it
06/12/2010
domenica 5 dicembre 2010
Ogni tanto una buona notizia
Scuola: Toscana, la Regione sostiene le ''sezioni primavera''
Firenze, 3 dic. - (Adnkronos) - La Regione Toscana conferma le ''sezioni primavera''. E' stata infatti sottoscritta una nuova intesa tra Regione e Ufficio scolastico regionale per attivare ancora questo servizio educativo destinato alla primissima infanzia (bambini tra i 24 e i 36 mesi). Per l'anno scolastico 2010-2011 i fondi statali sfiorano i 950 mila euro: insufficienti per garantire tutte le necessita'. Ecco il motivo per cui Regione Toscana ha confermato la scelta di mettere sul piatto risorse aggiuntive (320 mila euro) in modo da far salire la disponibilita' complessiva a 1.268.690 euro, coprendo i bisogni.
''In teoria - spiega Stella Targetti, vicepresidente regione Toscana con delega all'istruzione - come Regione non avremmo obblighi di cofinanziamento, ma la scelta e' stata comunque adottata per consentire a tutte le sezioni gia' operanti di proseguire anche per quest' anno un'attivita' decisamente utile ai bambini e alle famiglie''.
Nell'anno scolastico precedente sono state attivate 65 sezioni ''primavera'' (49 finanziate dal Miur e 16 dalla Regione): adesso potranno essere rifinanziate. Nel triennio trascorso la Regione ha investito, su questa sperimentazione, circa 900 mila euro cui adesso si sommano gli ulteriori 320 mila. Circa meta' delle ''primavera'' sono attivate presso scuole paritarie: le altre in scuole comunali, statali e nidi convenzionati.
Da http://it.notizie.yahoo.com
03/12/2010
Firenze, 3 dic. - (Adnkronos) - La Regione Toscana conferma le ''sezioni primavera''. E' stata infatti sottoscritta una nuova intesa tra Regione e Ufficio scolastico regionale per attivare ancora questo servizio educativo destinato alla primissima infanzia (bambini tra i 24 e i 36 mesi). Per l'anno scolastico 2010-2011 i fondi statali sfiorano i 950 mila euro: insufficienti per garantire tutte le necessita'. Ecco il motivo per cui Regione Toscana ha confermato la scelta di mettere sul piatto risorse aggiuntive (320 mila euro) in modo da far salire la disponibilita' complessiva a 1.268.690 euro, coprendo i bisogni.
''In teoria - spiega Stella Targetti, vicepresidente regione Toscana con delega all'istruzione - come Regione non avremmo obblighi di cofinanziamento, ma la scelta e' stata comunque adottata per consentire a tutte le sezioni gia' operanti di proseguire anche per quest' anno un'attivita' decisamente utile ai bambini e alle famiglie''.
Nell'anno scolastico precedente sono state attivate 65 sezioni ''primavera'' (49 finanziate dal Miur e 16 dalla Regione): adesso potranno essere rifinanziate. Nel triennio trascorso la Regione ha investito, su questa sperimentazione, circa 900 mila euro cui adesso si sommano gli ulteriori 320 mila. Circa meta' delle ''primavera'' sono attivate presso scuole paritarie: le altre in scuole comunali, statali e nidi convenzionati.
Da http://it.notizie.yahoo.com
03/12/2010
venerdì 3 dicembre 2010
La scuola “a premi” della Gelmini: mah...
La Gelmini lancia la scuola a premi
La meritocrazia sale in cattedra: se la scuola ha in conti in rosso ecco i fondi per i più bravi. Dal ministro Gelmini in arrivo la 14ª per i docenti più volenterosi, mentre le scuole migliori riceveranno premi ad hoc. Per la titolare di viale Trastevere si tratta di un “giorno storico”, ma tra i sindacati è bufera. L’iniziativa ministeriale destinata ai docenti partirà da quest’anno in via sperimentale in venti istituti di Torino e Napoli: in ogni scuola ci sarà un «nucleo» di valutazione composto dal preside, da due professori e dal presidente del consiglio di istituto, dovrà considerare il curriculum dei docenti ma anche il giudizio di genitori e studenti.
Il premio consiste in uno stipendio in più l’anno, per un triennio intero. La gara tra gli istituti più efficienti invece si svolgerà tra le scuole medie di Pisa e Siracusa e valuterà, anche tramite i test Invalsi, l’apprendimento degli studenti nell’arco del triennio: un team di osservatori esterni stilerà una graduatoria regionale per assegnare premi fino a 70mila euro. I progetti, finanziati da una parte del 30% della razionalizzazione della spesa, sono stati illustrati ieri dalla Gelmini ad una calda platea di sindacati: «Finalmente – ha detto il ministro – si inizia a valutare i professori e le scuole su base meritocratica, non sono soldi legati solo all’anzianità di carriera che comunque sono stati garantiti».
Soddisfatti solo in parte i rappresentanti di categoria: «La buona notizia è che gli scatti di anzianità sono salvi, almeno per il 2011 – ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil- la non-notizia invece riguarda la carriera: manca il progetto culturale di fondo e soprattutto non c’è la scuola. Con meno ore, classi sovraffollate, precariato, pochi soldi per il funzionamento ordinario: su cosa si cimenterà la professionalità del docente?».
Da www.gd-notizie.com19/11/2010
19/11/2010
La meritocrazia sale in cattedra: se la scuola ha in conti in rosso ecco i fondi per i più bravi. Dal ministro Gelmini in arrivo la 14ª per i docenti più volenterosi, mentre le scuole migliori riceveranno premi ad hoc. Per la titolare di viale Trastevere si tratta di un “giorno storico”, ma tra i sindacati è bufera. L’iniziativa ministeriale destinata ai docenti partirà da quest’anno in via sperimentale in venti istituti di Torino e Napoli: in ogni scuola ci sarà un «nucleo» di valutazione composto dal preside, da due professori e dal presidente del consiglio di istituto, dovrà considerare il curriculum dei docenti ma anche il giudizio di genitori e studenti.
Il premio consiste in uno stipendio in più l’anno, per un triennio intero. La gara tra gli istituti più efficienti invece si svolgerà tra le scuole medie di Pisa e Siracusa e valuterà, anche tramite i test Invalsi, l’apprendimento degli studenti nell’arco del triennio: un team di osservatori esterni stilerà una graduatoria regionale per assegnare premi fino a 70mila euro. I progetti, finanziati da una parte del 30% della razionalizzazione della spesa, sono stati illustrati ieri dalla Gelmini ad una calda platea di sindacati: «Finalmente – ha detto il ministro – si inizia a valutare i professori e le scuole su base meritocratica, non sono soldi legati solo all’anzianità di carriera che comunque sono stati garantiti».
Soddisfatti solo in parte i rappresentanti di categoria: «La buona notizia è che gli scatti di anzianità sono salvi, almeno per il 2011 – ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil- la non-notizia invece riguarda la carriera: manca il progetto culturale di fondo e soprattutto non c’è la scuola. Con meno ore, classi sovraffollate, precariato, pochi soldi per il funzionamento ordinario: su cosa si cimenterà la professionalità del docente?».
Da www.gd-notizie.com19/11/2010
19/11/2010
mercoledì 1 dicembre 2010
Mi associo!
COMITATO GENITORI INSEGNANTI PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
comunicato stampa
Pisa, 26 novembre 2010
Bloccare il presente per liberare il futuro: il 24 e il 25 novembre migliaia di studenti universitari hanno riversato nelle piazze, e portato all'attenzione di tutto il mondo con l'occupazione dei monumenti immagine (dalla Torre pendente al Colosseo alla Mole Antonelliana), la rabbia di tutto il mondo della conoscenza contro la logica brutale dei tagli e della gestione autoritaria del governo. Tagli che colpiscono tutti gli ordini di scuole, dalla materna alle università, e che sono l’arma potente messa in campo per operare la devastazione del sistema pubblico di istruzione, riportandoci indietro agli anni ’50, all’istruzione per pochi eletti, da un lato, all’apprendistato, alla precarietà, alla subalternità culturale e sociale per tutti gli altri, dall’altro.
Non si parli di merito, quando si tagliano del 90% i fondi per il diritto allo studio.
Non si parli di merito, quando si lasciano andare letteralmente a pezzi scuole ed università.
Non si parli di merito, quando si tagliano le ore destinate all’istruzione e si gettano i ragazzini a lavorare più o meno gratuitamente nelle aziende.
Non si parli di merito, quando si uccide il sostegno.
I tagli colpiscono tutti, ma, come sempre, a subirne le conseguenze saranno i soggetti più deboli per condizioni personali, sociali, economiche e culturali.
Le scuole medie della nostra provincia hanno avuto la “fortuna” di essere scelte per partecipare al concorso a premi del ministro Gelmini destinato ad elargire qualche spicciolo. Una scelta aberrante dal punto di vista della dignità del lavoro docente, volta a distruggere l’idea dell’insegnamento come lavoro collettivo, e ancora peggiore dal punto di vista della didattica: se il salario degli insegnanti è dipendente dalla risposta a freddi test nazionali da parte degli studenti, quale futuro avrà la didattica personalizzata, attenta ai bisogni dei singoli ragazzi, finalizzata a far crescere tutti? Quale spazio avrà lo sviluppo del sapere critico? La scuola che vogliamo è quella delle pari opportunità formative per tutti e tutte, la scuola di tutti e per ciascuno: la scuola dei test è quella nozionistica, minimale, beceramente informativa, oltretutto finalizzata non all'apprendimento ma a qualche spicciolo in più in busta paga.Come genitori e insegnanti delle scuole del primo ciclo saremo sempre a fianco degli studenti universitari per la loro battaglia in difesa del sapere bene comune.
La loro lotta è la nostra lotta.
Comitato genitori insegnanti difesa scuola pubblica Pisa
comunicato stampa
Pisa, 26 novembre 2010
Bloccare il presente per liberare il futuro: il 24 e il 25 novembre migliaia di studenti universitari hanno riversato nelle piazze, e portato all'attenzione di tutto il mondo con l'occupazione dei monumenti immagine (dalla Torre pendente al Colosseo alla Mole Antonelliana), la rabbia di tutto il mondo della conoscenza contro la logica brutale dei tagli e della gestione autoritaria del governo. Tagli che colpiscono tutti gli ordini di scuole, dalla materna alle università, e che sono l’arma potente messa in campo per operare la devastazione del sistema pubblico di istruzione, riportandoci indietro agli anni ’50, all’istruzione per pochi eletti, da un lato, all’apprendistato, alla precarietà, alla subalternità culturale e sociale per tutti gli altri, dall’altro.
Non si parli di merito, quando si tagliano del 90% i fondi per il diritto allo studio.
Non si parli di merito, quando si lasciano andare letteralmente a pezzi scuole ed università.
Non si parli di merito, quando si tagliano le ore destinate all’istruzione e si gettano i ragazzini a lavorare più o meno gratuitamente nelle aziende.
Non si parli di merito, quando si uccide il sostegno.
I tagli colpiscono tutti, ma, come sempre, a subirne le conseguenze saranno i soggetti più deboli per condizioni personali, sociali, economiche e culturali.
Le scuole medie della nostra provincia hanno avuto la “fortuna” di essere scelte per partecipare al concorso a premi del ministro Gelmini destinato ad elargire qualche spicciolo. Una scelta aberrante dal punto di vista della dignità del lavoro docente, volta a distruggere l’idea dell’insegnamento come lavoro collettivo, e ancora peggiore dal punto di vista della didattica: se il salario degli insegnanti è dipendente dalla risposta a freddi test nazionali da parte degli studenti, quale futuro avrà la didattica personalizzata, attenta ai bisogni dei singoli ragazzi, finalizzata a far crescere tutti? Quale spazio avrà lo sviluppo del sapere critico? La scuola che vogliamo è quella delle pari opportunità formative per tutti e tutte, la scuola di tutti e per ciascuno: la scuola dei test è quella nozionistica, minimale, beceramente informativa, oltretutto finalizzata non all'apprendimento ma a qualche spicciolo in più in busta paga.Come genitori e insegnanti delle scuole del primo ciclo saremo sempre a fianco degli studenti universitari per la loro battaglia in difesa del sapere bene comune.
La loro lotta è la nostra lotta.
Comitato genitori insegnanti difesa scuola pubblica Pisa
domenica 14 novembre 2010
Più soldi alle private ... e la scuola pubblica?
Più fondi alle scuole private, aumenta differenza con la pubblica
Sindacati e opposizione: Così si demolisce statale
Roma, 13 nov. (Apcom) - Sindacati ed opposizione non gradiscono l'incremento dei fondi destinati dal governo alla scuola paritaria, confermata dal viceministro dell'Economia, Giuseppe Vegas: la decisione contenuta nel maxiemendamento al ddl di stabilità, attraverso cui è stato deciso di portare il finanziamento dagli ormai 'canonici' 130 a 245 milioni di euro, sono state duramente criticate perché, secondo i contestatori, acuirebbero il divario di trattamento degli istituti scolastici gestiti dallo Stato (nei cui confronti è stato adottato un piano di ridimensionamento triennale delle spese che sfiora gli 8 miliardi di euro ed il taglio tra docenti ed Ata di 140mila posti) rispetto a quelli privati.
Per il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, siamo di fronte ad "un Governo in agonia che vuole completare l'opera di demolizione della conoscenza pubblica per lasciare spazio alla privatizzazione": non a caso "sono confermati i tagli per la scuola, anche per il prossimo anno e nel contempo sono aumentati di 245 milioni i fondi per le scuole paritarie".
Duro anche il giudizio di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, secondo cui "il ministro Gelmini spera di salvarsi l'anima reintegrando soldi alle scuole paritarie: peccato che si sia dimenticata di reintegrarli anche alla scuola pubblica". Alg/Kat
Da http://notizie.virgilio.it
13/11/2010
Sindacati e opposizione: Così si demolisce statale
Roma, 13 nov. (Apcom) - Sindacati ed opposizione non gradiscono l'incremento dei fondi destinati dal governo alla scuola paritaria, confermata dal viceministro dell'Economia, Giuseppe Vegas: la decisione contenuta nel maxiemendamento al ddl di stabilità, attraverso cui è stato deciso di portare il finanziamento dagli ormai 'canonici' 130 a 245 milioni di euro, sono state duramente criticate perché, secondo i contestatori, acuirebbero il divario di trattamento degli istituti scolastici gestiti dallo Stato (nei cui confronti è stato adottato un piano di ridimensionamento triennale delle spese che sfiora gli 8 miliardi di euro ed il taglio tra docenti ed Ata di 140mila posti) rispetto a quelli privati.
Per il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, siamo di fronte ad "un Governo in agonia che vuole completare l'opera di demolizione della conoscenza pubblica per lasciare spazio alla privatizzazione": non a caso "sono confermati i tagli per la scuola, anche per il prossimo anno e nel contempo sono aumentati di 245 milioni i fondi per le scuole paritarie".
Duro anche il giudizio di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, secondo cui "il ministro Gelmini spera di salvarsi l'anima reintegrando soldi alle scuole paritarie: peccato che si sia dimenticata di reintegrarli anche alla scuola pubblica". Alg/Kat
Da http://notizie.virgilio.it
13/11/2010
domenica 7 novembre 2010
Niente tagli per le scuole private
Comunicato Stampa N° 175 del 2 novembre 2010
PRECISAZIONE SU FINANZIAMENTO SCUOLE PARITARIE
In riferimento alla notizia pubblicata da alcuni giornali di presunti tagli a carico delle scuole pubbliche non statali, si precisa quanto segue:
per prassi consolidata, negli anni il finanziamento statale alle scuole non statali (c.d. scuole paritarie) è stato sistematicamente integrato con provvedimenti "ad hoc".
Sarà così, è già previsto che sia così, anche sul 2011.
Ministero dell'Economia e delle Finanze
Ufficio Stampa
(http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/?idc=25521)
Il mio commento:
In un momento come questo, in cui la scuola pubblica sta subendo tagli pesantissimi, il Ministro Tremonti si preoccupa di tranquillizzare le scuole private. Per loro niente tagli, anzi “provvedimenti ad hoc”!
Forse il Ministro dimentica che l’articolo 33 della Costituzione dice espressamente che “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.”
PRECISAZIONE SU FINANZIAMENTO SCUOLE PARITARIE
In riferimento alla notizia pubblicata da alcuni giornali di presunti tagli a carico delle scuole pubbliche non statali, si precisa quanto segue:
per prassi consolidata, negli anni il finanziamento statale alle scuole non statali (c.d. scuole paritarie) è stato sistematicamente integrato con provvedimenti "ad hoc".
Sarà così, è già previsto che sia così, anche sul 2011.
Ministero dell'Economia e delle Finanze
Ufficio Stampa
(http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/?idc=25521)
Il mio commento:
In un momento come questo, in cui la scuola pubblica sta subendo tagli pesantissimi, il Ministro Tremonti si preoccupa di tranquillizzare le scuole private. Per loro niente tagli, anzi “provvedimenti ad hoc”!
Forse il Ministro dimentica che l’articolo 33 della Costituzione dice espressamente che “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.”
sabato 6 novembre 2010
Pulizie nelle scuole: tagli drastici alle ore di servizio
TOSCANA/SCUOLA: PULIZIE A RISCHIO, REGIONE SI IMPEGNA A SEGUIRE VICENDA
La situazione delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti dalle imprese che svolgono i servizi di pulizia e custodia nelle scuole toscane è stata al centro di un incontro, svoltosi oggi [5 novembre, n.d.r. ] in Regione Toscana, su sollecitazione delle organizzazioni sindacali di categoria.
Nel corso dell'incontro, spiega una nota regionale, al quale hanno preso parte, oltre alle tre sigle sindacali, anche alcune lavoratrici e i rappresentanti di gran parte delle Province toscane, è stato fatto il punto sulla ''grave situazione'' creatasi a seguito dei tagli del ministero dell'istruzione che hanno costretto le scuole, anche in Toscana, a ridurre drasticamente le ore di servizio.
A preoccupare i lavoratori e le lavoratrici, gran parte dei quali sono già oggi in cassa integrazione in deroga con una forte decurtazione del salario, è la scadenza del 31 dicembre, quando gli appalti, anche in Toscana, andranno a scadenza. Ad oggi, hanno spiegato i sindacati, ''non è stato ancora reso noto se e come verranno rinnovati, con gravi rischi per il mantenimento dell'occupazione dei 1220 lavoratori presenti nelle scuole toscane (a livello nazionale sono circa 25 mila) e per la sicurezza degli alunni qualora il servizio venisse sospeso''. La Regione si è impegnata a ''seguire la vicenda, condividendo le preoccupazioni dei lavoratori, sia sul fronte dell'occupazione che dei rischi di disservizio nelle scuole''.
''Porteremo rapidamente la questione - assicurano la vice presidente e assessore all'Istruzione, Stella Targetti e l'assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini - all'attenzione della Conferenza delle Regioni, in una delle prossime sedute della IX commissione, con l'obiettivo di farla affrontare dalla Conferenza Stato-Regioni. Si tratta infatti di una vertenza che può trovare una soluzione solo a livello nazionale e con il coinvolgimento del ministero''.
Da www.asca.it
05/11/2010
La situazione delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti dalle imprese che svolgono i servizi di pulizia e custodia nelle scuole toscane è stata al centro di un incontro, svoltosi oggi [5 novembre, n.d.r. ] in Regione Toscana, su sollecitazione delle organizzazioni sindacali di categoria.
Nel corso dell'incontro, spiega una nota regionale, al quale hanno preso parte, oltre alle tre sigle sindacali, anche alcune lavoratrici e i rappresentanti di gran parte delle Province toscane, è stato fatto il punto sulla ''grave situazione'' creatasi a seguito dei tagli del ministero dell'istruzione che hanno costretto le scuole, anche in Toscana, a ridurre drasticamente le ore di servizio.
A preoccupare i lavoratori e le lavoratrici, gran parte dei quali sono già oggi in cassa integrazione in deroga con una forte decurtazione del salario, è la scadenza del 31 dicembre, quando gli appalti, anche in Toscana, andranno a scadenza. Ad oggi, hanno spiegato i sindacati, ''non è stato ancora reso noto se e come verranno rinnovati, con gravi rischi per il mantenimento dell'occupazione dei 1220 lavoratori presenti nelle scuole toscane (a livello nazionale sono circa 25 mila) e per la sicurezza degli alunni qualora il servizio venisse sospeso''. La Regione si è impegnata a ''seguire la vicenda, condividendo le preoccupazioni dei lavoratori, sia sul fronte dell'occupazione che dei rischi di disservizio nelle scuole''.
''Porteremo rapidamente la questione - assicurano la vice presidente e assessore all'Istruzione, Stella Targetti e l'assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini - all'attenzione della Conferenza delle Regioni, in una delle prossime sedute della IX commissione, con l'obiettivo di farla affrontare dalla Conferenza Stato-Regioni. Si tratta infatti di una vertenza che può trovare una soluzione solo a livello nazionale e con il coinvolgimento del ministero''.
