sabato 27 marzo 2010

Cosa ci aspetta il prossimo anno …

SCUOLA PUBBLICA … LIQUIDAZIONE DI FINE STAGIONE

Mentre la maggior parte del Paese sembra non rendersi conto di quello che sta accadendo, proviamo a ricordare quello che ancora attende la scuola (provvedimenti di durata triennale previsti dall´art. 64 della Legge Finanziaria 133/2008 Tremonti e perfezionato dai regolamenti della Gelmini).

Per l´anno scolastico 2010/2011…

- Saranno tagliati 25.600 docenti, suddivisi tra i vari gradi d´istruzione (ma solo nella scuola elementare ci saranno circa 15.000 alunni in più)

- Ci saranno 15.000 ATA in meno (e nel contempo si taglieranno del 25% gli appalti esterni per la pulizia delle scuole)

- Sarà eliminato il 40% (- 4.500) circa dei posti di lingua inglese nella scuola primaria (ma il Miur rassicura: sarà avviato per tempo (?) un piano straordinario di formazione e con 30 ore di corso si potrà insegnare nelle prime e nelle seconde classi!)

- Continuerà a calare progressivamente l´offerta di tempo scuola nella scuola primaria (nel 2010 meno ore per classi prime e seconde)

- Sulla scuola secondaria si abbatterà la scure dei nuovi regolamenti con, tra l´altro, una riduzione corposa del tempo scuola.

Non solo, le classi prime vedranno contrarsi l´orario settimanale: da settembre 2010 negli istituti tecnici anche nelle classi seconde, terze e quarte si dovrà ridurre l´orario settimanale da 36 a 32 ore.

Saranno penalizzate le materie che caratterizzano i singoli indirizzi di studio e nei tecnici e nei professionali, nonostante i proclami sulla “valorizzazione del metodo laboratoriale”, con i nuovi ordinamenti verranno significativamente tagliate proprio le ore di laboratorio, le più professionalizzanti.

- Proseguirà la politica di taglio delle risorse economiche

Si prefigura un altro anno di lacrime e sangue per la scuola pubblica. […]

Romano Borrelli

Da Il Manifesto
15 marzo 2010

martedì 23 marzo 2010

Iniziativa alla Montagnola

Ricevo e vi giro:

LA SCUOLA VA A ROTOLI
VENERDI' 26 MARZO 2010 - ORE 16 SCUOLA MONTAGNOLA
RACCOGLIAMO I ROTOLI -SOLO IL CILINDRETTO DI CARTONE- E SCRIVIAMOCI UN "PENSIERINO"
POI SPEDIREMO IL PACCO AL MINISTERO!

Adesione alla Campagna nazionale: LA SCUOLA VA A ROTOLI sito: www.comitatigenitori.it/page.php?107

Lo stato in cui versano i bilanci delle scuole è ormai cosa nota, così come le conseguenze di anni di tagli. È un dato di fatto che:
- i nostri figli stanno perdendo preziose ore di lezione a causa della mancanza di supplenti e di personale sostitutivo interno;
- non ci sono insegnanti di sostegno a sufficienza;
- non viene più seguito chi resta indietro o chi vorrebbe fare di più a causa della scomparsa delle compresenze;
- le classi sono troppo numerose a dispetto della qualità didattica e delle norme di sicurezza;
- sono stati tagliati molti progetti;
- mancano i fondi per i corsi di recupero;
- le scuole sono sporche per i tagli alle pulizie;
- viene chiesto a noi di fornire il materiale che le scuole non possono più acquistare a causa dei loro bilanci in rosso: gessi, risme di carta, detersivi e persino carta igienica.

