martedì 31 agosto 2010

Quando i tagli non colpiscono solo i ragazzi…

Carcere senza scuola, reinserimento a rischio

Oltre cento detenuti rimangono senza scuola. Accade al carcere fiorentino di Sollicciano, dove, spiegano gli insegnanti delle scuole interessate, “i tagli ministeriali hanno provocato l’azzeramento dei corsi”. Ecco perché, continuano, “siamo realmente preoccupati per la salute dei detenuti, che intravedevano nella scuola l’unico diversivo ad una condizione angosciante”.

A lanciare l’allarme anche i senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti. “Il 26 agosto – si legge nella nota dei due senatori - il Ministero dell'Istruzione ha informato gli istituti scolastici che partecipavano al progetto di scolarizzazione degli ospiti del carcere di Sollicciano di una riduzione della pianta organica che li coinvolge. Lo ha deciso l'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana nella sua assegnazione dei posti alla provincia di Firenze, di fatto non consentendo la tenuta dei corsi scolastici regolari o serali che erano previsti anche per l'anno scolastico 2010-2011 nel carcere”. In sostanza, molti detenuti potrebbero essere costretti a rinunciare alle lezioni scolastiche abituali.

Per scongiurare la riduzione dell’organico scolastico, i senatori lanciano un appello a Enrico Rossi e Matteo Renzi, rispettivamente presidente della regione Toscana, sindaco di Firenze e sindaco di Scandicci. “Riteniamo che provincia e regione debbano fare tutti gli sforzi possibili per garantire la ripresa regolare dei corsi dai primi di settembre – spiegano i radicali – E’ in gioco la credibilità delle istituzioni in un campo delicato e costituzionalmente centrale, quello del rispetto dei diritti anche di chi delinque”.[…]

Da www.affaritaliani.it
30/08/2010

venerdì 27 agosto 2010

Firenze: il tempo pieno “fantasma”

SCUOLA: GENITORI DI FIRENZE, MANCANO CATTEDRE TEMPO PIENO PROMESSE

"Scherzi dell'estate: a pochi giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico, ancora mancano all'appello le cattedre di tempo pieno per Firenze promesse a fine luglio dal ministro Mariastella Gelmini e dal sindaco Matteo Renzi. Mentre l'ufficio scolastico si affanna a nominare tutti gli altri insegnanti, dal ministero di viale Trastevere ancora nessuna notizia a proposito dei dieci posti che dovrebbero garantire il tempo pieno ai bambini del capoluogo toscano". La denuncia arriva dall'associazione genitori A.Ge. Toscana.

"Siamo ad agosto ormai avanzato - dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente dell'A.Ge. Toscana - Non dubitiamo tuttavia che il ministro Gelmini e il sindaco Renzi si attiveranno in ogni modo per mantenere gli impegni presi pubblicamente. Come genitori vorremmo che un uguale impegno fosse profuso per i bambini delle altre 56 classi rimaste escluse dal tempo pieno nella provincia di Firenze, e anche a favore dei ragazzi delle superiori, che subiranno tagli altrettanto pesanti".

A fine luglio, ricorda l'associazione, "comune di Firenze e ministero dell'Istruzione resero pubblico un accordo secondo il quale, a fronte di un numero di insegnanti contingentato a livello regionale, alla città di Firenze sarebbero state assegnate dieci cattedre in più per soddisfare le richieste di iscrizione al tempo pieno. Per le altre 14 sezioni non coperte dall'accordo, come dichiara lo stesso comune di Firenze, il tempo pieno sarà coperto grazie all'impegno profuso dai dirigenti scolastici fiorentini che sono riusciti a coprire il fabbisogno di ore utilizzando gli insegnanti a disposizione anche se questo comporterà uno "spezzettamento" dell'orario che sicuramente non va a vantaggio della qualità dell'insegnamento".

"Come sempre accade in Italia - prosegue l'A. Ge Toscana - la faccenda da scolastica ha fatto presto a diventare politica e si sono persi gli esatti confini della vicenda, fatto sta che bambini e ragazzi sono tutti uguali, che quello all'istruzione è un diritto e che (grazie anche al ritardo di un mese delle iscrizioni e agli esiti del ricorso al Tar sulla riforma della scuola superiore) per la prima volta dopo molti anni il suono della prima campanella troverà molti posti di insegnante ancora scoperti".

Da www.asca.it
26/08/2010

giovedì 26 agosto 2010

Siena: no ai tagli alla scuola

Venerdì 27 agosto in piazza contro i tagli alla scuola pubblica.
A Siena i primi ''effetti'' della riforma Gelmini

"A settembre per la scuola la campanella suona a morto". E' questo il titolo della manifestazione pubblica che si terrà venerdì 27 agosto a Siena per dire "no" ai tagli indiscriminati alla scuola e per chiedere al governo un'istruzione pubblica di qualità. L'iniziativa è organizzata dal Partito democratico; Sinistra ecologia e libertà; Italia dei Valori; Partito socialista italiano e Federazione della Sinistra con l'adesione di Cgil, Uil, Arci, Fds e Coordinamento precari scuola.

Il corteo si snoderà per le vie del centro storico di Siena, con partenza alle ore 18 da piazza Sant'Agostino, di fronte al liceo Piccolomini e arrivo nella Fortezza Medicea. La manifestazione sarà accompagnata dalla musica della "Sciacchetrà street band" e si chiuderà con gli interventi di Stella Targetti, assessore regionale all'istruzione.