Da www.asca.it
05/11/2010
domenica 31 ottobre 2010
Cosa sta succedendo nella scuola: parlano i sindacati
Scuola, sanzioni ai professori che contestano i tagli
La denuncia dei sindacati: "Chi dice che mancano la carta igienica o i soldi per i materiali è accusato di danneggiare l'immagine dell'istituto"
Firenze, 29 ottobre 2010 - «UN AUMENTO dei provvedimenti disciplinari nei confronti degli insegnanti, pochi posti per il sostegno e, per protesta, il blocco delle gite». Dopo le manifestazioni di precari, universitari e studenti delle superiori, scendono in campo i sindacati degli insegnanti. Ieri i segretari provinciali Alessandro Rapezzi (Flc Cgil), Antonella Velani (Cisl Scuola) e Valerio Cai (Gilda-Unams), hanno denunciato le condizioni della scuola fiorentina. Al primo posto delle emergenze la situazione del sostegno in deroga, ovvero dei posti assegnati per casi di handicap gravi.
«L’ufficio scolastico provinciale — hanno spiegato Cgil, Cisl e Gilda — aveva chiesto 135 insegnanti, ma si è sentito rispondere dall’ufficio scolastico regionale che la domanda andava riformulata. Siamo così arrivati alla richiesta di 85 insegnanti, ma alla fine ne sono stati concessi appena 57. Questo significa che alunni e alunne che avrebbero avuto diritto al sostegno, non lo avranno o dovranno dividerlo con altri. Il tutto con il rischio che le famiglie facciano ricorso al Tar».
Problemi sono stati denunciati anche relativamente al personale Ata (custodi, amministrativi e personale tecnico) e ai supplenti. Altra questione spinosa, secondo i sindacati, l’aumento delle contestazioni di addebito (provvedimenti disciplinari) dei dirigenti scolastici nei confronti dei docenti. «Siamo arrivati a una media di 2/3 contestazioni al mese per ogni scuola fiorentina — spiega Rapezzi della Cgil — contro una al mese dell’anno passato. Possibile che gli insegnanti siano improvvisamente diventati indisciplinati? A noi sembra piuttosto un clima nuovo, lo stesso nel quale i ragazzi che occupano la scuola vengono denunciati dal preside».
Le contestazioni sono legate a varie questioni (violazioni deontologiche, mancanze amministrative e professionali) e possono concludersi (anche se raramente) con la sospensione dello stipendio per dieci giorni o con una segnalazione al Provveditorato. «Alcuni dei casi più contestabili — ha spiegato Valerio Cai — riguardano insegnanti che hanno denunciato in manifestazioni pubbliche o alla stampa le difficoltà della scuola. Hanno raccontato che mancava la carta igienica e sono stati accusati di danneggiare il buon nome della scuola. Un altro caso, apparso anche sui giornali, è stato quello della maestra di Greve che ha strappato l’immagine della Madonna di Fatima arrivata insieme a un bollettino per le offerte: contestazione anche per lei».
I SINDACATI hanno sollevato poi la questione delle procedure di contrattazione per i fondi di istituto. «Questa contrattazione — hanno detto — è essenziale per decidere varie attività, ma il 50% dei 125 istituti fiorentini non l’ha ancora avviata. L’obiettivo dei presidi è allungare i tempi e arrivare al nuovo anno quando, in base alla normativa Brunetta, potranno decidere con più autonomia». Oltre ad aver annunciato a proposito un contenzioso sindacale, Cgil, Cisl e Gilda, hanno invitato i docenti a bloccare le gite «per destinare i fondi ad attività più essenziali e far emergere i problemi della scuola». Alla manifestazione avrebbero già aderito numerosi insegnanti del liceo linguistico Pascoli, del professionale Elsa Morante, dell’alberghiero Saffi, degli scientifici Gobetti, Giotto Ulivi e Rodolico e dell’Itt Marco Polo. Prevista anche una manifestazione entro il 15 dicembre. […]
(Lisa Ciardi)
Da www.lanazione.it
29/10/2010
La denuncia dei sindacati: "Chi dice che mancano la carta igienica o i soldi per i materiali è accusato di danneggiare l'immagine dell'istituto"
Firenze, 29 ottobre 2010 - «UN AUMENTO dei provvedimenti disciplinari nei confronti degli insegnanti, pochi posti per il sostegno e, per protesta, il blocco delle gite». Dopo le manifestazioni di precari, universitari e studenti delle superiori, scendono in campo i sindacati degli insegnanti. Ieri i segretari provinciali Alessandro Rapezzi (Flc Cgil), Antonella Velani (Cisl Scuola) e Valerio Cai (Gilda-Unams), hanno denunciato le condizioni della scuola fiorentina. Al primo posto delle emergenze la situazione del sostegno in deroga, ovvero dei posti assegnati per casi di handicap gravi.
«L’ufficio scolastico provinciale — hanno spiegato Cgil, Cisl e Gilda — aveva chiesto 135 insegnanti, ma si è sentito rispondere dall’ufficio scolastico regionale che la domanda andava riformulata. Siamo così arrivati alla richiesta di 85 insegnanti, ma alla fine ne sono stati concessi appena 57. Questo significa che alunni e alunne che avrebbero avuto diritto al sostegno, non lo avranno o dovranno dividerlo con altri. Il tutto con il rischio che le famiglie facciano ricorso al Tar».
Problemi sono stati denunciati anche relativamente al personale Ata (custodi, amministrativi e personale tecnico) e ai supplenti. Altra questione spinosa, secondo i sindacati, l’aumento delle contestazioni di addebito (provvedimenti disciplinari) dei dirigenti scolastici nei confronti dei docenti. «Siamo arrivati a una media di 2/3 contestazioni al mese per ogni scuola fiorentina — spiega Rapezzi della Cgil — contro una al mese dell’anno passato. Possibile che gli insegnanti siano improvvisamente diventati indisciplinati? A noi sembra piuttosto un clima nuovo, lo stesso nel quale i ragazzi che occupano la scuola vengono denunciati dal preside».
Le contestazioni sono legate a varie questioni (violazioni deontologiche, mancanze amministrative e professionali) e possono concludersi (anche se raramente) con la sospensione dello stipendio per dieci giorni o con una segnalazione al Provveditorato. «Alcuni dei casi più contestabili — ha spiegato Valerio Cai — riguardano insegnanti che hanno denunciato in manifestazioni pubbliche o alla stampa le difficoltà della scuola. Hanno raccontato che mancava la carta igienica e sono stati accusati di danneggiare il buon nome della scuola. Un altro caso, apparso anche sui giornali, è stato quello della maestra di Greve che ha strappato l’immagine della Madonna di Fatima arrivata insieme a un bollettino per le offerte: contestazione anche per lei».
I SINDACATI hanno sollevato poi la questione delle procedure di contrattazione per i fondi di istituto. «Questa contrattazione — hanno detto — è essenziale per decidere varie attività, ma il 50% dei 125 istituti fiorentini non l’ha ancora avviata. L’obiettivo dei presidi è allungare i tempi e arrivare al nuovo anno quando, in base alla normativa Brunetta, potranno decidere con più autonomia». Oltre ad aver annunciato a proposito un contenzioso sindacale, Cgil, Cisl e Gilda, hanno invitato i docenti a bloccare le gite «per destinare i fondi ad attività più essenziali e far emergere i problemi della scuola». Alla manifestazione avrebbero già aderito numerosi insegnanti del liceo linguistico Pascoli, del professionale Elsa Morante, dell’alberghiero Saffi, degli scientifici Gobetti, Giotto Ulivi e Rodolico e dell’Itt Marco Polo. Prevista anche una manifestazione entro il 15 dicembre. […]
(Lisa Ciardi)
Da www.lanazione.it
29/10/2010
mercoledì 27 ottobre 2010
Senza parole …
Scuola/ Cgil: proposta Lega classi differenziate raccapricciante
'In linea filosofia partito di sani, ricchi, intelligenti, furbi'
Continua la polemica a distanza tra sindacati e Lega Nord sui benefici formativi degli studenti disabili che frequentano la scuola: a seguito della denuncia da parte di alcuni rappresentanti della Lega delle difficoltà nella gestione dei ragazzi portatori di disabilità più gravi durante le lezioni, oggi la responsabile dell'Ufficio politiche per la disabilità della Cgil nazionale, Nina Daita, ha dichiarato che "immaginare di tornare indietro alle classi differenziate è 'raccapricciante'".
Secondo Daita, l'idea della Lega Nord di istituire istituti specifici per portatori di handicap particolarmente gravi "costituisce l'ennesima provocazione offensiva verso le persone con disabilità e le loro famiglie: si è capito chiaramente qual è la filosofia culturale del partito di Bossi: un partito di sani, ricchi, intelligenti e furbi".
Per la dirigente sindacale "l'idea di segregare le persone 'diverse' è indegna di una società civile e democratica. I bambini e le bambine con disabilità non hanno scelto di nascere così, una politica forte cura i deboli e li integra, non li condanna alla solitudine ed a ulteriori sofferenze".
Da http://notizie.virgilio.it
25/10/2010
'In linea filosofia partito di sani, ricchi, intelligenti, furbi'
Continua la polemica a distanza tra sindacati e Lega Nord sui benefici formativi degli studenti disabili che frequentano la scuola: a seguito della denuncia da parte di alcuni rappresentanti della Lega delle difficoltà nella gestione dei ragazzi portatori di disabilità più gravi durante le lezioni, oggi la responsabile dell'Ufficio politiche per la disabilità della Cgil nazionale, Nina Daita, ha dichiarato che "immaginare di tornare indietro alle classi differenziate è 'raccapricciante'".
Secondo Daita, l'idea della Lega Nord di istituire istituti specifici per portatori di handicap particolarmente gravi "costituisce l'ennesima provocazione offensiva verso le persone con disabilità e le loro famiglie: si è capito chiaramente qual è la filosofia culturale del partito di Bossi: un partito di sani, ricchi, intelligenti e furbi".
Per la dirigente sindacale "l'idea di segregare le persone 'diverse' è indegna di una società civile e democratica. I bambini e le bambine con disabilità non hanno scelto di nascere così, una politica forte cura i deboli e li integra, non li condanna alla solitudine ed a ulteriori sofferenze".
Da http://notizie.virgilio.it
25/10/2010
venerdì 15 ottobre 2010
Parte la discutibile anagrafe degli studenti
Scuola/ Partita anagrafe studenti per raccolta dati 6 mln alunni
Da oggi a 30 ottobre tutti istituti invieranno informazioni Miur
Roma, 13 ott. (Apcom) - A partire da oggi e sino alla fine di ottobre tutte le scuole italiane, statali e paritarie a partire dalla primaria, possono inviare al ministero dell'Istruzione i dati 'sensibili' e sul percorso scolastico-formativo riguardanti complessivamente oltre 6 milioni di alunni e studenti: le operazioni, che rientrano nella cosiddetta 'anagrafe degli studenti', derivano dal discusso decreto ministeriale n. 74, firmato ad inizio agosto dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, finalizzato a 'monitorare l'evasione dell'obbligo di istruzione, gli abbandoni scolastici, la irregolarità di frequenza e ogni altro fenomeno riconducibile alla cosiddetta dispersione scolastica, al fine di predisporre opportune azioni di prevenzione'.
L'anagrafe degli studenti, che tra le proteste di ipposizione e sindacati ha comunque avuto il via libera del Garante per la protezione dei dati personali, dà compimento al decreto legislativo n. 76/2005: le scuole italiane hanno in pratica l'obbligo di inviare i dati anagrafici degli alunni, comprensivi di codice fiscale, la frequenza e il percorso scolastico, ma anche gli spostamenti da un istituto all'altro, gli esiti di fine anno, 'con particolare riferimento agli esami finali di ciclo e agli esami di qualifica'.
Tra le informazioni da inviare ci sono pure quelle sull'abbandonano degli studi e su tutte le dinamiche individuali che hanno a che vedere con i processi educativi. Con la nota ministeriale n. 3714, del 6 ottobre, il Miur ha inviato alle scuole le indicazioni operative, la 'griglia' da utilizzare per i dati e l'informativa sulla privacy.
Da http://notizie.virgilio.it
13/10/2010
Da oggi a 30 ottobre tutti istituti invieranno informazioni Miur
Roma, 13 ott. (Apcom) - A partire da oggi e sino alla fine di ottobre tutte le scuole italiane, statali e paritarie a partire dalla primaria, possono inviare al ministero dell'Istruzione i dati 'sensibili' e sul percorso scolastico-formativo riguardanti complessivamente oltre 6 milioni di alunni e studenti: le operazioni, che rientrano nella cosiddetta 'anagrafe degli studenti', derivano dal discusso decreto ministeriale n. 74, firmato ad inizio agosto dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, finalizzato a 'monitorare l'evasione dell'obbligo di istruzione, gli abbandoni scolastici, la irregolarità di frequenza e ogni altro fenomeno riconducibile alla cosiddetta dispersione scolastica, al fine di predisporre opportune azioni di prevenzione'.
L'anagrafe degli studenti, che tra le proteste di ipposizione e sindacati ha comunque avuto il via libera del Garante per la protezione dei dati personali, dà compimento al decreto legislativo n. 76/2005: le scuole italiane hanno in pratica l'obbligo di inviare i dati anagrafici degli alunni, comprensivi di codice fiscale, la frequenza e il percorso scolastico, ma anche gli spostamenti da un istituto all'altro, gli esiti di fine anno, 'con particolare riferimento agli esami finali di ciclo e agli esami di qualifica'.
Tra le informazioni da inviare ci sono pure quelle sull'abbandonano degli studi e su tutte le dinamiche individuali che hanno a che vedere con i processi educativi. Con la nota ministeriale n. 3714, del 6 ottobre, il Miur ha inviato alle scuole le indicazioni operative, la 'griglia' da utilizzare per i dati e l'informativa sulla privacy.
Da http://notizie.virgilio.it
13/10/2010
mercoledì 13 ottobre 2010
15 ottobre: sciopero dei COBAS
SCUOLA: COBAS, IL 15 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE IN 13 CITTA'
(ASCA) - Roma, 13 ott - Scioperi e manifestazioni in 13 citta' italiane contro la riforma messa in atto dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. L'appuntamento e' per venerdi' 15 ottobre quando docenti ed Ata scenderanno in piazza ''nel quadro dello sciopero della scuola convocato dai Cobas per l'intera giornata contro i tagli di orario, materie e posti di lavoro, per esigere dal governo l'assunzione stabile dei precari, investimenti almeno ai livelli medi europei, il recupero integrale degli scatti di anzianita' e dei contratti per docenti ed Ata, la restituzione del diritto di assemblea''. Lo annuncia Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas sottolineando che ''in piazza per battere la scuola-miseria accanto a docenti ed Ata ci saranno, nelle tredici manifestazioni, studenti medi e universitari, operai delle fabbriche metalmeccaniche, a partire dalla Fiat, e chimiche e lavoratori del Pubblico impiego, che considerano l'istruzione pubblica un cruciale bene comune; nonche' quei Comitati e Coordinamenti dei precari e dei genitori che si oppongono alla scuola-miseria di Gelmini e Tremonti ma che non dimenticano il ruolo svolto, nell'impoverimento della scuola, da quei partiti di centrosinistra che furono in posizione dominante nei governi Prodi''.
Da www.asca.it
13/102010
(ASCA) - Roma, 13 ott - Scioperi e manifestazioni in 13 citta' italiane contro la riforma messa in atto dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. L'appuntamento e' per venerdi' 15 ottobre quando docenti ed Ata scenderanno in piazza ''nel quadro dello sciopero della scuola convocato dai Cobas per l'intera giornata contro i tagli di orario, materie e posti di lavoro, per esigere dal governo l'assunzione stabile dei precari, investimenti almeno ai livelli medi europei, il recupero integrale degli scatti di anzianita' e dei contratti per docenti ed Ata, la restituzione del diritto di assemblea''. Lo annuncia Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas sottolineando che ''in piazza per battere la scuola-miseria accanto a docenti ed Ata ci saranno, nelle tredici manifestazioni, studenti medi e universitari, operai delle fabbriche metalmeccaniche, a partire dalla Fiat, e chimiche e lavoratori del Pubblico impiego, che considerano l'istruzione pubblica un cruciale bene comune; nonche' quei Comitati e Coordinamenti dei precari e dei genitori che si oppongono alla scuola-miseria di Gelmini e Tremonti ma che non dimenticano il ruolo svolto, nell'impoverimento della scuola, da quei partiti di centrosinistra che furono in posizione dominante nei governi Prodi''.
Da www.asca.it
13/102010
martedì 12 ottobre 2010
SCUOLA: REGIONE TOSCANA, SPA PER GESTIRE EDILIZIA IPOTESI INQUIETANTE
Firenze, 11 ott - ''Un'ipotesi a dir poco inquietante quella di dar vita a un soggetto misto pubblico-privato nazionale per la gestione dell'edilizia scolastica ipotizzando anche di gestire, con spa, diritto allo studio e formazione degli insegnanti''. E' netta la reazione di Stella Targetti, assessore toscano all'Istruzione nonché vicepresidente della Regione Toscana, a una indiscrezione secondo cui (per il 'Sole24Ore' di ieri) tre ministeri (Economia, Istruzione, Infrastrutture) starebbero lavorando attorno a un piano operativo e, forse, a un testo legislativo in modo da costituire una spa che dovrebbe rilevare tutte le competenze, oggi in carico agli enti locali, su proprietà, manutenzione e messa in sicurezza di tutto il patrimonio scolastico italiano per estendersi poi a molti altri aspetti della scuola.
''Non posso credere - prosegue Targetti - che il ministero dell'Istruzione sia d'accordo con questa impostazione: proprio con il ministro Gelmini ci siano da poco confrontati sul tema, con il preciso impegno da parte sua di rifinanziare la legge quadro sull'edilizia scolastica in base a competenze regionali e locali bene precisate dalla stessa norma''.
''Se c'è un aspetto positivo - conclude Targetti - è che il governo, finalmente, sembra convenire sulla necessità di considerare l'edilizia scolastica una emergenza nazionale: ma non sono queste le modalità da seguire, non è scavalcando i soggetti oggi competenti che si ottiene una nuova efficienza''.
Da www.asca.it
11/10/2010
Firenze, 11 ott - ''Un'ipotesi a dir poco inquietante quella di dar vita a un soggetto misto pubblico-privato nazionale per la gestione dell'edilizia scolastica ipotizzando anche di gestire, con spa, diritto allo studio e formazione degli insegnanti''. E' netta la reazione di Stella Targetti, assessore toscano all'Istruzione nonché vicepresidente della Regione Toscana, a una indiscrezione secondo cui (per il 'Sole24Ore' di ieri) tre ministeri (Economia, Istruzione, Infrastrutture) starebbero lavorando attorno a un piano operativo e, forse, a un testo legislativo in modo da costituire una spa che dovrebbe rilevare tutte le competenze, oggi in carico agli enti locali, su proprietà, manutenzione e messa in sicurezza di tutto il patrimonio scolastico italiano per estendersi poi a molti altri aspetti della scuola.
''Non posso credere - prosegue Targetti - che il ministero dell'Istruzione sia d'accordo con questa impostazione: proprio con il ministro Gelmini ci siano da poco confrontati sul tema, con il preciso impegno da parte sua di rifinanziare la legge quadro sull'edilizia scolastica in base a competenze regionali e locali bene precisate dalla stessa norma''.
''Se c'è un aspetto positivo - conclude Targetti - è che il governo, finalmente, sembra convenire sulla necessità di considerare l'edilizia scolastica una emergenza nazionale: ma non sono queste le modalità da seguire, non è scavalcando i soggetti oggi competenti che si ottiene una nuova efficienza''.
Da www.asca.it
11/10/2010
sabato 9 ottobre 2010
La protesta della scuola
Scuola. Migliaia di studenti scesi in piazza contro i tagli
Lunghi serpentoni di studenti hanno attraversato le strade delle principali città Toscane. Oltre 5.000 i partecipanti al corteo di Firenze, 2.000 a Livorno e 1.500 a Siena
Anche in Toscana stamani [ieri, n.d.r.] migliaia di studenti medi, universitari ma anche ricercatori sono scesi in piazza e per le strade, per protestare contro i tagli e le riforme del governo su scuola ed università. Otre 5.000 ragazzi hanno sfilato a Firenze: durante la manifestazione ci sono stati forti disagi al traffico paralizzato anche da un 'fuori programma' nel finale, quando i manifestanti hanno deviato dal percorso previsto entrando nel sottopasso stradale della Fortezza, bloccando i veicoli privati e bus sui viali. Cortei contro la riforma ci sono stati anche a Livorno con 2.000 partecipanti e a Siena con 1.500. Tutti cortei si sono svolti in modo pacifico, tranne qualche isolato tafferuglio. Durante i cortei sono stati scanditi cori e slogan contro il ministro Gelmini, Berlusconi, la riforma scolastica e gli istituti privati, le imprese, Confindustria, la precarizzazione del lavoro.
Da www.intoscana.it
08/10/2010
Lunghi serpentoni di studenti hanno attraversato le strade delle principali città Toscane. Oltre 5.000 i partecipanti al corteo di Firenze, 2.000 a Livorno e 1.500 a Siena
Anche in Toscana stamani [ieri, n.d.r.] migliaia di studenti medi, universitari ma anche ricercatori sono scesi in piazza e per le strade, per protestare contro i tagli e le riforme del governo su scuola ed università. Otre 5.000 ragazzi hanno sfilato a Firenze: durante la manifestazione ci sono stati forti disagi al traffico paralizzato anche da un 'fuori programma' nel finale, quando i manifestanti hanno deviato dal percorso previsto entrando nel sottopasso stradale della Fortezza, bloccando i veicoli privati e bus sui viali. Cortei contro la riforma ci sono stati anche a Livorno con 2.000 partecipanti e a Siena con 1.500. Tutti cortei si sono svolti in modo pacifico, tranne qualche isolato tafferuglio. Durante i cortei sono stati scanditi cori e slogan contro il ministro Gelmini, Berlusconi, la riforma scolastica e gli istituti privati, le imprese, Confindustria, la precarizzazione del lavoro.