Per questo motivo Genitori e Scuola ha deciso di dare il via ad una campagna nazionale di sensibilizzazione e protesta, civica e apartitica, e che coinvolga i genitori in quanto tali, senza vincoli di appartenenza se non quella di essere Cittadini Italiani.
Il nostro simbolo sarà un semplice rotolo di carta igienica.

domenica 21 marzo 2010

Insegnanti: tagli in Toscana

Scuola, tagliati altri mille insegnanti

MENO mille posti, è l' ultima sottrazione di cattedre alla scuola toscana. I numeri sono quelli previsti dalla relazione del ministero per l' anno 2010-2011 e li ha ricordati ieri [12 marzo, n.d.r.] Giuseppe Fioroni responsabile welfare del Pd, ex ministro dell' istruzione nel governo Prodi: «In tutta la regione saranno tagliate mille docenti e 850 del personale ata (cioè non docenti). Le cifre si commentano da sole». Fioroni ha spiegato che nel prossimo triennio «verranno licenziati gli insegnanti specialisti della lingua inglese nella scuola elementare italiana: 2.700 lo scorso anno, 4 mila quest' anno e altrettanti nel 2011. Stanno smantellando la scuola pubblicae predisponendo la più grande riforma di destra di questo Paese» e il rischio è quello di «non avere solo scuole di serie a e b, ma anche cittadini di serie a e b. Rilanciare gli istituti tecnici e professionali è una cosa sacrosanta, ma un tornio non diventa un laboratorio di megatronica con la bacchetta magica della Gelmini: occorrono investimenti». […]
Laura Montanari

Da http://ricerca.repubblica.it/
13 marzo 2010

mercoledì 17 marzo 2010

Scuola: Regione Toscana, Quando Approvati Dl
Verifica Ricorso a Consulta

(ASCA) - Firenze, 16 mar - Quando saranno approvati i decreti di riordino della scuola superiore, la Regione Toscana verificherà la possibilità di fare ricorso alla Corte costituzionale.
Lo comunica l'assessore all'istruzione Gianfranco Simoncini che ha proposto in giunta una delibera, approvata, per ''limitare il danno rispetto alla confusione che si sta determinando, testimoniata dalle decine di richieste di chiarimenti che arrivano quotidianamente anche negli uffici della Regione e che conferma quanto fosse sensata la richiesta fatta dalla Regione di rinviare di un anno l'entrata in vigore della riforma''.
La programmazione per il prossimo anno, spiega la Regione, è stata fatta come previsto dalla legge regionale. Il piano di dimensionamento è stato approvato con delibera nel gennaio 2010. Da quel piano, fatto sulla base della normativa ad oggi vigente, non ci si può discostare, almeno per il prossimo anno. In attesa di nuove regole sono queste le uniche regole cui è possibile attenersi.
Le scuole, in questa fase di passaggio, possono ricorrere alla facoltà, prevista dalla legge, di determinare in autonomia il 20% del monte orario annuale. Risorse aggiuntive da parte della Regione saranno destinate al sostegno scolastico degli studenti che si iscrivono quest'anno al primo anno e che vorranno, eventualmente, transitare nei nuovi indirizzi che saranno creati a partire dall'anno successivo.

Da http://it.notizie.yahoo.com

martedì 16 marzo 2010

Come sarà la scuola a settembre?

Scuola, riforma Gelmini: da settembre
classi più affollate e riduzione orario

Sale il numero massimo di alunni: 27 nelle elementari,
33 nelle superiori. Insegnanti ridotti di 87 mila unità in 3 anni


Dal prossimo anno scolastico avremo classi più affollate. Alla manovra per ridurre i posti in organico si accompagna l’aumento del numero degli alunni per classe. Il processo è graduale, ma inesorabile. Nelle materne l’anno scorso non si poteva costituire una classe se non c’erano almeno 18 bambini (la precedente normativa ne prevedeva 15). Stessa situazione alle elementari, dove nel 2009 il numero minimo è salito da 10 a 15 per classe. Ma non basta. Dal prossimo anno scolastico le scuole dovranno prepararsi alla fase due: dopo avere alzato l’asticella del numero minimo legale (al di sotto del quale non si può istituire una classe) anche il numero massimo di alunni è destinato a salire. Alle elementari e medie avremo classi con 26-27 ragazzi e alle superiori con 30-33.