La situazione della scuola si sta dimostrando "grave" anche in provincia di Siena, come dimostra la protesta dei genitori dei ragazzi del Liceo Scientifico Galilei che hanno saputo solo in questi giorni il taglio di una "quarta", con libri di testo già comprati. E il liceo senese non è il solo. Il prossimo anno altri istituti dovranno fare a meno di supplenze, insegnanti e personale di ruolo con il risultato di avere classi più numerose (molte sono sopra i 35 alunni previsti per legge), minore ore di lezione, meno ore di sostegno e con personale non qualificato, e il rischio concreto che alcuni istituti periferici del nostro territorio possano essere molto ridimensionati. […]

Da www.valdelsa.net
25/08/2010

martedì 24 agosto 2010

Altre “novità” dalla Gelmini: il decreto operativo sull’anagrafe degli studenti

6 milioni di studenti all’anagrafe: la Gelmini firma il decreto operativo

Dal Ministero di Trastevere arriva la novità del nuovo anno scolastico: l’anagrafe degli studenti per contrastare l’abbandono scolastico. Molte le critiche riguardanti la privacy.

Dopo cinque anni dalla sua approvazione legislativa e dopo aver ottenuto l’approvazione del Garante della Privacy, il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, ha firmato il decreto operativo dando il via alla molto discussa “anagrafe degli studenti“. Il progetto consiste in un’enorme banca dati che raccoglie le informazione su ogni singolo studente italiano. Oltre 6 milioni di ragazzi, insomma, verranno identificati attraverso i loro “dati sensibili”, il percorso di studi intrapreso e quello formativo. A fornire tali informazioni saranno tutte le scuole, a partire da quelle di primo grado, che dal primo settembre dovranno comunicare i dati al Ministero.

La proposta non piace all’opposizione, ai sindacati e agli studenti, che temono “schedature di massa” e considerano questa anagrafe “lesiva dei diritti civili, soprattutto della privacy“. A parlare è il segretario di Flc-Cgil, Domenico Pantaleo: “L’anagrafe potrebbe fornire dati sullo stato di salute, le convinzioni religiose o di altro genere e dati giudiziari“. Mentre per Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola, l’anagrafe è uno “strumento utile che consente di pianificare meglio gli interventi educativi“.

Da Trastevere fanno sapere che la banca dati servirà per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico, grazie ai dati inviati dalle scuole e alle liste regionali e comunali di popolazione e studenti, mentre, per quanto riguarda i dati individuali e identificativi di ciascun studente, il Ministero afferma che questi “verranno raccolti e trattati secondo le modalità previste e approvate dal Garante della Privacy, per cui certe polemiche sono prive di fondamento“.

I dati raccolti spazieranno dal codice fiscale degli studenti a quelli anagrafici, dai dati sulla loro valutazione a quelli relativi agli esami finali di ciclo a quelli di qualifica. Inoltre, “per finalità di rilevante interesse pubblico“, fa sapere il Ministero, l’anagrafe potrà contenere anche informazioni utili per rivelare le condizioni di salute e dati indispensabili per individuare il tipo di istituto in cui lo studente assolve l’obbligo scolastico.

Feroci critiche arrivano dall’opposizione dalle parole del capogruppo Pd in Commissione Istruzione alla Camera, Manuela Ghizzoni. Per il Pd, il sistema rappresenta un “modo ambiguo e inadeguato di affrontare la dispersione scolastica, che violenta la privacy degli studenti e l’intimità della sfera familiare visto che il ministro Gelmini sembra interessato a schedare gli alunni a seconda che siano figli di genitori separati o meno“. E Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, afferma: “Non si capisce perché collezionare informazioni sullo stato di salute, il credo religioso e i dati giudiziari. Elementi non necessari e che devono essere immediatamente cancellati per evitare di passare da una buona iniziativa ad una schedatura che ricorda i provvedimenti del ventennio. La Gelmini viola la privacy dei minori.”

Infine gli studenti, attraverso l’Uds, Unione degli Studenti, coordinata da Tito Russo, definiscono “grottesco” il fatto che il ministro Gelmini si preoccupi di anagrafe “quando le scuole non sanno come pagare gli stipendi e che programmi fare a settembre. Un’altra trovata estiva, come quella delle assenze segnalate con un sms dello scorso anno e che poi non è mai partita“.
(Augusto D’Amante)

10/08/2010
Da www.newnotizie.it

martedì 3 agosto 2010

Il parere dell’assessore regionale Targetti sugli accordi salva-tempo pieno

Targetti: 'Tempo pieno, sì a prassi buone no a trattative dirette. In uno Stato di diritto non è giusto che più riceva chi più sgomita''

"Apprezzabile la scelta di quei Comuni che, davanti a tagli derivanti da scelte governative, scelgono di mettere proprie risorse sul tempo pieno nell'interesse delle famiglie amministrate". Così Stella Targetti, assessore regionale alla pubblica istruzione, con riferimento a possibili accordi diretti tra singoli sindaci e ministro per l'istruzione legati alla soluzione dei tagli che turbano, anche nell'intera Toscana, il mondo scolastico e le famiglie.

"La soddisfazione della Regione Toscana davanti a un Comune che con propri denari contrasta i tagli governativi - prosegue la vicepresidente - è anche rapportata alla necessità di prestare molta attenzione a un rischio: quello che passi l'impressione secondo cui certi servizi si possano ottenere a "trattativa diretta" e in rapporto alle capacità, più o meno elevate, di "sgomitamento". In uno Stato di diritto e in un contesto di comuni difficoltà non possono - conclude Targetti - prevalere norme e leggi in stile giungla. Non è infatti giusto, e penso si sia tutti d'accordo, che qualcuno ricerchi, per suo conto, soluzioni vecchio stile finendo poi per scaricare su altri, più deboli, la propria capacità di convincimento o il maggiore grado di prossimità politica".

Da www.valdelsa.net
02/08/2010