Da www.intoscana.it
08/10/2010
A Lucca è nato un coordinamento in difesa della scuola pubblica
Scuola, un ottobre di protesta
LUCCA - E' ufficialmente nato il coordinamento lucchese in difesa della scuola pubblica, tenuto a battesimo da insegnanti, genitori e studenti nel corso di un'affollata assemblea pubblica alla Pia Casa. In programma diverse iniziative di protesta contro i tagli alla scuola.
Prima iniziativa programmata dalla Cgil, lo sciopero della prima ora di lavoro a scuola l'8 ottobre, giorno nel quale e' previsto anche un sit in studentesco in via Beccheria. Poi il 15 ottobre lo sciopero generale del mondo della scuola. Inoltre, per la fine del mese, si parla di una manifestazione in centro storico a Lucca. E in alcune scuole gli insegnanti hanno gia' annunciato che non svolgeranno più tutte le attività non strettamente obbligatorie. Come l'accompagnamento per le gite scolastiche, le supplenze interne tra docenti e il supporto ai progetti didattici aggiuntivi.
Da www.noitv.it
02/10/2010
LUCCA - E' ufficialmente nato il coordinamento lucchese in difesa della scuola pubblica, tenuto a battesimo da insegnanti, genitori e studenti nel corso di un'affollata assemblea pubblica alla Pia Casa. In programma diverse iniziative di protesta contro i tagli alla scuola.
Prima iniziativa programmata dalla Cgil, lo sciopero della prima ora di lavoro a scuola l'8 ottobre, giorno nel quale e' previsto anche un sit in studentesco in via Beccheria. Poi il 15 ottobre lo sciopero generale del mondo della scuola. Inoltre, per la fine del mese, si parla di una manifestazione in centro storico a Lucca. E in alcune scuole gli insegnanti hanno gia' annunciato che non svolgeranno più tutte le attività non strettamente obbligatorie. Come l'accompagnamento per le gite scolastiche, le supplenze interne tra docenti e il supporto ai progetti didattici aggiuntivi.
Da www.noitv.it
02/10/2010
mercoledì 6 ottobre 2010
8 ottobre: sciopero nazionale della scuola
Scuola, Flc-Cgil proclama sciopero nazionale dall'8 ottobre
ROMA (Reuters) - Prendono il via dall'8 ottobre prossimo le iniziative di sciopero in tutti i comparti della scuola messe in campo dalla Flc-Cgil.
Lo rende noto un comunicato spiegando che la prima ora di sciopero sarà effettuata l'8 ottobre per tutti i comparti e successivamente saranno attuate astensioni dal lavoro ad intermittenza ogni quindici giorni fino a dicembre.
La protesta riguarda i tagli a scuola, università, ricerca e Afam (alta formazione artistica e musicale), la crisi della formazione professionale, l'incertezza all'avvio del nuovo anno scolastico, spiega il sindacato.
"Il disegno di legge Gelmini sull'università e l'attacco agli enti di ricerca, veicolato dalla legge di riordino e dagli altri provvedimenti, stanno compromettendo già ora la funzione di queste istituzioni. I sistemi di istruzione formazione e ricerca sono sempre più al centro di un processo di smantellamento della centralità del ruolo pubblico con la chiara intenzione del Governo di favorire un esteso processo di privatizzazione dei saperi", precisa la nota Cgil.
Da http://it.reuters.com
04/10/2010
ROMA (Reuters) - Prendono il via dall'8 ottobre prossimo le iniziative di sciopero in tutti i comparti della scuola messe in campo dalla Flc-Cgil.
Lo rende noto un comunicato spiegando che la prima ora di sciopero sarà effettuata l'8 ottobre per tutti i comparti e successivamente saranno attuate astensioni dal lavoro ad intermittenza ogni quindici giorni fino a dicembre.
La protesta riguarda i tagli a scuola, università, ricerca e Afam (alta formazione artistica e musicale), la crisi della formazione professionale, l'incertezza all'avvio del nuovo anno scolastico, spiega il sindacato.
"Il disegno di legge Gelmini sull'università e l'attacco agli enti di ricerca, veicolato dalla legge di riordino e dagli altri provvedimenti, stanno compromettendo già ora la funzione di queste istituzioni. I sistemi di istruzione formazione e ricerca sono sempre più al centro di un processo di smantellamento della centralità del ruolo pubblico con la chiara intenzione del Governo di favorire un esteso processo di privatizzazione dei saperi", precisa la nota Cgil.
Da http://it.reuters.com
04/10/2010
domenica 3 ottobre 2010
Sesto: inaugurazione dell’anno scolastico
INAUGURAZIONE ANNO SCOLASTICO A SESTO, IL SINDACO GIANASSI: “UGUAGLIANZA, DIRITTI E TAGLI DEL GOVERNO I NODI CENTRALI DELLA SCUOLA DEL FUTURO
Cerimonia d’inizio anno con la presidente di SestoIdee Farese e la vicepresidente della Regione Targetti
Si è aperta con il filmato sulla settimana dell’accoglienza dei bambini stranieri nelle scuole la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2010-2011 a Sesto Fiorentino. All’iniziativa, che si è svolta nell’auditorium dell’ITCG “Calamandrei”, sono intervenuti il sindaco Gianni Gianassi, la presidente di SestoIdee Sonia Farese e la vicepresidente della Regione Toscana Stella Targetti. “Il tema del sistema formativo - ha spiegato il sindaco Gianassi - è una questione che riguarda tutta la società e di cui l’intera comunità si deve far carico. I giovani hanno il diritto ad essere padroni del proprio destino e delle proprie scelte, ad avere una scuola uguale per tutti e che possa dare a tutti le stesse opportunità. Se ciò non è possibile vuol dire che un pezzo del nostro Stato non c’è. Senza la scuola, il sapere e l’emancipazione – ha proseguito Gianassi - sarà più difficile uscire dalla crisi con le stesse risorse e capacità degli altri paesi europei e del mondo. Come enti locali cercheremo, con grandi sforzi, di fare la nostra parte per sopperire ai tagli del governo e continueremo a denunciare il processo di declino verso cui la scuola si sta avviando”. “Una scuola all’insegna del meno - ha affermato poi la presidente di SestoIdee Sonia Farese - caratterizzerà il sistema scolastico dei prossimi anni: meno attività formative, meno insegnanti di sostegno, meno laboratori, ore per le supplenze e risorse per il funzionamento. A causa della riduzione del tempo scuola si rischia di ritornare al doposcuola che insieme alla reintroduzione del grembiulino, del voto in condotta e all’aumento delle liste d’attesa nella scuola dell’infanzia, fa assumere al nostro sistema scolastico connotazioni nostalgiche quanto pericolose”.
La vicepresidente della Regione Stella Targetti ha concluso gli interventi annunciando l’organizzazione degli “Stati generali della scuola”, un cantiere aperto dove tutti gli operatori del sistema scolastico, le istituzioni e la società civile potranno confrontarsi sulla loro idea di scuola e sulle proprie esperienze. La cerimonia si è conclusa con la proiezione di un filmato realizzato dagli studenti sulla prevenzione del virus HIV.
Da http://met.provincia.fi.it
02/10/2010
Cerimonia d’inizio anno con la presidente di SestoIdee Farese e la vicepresidente della Regione Targetti
Si è aperta con il filmato sulla settimana dell’accoglienza dei bambini stranieri nelle scuole la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2010-2011 a Sesto Fiorentino. All’iniziativa, che si è svolta nell’auditorium dell’ITCG “Calamandrei”, sono intervenuti il sindaco Gianni Gianassi, la presidente di SestoIdee Sonia Farese e la vicepresidente della Regione Toscana Stella Targetti. “Il tema del sistema formativo - ha spiegato il sindaco Gianassi - è una questione che riguarda tutta la società e di cui l’intera comunità si deve far carico. I giovani hanno il diritto ad essere padroni del proprio destino e delle proprie scelte, ad avere una scuola uguale per tutti e che possa dare a tutti le stesse opportunità. Se ciò non è possibile vuol dire che un pezzo del nostro Stato non c’è. Senza la scuola, il sapere e l’emancipazione – ha proseguito Gianassi - sarà più difficile uscire dalla crisi con le stesse risorse e capacità degli altri paesi europei e del mondo. Come enti locali cercheremo, con grandi sforzi, di fare la nostra parte per sopperire ai tagli del governo e continueremo a denunciare il processo di declino verso cui la scuola si sta avviando”. “Una scuola all’insegna del meno - ha affermato poi la presidente di SestoIdee Sonia Farese - caratterizzerà il sistema scolastico dei prossimi anni: meno attività formative, meno insegnanti di sostegno, meno laboratori, ore per le supplenze e risorse per il funzionamento. A causa della riduzione del tempo scuola si rischia di ritornare al doposcuola che insieme alla reintroduzione del grembiulino, del voto in condotta e all’aumento delle liste d’attesa nella scuola dell’infanzia, fa assumere al nostro sistema scolastico connotazioni nostalgiche quanto pericolose”.
La vicepresidente della Regione Stella Targetti ha concluso gli interventi annunciando l’organizzazione degli “Stati generali della scuola”, un cantiere aperto dove tutti gli operatori del sistema scolastico, le istituzioni e la società civile potranno confrontarsi sulla loro idea di scuola e sulle proprie esperienze. La cerimonia si è conclusa con la proiezione di un filmato realizzato dagli studenti sulla prevenzione del virus HIV.
Da http://met.provincia.fi.it
02/10/2010
venerdì 1 ottobre 2010
Sicurezza e qualità delle scuole italiane: una situazione preoccupante
Scuole italiane? Bocciate!
Cittadinanzattiva, tra le 20 associazioni guida di Civicrazia, presenta i dati dell'VIII rapporto “Sicurezza, qualità e comfort a scuola” (*). L'esito? Una severa bocciatura per le scuole!
Distacchi di intonaco, finestre rotte, muri imbrattati, palestre malandate, aule sporche e a volte sovraffollate. Edifici vecchi, che avrebbero bisogno di una manutenzione reputata urgente dagli stessi dirigenti scolastici e responsabili della sicurezza, ma che tarda ad arrivare. Certificazioni sempre assenti all’appello (è in regola solo 1 scuola su 3!), mentre aumentano gli episodi di bullismo e vandalismo.
Un quadro preoccupante con cui i ragazzi italiani si trovano a convivere ogni giorno.
Ai problemi di “ordinaria insicurezza”, scrive Cittadinanzattiva, si aggiungono quelli provocati dal Regolamento attuativo della legge 133/2008, articolo 64 che prevede per il 2009 e per il 2010 l’innalzamento progressivo del numero degli alunni per classi, nelle scuole di ogni ordine e grado.
E anche sul fronte pulizia non ci aspettano notizie incoraggianti. Tutt'altro: la circolare n. 9537 emanata dal Ministero dell’Istruzione lo scorso dicembre, tra le altre cose, prevede una riduzione del 25% delle spese per il personale addetto alle pulizie delle scuole.
D'altra parte i ragazzi a bagni senza sapone e salviette per le mani sono abituari, come pure i genitori a fare cassa per consentire ai propri figli la carta igienica. Ora non resta che improvvisarsi bidelli!
Per fortuna una nota positiva arriva sul fronte prevenzione: piano di evacuazione e valutazione dei rischi sono pressoché sempre presenti e anche le prove di evacuazione sono svolte con regolarità nel 93% degli edifici.
Per stimolare questo senso di responsabilità, Cittadinanzattiva il 25 novembre celebra la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole (per info: http://www.cittadinanzattiva.it/).
Ma Cittadinanzattiva formula civicraticamente anche richieste concrete, che riportiamo integralmente:
• Anagrafe subito e sanzioni per chi non fornisce i dati. L’Anagrafe dell’edilizia scolastica va completa con urgenza ed aggiornata annualmente tenendo conto degli elementi legati alla sicurezza strutturale e di quelli non strutturali. Chiediamo anche che siano denunciati e sanzionati gli amministratori locali che non forniscono i dati per il completamento e l’aggiornamento della stessa.
• Trasparenza per i cittadini. I dati fin qui raccolti da Ministero dell’Istruzione ed Uffici scolastici regionali, e successivamente i dati dell’Anagrafe completa, devono essere accessibili a tutti i cittadini ed alle organizzazioni civiche che ne facciano richiesta.
• Fondi ordinari per uscire dall’emergenza. Vanno ripristinati i fondi ordinari triennali, previsti dalla legge 23/1996, per far fronte alle esigenze ordinarie dell’edilizia scolastica.
• Sicurezza delle scuole fuori dal Patto di stabilità. Vanno rivisti i limiti imposti dal Patto di stabilità, per permettere agli Enti locali di spendere quanto effettivamente stanziato e messo a disposizione per l’adeguamento strutturale degli edifici scolastici.
• No al sovraffollamento. Chiediamo: al Ministero dell’Istruzione, di rivedere l’art. 64 del Regolamento attuativo della legge 133/2008, che prevede l’innalzamento del numero di alunni per classe; agli Uffici scolastici di rendere noti i dati relativi all’affollamento delle classi; ai Dirigenti scolastici di non rendersi complici di situazioni di illegalità che mettono a repentaglio la sicurezza di studenti e personale. Ai cittadini chiediamo di continuare a segnalarci le situazioni di sovraffollamento, attraverso la campagna “Misuriamoci con classe” attiva sul sito web http://www.cittadinanzattiva.it/.
(*) Dal 2002 ad oggi Cittadinanzattiva ha monitorato 1.529 edifici scolastici e raggiunto ogni anno, con la Giornata nazionale delle sicurezza scolastica (25 novembre), circa 10mila scuole.L’VIII Rapporto nasce dall’Indagine condotta su un campione di 82 edifici scolastici di ogni ordine e grado (dall’infanzia alla secondaria di II grado) appartenenti ad 11 Province di 8 Regioni: Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia.
Da www.civicrazia.org
26/09/2010
Cittadinanzattiva, tra le 20 associazioni guida di Civicrazia, presenta i dati dell'VIII rapporto “Sicurezza, qualità e comfort a scuola” (*). L'esito? Una severa bocciatura per le scuole!
Distacchi di intonaco, finestre rotte, muri imbrattati, palestre malandate, aule sporche e a volte sovraffollate. Edifici vecchi, che avrebbero bisogno di una manutenzione reputata urgente dagli stessi dirigenti scolastici e responsabili della sicurezza, ma che tarda ad arrivare. Certificazioni sempre assenti all’appello (è in regola solo 1 scuola su 3!), mentre aumentano gli episodi di bullismo e vandalismo.
Un quadro preoccupante con cui i ragazzi italiani si trovano a convivere ogni giorno.
Ai problemi di “ordinaria insicurezza”, scrive Cittadinanzattiva, si aggiungono quelli provocati dal Regolamento attuativo della legge 133/2008, articolo 64 che prevede per il 2009 e per il 2010 l’innalzamento progressivo del numero degli alunni per classi, nelle scuole di ogni ordine e grado.
E anche sul fronte pulizia non ci aspettano notizie incoraggianti. Tutt'altro: la circolare n. 9537 emanata dal Ministero dell’Istruzione lo scorso dicembre, tra le altre cose, prevede una riduzione del 25% delle spese per il personale addetto alle pulizie delle scuole.
D'altra parte i ragazzi a bagni senza sapone e salviette per le mani sono abituari, come pure i genitori a fare cassa per consentire ai propri figli la carta igienica. Ora non resta che improvvisarsi bidelli!
Per fortuna una nota positiva arriva sul fronte prevenzione: piano di evacuazione e valutazione dei rischi sono pressoché sempre presenti e anche le prove di evacuazione sono svolte con regolarità nel 93% degli edifici.
Per stimolare questo senso di responsabilità, Cittadinanzattiva il 25 novembre celebra la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole (per info: http://www.cittadinanzattiva.it/).
Ma Cittadinanzattiva formula civicraticamente anche richieste concrete, che riportiamo integralmente:
• Anagrafe subito e sanzioni per chi non fornisce i dati. L’Anagrafe dell’edilizia scolastica va completa con urgenza ed aggiornata annualmente tenendo conto degli elementi legati alla sicurezza strutturale e di quelli non strutturali. Chiediamo anche che siano denunciati e sanzionati gli amministratori locali che non forniscono i dati per il completamento e l’aggiornamento della stessa.
• Trasparenza per i cittadini. I dati fin qui raccolti da Ministero dell’Istruzione ed Uffici scolastici regionali, e successivamente i dati dell’Anagrafe completa, devono essere accessibili a tutti i cittadini ed alle organizzazioni civiche che ne facciano richiesta.
• Fondi ordinari per uscire dall’emergenza. Vanno ripristinati i fondi ordinari triennali, previsti dalla legge 23/1996, per far fronte alle esigenze ordinarie dell’edilizia scolastica.
• Sicurezza delle scuole fuori dal Patto di stabilità. Vanno rivisti i limiti imposti dal Patto di stabilità, per permettere agli Enti locali di spendere quanto effettivamente stanziato e messo a disposizione per l’adeguamento strutturale degli edifici scolastici.
• No al sovraffollamento. Chiediamo: al Ministero dell’Istruzione, di rivedere l’art. 64 del Regolamento attuativo della legge 133/2008, che prevede l’innalzamento del numero di alunni per classe; agli Uffici scolastici di rendere noti i dati relativi all’affollamento delle classi; ai Dirigenti scolastici di non rendersi complici di situazioni di illegalità che mettono a repentaglio la sicurezza di studenti e personale. Ai cittadini chiediamo di continuare a segnalarci le situazioni di sovraffollamento, attraverso la campagna “Misuriamoci con classe” attiva sul sito web http://www.cittadinanzattiva.it/.
(*) Dal 2002 ad oggi Cittadinanzattiva ha monitorato 1.529 edifici scolastici e raggiunto ogni anno, con la Giornata nazionale delle sicurezza scolastica (25 novembre), circa 10mila scuole.L’VIII Rapporto nasce dall’Indagine condotta su un campione di 82 edifici scolastici di ogni ordine e grado (dall’infanzia alla secondaria di II grado) appartenenti ad 11 Province di 8 Regioni: Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia.
Da www.civicrazia.org
26/09/2010
martedì 28 settembre 2010
Autunno caldo per la scuola
Scuola/ Primi scioperi antitagli Unicobas e Cobas: stop 8 e 15/10
Alle due distinte iniziative aderiscono ass. precari e studenti
Attraverso due distinte iniziative, i sindacati di base proclamano lo sciopero generale della scuola per protestare contro i tagli al comparto, agli organici e l'impoverimento dell'istruzione pubblica: venerdì 8 ottobre si asterranno dal lavoro docenti e Ata dell'Unicobas con manifestazione nazionale a Roma che si concluderà davanti al Miur; una settimana dopo, il 15, si fermeranno i lavoratori aderenti ai Cobas, che per l'occasione organizzerà manifestazioni a livello territoriale.
All'iniziativa dell'Unicobas - che si svilupperà nella stessa giornata in cui la Flc-Cgil ha indetto uno sciopero orario - si uniranno anche i Coordinamenti precari, l'Usi e l'Unione degli studenti: "Sin dal primo giorno di scuola - ha detto oggi Stefano d'Errico, segretario Unicobas - in tutto il paese montano proteste e mobilitazioni contro i tagli e la dismissione del valore formativo della scuola pubblica. Iniziative che studenti, precari e lavoratori della scuola e famiglie stanno costruendo per rilanciare un forte messaggio di unitarietà e di opposizione al disegno Gelmini-Tremonti". Anche i Cobas non scenderanno in piazza da soli: "il 15 ottobre - fa sapere il portavoce nazionale Piero Bernocchi - sciopereranno e manifesteranno con noi, oltre a tanti docenti ed Ata 'stabili', le strutture dei precari, degli studenti e dei genitori che sono intenzionate a difendere l'istruzione pubblica contro il governo della scuola-miseria ma senza fare sconti a quei partiti del centrosinistra che, quando per due volte furono al governo in posizione dominante, contribuirono anch'essi all'immiserimento della scuola pubblica".
Da http://notizie.virgilio.it/notizie
Alle due distinte iniziative aderiscono ass. precari e studenti
Attraverso due distinte iniziative, i sindacati di base proclamano lo sciopero generale della scuola per protestare contro i tagli al comparto, agli organici e l'impoverimento dell'istruzione pubblica: venerdì 8 ottobre si asterranno dal lavoro docenti e Ata dell'Unicobas con manifestazione nazionale a Roma che si concluderà davanti al Miur; una settimana dopo, il 15, si fermeranno i lavoratori aderenti ai Cobas, che per l'occasione organizzerà manifestazioni a livello territoriale.