«Addio percorsi individualizzati e addio qualità - sostiene Gigliola Corduas, presidente della Fnism, la Federazione nazionale degli insegnanti - Non si migliora la scuola tagliando, con le classi affollate sarà impossibile coniugare la qualità con il numero elevato di presenze. C’è una emergenza educativa che non si può affrontare così». Per le elementari dal primo settembre il tetto degli alunni per classe potrà salire fino a 25-26, estensibile fino a 27. Identico destino per le prime classi delle scuole medie inferiori. Anche le prime classi delle superiori saranno costituite di norma da almeno 27 studenti, prima erano 25. La stretta non risparmia le pluriclassi, quelle che ospitano bambini di gradi diversi di scuola: il numero minimo per loro passa da 6 a 8 e il massimo da 12 a 18.

«Con le classi da 30-32 ragazzi - sottolinea la Corduas - si fatica a uscire dai vecchi modelli, così si torna alla scuola dei percorsi standardizzati. Ma la centralità dell’alunno non era una priorità?». «Meno ore di lezione, meno insegnanti, meno offerta formativa, la politica dei tagli indebolisce la scuola», denunciano in coro tutti i sindacati, dai Confederali ai Cobas. Domenico Pantaleo, Massimo Di Menna e Francesco Scrima, i segretari di Cgil, Cisl e Uil, aggiungono: «Con la legge 133 del 2008 nel triennio 2009-2011 vengono soppressi 87.400 posti per gli insegnanti e 45.334 posti per i tecnici e gli amministrativi. Anziché investire, penalizziamo l’istruzione». Il taglio dei moduli nella scuola elementare e la riduzione delle compresenze sono state una delle leve usate per ridimensionare il numero delle cattedre.

A questo si aggiunge la riduzione dell’orario scolastico. Ma per il ministro Mariastella Gelmini «non possiamo credere all’assioma più insegnanti, più qualità». «Non è più sostenibile quel principio - sottolinea il ministro - perché finora è stato smentito: il confronto tra noi e gli altri Paesi dimostra che il sistema scolastico italiano ha sì un maggior numero di insegnanti ma una minore qualità. Tra l’altro l’Ocse da anni rimarca che da noi il rapporto docenti-alunni è il più basso fra i Paesi aderenti: abbiamo un insegnante ogni 10-11 alunni. Perciò il contenimento degli organici previsto dalla legge finanziaria non può incidere, per questi motivi, sulla qualità ed efficienza dei servizi scolastici». In ogni caso, assicura la Gelmini, le «dotazioni organiche terranno conto delle esigenze degli utenti, a cominciare dal tempo pieno».

Sul rapporto docenti-alunni i sindacati replicano che da noi è più basso per via dell’impiego di molti insegnanti nel sostegno ai disabili (in media uno ogni due portatori di handicap, in Europa questi alunni vengono inseriti in classi differenziali che costano più di quanto spendiamo noi). Due tesi contrapposte, quelle del ministero e quelle dei sindacati, intanto nelle scuole il malumore sale e l’Ocse ad ogni rilevazione restituisce della scuola italiana un’immagine da terzo mondo. Gli analisti attribuiscono molte colpe al sistema scolastico centralizzato e uniforme e alla politica di risanamento in atto nel settore da oltre dieci anni, con il taglio progressivo dei finanziamenti, proprio nel momento più delicato del passaggio all’autonomia scolastica. Dopo anni di spese con il segno positivo, i tagli radicali, non accompagnati da una revisione di qualità dei programmi di studio e dell’organizzazione del lavoro, hanno spinto il sistema scolastico giù lungo il crinale.