All'iniziativa dell'Unicobas - che si svilupperà nella stessa giornata in cui la Flc-Cgil ha indetto uno sciopero orario - si uniranno anche i Coordinamenti precari, l'Usi e l'Unione degli studenti: "Sin dal primo giorno di scuola - ha detto oggi Stefano d'Errico, segretario Unicobas - in tutto il paese montano proteste e mobilitazioni contro i tagli e la dismissione del valore formativo della scuola pubblica. Iniziative che studenti, precari e lavoratori della scuola e famiglie stanno costruendo per rilanciare un forte messaggio di unitarietà e di opposizione al disegno Gelmini-Tremonti". Anche i Cobas non scenderanno in piazza da soli: "il 15 ottobre - fa sapere il portavoce nazionale Piero Bernocchi - sciopereranno e manifesteranno con noi, oltre a tanti docenti ed Ata 'stabili', le strutture dei precari, degli studenti e dei genitori che sono intenzionate a difendere l'istruzione pubblica contro il governo della scuola-miseria ma senza fare sconti a quei partiti del centrosinistra che, quando per due volte furono al governo in posizione dominante, contribuirono anch'essi all'immiserimento della scuola pubblica".
Da http://notizie.virgilio.it/notizie
sabato 25 settembre 2010
Toscana: Stati Generali della Scuola
Ricevo e vi giro:
Oggetto: Stati Generali della Scuola Toscana. Idee, progetti, esperienze per una scuola di qualità
Gentilissimi,
lo sviluppo di una comunità dipende dalla qualità dell’educazione ricevuta dai giovani. L’istruzione è un’emergenza che riguarda tutti. Nessuno può pensare di restare indifferente al futuro della scuola.
In Toscana negli anni passati molto si è fatto, e sperimentato, per contribuire a fare della scuola uno spazio d’eccellenza nel contesto nazionale. E numerose sono le forze intellettuali che, dentro e fuori la scuola, hanno riflettuto e continuano a riflettere su come insegnamento e formazione possano promuovere diritti, crescita culturale e sociale, aumentare conoscenza e competenze per un futuro equo e sostenibile.
Oggi la Regione Toscana promuove gli Stati Generali della Scuola per chiamare a raccolta tutte le energie che lavorano per una scuola di qualità e per mobilitare tutte le forze vive della società toscana che prestino la loro esperienza per costruire un percorso capace di portare la scuola toscana a essere vero agente di cambiamento. Questo percorso lo intendiamo come un cantiere aperto: un cantiere dove tutti possano portare il loro contributo, la loro passione, la loro progettualità (e anche le loro critiche).
Gli Stati Generali si svolgeranno entro la fine dell’anno in ciascuna provincia della Toscana e termineranno con un’iniziativa di sintesi regionale nei primi mesi del prossimo anno
Gli Stati generali sono rivolti a organismi (enti locali, scuole, enti pubblici, organizzazioni imprenditoriali e sindacali, associazionismo, fondazioni, associazioni di insegnanti, di genitori, di studenti) e a singoli ( insegnanti, studenti, amministratori, studiosi, scienziati, ricercatori, pedagogisti).
I temi su cui, in questa prima fase, la Regione Toscana intende far convergere l’attenzione e l’impegno di quanti vorranno collaborare, si riferiscono essenzialmente a due principali aree.
- Il sistema della governance territoriale e dell’innovazione organizzativo- gestionale della scuola.
- L’innovazione metodologica ed educativa nonché la revisione dei percorsi di istruzione.
Chi fosse interessato all’iniziativa può trovare maggiori informazioni sul sito: www.regione.toscana.it/statigeneraliscuola.
Confidando nel tuo interesse all’iniziativa ti chiedo un contributo per la diffusione.
Un cordiale saluto
Il Vice Presidente
Stella Targetti
Oggetto: Stati Generali della Scuola Toscana. Idee, progetti, esperienze per una scuola di qualità
Gentilissimi,
lo sviluppo di una comunità dipende dalla qualità dell’educazione ricevuta dai giovani. L’istruzione è un’emergenza che riguarda tutti. Nessuno può pensare di restare indifferente al futuro della scuola.
In Toscana negli anni passati molto si è fatto, e sperimentato, per contribuire a fare della scuola uno spazio d’eccellenza nel contesto nazionale. E numerose sono le forze intellettuali che, dentro e fuori la scuola, hanno riflettuto e continuano a riflettere su come insegnamento e formazione possano promuovere diritti, crescita culturale e sociale, aumentare conoscenza e competenze per un futuro equo e sostenibile.
Oggi la Regione Toscana promuove gli Stati Generali della Scuola per chiamare a raccolta tutte le energie che lavorano per una scuola di qualità e per mobilitare tutte le forze vive della società toscana che prestino la loro esperienza per costruire un percorso capace di portare la scuola toscana a essere vero agente di cambiamento. Questo percorso lo intendiamo come un cantiere aperto: un cantiere dove tutti possano portare il loro contributo, la loro passione, la loro progettualità (e anche le loro critiche).
Gli Stati Generali si svolgeranno entro la fine dell’anno in ciascuna provincia della Toscana e termineranno con un’iniziativa di sintesi regionale nei primi mesi del prossimo anno
Gli Stati generali sono rivolti a organismi (enti locali, scuole, enti pubblici, organizzazioni imprenditoriali e sindacali, associazionismo, fondazioni, associazioni di insegnanti, di genitori, di studenti) e a singoli ( insegnanti, studenti, amministratori, studiosi, scienziati, ricercatori, pedagogisti).
I temi su cui, in questa prima fase, la Regione Toscana intende far convergere l’attenzione e l’impegno di quanti vorranno collaborare, si riferiscono essenzialmente a due principali aree.
- Il sistema della governance territoriale e dell’innovazione organizzativo- gestionale della scuola.
- L’innovazione metodologica ed educativa nonché la revisione dei percorsi di istruzione.
Chi fosse interessato all’iniziativa può trovare maggiori informazioni sul sito: www.regione.toscana.it/statigeneraliscuola.
Confidando nel tuo interesse all’iniziativa ti chiedo un contributo per la diffusione.
Un cordiale saluto
Il Vice Presidente
Stella Targetti
giovedì 16 settembre 2010
Primo giorno di scuola: chiuso per assemblea, ecco i perché
Un po’ in ritardo, ma mi fa piacere lo stesso pubblicarlo…
Comunicato stampa
PRIMO GIORNO DI SCUOLA:
CHIUSO PER ASSEMBLEA, ECCO I PERCHE’
È un’assemblea "per la scuola", e non contro, quella che lascerà chiusi i portoni allo squillo della prima campanella in molte scuole della Toscana. A Campi Bisenzio la quasi totalità dei docenti e del personale ATA della Direzione didattica (1700 alunni) ha deciso di partecipare all’assemblea indetta nella mattina del 15 settembre da Cgil, Cisl e Gilda. Ecco le motivazioni.
Si apre un nuovo anno scolastico all’insegna dei tagli di risorse finanziarie e umane alla scuola pubblica come previsto dall’art. 64 della Legge133/2008. In un triennio, tra docenti e personale ATA, perderemo in totale 150.000 posti di lavoro. I tagli riguardano, oltre che il personale, anche il tempo scuola, l’impianto disciplinare, le risorse finanziarie. Tutto ciò di conseguenza va a danneggiare i diritti degli alunni all’apprendimento che ne escono gravemente compromessi.
Le problematiche più evidenti che emergono sono:
• Dequalificazione dell’offerta formativa: diventa oggettivamente impossibile organizzare laboratori e gruppi di lavoro finalizzati al sostegno, al recupero, al potenziamento, all’alfabetizzazione degli alunni extracomunitari (attività indispensabili in un Circolo dove sono da anni molto accentuati i problemi legati al flusso migratorio).
Così pure non potranno essere attuati progetti e visite guidate che arricchiscono il processo formativo degli studenti .
• Gli insegnanti sono costretti a organizzare l’orario utilizzandole ore della ex-contemporaneità di tutto il Circolo per garantire il tempo scuola previsto per legge, 27 e 40 ore, e per mantenere orari settimanali di 30 e 33 ore. Risultano in tal modo orari spezzati e distribuiti tra un numero elevato di classi che aumenta le disparità tra i carichi di lavoro dei docenti, con la conseguenza che in molte classi ci sarà l’intervento di diversi insegnanti che lavorano soli in un rapporto unicamente frontale. Il modello di docente che ne risulta è ben lontano da quello di “ maestro unico” promesso alle famiglie. Una buona didattica ha bisogno anche di confronto professionale e progettazione ma questo non è più possibile.
• Diminuzione del tempo scuola poiché le richieste dei genitori delle 7 classi prime che chiedevano il tempo pieno non sono state soddisfatte.
• La diminuzione degli insegnanti di sostegno che è calcolata su parametri quantitativamente astratti, lontani dalle singole realtà, incide pesantemente sui diritti degli alunni diversamente abili che si trovano ad avere dedicate un numero ridotto di ore rispetto a quello che veniva garantito negli anni precedenti sulla base di precise certificazioni.
• In questo quadro già complesso si assiste inoltre all’aumento di alunni per classe che da un lato comporta maggiori difficoltà gestionali e dall’altro non garantisce il livello minimo di sicurezza dentro la scuola.
• La riduzione drastica del personale ATA inoltre non assicura i servizi essenziali di assistenza, accoglienza e sorveglianza necessari alle diverse tipologie di scuola creando situazioni di effettivo rischio.
La scelta della quasi totalità dei docenti e non docenti del Circolo di partecipare all’assemblea sindacale provinciale del 15 Settembre 2010, primo giorno del nuovo anno scolastico, ha tra le altre motivazioni quella di rendere evidente la situazione esposta, nella convinzione che la scuola pubblica debba essere di qualità ed adempiere alla funzione che la Costituzione le ha assegnato.
DOCENTI E NON DOCENTI
DEL CIRCOLO DIDATTICO DI CAMPI BISENZIO
Comunicato stampa
PRIMO GIORNO DI SCUOLA:
CHIUSO PER ASSEMBLEA, ECCO I PERCHE’
È un’assemblea "per la scuola", e non contro, quella che lascerà chiusi i portoni allo squillo della prima campanella in molte scuole della Toscana. A Campi Bisenzio la quasi totalità dei docenti e del personale ATA della Direzione didattica (1700 alunni) ha deciso di partecipare all’assemblea indetta nella mattina del 15 settembre da Cgil, Cisl e Gilda. Ecco le motivazioni.
Si apre un nuovo anno scolastico all’insegna dei tagli di risorse finanziarie e umane alla scuola pubblica come previsto dall’art. 64 della Legge133/2008. In un triennio, tra docenti e personale ATA, perderemo in totale 150.000 posti di lavoro. I tagli riguardano, oltre che il personale, anche il tempo scuola, l’impianto disciplinare, le risorse finanziarie. Tutto ciò di conseguenza va a danneggiare i diritti degli alunni all’apprendimento che ne escono gravemente compromessi.
Le problematiche più evidenti che emergono sono:
• Dequalificazione dell’offerta formativa: diventa oggettivamente impossibile organizzare laboratori e gruppi di lavoro finalizzati al sostegno, al recupero, al potenziamento, all’alfabetizzazione degli alunni extracomunitari (attività indispensabili in un Circolo dove sono da anni molto accentuati i problemi legati al flusso migratorio).
Così pure non potranno essere attuati progetti e visite guidate che arricchiscono il processo formativo degli studenti .
• Gli insegnanti sono costretti a organizzare l’orario utilizzandole ore della ex-contemporaneità di tutto il Circolo per garantire il tempo scuola previsto per legge, 27 e 40 ore, e per mantenere orari settimanali di 30 e 33 ore. Risultano in tal modo orari spezzati e distribuiti tra un numero elevato di classi che aumenta le disparità tra i carichi di lavoro dei docenti, con la conseguenza che in molte classi ci sarà l’intervento di diversi insegnanti che lavorano soli in un rapporto unicamente frontale. Il modello di docente che ne risulta è ben lontano da quello di “ maestro unico” promesso alle famiglie. Una buona didattica ha bisogno anche di confronto professionale e progettazione ma questo non è più possibile.
• Diminuzione del tempo scuola poiché le richieste dei genitori delle 7 classi prime che chiedevano il tempo pieno non sono state soddisfatte.
• La diminuzione degli insegnanti di sostegno che è calcolata su parametri quantitativamente astratti, lontani dalle singole realtà, incide pesantemente sui diritti degli alunni diversamente abili che si trovano ad avere dedicate un numero ridotto di ore rispetto a quello che veniva garantito negli anni precedenti sulla base di precise certificazioni.
• In questo quadro già complesso si assiste inoltre all’aumento di alunni per classe che da un lato comporta maggiori difficoltà gestionali e dall’altro non garantisce il livello minimo di sicurezza dentro la scuola.
• La riduzione drastica del personale ATA inoltre non assicura i servizi essenziali di assistenza, accoglienza e sorveglianza necessari alle diverse tipologie di scuola creando situazioni di effettivo rischio.
La scelta della quasi totalità dei docenti e non docenti del Circolo di partecipare all’assemblea sindacale provinciale del 15 Settembre 2010, primo giorno del nuovo anno scolastico, ha tra le altre motivazioni quella di rendere evidente la situazione esposta, nella convinzione che la scuola pubblica debba essere di qualità ed adempiere alla funzione che la Costituzione le ha assegnato.
DOCENTI E NON DOCENTI
DEL CIRCOLO DIDATTICO DI CAMPI BISENZIO
mercoledì 15 settembre 2010
Class action contro i tagli, per una scuola pubblica gratuita
Scuola, class action dei genitori
contro i tagli della Gelmini
Alcuni dirigenti non ricevono fondi da due o tre anni e hanno maturato crediti elevati. L'idea è del vicepresidente del consiglio d'istituto che è avvocato. La Flc-Cgil collabora
"Da Roma non arrivano i soldi per far funzionare la scuola? E noi portiamo la Gelmini in tribunale". Così hanno deciso i genitori dei ragazzi che frequentano l'istituto comprensivo di Bruino. Stanchi di dover pagare per le mancanze del ministero, hanno scelto di avviare una class action, supportati dalla Flc-Cgil. I loro figli, come gli altri 524 mila studenti del Piemonte, domani torneranno in classe per l'inizio delle lezioni. Lo scorso anno erano 25 euro, quest'anno sono diventati più di 50. Ed è andata bene, perché in un primo momento, per far quadrare i conti, si era pensato a un'"una tantum" da 75 euro. In ogni caso, si tratta di troppi soldi per mandare i figli a scuola. Almeno così la pensano i genitori degli allievi dell'istituto comprensivo di Bruino. Che, stanchi di pagare per conto terzi, hanno deciso di portare il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini davanti a un giudice. Obiettivo: reclamare il diritto ad avere una scuola pubblica gratuita.
Perché, se mamme e papà sono costretti a mettere mano al portafogli, la colpa è del ritardo con il quale il ministero invia alle singole scuole il denaro necessario per farle funzionare. Sono euro che servono per le spese più basilari, come la carta igienica, l'assicurazione dei bambini e via dicendo. Eppure alcuni istituti non ricevono fondi da Roma anche da due o tre anni. Tanto da maturare una mole di crediti non indifferente. Per esempio, racconta Diogene Franzoso, papà di un ragazzino che domani inizierà la seconda elementare nell'istituto comprensivo bruinese, "la nostra scuola vanta più di 100 mila euro di risorse che non sono mai state erogate dal ministero".
Oltre a essere il vicepresidente del consiglio d'istituto, Diogene Franzoso di lavoro fa l'avvocato. Così i docenti della scuola e alcuni suoi colleghi genitori che, come lui, fanno parte del comitato "Sos scuole Bruino", gli hanno chiesto se non ci fosse un modo per recuperare quel denaro passando per vie giudiziarie. Lui si è rivolto alla Flc-Cgil di Torino e con i legali del sindacato ha valutato una serie di ipotesi: "Ne abbiamo individuate alcune che potevano fare al caso nostro - racconta Franzoso - e poi abbiamo scelto di portare avanti una class action nei confronti del ministero".
Tecnicamente saranno i genitori ad avviare l'azione. Per prima cosa diffideranno il ministero, che avrà 90 giorni di tempo per risolvere la situazione. Se non cambierà nulla, le mamme e i papà chiederanno al Tar di ordinare allo Stato di sborsare la cifra dovuta. Dice il segretario della Flc-Cgil Torino, Igor Piotto, che si tratta di "rivendicare un'iniquità: non solo i genitori devono pagare per una scuola pubblica, ma la perdita di quei finanziamenti determina anche un abbassamento della qualità dell'offerta formativa".
Anche Franzoso spiega che "non è una questione di soldi, lo facciamo più che altro per dare un segnale". La prima tappa sarà un'assemblea pubblica, il 20 settembre, per raccogliere le adesioni. La class action è aperta soltanto ai genitori dell'istituto di Bruino e aderirvi, almeno all'inizio, è gratuito, perché le spese sono coperte dalla Flc-Cgil.
E se il Tar dovesse esprimere un parere favorevole ai ricorrenti? A quel punto le possibilità che si inneschino ricorsi a catena sono elevatissime: "Nel caso in cui il giudice dovesse darci ragione - dice il papà-legale Franzoso - la speranza è che anche altri comitati di genitori percorrano la nostra strada. Lo potranno fare a livello di singolo istituto, oppure potranno unirsi tra papà e mamme di studenti che frequentano diverse scuole".
(Stefano Parola)
Da http://torino.repubblica.it
12 settembre 2010
contro i tagli della Gelmini
Alcuni dirigenti non ricevono fondi da due o tre anni e hanno maturato crediti elevati. L'idea è del vicepresidente del consiglio d'istituto che è avvocato. La Flc-Cgil collabora
"Da Roma non arrivano i soldi per far funzionare la scuola? E noi portiamo la Gelmini in tribunale". Così hanno deciso i genitori dei ragazzi che frequentano l'istituto comprensivo di Bruino. Stanchi di dover pagare per le mancanze del ministero, hanno scelto di avviare una class action, supportati dalla Flc-Cgil. I loro figli, come gli altri 524 mila studenti del Piemonte, domani torneranno in classe per l'inizio delle lezioni. Lo scorso anno erano 25 euro, quest'anno sono diventati più di 50. Ed è andata bene, perché in un primo momento, per far quadrare i conti, si era pensato a un'"una tantum" da 75 euro. In ogni caso, si tratta di troppi soldi per mandare i figli a scuola. Almeno così la pensano i genitori degli allievi dell'istituto comprensivo di Bruino. Che, stanchi di pagare per conto terzi, hanno deciso di portare il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini davanti a un giudice. Obiettivo: reclamare il diritto ad avere una scuola pubblica gratuita.
Perché, se mamme e papà sono costretti a mettere mano al portafogli, la colpa è del ritardo con il quale il ministero invia alle singole scuole il denaro necessario per farle funzionare. Sono euro che servono per le spese più basilari, come la carta igienica, l'assicurazione dei bambini e via dicendo. Eppure alcuni istituti non ricevono fondi da Roma anche da due o tre anni. Tanto da maturare una mole di crediti non indifferente. Per esempio, racconta Diogene Franzoso, papà di un ragazzino che domani inizierà la seconda elementare nell'istituto comprensivo bruinese, "la nostra scuola vanta più di 100 mila euro di risorse che non sono mai state erogate dal ministero".
Oltre a essere il vicepresidente del consiglio d'istituto, Diogene Franzoso di lavoro fa l'avvocato. Così i docenti della scuola e alcuni suoi colleghi genitori che, come lui, fanno parte del comitato "Sos scuole Bruino", gli hanno chiesto se non ci fosse un modo per recuperare quel denaro passando per vie giudiziarie. Lui si è rivolto alla Flc-Cgil di Torino e con i legali del sindacato ha valutato una serie di ipotesi: "Ne abbiamo individuate alcune che potevano fare al caso nostro - racconta Franzoso - e poi abbiamo scelto di portare avanti una class action nei confronti del ministero".
Tecnicamente saranno i genitori ad avviare l'azione. Per prima cosa diffideranno il ministero, che avrà 90 giorni di tempo per risolvere la situazione. Se non cambierà nulla, le mamme e i papà chiederanno al Tar di ordinare allo Stato di sborsare la cifra dovuta. Dice il segretario della Flc-Cgil Torino, Igor Piotto, che si tratta di "rivendicare un'iniquità: non solo i genitori devono pagare per una scuola pubblica, ma la perdita di quei finanziamenti determina anche un abbassamento della qualità dell'offerta formativa".
Anche Franzoso spiega che "non è una questione di soldi, lo facciamo più che altro per dare un segnale". La prima tappa sarà un'assemblea pubblica, il 20 settembre, per raccogliere le adesioni. La class action è aperta soltanto ai genitori dell'istituto di Bruino e aderirvi, almeno all'inizio, è gratuito, perché le spese sono coperte dalla Flc-Cgil.
E se il Tar dovesse esprimere un parere favorevole ai ricorrenti? A quel punto le possibilità che si inneschino ricorsi a catena sono elevatissime: "Nel caso in cui il giudice dovesse darci ragione - dice il papà-legale Franzoso - la speranza è che anche altri comitati di genitori percorrano la nostra strada. Lo potranno fare a livello di singolo istituto, oppure potranno unirsi tra papà e mamme di studenti che frequentano diverse scuole".
(Stefano Parola)
Da http://torino.repubblica.it
12 settembre 2010
lunedì 13 settembre 2010
16 settembre: Presidio davanti all’Ufficio Scolastico Regionale
Tavolo regionale per la difesa della scuola statale
Giovedì 16 settembre ore 15
PRESIDIO DI FRONTE ALL'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE
Via Mannelli, 113 FIRENZE
La Ministra fuorilegge: la Gelmini si può fermare
1. I tagli agli organici ed i licenziamenti dei precari sono illegittimi: l’ha dichiarato il TAR del
Lazio con l’ordinanza del 20 luglio scorso.
2. In uno Stato di diritto tutti ed in primo luogo i Ministri devono osservare le leggi e quindi
anche le pronunce dei giudici che hanno il compito di garantire l’osservanza della legge.
3. La Ministra Gelmini però continua con il consueto comportamento arrogante, ad effettuare i
tagli agli organici ed a predisporre i licenziamenti del personale precario della scuola senza
preoccuparsi nelle palesi illegittimità e dello sfascio che arreca alla scuola Italiana.
Come fare?
Il Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale lancia un appello alle forze politiche dell’opposizione, alle OO. SS. tutte, alla istituzioni democratiche per un’azione forte, unitaria e coordinata a tutti i livelli ed invita a definire, pur nell’autonomia della scelte di ogni organizzazione, un coordinamento unitario e obiettivi comuni.
• La Gelmini ha concesso il “tempo pieno” (in realtà tempo lungo ) ad alcune scuole di Firenze a seguito di una iniziativa personale del Sindaco di Firenze. Ma il diritto all’istruzione è un diritto di tutti, in tutto il territorio nazionale.
• Si deve garantire a tutti i precari che non saranno nominati per effetto dei tagli il diritto alla nomina, anche ricorrendo al giudice del lavoro. Si chiede alle OO.SS di valutare la possibilità di opportune azioni legali
• È ancora possibile ottenere dal TAR del Lazio la sospensione dei tagli agli organici, adottate con procedure illegittime. Le forze politiche sono disposte all’impegnare a tal fine anche le istituzioni democratiche?
• Garanzia delle tempestive nomine degli insegnanti per le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica, che le scuole sono tenute a garantire. Molte scuole hanno eluso spesso tale obbligo perpetrando una inaccettabile discriminazione. Sarà necessario vigilare e denunciare subito ogni irregolarità. Il Tavolo è disponibile a garantire tutte le necessarie iniziative, anche legali se necessarie.
• Necessità di una grande mobilitazione nazionale per la scuola statale. Se riusciremo a lavorare tutti insieme, superando divisioni inutili e dannose, si potrà seriamente pensare ad una grande mobilitazione unitaria per la scuola statale e contro i tagli già attuati e quelli previsti per il prossimo anno scolastico.
Uniti/e possiamo fermare la Gelmini e la sua dissennata politica.
Giovedì 16 settembre ore 15
PRESIDIO DI FRONTE ALL'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE
Via Mannelli, 113 FIRENZE
La Ministra fuorilegge: la Gelmini si può fermare
1. I tagli agli organici ed i licenziamenti dei precari sono illegittimi: l’ha dichiarato il TAR del
Lazio con l’ordinanza del 20 luglio scorso.
2. In uno Stato di diritto tutti ed in primo luogo i Ministri devono osservare le leggi e quindi
anche le pronunce dei giudici che hanno il compito di garantire l’osservanza della legge.
3. La Ministra Gelmini però continua con il consueto comportamento arrogante, ad effettuare i
tagli agli organici ed a predisporre i licenziamenti del personale precario della scuola senza
preoccuparsi nelle palesi illegittimità e dello sfascio che arreca alla scuola Italiana.
Come fare?
Il Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale lancia un appello alle forze politiche dell’opposizione, alle OO. SS. tutte, alla istituzioni democratiche per un’azione forte, unitaria e coordinata a tutti i livelli ed invita a definire, pur nell’autonomia della scelte di ogni organizzazione, un coordinamento unitario e obiettivi comuni.
• La Gelmini ha concesso il “tempo pieno” (in realtà tempo lungo ) ad alcune scuole di Firenze a seguito di una iniziativa personale del Sindaco di Firenze. Ma il diritto all’istruzione è un diritto di tutti, in tutto il territorio nazionale.
• Si deve garantire a tutti i precari che non saranno nominati per effetto dei tagli il diritto alla nomina, anche ricorrendo al giudice del lavoro. Si chiede alle OO.SS di valutare la possibilità di opportune azioni legali
• È ancora possibile ottenere dal TAR del Lazio la sospensione dei tagli agli organici, adottate con procedure illegittime. Le forze politiche sono disposte all’impegnare a tal fine anche le istituzioni democratiche?
• Garanzia delle tempestive nomine degli insegnanti per le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica, che le scuole sono tenute a garantire. Molte scuole hanno eluso spesso tale obbligo perpetrando una inaccettabile discriminazione. Sarà necessario vigilare e denunciare subito ogni irregolarità. Il Tavolo è disponibile a garantire tutte le necessarie iniziative, anche legali se necessarie.
• Necessità di una grande mobilitazione nazionale per la scuola statale. Se riusciremo a lavorare tutti insieme, superando divisioni inutili e dannose, si potrà seriamente pensare ad una grande mobilitazione unitaria per la scuola statale e contro i tagli già attuati e quelli previsti per il prossimo anno scolastico.
Uniti/e possiamo fermare la Gelmini e la sua dissennata politica.
sabato 11 settembre 2010
La “rivoluzione epocale” della scuola e la dura realtà: lettera di un genitore al ministro Gelmini
Gentile Ministro Gelmini,
sabato prossimo andrò, con altri genitori della scuola, ad imbiancare i muri dell'aula nella quale, lunedì 13 settembre p.v., mio figlio inizierà la IV elementare.
Questa mattina mi sono recato di persona nel plesso scolastico al fine di verificare la veridicità delle informazioni ricevute e purtroppo ne ho avuto la più ampia conferma.
L'intero primo piano della succursale della Scuola Primaria Domenico Purificato di Via Drago in Roma risulta essere completamente non idoneo a svolgere al suo interno attività didattiche.
Leggiamo sui giornali le continue proteste del personale docente e non docente e le Sue rassicuranti risposte volte a spiegare l'obiettivo di ottimizzazione dei costi e denunciare la strumentalizzazione di tali proteste.
Vediamo in televisione le rassicuranti inaugurazioni di attività, sicuramente importanti ma forse non così primarie, che poco hanno a che fare con l'esercizio del quotidiano che ciascuna famiglia vive all'interno.
Mi chiedo: le sembra possibile che, a fronte di quella che Lei definisce una rivoluzione 'epocale', ci si possa trovare in una condizione così disastrosa ?
Questa mattina ho visto muri scrostati, pannelli di cartongesso rovinati, termosifoni arrugginiti, banchi e cattedre 'vissuti' all'inverosimile e, a dimostrazione che non si tratta di propaganda, La invito, anche senza scomodarsi di persona, ad inviare qualcuno di Sua completa fiducia per valutare lo stato dell'arte.
E dopo aver attentamente valutato, una domanda sola, forse banale, mi preme però farLe: Lei, sua figlia, la manderebbe in una scuola così?
La ringrazio per la cortese attenzione.
Distinti saluti.
Giulio Corrente
Roma
9 settembre 2010
sabato prossimo andrò, con altri genitori della scuola, ad imbiancare i muri dell'aula nella quale, lunedì 13 settembre p.v., mio figlio inizierà la IV elementare.
Questa mattina mi sono recato di persona nel plesso scolastico al fine di verificare la veridicità delle informazioni ricevute e purtroppo ne ho avuto la più ampia conferma.
L'intero primo piano della succursale della Scuola Primaria Domenico Purificato di Via Drago in Roma risulta essere completamente non idoneo a svolgere al suo interno attività didattiche.
Leggiamo sui giornali le continue proteste del personale docente e non docente e le Sue rassicuranti risposte volte a spiegare l'obiettivo di ottimizzazione dei costi e denunciare la strumentalizzazione di tali proteste.
Vediamo in televisione le rassicuranti inaugurazioni di attività, sicuramente importanti ma forse non così primarie, che poco hanno a che fare con l'esercizio del quotidiano che ciascuna famiglia vive all'interno.
Mi chiedo: le sembra possibile che, a fronte di quella che Lei definisce una rivoluzione 'epocale', ci si possa trovare in una condizione così disastrosa ?
Questa mattina ho visto muri scrostati, pannelli di cartongesso rovinati, termosifoni arrugginiti, banchi e cattedre 'vissuti' all'inverosimile e, a dimostrazione che non si tratta di propaganda, La invito, anche senza scomodarsi di persona, ad inviare qualcuno di Sua completa fiducia per valutare lo stato dell'arte.
E dopo aver attentamente valutato, una domanda sola, forse banale, mi preme però farLe: Lei, sua figlia, la manderebbe in una scuola così?
La ringrazio per la cortese attenzione.
Distinti saluti.
Giulio Corrente
Roma
9 settembre 2010
venerdì 10 settembre 2010
10 domande alla Gelmini
Le 10 domande al ministro Gelmini
Il Ministro Gelmini, nella sua conferenza stampa del 2 settembre, ha affermato di non voler incontrare i precari in sciopero della fame, ma che avrebbe con piacere risposto a domande specifiche.
La Yourcenar, nel suo Memorie di Adriano, fa dire all’Imperatore. “Aveva ragione quella postulante, che m’ero rifiutato un giorno di ascoltare fino alla fine, quando esclamò che se mi mancava il tempo per darle retta, mi mancava il tempo per regnare”.
Non possiamo pretendere che il ministro dimostri la stessa sensibilità democratica di un imperatore romano. Così l’accontentiamo rivolgendole domande molto concrete, alle quali siamo certi vorrà dare risposta.
1. Lei sa che i tagli alle elementari hanno cancellato qualsiasi possibilità di realizzare il vero tempo pieno, fatto di tempi distesi e di compresenze, di lavoro in piccoli gruppi, di progetti, di uscite e laboratori per favorire l’apprendimento di tutti?
2. Cosa risponde ai genitori costretti a pagare un contributo “volontario” di 130/200 € in scuole che vantano, nei confronti del suo Ministero, crediti di 130/200.000 €?
3. I paesi Ocse spendono in media il 5,7% del prodotto interno lordo per il sistema scolastico e l’Italia il 4,5%, come lo spiega?
4. Sa che le 10000 assunzioni a tempo indeterminato di questo anno coprono una percentuale insignificante dei posti che ogni anno servono per far funzionare la scuola?
5. Come mai non c’è un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità come prevede la legge, tanto che spesso questi alunni sono seguiti solo 4/6 ore a settimana?
6. Lei è al corrente del fatto che nelle scuole medie la sua manovra ha avuto l’effetto di cancellare laboratori espressivi, italiano per stranieri, interventi di recupero e potenziamento?
7. Ritiene sia giusto rispettare la legislazione sulla sicurezza? Sa che le classi con un minimo di 27 alunni e un massimo di 35 per classe, imposte dalla sua manovra, sono proibite da norme vigenti che impongono un massimo di 25 alunni?
8. Aver cancellato le sperimentazioni nei Licei, ispirandosi alla riforma del 1923, risponde ad una esigenza di rinnovamento? Aver tolto ai Licei Artistici l’11% del tempo scuola e ai Linguistici il 17% equivale ad un “potenziamento dell’offerta formativa”?
9. Come giustifica l’aver ridotto drasticamente l’orario degli Istituti Professionali e Tecnici, tagliando su quelle materie che ha affermato di voler potenziare? Sa che le attività di laboratorio diminuiscono del 20/40%? Vuole che le forniamo le tabelle di confronto?
10. Quali motivazioni didattiche l’hanno spinta a eliminare ore di lezione, negli Istituti Tecnici e Professionali, anche nelle classi successive alle prime? Ritiene giusto che chi si è iscritto ad un percorso prima della “riforma”, scopra che è stato cambiato a metà strada?
Assemblea delle scuole del milanese
Il Ministro Gelmini, nella sua conferenza stampa del 2 settembre, ha affermato di non voler incontrare i precari in sciopero della fame, ma che avrebbe con piacere risposto a domande specifiche.
La Yourcenar, nel suo Memorie di Adriano, fa dire all’Imperatore. “Aveva ragione quella postulante, che m’ero rifiutato un giorno di ascoltare fino alla fine, quando esclamò che se mi mancava il tempo per darle retta, mi mancava il tempo per regnare”.
Non possiamo pretendere che il ministro dimostri la stessa sensibilità democratica di un imperatore romano. Così l’accontentiamo rivolgendole domande molto concrete, alle quali siamo certi vorrà dare risposta.
1. Lei sa che i tagli alle elementari hanno cancellato qualsiasi possibilità di realizzare il vero tempo pieno, fatto di tempi distesi e di compresenze, di lavoro in piccoli gruppi, di progetti, di uscite e laboratori per favorire l’apprendimento di tutti?
2. Cosa risponde ai genitori costretti a pagare un contributo “volontario” di 130/200 € in scuole che vantano, nei confronti del suo Ministero, crediti di 130/200.000 €?
3. I paesi Ocse spendono in media il 5,7% del prodotto interno lordo per il sistema scolastico e l’Italia il 4,5%, come lo spiega?
4. Sa che le 10000 assunzioni a tempo indeterminato di questo anno coprono una percentuale insignificante dei posti che ogni anno servono per far funzionare la scuola?
5. Come mai non c’è un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità come prevede la legge, tanto che spesso questi alunni sono seguiti solo 4/6 ore a settimana?
6. Lei è al corrente del fatto che nelle scuole medie la sua manovra ha avuto l’effetto di cancellare laboratori espressivi, italiano per stranieri, interventi di recupero e potenziamento?
7. Ritiene sia giusto rispettare la legislazione sulla sicurezza? Sa che le classi con un minimo di 27 alunni e un massimo di 35 per classe, imposte dalla sua manovra, sono proibite da norme vigenti che impongono un massimo di 25 alunni?
8. Aver cancellato le sperimentazioni nei Licei, ispirandosi alla riforma del 1923, risponde ad una esigenza di rinnovamento? Aver tolto ai Licei Artistici l’11% del tempo scuola e ai Linguistici il 17% equivale ad un “potenziamento dell’offerta formativa”?
9. Come giustifica l’aver ridotto drasticamente l’orario degli Istituti Professionali e Tecnici, tagliando su quelle materie che ha affermato di voler potenziare? Sa che le attività di laboratorio diminuiscono del 20/40%? Vuole che le forniamo le tabelle di confronto?
10. Quali motivazioni didattiche l’hanno spinta a eliminare ore di lezione, negli Istituti Tecnici e Professionali, anche nelle classi successive alle prime? Ritiene giusto che chi si è iscritto ad un percorso prima della “riforma”, scopra che è stato cambiato a metà strada?
Assemblea delle scuole del milanese
domenica 5 settembre 2010
venerdì 3 settembre 2010
Comunicato stampa del Coordinamento Precari Scuola Roma in presidio a Montecitorio
Oggi, 3 settembre 2010 si è svolta la conferenza stampa del presidio permanente di Montecitorio, alla quale hanno partecipato i precari di Palermo in sciopero della fame, il Coordinamento Precari Scuola di Roma e le altre forze che stanno sostenendo il presidio. Di fronte agi organi di informazione abbiamo rigettato al mittente le accuse rivolte dalla Gelmini, la quale ha rifiutato di confrontarsi pubblicamente sulle rivendicazioni poste dai precari della scuola.
Giacomo Russo e Caterina Altamore hanno dichiarato che interromperanno lo sciopero della fame per rilanciare una mobilitazione di massa. Il presidio discuterà una bozza di piattaforma sulla quale convocare un’assemblea nazionale di tutto il mondo della scuola, che serva a preparare una grande manifestazione unitaria. A breve il presidio comunicherà la data dell’assemblea nazionale e chiederà a tutte le forze associative, sindacali, a tutti i comitati di lotta del mondo della scuola di sostenere questo percorso di mobilitazione contro le politiche di questo governo in materia di Istruzione.
Coordinamento precari scuola Roma
Giacomo Russo e Caterina Altamore hanno dichiarato che interromperanno lo sciopero della fame per rilanciare una mobilitazione di massa. Il presidio discuterà una bozza di piattaforma sulla quale convocare un’assemblea nazionale di tutto il mondo della scuola, che serva a preparare una grande manifestazione unitaria. A breve il presidio comunicherà la data dell’assemblea nazionale e chiederà a tutte le forze associative, sindacali, a tutti i comitati di lotta del mondo della scuola di sostenere questo percorso di mobilitazione contro le politiche di questo governo in materia di Istruzione.
Coordinamento precari scuola Roma
martedì 31 agosto 2010
Quando i tagli non colpiscono solo i ragazzi…
Carcere senza scuola, reinserimento a rischio
Oltre cento detenuti rimangono senza scuola. Accade al carcere fiorentino di Sollicciano, dove, spiegano gli insegnanti delle scuole interessate, “i tagli ministeriali hanno provocato l’azzeramento dei corsi”. Ecco perché, continuano, “siamo realmente preoccupati per la salute dei detenuti, che intravedevano nella scuola l’unico diversivo ad una condizione angosciante”.
A lanciare l’allarme anche i senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti. “Il 26 agosto – si legge nella nota dei due senatori - il Ministero dell'Istruzione ha informato gli istituti scolastici che partecipavano al progetto di scolarizzazione degli ospiti del carcere di Sollicciano di una riduzione della pianta organica che li coinvolge. Lo ha deciso l'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana nella sua assegnazione dei posti alla provincia di Firenze, di fatto non consentendo la tenuta dei corsi scolastici regolari o serali che erano previsti anche per l'anno scolastico 2010-2011 nel carcere”. In sostanza, molti detenuti potrebbero essere costretti a rinunciare alle lezioni scolastiche abituali.
Per scongiurare la riduzione dell’organico scolastico, i senatori lanciano un appello a Enrico Rossi e Matteo Renzi, rispettivamente presidente della regione Toscana, sindaco di Firenze e sindaco di Scandicci. “Riteniamo che provincia e regione debbano fare tutti gli sforzi possibili per garantire la ripresa regolare dei corsi dai primi di settembre – spiegano i radicali – E’ in gioco la credibilità delle istituzioni in un campo delicato e costituzionalmente centrale, quello del rispetto dei diritti anche di chi delinque”.[…]
Da www.affaritaliani.it
30/08/2010
Oltre cento detenuti rimangono senza scuola. Accade al carcere fiorentino di Sollicciano, dove, spiegano gli insegnanti delle scuole interessate, “i tagli ministeriali hanno provocato l’azzeramento dei corsi”. Ecco perché, continuano, “siamo realmente preoccupati per la salute dei detenuti, che intravedevano nella scuola l’unico diversivo ad una condizione angosciante”.
A lanciare l’allarme anche i senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti. “Il 26 agosto – si legge nella nota dei due senatori - il Ministero dell'Istruzione ha informato gli istituti scolastici che partecipavano al progetto di scolarizzazione degli ospiti del carcere di Sollicciano di una riduzione della pianta organica che li coinvolge. Lo ha deciso l'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana nella sua assegnazione dei posti alla provincia di Firenze, di fatto non consentendo la tenuta dei corsi scolastici regolari o serali che erano previsti anche per l'anno scolastico 2010-2011 nel carcere”. In sostanza, molti detenuti potrebbero essere costretti a rinunciare alle lezioni scolastiche abituali.
Per scongiurare la riduzione dell’organico scolastico, i senatori lanciano un appello a Enrico Rossi e Matteo Renzi, rispettivamente presidente della regione Toscana, sindaco di Firenze e sindaco di Scandicci. “Riteniamo che provincia e regione debbano fare tutti gli sforzi possibili per garantire la ripresa regolare dei corsi dai primi di settembre – spiegano i radicali – E’ in gioco la credibilità delle istituzioni in un campo delicato e costituzionalmente centrale, quello del rispetto dei diritti anche di chi delinque”.[…]
Da www.affaritaliani.it
30/08/2010
venerdì 27 agosto 2010
Firenze: il tempo pieno “fantasma”
SCUOLA: GENITORI DI FIRENZE, MANCANO CATTEDRE TEMPO PIENO PROMESSE
"Scherzi dell'estate: a pochi giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico, ancora mancano all'appello le cattedre di tempo pieno per Firenze promesse a fine luglio dal ministro Mariastella Gelmini e dal sindaco Matteo Renzi. Mentre l'ufficio scolastico si affanna a nominare tutti gli altri insegnanti, dal ministero di viale Trastevere ancora nessuna notizia a proposito dei dieci posti che dovrebbero garantire il tempo pieno ai bambini del capoluogo toscano". La denuncia arriva dall'associazione genitori A.Ge. Toscana.
"Siamo ad agosto ormai avanzato - dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente dell'A.Ge. Toscana - Non dubitiamo tuttavia che il ministro Gelmini e il sindaco Renzi si attiveranno in ogni modo per mantenere gli impegni presi pubblicamente. Come genitori vorremmo che un uguale impegno fosse profuso per i bambini delle altre 56 classi rimaste escluse dal tempo pieno nella provincia di Firenze, e anche a favore dei ragazzi delle superiori, che subiranno tagli altrettanto pesanti".
A fine luglio, ricorda l'associazione, "comune di Firenze e ministero dell'Istruzione resero pubblico un accordo secondo il quale, a fronte di un numero di insegnanti contingentato a livello regionale, alla città di Firenze sarebbero state assegnate dieci cattedre in più per soddisfare le richieste di iscrizione al tempo pieno. Per le altre 14 sezioni non coperte dall'accordo, come dichiara lo stesso comune di Firenze, il tempo pieno sarà coperto grazie all'impegno profuso dai dirigenti scolastici fiorentini che sono riusciti a coprire il fabbisogno di ore utilizzando gli insegnanti a disposizione anche se questo comporterà uno "spezzettamento" dell'orario che sicuramente non va a vantaggio della qualità dell'insegnamento".