Eppure nel 2000 anche l’Italia sedeva al vertice di Lisbona per decidere che l’Europa sarebbe dovuta diventare in dieci anni l’economia della conoscenza più competitiva del mondo. Però, mentre gli altri paesi hanno iniziato a correre noi ci siamo fermati. Con risultati disastrosi nell’apprendimento, soprattutto al Sud. Nei punteggi delle prove Pisa-Ocse siamo sotto la media. Ma è la percentuale degli espulsi, dei drop-outs, che ci colloca fuori dall’Europa: il 20% dei giovani, tra i 20 e i 24 anni, ha solo la licenza media. Ma quanto spendiamo per la scuola? Tra il 1995 e il 2005 da noi la spesa per studente nella primaria e nella secondaria è cresciuta al massimo del 5% contro il 35% della media dei paesi Ocse. Nello stesso periodo anche la spesa per istituto è stata notevolmente inferiore: soltanto il 12% contro il 41% della media Ocse. Ma la spesa media per studente oggi in Italia si attesta intorno a 6.800 dollari all’anno, contro una media Ocse di 6.252 dollari a livello della scuola primaria e a 7.648 contro 7.804 dollari per la secondaria. Dunque, c’è stato un parziale avvicinamento. Ma da noi resta, enorme, il problema della decadenza formativa, che già nell’età dell’obbligo ha cifre davvero inquietanti.
(Anna Maria Sersale)

Da www.ilmessaggero.it
15/03/2010

martedì 9 marzo 2010

Scuola, una settimana di protesta
E il 12 marzo sciopero generale


Sciopero a staffetta contro i tagli previsti dalla riforma Gelmini. Da domani [8 marzo, n.d.r. ] istituti, associazioni, partiti, movimenti, sindacati e moltissime scuole italiane daranno il via a una settimana di proteste contro la riforma della scuola pubblica, che si concluderà il 12 marzo con uno sciopero generale organizzato da associazioni, movimenti, partiti, sindacati, studenti e genitori per chiedere "cambiamenti in extremis alla riforma delle superiori" prima che questa venga pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. Da lunedì fino a domenica iniziative, manifestazioni e spettacoli volti a contestare "i tagli al personale e ai fondi destinati alla scuola". Proteste anche sabato 13, quando il "Coordinamento scuole secondarie" di Roma organizzerà un presidio davanti al ministero dell'Istruzione dove i rappresentanti degli istituti superiori Cavour, Mamiani, Morgagni, Kant e Talete distribuiranno volantini "anti-riforma". Domenica, ultimo giorno di mobilitazione organizzato dal "Coordinamento precari scuola". L'organo di rappresentanza di docenti e Ata non di ruolo annuncia che "assedierà il ministero dal 12 al 14 marzo, insieme agli altri comitati, collettivi e coordinamenti che in questi mesi si sono opposti al progetto di demolizione della scuola pubblica".

"Conitp" e "Adesso scuola". In prima fila nell'organizzazione delle proteste, due associazioni di settore a sostegno dei docenti tecnico-pratici: il "Conitp" e "Adesso scuola" che per mercoledì 10 marzo hanno indetto una manifestazione nazionale davanti al ministero dell'Istruzione a Roma. La richiesta è che le Regioni - enti fondamentali nella costruzione dell'offerta formativa degli istituti professionali - "amplino gli organici attraverso l'aggiunta di più ore di laboratorio. Questo perché - spiegano le due associazioni - la perdita della specificità degli istituti professionali alberghieri, nati per valorizzare e formare personale specializzato nel settore turistico e alberghiero, ai primi posti in termini occupazionali, non è tollerabile".

Il Pd e i sindacati. Alla protesta aderisce anche il Partito democratico che scende in piazza giovedì 11: una giornata di mobilitazione nazionale durante la quale verrà chiesto al governo di operare "per una scuola pubblica di qualità". Venerdì 12 sarà la volta dei sindacati: in piazza Cgil, Flc-Cgil, Cobas, Unicobas e Anief. I lavoratori Cgil si uniranno ai manifestanti degli altri comparti, i Cobas si incontreranno in piazza della Repubblica a Roma alle 10 e confluiranno verso il ministero dell'Istruzione. L'Unicobas si ritroverà, invece, a partire dalle 10 in largo Chigi, sempre nella capitale.

Gli studenti autonomi. Per venerdì 12 è previsto il ritorno in piazza dell'Unione degli studenti e del Link-Coordinamento universitario, due reti che insieme sono riuscite a programmare per la prossima settimana decine di cortei e iniziative pubbliche - a Milano, a Roma, a Napoli - all'insegna dello slogan "Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli!"

L'adesione dei genitori. Allo sciopero di venerdì aderiscono anche alcune associazioni di genitori: la "Rete di resistenza in difesa della scuola pubblica" che hanno chiesto alle famiglie di "non mandare i figli a scuola" e di portare davanti al ministero dell'Istruzione un emblematico simbolo della protesta: "Un rotolo di carta igienica". Il Comitato genitori non ha aderito allo sciopero, a differenza di quanto comunicato dalle agenzie.

Da www.repubblica.it/scuola
7 marzo ‘10

lunedì 1 marzo 2010

La protesta continua

A Roma: Scuole, sciopero a staffetta contro la riforma

Scatterà il 13 marzo , il giorno dopo lo sciopero generale della scuola indetto dalla Flc-Cgil e della manifestazione nazionale organizzata dai Cobas, a Roma la mobilitazione coordinata degli istituti della Capitale contro i tagli all´istruzione e le riforme targate Gelmini. Ventidue tra elementari, medie e superiori romane si daranno il cambio, giorno dopo giorno, nel presidiare il ministero dell´Istruzione con cartelli, striscioni e un pupazzo di cartapesta, vecchio, malandato, con toppe e strappi nei vestiti, che rappresenterà simbolicamente l´attuale situazione della scuola pubblica italiana. Sempre a staffetta, gli istituti interromperanno l´attività didattica per un giorno e organizzeranno, al posto delle normali lezioni, un´assemblea aperta con genitori, studenti, docenti e altri lavoratori delle scuole per approfondire gli aspetti più controversi della riforma, dal taglio delle ore in classe a quello degli organici.
«Abbiamo preso spunto dall´occupazione dei tetti organizzata dai lavoratori di molte aziende in crisi – spiega Carla Spaziani, del Coordinamento delle scuole secondarie di Roma – e non ci fermeremo finché non otterremo l´impegno dello Stato a pagare i debiti contratti con gli istituti, il ritiro e la revisione della riforma della scuola del primo ciclo e del riordino della secondaria, il blocco dei tagli previsti dalla Finanziaria 2008 per il triennio 2008-2011 e la nomina in ruolo dei precari su tutti i posti vacanti». Ma, tra le iniziative proposte dai rappresentanti dei consigli d´istituto, di circolo e dei comitati genitori che si sono riuniti venerdì al liceo Cavour, c´è anche il boicottaggio del contributo volontario chiesto alle famiglie al momento dell´iscrizione. «Siamo consapevoli di quanto le scuole ne abbiano realmente bisogno in questo momento, ma non vogliamo che diventi una risorsa sostitutiva del mancato finanziamento statale - continua Spaziani – quindi ci riserviamo di concordare la decisione con i vari comitati dei genitori».
Tra gli istituti che finora hanno aderito al Coordinamento unitario permanente che promuoverà le iniziative, i licei Talete, Mamiani, Socrate, Pasteur, De Chirico, Kant, Avogadro, Cavour, Russell, Manin, Colonna e Primo Levi, gli istituti comprensivi Guicciardini, Viale Adriatico, Antonio De Curtis, Aristide Leonori e Regina Margherita, le medie San Benedetto, Toniolo e Rugantino, i circoli didattici Crispi e Valitutti. Il prossimo 10 aprile, poi, le scuole organizzeranno – su proposta del circolo didattico Principe di Piemonte, che nei giorni scorsi ha occupato le due scuole elementari di largo Leonardo da Vinci e di via Ostiense – un nuovo "No Gelmini Day", con una manifestazione cittadina.

Da www.aetnanet.org
28/02/2010