"Come sempre accade in Italia - prosegue l'A. Ge Toscana - la faccenda da scolastica ha fatto presto a diventare politica e si sono persi gli esatti confini della vicenda, fatto sta che bambini e ragazzi sono tutti uguali, che quello all'istruzione è un diritto e che (grazie anche al ritardo di un mese delle iscrizioni e agli esiti del ricorso al Tar sulla riforma della scuola superiore) per la prima volta dopo molti anni il suono della prima campanella troverà molti posti di insegnante ancora scoperti".
Da www.asca.it
26/08/2010
"Scherzi dell'estate: a pochi giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico, ancora mancano all'appello le cattedre di tempo pieno per Firenze promesse a fine luglio dal ministro Mariastella Gelmini e dal sindaco Matteo Renzi. Mentre l'ufficio scolastico si affanna a nominare tutti gli altri insegnanti, dal ministero di viale Trastevere ancora nessuna notizia a proposito dei dieci posti che dovrebbero garantire il tempo pieno ai bambini del capoluogo toscano". La denuncia arriva dall'associazione genitori A.Ge. Toscana.
"Siamo ad agosto ormai avanzato - dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente dell'A.Ge. Toscana - Non dubitiamo tuttavia che il ministro Gelmini e il sindaco Renzi si attiveranno in ogni modo per mantenere gli impegni presi pubblicamente. Come genitori vorremmo che un uguale impegno fosse profuso per i bambini delle altre 56 classi rimaste escluse dal tempo pieno nella provincia di Firenze, e anche a favore dei ragazzi delle superiori, che subiranno tagli altrettanto pesanti".
A fine luglio, ricorda l'associazione, "comune di Firenze e ministero dell'Istruzione resero pubblico un accordo secondo il quale, a fronte di un numero di insegnanti contingentato a livello regionale, alla città di Firenze sarebbero state assegnate dieci cattedre in più per soddisfare le richieste di iscrizione al tempo pieno. Per le altre 14 sezioni non coperte dall'accordo, come dichiara lo stesso comune di Firenze, il tempo pieno sarà coperto grazie all'impegno profuso dai dirigenti scolastici fiorentini che sono riusciti a coprire il fabbisogno di ore utilizzando gli insegnanti a disposizione anche se questo comporterà uno "spezzettamento" dell'orario che sicuramente non va a vantaggio della qualità dell'insegnamento".
"Come sempre accade in Italia - prosegue l'A. Ge Toscana - la faccenda da scolastica ha fatto presto a diventare politica e si sono persi gli esatti confini della vicenda, fatto sta che bambini e ragazzi sono tutti uguali, che quello all'istruzione è un diritto e che (grazie anche al ritardo di un mese delle iscrizioni e agli esiti del ricorso al Tar sulla riforma della scuola superiore) per la prima volta dopo molti anni il suono della prima campanella troverà molti posti di insegnante ancora scoperti".
Da www.asca.it
26/08/2010
giovedì 26 agosto 2010
Siena: no ai tagli alla scuola
Venerdì 27 agosto in piazza contro i tagli alla scuola pubblica.
A Siena i primi ''effetti'' della riforma Gelmini
"A settembre per la scuola la campanella suona a morto". E' questo il titolo della manifestazione pubblica che si terrà venerdì 27 agosto a Siena per dire "no" ai tagli indiscriminati alla scuola e per chiedere al governo un'istruzione pubblica di qualità. L'iniziativa è organizzata dal Partito democratico; Sinistra ecologia e libertà; Italia dei Valori; Partito socialista italiano e Federazione della Sinistra con l'adesione di Cgil, Uil, Arci, Fds e Coordinamento precari scuola.
Il corteo si snoderà per le vie del centro storico di Siena, con partenza alle ore 18 da piazza Sant'Agostino, di fronte al liceo Piccolomini e arrivo nella Fortezza Medicea. La manifestazione sarà accompagnata dalla musica della "Sciacchetrà street band" e si chiuderà con gli interventi di Stella Targetti, assessore regionale all'istruzione.
La situazione della scuola si sta dimostrando "grave" anche in provincia di Siena, come dimostra la protesta dei genitori dei ragazzi del Liceo Scientifico Galilei che hanno saputo solo in questi giorni il taglio di una "quarta", con libri di testo già comprati. E il liceo senese non è il solo. Il prossimo anno altri istituti dovranno fare a meno di supplenze, insegnanti e personale di ruolo con il risultato di avere classi più numerose (molte sono sopra i 35 alunni previsti per legge), minore ore di lezione, meno ore di sostegno e con personale non qualificato, e il rischio concreto che alcuni istituti periferici del nostro territorio possano essere molto ridimensionati. […]
Da www.valdelsa.net
25/08/2010
A Siena i primi ''effetti'' della riforma Gelmini
"A settembre per la scuola la campanella suona a morto". E' questo il titolo della manifestazione pubblica che si terrà venerdì 27 agosto a Siena per dire "no" ai tagli indiscriminati alla scuola e per chiedere al governo un'istruzione pubblica di qualità. L'iniziativa è organizzata dal Partito democratico; Sinistra ecologia e libertà; Italia dei Valori; Partito socialista italiano e Federazione della Sinistra con l'adesione di Cgil, Uil, Arci, Fds e Coordinamento precari scuola.
Il corteo si snoderà per le vie del centro storico di Siena, con partenza alle ore 18 da piazza Sant'Agostino, di fronte al liceo Piccolomini e arrivo nella Fortezza Medicea. La manifestazione sarà accompagnata dalla musica della "Sciacchetrà street band" e si chiuderà con gli interventi di Stella Targetti, assessore regionale all'istruzione.
La situazione della scuola si sta dimostrando "grave" anche in provincia di Siena, come dimostra la protesta dei genitori dei ragazzi del Liceo Scientifico Galilei che hanno saputo solo in questi giorni il taglio di una "quarta", con libri di testo già comprati. E il liceo senese non è il solo. Il prossimo anno altri istituti dovranno fare a meno di supplenze, insegnanti e personale di ruolo con il risultato di avere classi più numerose (molte sono sopra i 35 alunni previsti per legge), minore ore di lezione, meno ore di sostegno e con personale non qualificato, e il rischio concreto che alcuni istituti periferici del nostro territorio possano essere molto ridimensionati. […]
Da www.valdelsa.net
25/08/2010
martedì 24 agosto 2010
Altre “novità” dalla Gelmini: il decreto operativo sull’anagrafe degli studenti
6 milioni di studenti all’anagrafe: la Gelmini firma il decreto operativo
Dal Ministero di Trastevere arriva la novità del nuovo anno scolastico: l’anagrafe degli studenti per contrastare l’abbandono scolastico. Molte le critiche riguardanti la privacy.
Dopo cinque anni dalla sua approvazione legislativa e dopo aver ottenuto l’approvazione del Garante della Privacy, il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, ha firmato il decreto operativo dando il via alla molto discussa “anagrafe degli studenti“. Il progetto consiste in un’enorme banca dati che raccoglie le informazione su ogni singolo studente italiano. Oltre 6 milioni di ragazzi, insomma, verranno identificati attraverso i loro “dati sensibili”, il percorso di studi intrapreso e quello formativo. A fornire tali informazioni saranno tutte le scuole, a partire da quelle di primo grado, che dal primo settembre dovranno comunicare i dati al Ministero.
La proposta non piace all’opposizione, ai sindacati e agli studenti, che temono “schedature di massa” e considerano questa anagrafe “lesiva dei diritti civili, soprattutto della privacy“. A parlare è il segretario di Flc-Cgil, Domenico Pantaleo: “L’anagrafe potrebbe fornire dati sullo stato di salute, le convinzioni religiose o di altro genere e dati giudiziari“. Mentre per Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola, l’anagrafe è uno “strumento utile che consente di pianificare meglio gli interventi educativi“.
Da Trastevere fanno sapere che la banca dati servirà per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico, grazie ai dati inviati dalle scuole e alle liste regionali e comunali di popolazione e studenti, mentre, per quanto riguarda i dati individuali e identificativi di ciascun studente, il Ministero afferma che questi “verranno raccolti e trattati secondo le modalità previste e approvate dal Garante della Privacy, per cui certe polemiche sono prive di fondamento“.
I dati raccolti spazieranno dal codice fiscale degli studenti a quelli anagrafici, dai dati sulla loro valutazione a quelli relativi agli esami finali di ciclo a quelli di qualifica. Inoltre, “per finalità di rilevante interesse pubblico“, fa sapere il Ministero, l’anagrafe potrà contenere anche informazioni utili per rivelare le condizioni di salute e dati indispensabili per individuare il tipo di istituto in cui lo studente assolve l’obbligo scolastico.
Feroci critiche arrivano dall’opposizione dalle parole del capogruppo Pd in Commissione Istruzione alla Camera, Manuela Ghizzoni. Per il Pd, il sistema rappresenta un “modo ambiguo e inadeguato di affrontare la dispersione scolastica, che violenta la privacy degli studenti e l’intimità della sfera familiare visto che il ministro Gelmini sembra interessato a schedare gli alunni a seconda che siano figli di genitori separati o meno“. E Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, afferma: “Non si capisce perché collezionare informazioni sullo stato di salute, il credo religioso e i dati giudiziari. Elementi non necessari e che devono essere immediatamente cancellati per evitare di passare da una buona iniziativa ad una schedatura che ricorda i provvedimenti del ventennio. La Gelmini viola la privacy dei minori.”
Infine gli studenti, attraverso l’Uds, Unione degli Studenti, coordinata da Tito Russo, definiscono “grottesco” il fatto che il ministro Gelmini si preoccupi di anagrafe “quando le scuole non sanno come pagare gli stipendi e che programmi fare a settembre. Un’altra trovata estiva, come quella delle assenze segnalate con un sms dello scorso anno e che poi non è mai partita“.
(Augusto D’Amante)
10/08/2010
Da www.newnotizie.it
Dal Ministero di Trastevere arriva la novità del nuovo anno scolastico: l’anagrafe degli studenti per contrastare l’abbandono scolastico. Molte le critiche riguardanti la privacy.
Dopo cinque anni dalla sua approvazione legislativa e dopo aver ottenuto l’approvazione del Garante della Privacy, il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, ha firmato il decreto operativo dando il via alla molto discussa “anagrafe degli studenti“. Il progetto consiste in un’enorme banca dati che raccoglie le informazione su ogni singolo studente italiano. Oltre 6 milioni di ragazzi, insomma, verranno identificati attraverso i loro “dati sensibili”, il percorso di studi intrapreso e quello formativo. A fornire tali informazioni saranno tutte le scuole, a partire da quelle di primo grado, che dal primo settembre dovranno comunicare i dati al Ministero.
La proposta non piace all’opposizione, ai sindacati e agli studenti, che temono “schedature di massa” e considerano questa anagrafe “lesiva dei diritti civili, soprattutto della privacy“. A parlare è il segretario di Flc-Cgil, Domenico Pantaleo: “L’anagrafe potrebbe fornire dati sullo stato di salute, le convinzioni religiose o di altro genere e dati giudiziari“. Mentre per Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola, l’anagrafe è uno “strumento utile che consente di pianificare meglio gli interventi educativi“.
Da Trastevere fanno sapere che la banca dati servirà per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico, grazie ai dati inviati dalle scuole e alle liste regionali e comunali di popolazione e studenti, mentre, per quanto riguarda i dati individuali e identificativi di ciascun studente, il Ministero afferma che questi “verranno raccolti e trattati secondo le modalità previste e approvate dal Garante della Privacy, per cui certe polemiche sono prive di fondamento“.
I dati raccolti spazieranno dal codice fiscale degli studenti a quelli anagrafici, dai dati sulla loro valutazione a quelli relativi agli esami finali di ciclo a quelli di qualifica. Inoltre, “per finalità di rilevante interesse pubblico“, fa sapere il Ministero, l’anagrafe potrà contenere anche informazioni utili per rivelare le condizioni di salute e dati indispensabili per individuare il tipo di istituto in cui lo studente assolve l’obbligo scolastico.
Feroci critiche arrivano dall’opposizione dalle parole del capogruppo Pd in Commissione Istruzione alla Camera, Manuela Ghizzoni. Per il Pd, il sistema rappresenta un “modo ambiguo e inadeguato di affrontare la dispersione scolastica, che violenta la privacy degli studenti e l’intimità della sfera familiare visto che il ministro Gelmini sembra interessato a schedare gli alunni a seconda che siano figli di genitori separati o meno“. E Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, afferma: “Non si capisce perché collezionare informazioni sullo stato di salute, il credo religioso e i dati giudiziari. Elementi non necessari e che devono essere immediatamente cancellati per evitare di passare da una buona iniziativa ad una schedatura che ricorda i provvedimenti del ventennio. La Gelmini viola la privacy dei minori.”
Infine gli studenti, attraverso l’Uds, Unione degli Studenti, coordinata da Tito Russo, definiscono “grottesco” il fatto che il ministro Gelmini si preoccupi di anagrafe “quando le scuole non sanno come pagare gli stipendi e che programmi fare a settembre. Un’altra trovata estiva, come quella delle assenze segnalate con un sms dello scorso anno e che poi non è mai partita“.
(Augusto D’Amante)
10/08/2010
Da www.newnotizie.it
martedì 3 agosto 2010
Il parere dell’assessore regionale Targetti sugli accordi salva-tempo pieno
Targetti: 'Tempo pieno, sì a prassi buone no a trattative dirette. In uno Stato di diritto non è giusto che più riceva chi più sgomita''
"Apprezzabile la scelta di quei Comuni che, davanti a tagli derivanti da scelte governative, scelgono di mettere proprie risorse sul tempo pieno nell'interesse delle famiglie amministrate". Così Stella Targetti, assessore regionale alla pubblica istruzione, con riferimento a possibili accordi diretti tra singoli sindaci e ministro per l'istruzione legati alla soluzione dei tagli che turbano, anche nell'intera Toscana, il mondo scolastico e le famiglie.
"La soddisfazione della Regione Toscana davanti a un Comune che con propri denari contrasta i tagli governativi - prosegue la vicepresidente - è anche rapportata alla necessità di prestare molta attenzione a un rischio: quello che passi l'impressione secondo cui certi servizi si possano ottenere a "trattativa diretta" e in rapporto alle capacità, più o meno elevate, di "sgomitamento". In uno Stato di diritto e in un contesto di comuni difficoltà non possono - conclude Targetti - prevalere norme e leggi in stile giungla. Non è infatti giusto, e penso si sia tutti d'accordo, che qualcuno ricerchi, per suo conto, soluzioni vecchio stile finendo poi per scaricare su altri, più deboli, la propria capacità di convincimento o il maggiore grado di prossimità politica".
Da www.valdelsa.net
02/08/2010
"Apprezzabile la scelta di quei Comuni che, davanti a tagli derivanti da scelte governative, scelgono di mettere proprie risorse sul tempo pieno nell'interesse delle famiglie amministrate". Così Stella Targetti, assessore regionale alla pubblica istruzione, con riferimento a possibili accordi diretti tra singoli sindaci e ministro per l'istruzione legati alla soluzione dei tagli che turbano, anche nell'intera Toscana, il mondo scolastico e le famiglie.
"La soddisfazione della Regione Toscana davanti a un Comune che con propri denari contrasta i tagli governativi - prosegue la vicepresidente - è anche rapportata alla necessità di prestare molta attenzione a un rischio: quello che passi l'impressione secondo cui certi servizi si possano ottenere a "trattativa diretta" e in rapporto alle capacità, più o meno elevate, di "sgomitamento". In uno Stato di diritto e in un contesto di comuni difficoltà non possono - conclude Targetti - prevalere norme e leggi in stile giungla. Non è infatti giusto, e penso si sia tutti d'accordo, che qualcuno ricerchi, per suo conto, soluzioni vecchio stile finendo poi per scaricare su altri, più deboli, la propria capacità di convincimento o il maggiore grado di prossimità politica".
Da www.valdelsa.net
02/08/2010
sabato 31 luglio 2010
La guerra tra “poveri” per salvare il tempo pieno
Renzi-Gelmini, l’accordo irrita Cgil Regione e Provincia
L’intesa salva-tempo pieno a Firenze «penalizza altri. Sbagliato sgomitare». La difesa del Comune
L’accordo salva-tempo pieno tra il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il ministro all’istruzione Maria Stella Gelmini ha irritato Provincia, Regione e Cgil. Renzi, in un incontro riservato con la Gelmini a Roma, ha infatti trovato un accordo per coprire le richieste a Firenze del tempo pieno a scuola (esultano 600 famiglie). Ma l’assessore provinciale alla scuola Giovanni Di Fede si chiede se «l’accordo raggiunto tra Renzi e il ministro Gelmini non finisca per penalizzare le altre scuole del territorio provinciale: il tempo pieno deve essere tutelato in tutte le sezioni del territorio provinciale fiorentino. La situazione di Firenze non è più grave di quella delle altre realtà della provincia». Di Fede chiede «la medesima attenzione per le sezioni mancanti del territorio provinciale», sottolineando «che gli aggiustamenti sono possibili solo senza modificare il numero totale delle cattedre ».
Sulla stessa linea l’assessore regionale alla scuola Stella Targetti: «Sì alle buone prassi sul tempo pieno, no alle trattative dirette. In uno stato di diritto non è giusto che più riceva chi più sgomita. Il rischio è che passi l’impressione secondo cui certi servizi si possano ottenere a “trattativa diretta”.Non possono prevalere leggi in stile giungla. Non è giusto che qualcuno ricerchi, per suo conto, soluzioni vecchio stile finendo poi per scaricare su altri, più deboli, la propria capacità di convincimento o il maggiore grado di prossimità politica ».
Replica così l’assessore fiorentino alla scuola Rosa Maria Di Giorgi: «Mi sembrano accuse ingenerose. Non si toglie nulla agli altri, ma viene riconosciuta la peculiarità di Firenze, unica città metropolitana. Qui il 10% dei bimbi sono stranieri e molti altri vengono da fuori città, dobbiamo rispondere a più domande».
Intanto, ieri mattina davanti alla prefettura la Flc Cgil ha organizzato un presidio di protesta contro i tagli alla scuola, con genitori e lavoratori del settore. Nel territorio della provincia di Firenze, ricorda il sindacato, per la scuola dell’infanzia mancano ancora 22 insegnanti, mentre per la primaria l'organico dei docenti è diminuito di 48 unità a fronte di un aumento degli alunni. Studenti in aumento anche nella scuola secondaria di primo grado dove si perdono 30 cattedre, mentre per quella di secondo grado si registra una perdita di 141 docenti. Tra il personale tecnico amministrativo il taglio è di 148 unità.
Sull’accordo Renzi-Gelmini, «il ministro attiva un pericoloso metodo che, attraverso singoli accordi, garantisce diritti differenziati sul territorio; questo potrebbe innescare, nei prossimi anni, una migrazione degli studenti dalle province ai capoluoghi - spiega Alessandro Rapezzi, segretario fiorentino della Flc Cgil -. Quell’accordo, visti i tetti agli organici previsti dalla finanziaria, comporterà il taglio in altre istituzioni scolastiche».
Tommaso Galgani
L’Unità
Da/www.regione.toscana.it
31/07/2010
L’intesa salva-tempo pieno a Firenze «penalizza altri. Sbagliato sgomitare». La difesa del Comune
L’accordo salva-tempo pieno tra il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il ministro all’istruzione Maria Stella Gelmini ha irritato Provincia, Regione e Cgil. Renzi, in un incontro riservato con la Gelmini a Roma, ha infatti trovato un accordo per coprire le richieste a Firenze del tempo pieno a scuola (esultano 600 famiglie). Ma l’assessore provinciale alla scuola Giovanni Di Fede si chiede se «l’accordo raggiunto tra Renzi e il ministro Gelmini non finisca per penalizzare le altre scuole del territorio provinciale: il tempo pieno deve essere tutelato in tutte le sezioni del territorio provinciale fiorentino. La situazione di Firenze non è più grave di quella delle altre realtà della provincia». Di Fede chiede «la medesima attenzione per le sezioni mancanti del territorio provinciale», sottolineando «che gli aggiustamenti sono possibili solo senza modificare il numero totale delle cattedre ».
Sulla stessa linea l’assessore regionale alla scuola Stella Targetti: «Sì alle buone prassi sul tempo pieno, no alle trattative dirette. In uno stato di diritto non è giusto che più riceva chi più sgomita. Il rischio è che passi l’impressione secondo cui certi servizi si possano ottenere a “trattativa diretta”.Non possono prevalere leggi in stile giungla. Non è giusto che qualcuno ricerchi, per suo conto, soluzioni vecchio stile finendo poi per scaricare su altri, più deboli, la propria capacità di convincimento o il maggiore grado di prossimità politica ».
Replica così l’assessore fiorentino alla scuola Rosa Maria Di Giorgi: «Mi sembrano accuse ingenerose. Non si toglie nulla agli altri, ma viene riconosciuta la peculiarità di Firenze, unica città metropolitana. Qui il 10% dei bimbi sono stranieri e molti altri vengono da fuori città, dobbiamo rispondere a più domande».
Intanto, ieri mattina davanti alla prefettura la Flc Cgil ha organizzato un presidio di protesta contro i tagli alla scuola, con genitori e lavoratori del settore. Nel territorio della provincia di Firenze, ricorda il sindacato, per la scuola dell’infanzia mancano ancora 22 insegnanti, mentre per la primaria l'organico dei docenti è diminuito di 48 unità a fronte di un aumento degli alunni. Studenti in aumento anche nella scuola secondaria di primo grado dove si perdono 30 cattedre, mentre per quella di secondo grado si registra una perdita di 141 docenti. Tra il personale tecnico amministrativo il taglio è di 148 unità.
Sull’accordo Renzi-Gelmini, «il ministro attiva un pericoloso metodo che, attraverso singoli accordi, garantisce diritti differenziati sul territorio; questo potrebbe innescare, nei prossimi anni, una migrazione degli studenti dalle province ai capoluoghi - spiega Alessandro Rapezzi, segretario fiorentino della Flc Cgil -. Quell’accordo, visti i tetti agli organici previsti dalla finanziaria, comporterà il taglio in altre istituzioni scolastiche».
Tommaso Galgani
L’Unità
Da/www.regione.toscana.it
31/07/2010
venerdì 30 luglio 2010
La Flc di Firenze consegna la petizione contro i tagli
Senza sosta le iniziative contro i tagli alla scuola statale
Dopo un anno scolastico di lotte e manifestazioni contro i provvedimenti del governo che minano il funzionamento della scuola pubblica tagliando risorse e personale, la Federazione Lavoratori della Conoscenza di Firenze, sarà ancora in strada con un presidio, venerdì 30 luglio alle 10.30, davanti alla Prefettura in via Cavour.
Una piccola delegazione incontrerà il prefetto per consegnargli le firme raccolte attraverso una petizione e rappresentargli i disagi che sta vivendo il mondo della scuola.
Subito dopo, la delegazione si recherà presso gli uffici della Regione Toscana per consegnare la petizione anche al Presidente.
____________________
Le scelte compiute con la Legge 133/2008 determinano effetti gravi anche nel nostro territorio e compromettono la qualità e la quantità dell’offerta formativa. Molte famiglie vedono respinte le richieste di tempo pieno; nella scuola dell’infanzia ci sono molte bambine e molti bambini in lista d’attesa, cioè senza scuola; le classi, a partire da quelle della scuola media, sono sempre più numerose: anche 28 in presenza di alunni diversamente abili. I sottoscritti denunciano questa situazione e chiedono:
di intervenire, modificando immediatamente i provvedimenti, garantendo per l’anno scolastico 2010/2011
• l’attivazione di nuove sezioni della scuola dell’infanzia annullando le attuali liste d’attesa
• l’istituzione di nuovi posti nella scuola primaria per rispondere alla richieste di tempo pieno
• ulteriori risorse di personale finalizzate alla riduzione del numero degli alunni per classe, a partire dalle situazioni più delicate sul versante della sicurezza degli ambienti scolastici
• risorse integrative per gli appalti finalizzate a garantire la sicurezza e l’igiene dei locali della scuola.
ALLA REGIONE TOSCANA
Un’iniziativa di confronto con gli Enti locali, le scuole, le forze sociali, per definire e coordinare interventi finalizzati alla tutela della scuola toscana, nella prospettiva del nuovo assetto istituzionale del sistema scolastico nazionale, introdotto con la riforma del Titolo V° della Costituzione.
Da www.flcgil.it
29/07/2010
Dopo un anno scolastico di lotte e manifestazioni contro i provvedimenti del governo che minano il funzionamento della scuola pubblica tagliando risorse e personale, la Federazione Lavoratori della Conoscenza di Firenze, sarà ancora in strada con un presidio, venerdì 30 luglio alle 10.30, davanti alla Prefettura in via Cavour.
Una piccola delegazione incontrerà il prefetto per consegnargli le firme raccolte attraverso una petizione e rappresentargli i disagi che sta vivendo il mondo della scuola.
Subito dopo, la delegazione si recherà presso gli uffici della Regione Toscana per consegnare la petizione anche al Presidente.
____________________
PETIZIONE
Le scelte compiute con la Legge 133/2008 determinano effetti gravi anche nel nostro territorio e compromettono la qualità e la quantità dell’offerta formativa. Molte famiglie vedono respinte le richieste di tempo pieno; nella scuola dell’infanzia ci sono molte bambine e molti bambini in lista d’attesa, cioè senza scuola; le classi, a partire da quelle della scuola media, sono sempre più numerose: anche 28 in presenza di alunni diversamente abili. I sottoscritti denunciano questa situazione e chiedono:
AL GOVERNO
di intervenire, modificando immediatamente i provvedimenti, garantendo per l’anno scolastico 2010/2011
• l’attivazione di nuove sezioni della scuola dell’infanzia annullando le attuali liste d’attesa
• l’istituzione di nuovi posti nella scuola primaria per rispondere alla richieste di tempo pieno
• ulteriori risorse di personale finalizzate alla riduzione del numero degli alunni per classe, a partire dalle situazioni più delicate sul versante della sicurezza degli ambienti scolastici
• risorse integrative per gli appalti finalizzate a garantire la sicurezza e l’igiene dei locali della scuola.
ALLA REGIONE TOSCANA
Un’iniziativa di confronto con gli Enti locali, le scuole, le forze sociali, per definire e coordinare interventi finalizzati alla tutela della scuola toscana, nella prospettiva del nuovo assetto istituzionale del sistema scolastico nazionale, introdotto con la riforma del Titolo V° della Costituzione.
Da www.flcgil.it
29/07/2010
giovedì 29 luglio 2010
LA FESTA DELLA CONOSCENZA: scuola, università, ricerca.
LA FESTA DELLA CONOSCENZA: scuola, università, ricerca.
"Fermarli si può" - FLC-CGIL FIRENZE
Saschall, Firenze
15 settembre, 16.00 – 23.30
La conoscenza e la città: parliamo di noi con i cittadini.
Parliamo con la città perché la scuola appartiene alla polis, è il centro della politica e del futuro.
Cerchiamo insieme che cosa si può fare per fare la scuola che piace a noi anche "al tempo del colera".
Stand informativi (SCUOLA, UNIVERSITà, RICERCA, SCUOLA PRECARIA, SCUOLA E MIGRANTI, DIVERSAMENTE SCUOLA', BUONE PRATICHE, ....) per tutto il pomeriggio e la sera; music...a, eventi, interviste "Raccontaci la scuola"; agorà di discussione su quel che è successo con le manovre Gelmini e soprattutto su cosa fare per fermarli perché "Fermarli si può". Tavola rotonda con le istituzioni; apericena; concerto e guest stars.
Impoverire la conoscenza è compromettere il nostro futuro.
Gli interventi del Governo sui settori della conoscenza negli ultimi 2 anni destrutturano il sistema pubblico di istruzione.
COSA CAMBIA E COSA NON AVREMO PIU’
COME RILANCIARE IL VALORE DELLA FORMAZIONE
PARLIAMONE INSIEME
Programma:
- ore 17.00: Parliamone in “Piazza”- assemblea pubblica per rappresentare cosa sta accadendo
nella scuola, università, ricerca, raccontato da chi in questi luoghi quotidianamente ci vive e
opera, docenti, genitori, studenti, dirigenti, tecnici amministrativi, ricercatori,
amministratori, ecc.
- ore 18.20: Intervento musicale dei ragazzi scuola media E. Fermi di Scandicci
- ore 18.30: “IL FUTURO DELLA CONOSCENZA” Tavola rotonda con rappresentanti delle istituzioni (LAVORI IN CORSO !!!!)
- ore 20.00 APERICENA
- ore 21.00 Concerto del gruppo “CASA DEL VENTO”
Durante l’iniziativa saranno attivi i seguenti stand:
1) Siamo tutti aquilani! La situazione della Conoscenza a L’Aquila dopo il terremoto
2) La FLC/CGIL: materiali informativi su tutti i settori della conoscenza
3) Conoscenza Precaria: i precari del nostro comparto incontrano la cittadinanza per illustrare la propria condizione
4) La conoscenza e i migranti
5) Diversamente conoscenza: sportello informativo sulle normative e le opportunità delle persone disabili
6) Alla Ricerca del tempo che fa: il consorzio LAMMA presenta la propria esperienza
7) Conoscere il territorio: la facoltà di Geologia presenta una parte della propria attività
8) Scuola, territorio, mondo: l’esperienza di una delle nostre scuola, l’ITI Leonardo Da Vinci di Firenze
Sarà attivo un laboratorio artistico dalle 17 alle 19 che oltre a svolgere attività di animazione con i ragazzi presenti, dimostrerà il valore delle attività laboratoriali nella scuola.
Saranno presenti operatori di Novaradio che in diretta intervisteranno i presenti in quanto intendiamo dare uno spazio in cui ognuno possa esprimere la propria esperienza.
La giornata sarà documentata da un video curato da alcuni ex allievi delle nostre scuole.
"Fermarli si può" - FLC-CGIL FIRENZE
Saschall, Firenze
15 settembre, 16.00 – 23.30
La conoscenza e la città: parliamo di noi con i cittadini.
Parliamo con la città perché la scuola appartiene alla polis, è il centro della politica e del futuro.
Cerchiamo insieme che cosa si può fare per fare la scuola che piace a noi anche "al tempo del colera".
Stand informativi (SCUOLA, UNIVERSITà, RICERCA, SCUOLA PRECARIA, SCUOLA E MIGRANTI, DIVERSAMENTE SCUOLA', BUONE PRATICHE, ....) per tutto il pomeriggio e la sera; music...a, eventi, interviste "Raccontaci la scuola"; agorà di discussione su quel che è successo con le manovre Gelmini e soprattutto su cosa fare per fermarli perché "Fermarli si può". Tavola rotonda con le istituzioni; apericena; concerto e guest stars.
Impoverire la conoscenza è compromettere il nostro futuro.
Gli interventi del Governo sui settori della conoscenza negli ultimi 2 anni destrutturano il sistema pubblico di istruzione.
COSA CAMBIA E COSA NON AVREMO PIU’
COME RILANCIARE IL VALORE DELLA FORMAZIONE
PARLIAMONE INSIEME
Programma:
- ore 17.00: Parliamone in “Piazza”- assemblea pubblica per rappresentare cosa sta accadendo
nella scuola, università, ricerca, raccontato da chi in questi luoghi quotidianamente ci vive e
opera, docenti, genitori, studenti, dirigenti, tecnici amministrativi, ricercatori,
amministratori, ecc.
- ore 18.20: Intervento musicale dei ragazzi scuola media E. Fermi di Scandicci
- ore 18.30: “IL FUTURO DELLA CONOSCENZA” Tavola rotonda con rappresentanti delle istituzioni (LAVORI IN CORSO !!!!)
- ore 20.00 APERICENA
- ore 21.00 Concerto del gruppo “CASA DEL VENTO”
Durante l’iniziativa saranno attivi i seguenti stand:
1) Siamo tutti aquilani! La situazione della Conoscenza a L’Aquila dopo il terremoto
2) La FLC/CGIL: materiali informativi su tutti i settori della conoscenza
3) Conoscenza Precaria: i precari del nostro comparto incontrano la cittadinanza per illustrare la propria condizione
4) La conoscenza e i migranti
5) Diversamente conoscenza: sportello informativo sulle normative e le opportunità delle persone disabili
6) Alla Ricerca del tempo che fa: il consorzio LAMMA presenta la propria esperienza
7) Conoscere il territorio: la facoltà di Geologia presenta una parte della propria attività
8) Scuola, territorio, mondo: l’esperienza di una delle nostre scuola, l’ITI Leonardo Da Vinci di Firenze
Sarà attivo un laboratorio artistico dalle 17 alle 19 che oltre a svolgere attività di animazione con i ragazzi presenti, dimostrerà il valore delle attività laboratoriali nella scuola.
Saranno presenti operatori di Novaradio che in diretta intervisteranno i presenti in quanto intendiamo dare uno spazio in cui ognuno possa esprimere la propria esperienza.
La giornata sarà documentata da un video curato da alcuni ex allievi delle nostre scuole.
mercoledì 21 luglio 2010
Alcune domande al Direttore dell’Ufficio scolastico
SCUOLA, DANTI: CINQUE DOMANDE PER ANGOTTI
Il presidente della commissione Cultura e istruzione del Consiglio sollecita il direttore dell’Ufficio scolastico: “Ci sono questioni urgenti che attendono risposte”
“Abbiamo capito che l’agenda del direttore Angotti è straordinariamente piena d’impegni, però sarebbe il caso di trovare il tempo per qualche risposta ai cittadini”. Così il presidente della Commissione Istruzione e cultura, Nicola Danti (Pd), si rivolge al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Cesare Angotti.
Il direttore dell’Ufficio scolastico non è intervenuto alle audizioni fissate in commissione con gli assessori provinciali alla scuola di tutta la Toscana e i rappresentanti di Anci e Uncem e non ha ancora dato la sua disponibilità ad incontrare l’organismo regionale competente per la scuola. Un’assenza che Danti ha rimarcato nel corso della seduta di commissione di oggi: “C’è un problema di rapporti istituzionali con il Consiglio regionale e c’è soprattutto bisogno di dare risposte ai cittadini”. Per questo il Presidente Danti ha deciso di rendere pubblica una prima serie di domande rivolte al Direttore dell’Ufficio scolastico regionale Angotti:
1) Scuola materna in Toscana: a quanti bambini e per quante classi non viene garantito dal sistema scolastico nazionale il diritto alla scuola dell'infanzia?
2) Tempo pieno: con l'introduzione del maestro unico si è detto che sarebbe stato garantito a chi lo avesse richiesto. Quante sono le classi richieste e quante quelle attivate in Toscana?
3) Sono previste riduzioni di classi e organico nelle aree montane e a bassa densità demografica?
4) Sono state previste risorse adeguate per garantire la continuità educativa in caso di assenza per malattia degli insegnanti?
5) A che punto è l'applicazione della riforma delle scuole secondarie superiori?
“Le domande sono pubbliche – commenta Danti – attendiamo fiduciosi le prime risposte”.
Da http://met.provincia.fi.it
13/07/2010
Il presidente della commissione Cultura e istruzione del Consiglio sollecita il direttore dell’Ufficio scolastico: “Ci sono questioni urgenti che attendono risposte”
“Abbiamo capito che l’agenda del direttore Angotti è straordinariamente piena d’impegni, però sarebbe il caso di trovare il tempo per qualche risposta ai cittadini”. Così il presidente della Commissione Istruzione e cultura, Nicola Danti (Pd), si rivolge al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Cesare Angotti.
Il direttore dell’Ufficio scolastico non è intervenuto alle audizioni fissate in commissione con gli assessori provinciali alla scuola di tutta la Toscana e i rappresentanti di Anci e Uncem e non ha ancora dato la sua disponibilità ad incontrare l’organismo regionale competente per la scuola. Un’assenza che Danti ha rimarcato nel corso della seduta di commissione di oggi: “C’è un problema di rapporti istituzionali con il Consiglio regionale e c’è soprattutto bisogno di dare risposte ai cittadini”. Per questo il Presidente Danti ha deciso di rendere pubblica una prima serie di domande rivolte al Direttore dell’Ufficio scolastico regionale Angotti:
1) Scuola materna in Toscana: a quanti bambini e per quante classi non viene garantito dal sistema scolastico nazionale il diritto alla scuola dell'infanzia?
2) Tempo pieno: con l'introduzione del maestro unico si è detto che sarebbe stato garantito a chi lo avesse richiesto. Quante sono le classi richieste e quante quelle attivate in Toscana?
3) Sono previste riduzioni di classi e organico nelle aree montane e a bassa densità demografica?
4) Sono state previste risorse adeguate per garantire la continuità educativa in caso di assenza per malattia degli insegnanti?
5) A che punto è l'applicazione della riforma delle scuole secondarie superiori?
“Le domande sono pubbliche – commenta Danti – attendiamo fiduciosi le prime risposte”.
Da http://met.provincia.fi.it
13/07/2010
lunedì 19 luglio 2010
Documento conclusivo dell’Incontro Nazionale scuole – Parma 4 luglio 2010
Domenica 4 luglio 2010 si è tenuto a Parma l’Incontro Nazionale delle Scuole, al quale hanno preso parte genitori e docenti impegnati nella Difesa della Scuola della Costituzione provenienti dalle seguenti città: Torino, Novara, Milano, Bologna, Modena, Ferrara, Piacenza, Vicenza, Padova, Roma, Napoli, Carpi, Parma, Versilia, Lucca, Livorno, Genova.
L’Incontro Nazionale delle Scuole si poneva i seguenti obiettivi:
1) comprendere dalla voce di chi ne è stato testimone e protagonista il livello di mobilitazione che le diverse realtà territoriali hanno espresso nell’anno scolastico appena concluso;
2) valutare il livello di mobilitazione che sarà possibile esprimere nei prossimi mesi, ed in particolare nel mese di settembre 2010;
3) confrontarsi sulle iniziative di protesta e di sensibilizzazione finora realizzate contro la “riforma” Gelmini, i tagli agli organici e ai finanziamenti alla scuola pubblica;
4) delineare possibili strategie da mettere in atto a livello locale e nazionale a partire dalle prossime settimane.
I partecipanti, intervenendo a titolo personale o come portavoce di comitati, associazioni, coordinamenti, movimenti ed organizzazioni che condividono l’allarme per la situazione disastrosa nella quale si trova la Scuola della Repubblica, hanno cercato di comporre un quadro complessivo di quanto è avvenuto nel paese, al fine di elaborare un elenco di proposte di mobilitazione condivise e strategie concrete per iniziative da promuovere a livello locale e nazionale a partire dalle prossime settimane, ad iniziare dai presidi del 6 luglio e del 15 luglio a Roma.
Tra le tematiche generali che hanno coinvolto genitori, docenti e studenti nelle proteste degli scorsi mesi, sono state indicate: il ricorso al TAR del Lazio sulla Circolare Gelmini sulle iscrizioni alle scuole superiori; il riconoscimento degli OO.CC. come interlocutori a pieno titolo dell’amministrazione scolastica e degli organi istituzionali, con particolare riferimento alla componente genitori, che si sta organizzando in una rete di Presidenti dei Consigli di Istituto e di Circolo delle Scuole Statali di ogni ordine e grado (sulle questioni di residui attivi, contributi volontari, ora alternativa all’IRC e richiesta organico aggiuntivo, supplenze, classi sovraffollate, etc); la gestione dei rapporti con enti e istituzioni, con particolare riferimento ai rapporti con le regioni in materia di politica scolastica; le parole d’ordine per un’azione unitaria e compatta.
SONO TRE LE INIZIATIVE IMMEDIATE che l’Incontro nazionale delle Scuole ha condiviso e assunto:
• Appello ai presidenti di Regioni e Province, ai sindaci e al mondo della cultura per la Difesa della Scuola della Costituzione e del sostegno ai ricorrenti nell’udienza del 19 luglio al TAR del Lazio
• Appello per ottenere il ripristino immediato degli organici
• Mozione per Collegi Docenti di settembre sulla situazione delle singole scuole
Sono state inoltre condivise le seguenti PROPOSTE DI MOBILITAZIONE:
• Approfittare dei lati positivi della frammentazione per CONNETTERSI ED ESSERE PRESENTI SUL TERRITORIO, MA COORDINANDOSI A LIVELLO NAZIONALE (ad es. coordinamento dei presidenti dei consigli di istituto a livello comunale, provinciale e regionale; coordinamento delle scuole superiori, coordinamento per la materia alternativa all’IRC, coordinamento sulla questione del Tempo Pieno e dei Moduli e agli orari spezzatino etc), portando tutte le proposte che emergono in rete nei coordinamenti locali.
• APRIRE LE SCUOLE, FARE INFORMAZIONE SU QUANTO ACCADE, FAR COMPRENDERE IL LEGAME FRA ISTRUIRE ED EDUCARE, RINSALDARE L’ALLEANZA DOCENTI-GENITORI-STUDENTI. CERCARE L’ALLEANZA CON UNIVERSITA’ E RICERCA.
• PRIMO GIORNO DI SCUOLA RIBELLE: ferma restando l’ipotesi di uno sciopero, la cui convocazione non ci compete, ci impegniamo ad organizzare INIZIATIVE DI PROTESTA IN OGNI SCUOLA, A FAR CIRCOLARE IDEE CREATIVE PER L’OCCASIONE, ALCUNE DELLE QUALI POTRANNO DIVENTARE CAMPAGNE A LIVELLO NAZIONALE.
• IL 29 SETTEMBRE POTREBBE ESSERE LA GIORNATA DI INIZIATIVE NELLE CITTA’: FLASH MOB, CAMPAGNA SUGLI AUTOBUS “TUTTI DEVONO SAPERE”, GAZEBO E SCIOPERI DELLA FAME A STAFFETTA, SETTIMANA BIANCA CON SCUOLE APERTE, ETC. LE MOBILITAZIONI PROSEGUIRANNO ANCHE NEI GIORNI SUCCESSIVI.
• A INIZIO OTTOBRE SI TERRA’ UN NUOVO INCONTRO NAZIONALE per verificare le forze per iniziative ambiziose, come una MANIFESTAZIONE NAZIONALE. IN QUELL’OCCASIONE SI PARTECIPERA’ SOTTO MANDATO, CIOE’ DOPO AVER SVOLTO ASSEMBLEE NEI TERRITORI SULLE PROPOSTE EMERSE.
• PORRE ATTENZIONE ALL’ANDAMENTO DEI PATTI TERRITORIALI E DEI DECRETI SALVAPRECARI, CON MOZIONI DEI COLLEGI DOCENTI AFFINCHE’ SIANO ATTENTAMENTE VALUTATE LE ASSUNZIONI DI QUESTI LAVORATORI E LE MANSIONI CUI VANNO DESTINATI (NON SU DISABILITA’ E SUPPLENZE).
• ISTITUIRE UN OSSERVATORIO PERMANENTE DENTRO USR ED USP,uno spazio autogestito per lettere di lamentele con un giorno alla settimana di audizioni, una sorta di question time. Sarà uno strumento per tenere fermo il rapporto con gli uffici scolastici e pretendere che rispondano sulla sentenza del TAR e successivamente su tutte le altre questioni. Se ritengono di non essere responsabili, gli USP e gli USR devono chiedere ufficialmente chiarimenti al MIUR, nei confronti del quale va tenuto alto il livello di pressione e di controllo.
• APERTURA E COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE CATEGORIE DI LAVORATORI E DI TUTTA LA CITTADINANZA IN DIFESA DELLA SCUOLA STATALE COME DIFESA DEL DIRITTO ALLO STUDIO, DI UN BENE COMUNE GARANTITO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE A TUTTI E A TUTTE (da collegare alla questione dell’educazione degli adulti per sancire il diritto di tutti alla conoscenza)
• SULLA DISABILITA’ CONDURRE UN’AMPIA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE rivolta a docenti e genitori sulle tematiche della solidarietà e della parità di diritti, anche in riferimento alle norme di sicurezza delle aule
• PRESENTARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI PER GLI OO.CC. CON UNA SIGLA COMUNE (Liste Buona Scuola, Liste Incontro Nazionale Scuole…) che si presenti su un programma definito ed un’idea precisa di scuola sulla quale coinvolgere i genitori, gli studenti ed il personale scolastico. La LIP potrebbe essere una buona base di partenza.
• COSTRUIRE UN SITO di informazione a livello nazionale, dove i rappresentanti dei Consigli di Istituto e di Circolo possano trovare risposta alle loro domande. In alternativa si potrebbe fare riferimento ad uno dei siti già esistenti ed è stato proposto Genitori e Scuola
• PORTARE AVANTI UN’INIZIATIVA COMUNE E CONDIVISA SULLA QUESTIONE DELLA SICUREZZA DELLE AULE SCOLASTICHE, CON INCONTRI PUBBLICI CON VIGILI DEL FUOCO, ASL, DIRIGENTI USP ED USR, DIRIGENTI SCOLASTICI…
• ORGANIZZARE UNA CAMPAGNA CONTRO LE CATTEDRE OLTRE LE 18 ORE
• FAR DIVENTARE LE CAMERE DEL LAVORO TERRITORIALI LUOGHI DI DIFESA DEI DIRITTI DEI CITTADINI per appoggiare tutte le iniziative di contenzioso (ricorsi) che si deciderà di avviare
• SOTTOLINEARE COME I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO SI TRADURRANNO IN UNO SCADIMENTO GRAVISSIMO DELLA QUALITA’ DELLA SCUOLA ITALIANA ED IN UN IMPOVERIMENTO CULTURALE GENERALE DEL PAESE, IMPEGNANDO I DIVERSI SOGGETTI ISTITUZIONALI AD ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA’ NELL’IMPEDIRE CHE TALI PROSPETTIVE SI REALIZZINO
L’Incontro Nazionale delle Scuole si poneva i seguenti obiettivi:
1) comprendere dalla voce di chi ne è stato testimone e protagonista il livello di mobilitazione che le diverse realtà territoriali hanno espresso nell’anno scolastico appena concluso;
2) valutare il livello di mobilitazione che sarà possibile esprimere nei prossimi mesi, ed in particolare nel mese di settembre 2010;
3) confrontarsi sulle iniziative di protesta e di sensibilizzazione finora realizzate contro la “riforma” Gelmini, i tagli agli organici e ai finanziamenti alla scuola pubblica;
4) delineare possibili strategie da mettere in atto a livello locale e nazionale a partire dalle prossime settimane.
I partecipanti, intervenendo a titolo personale o come portavoce di comitati, associazioni, coordinamenti, movimenti ed organizzazioni che condividono l’allarme per la situazione disastrosa nella quale si trova la Scuola della Repubblica, hanno cercato di comporre un quadro complessivo di quanto è avvenuto nel paese, al fine di elaborare un elenco di proposte di mobilitazione condivise e strategie concrete per iniziative da promuovere a livello locale e nazionale a partire dalle prossime settimane, ad iniziare dai presidi del 6 luglio e del 15 luglio a Roma.
Tra le tematiche generali che hanno coinvolto genitori, docenti e studenti nelle proteste degli scorsi mesi, sono state indicate: il ricorso al TAR del Lazio sulla Circolare Gelmini sulle iscrizioni alle scuole superiori; il riconoscimento degli OO.CC. come interlocutori a pieno titolo dell’amministrazione scolastica e degli organi istituzionali, con particolare riferimento alla componente genitori, che si sta organizzando in una rete di Presidenti dei Consigli di Istituto e di Circolo delle Scuole Statali di ogni ordine e grado (sulle questioni di residui attivi, contributi volontari, ora alternativa all’IRC e richiesta organico aggiuntivo, supplenze, classi sovraffollate, etc); la gestione dei rapporti con enti e istituzioni, con particolare riferimento ai rapporti con le regioni in materia di politica scolastica; le parole d’ordine per un’azione unitaria e compatta.
SONO TRE LE INIZIATIVE IMMEDIATE che l’Incontro nazionale delle Scuole ha condiviso e assunto:
• Appello ai presidenti di Regioni e Province, ai sindaci e al mondo della cultura per la Difesa della Scuola della Costituzione e del sostegno ai ricorrenti nell’udienza del 19 luglio al TAR del Lazio
• Appello per ottenere il ripristino immediato degli organici
• Mozione per Collegi Docenti di settembre sulla situazione delle singole scuole
Sono state inoltre condivise le seguenti PROPOSTE DI MOBILITAZIONE:
• Approfittare dei lati positivi della frammentazione per CONNETTERSI ED ESSERE PRESENTI SUL TERRITORIO, MA COORDINANDOSI A LIVELLO NAZIONALE (ad es. coordinamento dei presidenti dei consigli di istituto a livello comunale, provinciale e regionale; coordinamento delle scuole superiori, coordinamento per la materia alternativa all’IRC, coordinamento sulla questione del Tempo Pieno e dei Moduli e agli orari spezzatino etc), portando tutte le proposte che emergono in rete nei coordinamenti locali.
• APRIRE LE SCUOLE, FARE INFORMAZIONE SU QUANTO ACCADE, FAR COMPRENDERE IL LEGAME FRA ISTRUIRE ED EDUCARE, RINSALDARE L’ALLEANZA DOCENTI-GENITORI-STUDENTI. CERCARE L’ALLEANZA CON UNIVERSITA’ E RICERCA.
• PRIMO GIORNO DI SCUOLA RIBELLE: ferma restando l’ipotesi di uno sciopero, la cui convocazione non ci compete, ci impegniamo ad organizzare INIZIATIVE DI PROTESTA IN OGNI SCUOLA, A FAR CIRCOLARE IDEE CREATIVE PER L’OCCASIONE, ALCUNE DELLE QUALI POTRANNO DIVENTARE CAMPAGNE A LIVELLO NAZIONALE.
• IL 29 SETTEMBRE POTREBBE ESSERE LA GIORNATA DI INIZIATIVE NELLE CITTA’: FLASH MOB, CAMPAGNA SUGLI AUTOBUS “TUTTI DEVONO SAPERE”, GAZEBO E SCIOPERI DELLA FAME A STAFFETTA, SETTIMANA BIANCA CON SCUOLE APERTE, ETC. LE MOBILITAZIONI PROSEGUIRANNO ANCHE NEI GIORNI SUCCESSIVI.
• A INIZIO OTTOBRE SI TERRA’ UN NUOVO INCONTRO NAZIONALE per verificare le forze per iniziative ambiziose, come una MANIFESTAZIONE NAZIONALE. IN QUELL’OCCASIONE SI PARTECIPERA’ SOTTO MANDATO, CIOE’ DOPO AVER SVOLTO ASSEMBLEE NEI TERRITORI SULLE PROPOSTE EMERSE.
• PORRE ATTENZIONE ALL’ANDAMENTO DEI PATTI TERRITORIALI E DEI DECRETI SALVAPRECARI, CON MOZIONI DEI COLLEGI DOCENTI AFFINCHE’ SIANO ATTENTAMENTE VALUTATE LE ASSUNZIONI DI QUESTI LAVORATORI E LE MANSIONI CUI VANNO DESTINATI (NON SU DISABILITA’ E SUPPLENZE).
• ISTITUIRE UN OSSERVATORIO PERMANENTE DENTRO USR ED USP,uno spazio autogestito per lettere di lamentele con un giorno alla settimana di audizioni, una sorta di question time. Sarà uno strumento per tenere fermo il rapporto con gli uffici scolastici e pretendere che rispondano sulla sentenza del TAR e successivamente su tutte le altre questioni. Se ritengono di non essere responsabili, gli USP e gli USR devono chiedere ufficialmente chiarimenti al MIUR, nei confronti del quale va tenuto alto il livello di pressione e di controllo.
• APERTURA E COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE CATEGORIE DI LAVORATORI E DI TUTTA LA CITTADINANZA IN DIFESA DELLA SCUOLA STATALE COME DIFESA DEL DIRITTO ALLO STUDIO, DI UN BENE COMUNE GARANTITO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE A TUTTI E A TUTTE (da collegare alla questione dell’educazione degli adulti per sancire il diritto di tutti alla conoscenza)
• SULLA DISABILITA’ CONDURRE UN’AMPIA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE rivolta a docenti e genitori sulle tematiche della solidarietà e della parità di diritti, anche in riferimento alle norme di sicurezza delle aule
• PRESENTARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI PER GLI OO.CC. CON UNA SIGLA COMUNE (Liste Buona Scuola, Liste Incontro Nazionale Scuole…) che si presenti su un programma definito ed un’idea precisa di scuola sulla quale coinvolgere i genitori, gli studenti ed il personale scolastico. La LIP potrebbe essere una buona base di partenza.
• COSTRUIRE UN SITO di informazione a livello nazionale, dove i rappresentanti dei Consigli di Istituto e di Circolo possano trovare risposta alle loro domande. In alternativa si potrebbe fare riferimento ad uno dei siti già esistenti ed è stato proposto Genitori e Scuola
• PORTARE AVANTI UN’INIZIATIVA COMUNE E CONDIVISA SULLA QUESTIONE DELLA SICUREZZA DELLE AULE SCOLASTICHE, CON INCONTRI PUBBLICI CON VIGILI DEL FUOCO, ASL, DIRIGENTI USP ED USR, DIRIGENTI SCOLASTICI…
• ORGANIZZARE UNA CAMPAGNA CONTRO LE CATTEDRE OLTRE LE 18 ORE
• FAR DIVENTARE LE CAMERE DEL LAVORO TERRITORIALI LUOGHI DI DIFESA DEI DIRITTI DEI CITTADINI per appoggiare tutte le iniziative di contenzioso (ricorsi) che si deciderà di avviare
• SOTTOLINEARE COME I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO SI TRADURRANNO IN UNO SCADIMENTO GRAVISSIMO DELLA QUALITA’ DELLA SCUOLA ITALIANA ED IN UN IMPOVERIMENTO CULTURALE GENERALE DEL PAESE, IMPEGNANDO I DIVERSI SOGGETTI ISTITUZIONALI AD ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA’ NELL’IMPEDIRE CHE TALI PROSPETTIVE SI REALIZZINO
giovedì 1 luglio 2010
Dopo l'ordinanza del Tar Lazio: che fare?
Dopo l’ordinanza del TAR che ha sospeso le circolari ministeriali sulle iscrizioni e sugli organici: cosa si può fare (o si dovrebbe fare se il Ministero avesse un minimo di senso dello Stato?).
- Nota di Corrado Mauceri del Tavolo regionale toscano per la difesa della scuola statale -
Il TAR del Lazio ha sospeso le circolari con le quali il Ministero ha disposto le iscrizioni nelle scuole superiori di II grado i tagli agli organici delle scuole di ogni ordine e grado sulla base di una normativa ancora inesistente ed in palese violazione della normativa vigente.
A fronte di tale macroscopica violazione della normativa vigente, i Giudici del TAR, ovviamente increduli di un tale comportamento del Ministero, hanno sospeso le circolari ministeriali e nello stesso tempo hanno chiesto alla Ministra una documentata relazione, rinviando ogni ulteriore decisione all’ udienza del 19 luglio.prossimo..
Cosa dovrebbe succedere se la Ministra avesse un minimo di senso dello Stato?
1. Le iscrizioni nelle prime classi delle scuole secondarie superiori di II grado sono state effettuate al buio senza poter conoscere i nuovi ordinamenti ed il piano dell’offerta formativa. di ciascuna istituzione scolastica.
La Ministra dovrebbe, quanto meno, attendere la pubblicazione di tutti i regolamenti relativi alle scuole superiori di II grado e quindi invitare le istituzioni scolastiche ad adottare i piani dell’offerta formativa conformi ai nuovi ordinamenti e quindi riaprire i termini per le iscrizioni nelle prime classi.
2. Gli organici del personale docente sono stati disposti sulla base dei nuovi ordinamenti non ancora in vigore e quindi in violazione degli ordinamenti vigenti ed inoltre senza il prescritto Decreto Interministerale ( nella circolare n. 37 preannunciato, ma mai formalizzato) e soprattutto senza aver acquisito il preventivo parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni. Cosa di dovrebbe fare? Sospendere subito gli organici determinati in modo illegittimo e di tutti i conseguenti effetti e riattivare , ormai per l’anno prossimo, la procedura regolare.
Considerando però che la Ministra appartiene alla scuola berlusconiana secondo cui le ordinanze e le sentenze dei Giudici sono soltanto intralci alla politica ( se non manovre dei comunisti), è prevedibile che la Ministra, continuando a violare le leggi, ignorerà anche l’ordinanza del TAR, lasciando la scuola nel caos più assoluto
Che fare?
Anzitutto le forze politiche parlamentari e extraparlamentari dovrebbero, per un volta almeno , tutte insieme, unitamente alle OO SS., non limitarsi alla rituale interrogazione parlamentare , ma promuovere una qualche iniziativa forte e visibile e soprattutto unitaria contro le illegittimità con cui la Gelmini governa la scuola.. Lo faranno?
Gli Enti locali che hanno giustamente protestato per i tagli agli organici oltre per i tagli previsti nella recente manovra finanziaria , potrebbero e dovrebbero subito intervenire presso le autorità scolastiche locali per chiedere subito la sospensione dei tagli illegittimi. Lo faranno?
Le Regioni che per il DPR n.81/09 dovevano essere sentite, in sede di Conferenza Unificata Stato – Regioni, prima della determinazione a livello regionale delle dotazioni organiche e non sono state sentite, per rispetto delle loro prerogative, dovrebbero pretendere l’immediata sospensione di tutti i tagli agli organici ed, in caso contrario, impugnare tutti i provvedimenti adottati dalla Ministra e dagli uffici scolastici provinciali. Lo faranno?
I ricorrenti ed in generale genitori, studenti e lavoratori della scuola che hanno subito la conseguenze negative delle circolari ministeriali possono sulla base della sospensione del TAR diffidare la Ministra e promuovere le opportune azioni giudiziarie a tutela dei loro interessi.
Il Tavolo Regionale della Toscana per la difesa della Scuola Statale, avvalendosi di un gruppo di legali provvederà a garantire l’opportuna assistenza per le diverse situazioni che possono essere:
a) genitori e studenti che intendono modificare la scelta dell’iscrizione fatta prima della pubblicazione dei nuovi ordinamenti della scuola secondaria di II grado
b. docenti individuati come soprannumerari sulla base degli organici per l’a.s. 2010-11 palesemente illegittimi;
c) aspiranti alle assunzioni per l’a.s. 2010-11 che rischiano di rimanere privi di occupazione o con occupazioni precarie.
Il Tavolo regionale per la difesa della scuola statale solleciterà gli Enti locali e la Regione Toscana per una loro immediato intervento presso il Ministero., nello stesso tempo, auspicando un concreto impegno dei giuristi democratici, garantirà a tutti gli interessati la necessaria assistenza. Se ognuno fa la propria parte in modo coordinato, l’arroganza di questa maggioranza si può efficacemente contrastare.
Corrado Mauceri
Tavolo Regionale toscano per la difesa della scuola statale
- Nota di Corrado Mauceri del Tavolo regionale toscano per la difesa della scuola statale -
Il TAR del Lazio ha sospeso le circolari con le quali il Ministero ha disposto le iscrizioni nelle scuole superiori di II grado i tagli agli organici delle scuole di ogni ordine e grado sulla base di una normativa ancora inesistente ed in palese violazione della normativa vigente.
A fronte di tale macroscopica violazione della normativa vigente, i Giudici del TAR, ovviamente increduli di un tale comportamento del Ministero, hanno sospeso le circolari ministeriali e nello stesso tempo hanno chiesto alla Ministra una documentata relazione, rinviando ogni ulteriore decisione all’ udienza del 19 luglio.prossimo..
Cosa dovrebbe succedere se la Ministra avesse un minimo di senso dello Stato?
1. Le iscrizioni nelle prime classi delle scuole secondarie superiori di II grado sono state effettuate al buio senza poter conoscere i nuovi ordinamenti ed il piano dell’offerta formativa. di ciascuna istituzione scolastica.
La Ministra dovrebbe, quanto meno, attendere la pubblicazione di tutti i regolamenti relativi alle scuole superiori di II grado e quindi invitare le istituzioni scolastiche ad adottare i piani dell’offerta formativa conformi ai nuovi ordinamenti e quindi riaprire i termini per le iscrizioni nelle prime classi.
2. Gli organici del personale docente sono stati disposti sulla base dei nuovi ordinamenti non ancora in vigore e quindi in violazione degli ordinamenti vigenti ed inoltre senza il prescritto Decreto Interministerale ( nella circolare n. 37 preannunciato, ma mai formalizzato) e soprattutto senza aver acquisito il preventivo parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni. Cosa di dovrebbe fare? Sospendere subito gli organici determinati in modo illegittimo e di tutti i conseguenti effetti e riattivare , ormai per l’anno prossimo, la procedura regolare.
Considerando però che la Ministra appartiene alla scuola berlusconiana secondo cui le ordinanze e le sentenze dei Giudici sono soltanto intralci alla politica ( se non manovre dei comunisti), è prevedibile che la Ministra, continuando a violare le leggi, ignorerà anche l’ordinanza del TAR, lasciando la scuola nel caos più assoluto
Che fare?
Anzitutto le forze politiche parlamentari e extraparlamentari dovrebbero, per un volta almeno , tutte insieme, unitamente alle OO SS., non limitarsi alla rituale interrogazione parlamentare , ma promuovere una qualche iniziativa forte e visibile e soprattutto unitaria contro le illegittimità con cui la Gelmini governa la scuola.. Lo faranno?
Gli Enti locali che hanno giustamente protestato per i tagli agli organici oltre per i tagli previsti nella recente manovra finanziaria , potrebbero e dovrebbero subito intervenire presso le autorità scolastiche locali per chiedere subito la sospensione dei tagli illegittimi. Lo faranno?
Le Regioni che per il DPR n.81/09 dovevano essere sentite, in sede di Conferenza Unificata Stato – Regioni, prima della determinazione a livello regionale delle dotazioni organiche e non sono state sentite, per rispetto delle loro prerogative, dovrebbero pretendere l’immediata sospensione di tutti i tagli agli organici ed, in caso contrario, impugnare tutti i provvedimenti adottati dalla Ministra e dagli uffici scolastici provinciali. Lo faranno?
I ricorrenti ed in generale genitori, studenti e lavoratori della scuola che hanno subito la conseguenze negative delle circolari ministeriali possono sulla base della sospensione del TAR diffidare la Ministra e promuovere le opportune azioni giudiziarie a tutela dei loro interessi.
Il Tavolo Regionale della Toscana per la difesa della Scuola Statale, avvalendosi di un gruppo di legali provvederà a garantire l’opportuna assistenza per le diverse situazioni che possono essere:
a) genitori e studenti che intendono modificare la scelta dell’iscrizione fatta prima della pubblicazione dei nuovi ordinamenti della scuola secondaria di II grado
b. docenti individuati come soprannumerari sulla base degli organici per l’a.s. 2010-11 palesemente illegittimi;
c) aspiranti alle assunzioni per l’a.s. 2010-11 che rischiano di rimanere privi di occupazione o con occupazioni precarie.
Il Tavolo regionale per la difesa della scuola statale solleciterà gli Enti locali e la Regione Toscana per una loro immediato intervento presso il Ministero., nello stesso tempo, auspicando un concreto impegno dei giuristi democratici, garantirà a tutti gli interessati la necessaria assistenza. Se ognuno fa la propria parte in modo coordinato, l’arroganza di questa maggioranza si può efficacemente contrastare.
Corrado Mauceri
Tavolo Regionale toscano per la difesa della scuola statale
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