lunedì 12 marzo 2012

Riunione del Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale

TAVOLO REGIONALE DELLA TOSCANA PER LA DIFESA DELLA SCUOLA STATALE

Giovedì 15 marzo, ore 17.00
Circolo ARCI Via delle Porte Nuove 33, Firenze
Riunione del Tavolo

Per il 23 marzo è stata lanciata la proposta di far sentire la voce della scuola L'URLO della scuola; si tratta quindi di valutare quali possibili iniziative si possono organizzare per tale occasione; peraltro per il giorno successivo è stata organizzata a Bologna un'assemblea nazionale della scuola e dell'Università.

A tal fine abbiamo ritenuto opportuno organizzare per giovedì 15 marzo alle ore 17 presso il Circolo ARCI Via delle Porte Nuove n. 33 una riunione con il seguente odg:

1) valutazione dell’incontro del 4 marzo scorso a Bologna e partecipazione alla giornata nazionale della scuola ed università per il 24 marzo a Bologna  e le proposte per un impegno unitario per la scuola

2) L’urlo della scuola e iniziative in Toscana

3 ) Organizzazione insieme alla Consulta Comunale  per la laicità di un convegno per il 17 maggio  sulla religione a scuola e le garanzia della laicit

4) valutazione della politica scolastica del Governo e delle proposte di reclutamento della Regione Lombardia.

5) Incontro per la metà di aprile con il Tavolo del Lazio e con i comitati di Bologna

Assemblea sulle prove INVALSI

Venerdì 16 marzo
ore 15.15
Istituto tecnico Salvemini, via Giusti 27, Firenze

2a ASSEMBLEA
DELLA RETE DELLE SCUOLE FIORENTINE
APERTA A TUTTI I DOCENTI DELLE SCUOLE PUBBLICHE DI FIRENZE E PROVINCIA
PER LA MOBILITAZIONE SULLE PROVE INVALSI


O.d.g. dellʼassemblea:
– discussione e approvazione di un documento sulla politica scolastica e in
particolare sulle prove Invalsi;
– discussione sulle eventuali novità del ʻdecreto semplificazioniʼ e
predisposizione di materiali per i collegi docenti e le scuole;
– avvio della discussione su una nuova proposta di valutazione, progettata
dal basso e centrata sulla valorizzazione della funzione docente;
– coordinamento con gli studenti delle scuole superiori in vista di
unʼassemblea cittadina;
– partecipazione alla giornata di mobilitazione nazionale del 23 marzo “L'urlo
della scuola”.

sabato 3 marzo 2012

Le previsioni della Cgil per il nuovo anno scolastico

Il nuovo anno scolastico
previsioni da allarme rosso


Allarme rosso per la scuola toscana. Lo lancia la FlcCgil regionale (è alla vigilia del rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie nelle 524 scuole della regione), convinta che, dopo la durissima stagione dei governi Berlusconi, nemmeno il governo Monti lasci ben sperare per l’istruzione: «Il governo sta assistendo immobile alla scomparsa della scuola pubblica» accusa il segretario regionale della categoria Alessandro Rapezzi, mentre «continuano gli effetti dei provvedimenti dei governi precedenti».

Lo scenario, per la Cgil, è presto delineato: «Dal prossimo settembre rischiamo di avere una scuola con classi sempre più numerose, con meno professori e meno custodi del dovuto, e cioè di minor qualità, meno sorvegliate e meno pulite». Secondo il sindacato «occorre al più presto fissare delle priorità, stabilizzare tutti i posti occupati da precari e adeguare finalmente l’organico alla necessità
quotidiana della scuola».

I posti
In base alle preiscrizioni appena concluse, l’anno scolastico 201213 partirà con circa 4.000 studenti in più nelle scuole toscane, e secondo il Piano di dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa, appena approvato dalla Regione, servirebbero, dice la Cgil, «600 docenti in più, di cui per ora non c’è traccia». Le richieste, infatti, dice il Piano, costringono, se accolte, a formare 148,5 classi in più di scuola d’infanzia, 35 di elementare e 32 di media inferiore (per le superiori bisogna ancora capire come si sono distribuite le iscrizioni in una miriade di indirizzi). Un paradosso: il decreto dello scorso agosto assegnava alla Toscana 2.400 nuovi posti di ruolo a docenti e 2.000 a personale Ata (oggi coperti da precari) sulla base di concorsi vecchi anche di 13 anni, ma 193 posti da docente e 45 ATA non si riesce ad assegnarli: gli interessanti hanno ormai altre occupazioni, o sono irrintracciabili.

Il tempo pieno
A rischio, come sempre, anche il tempo pieno. Per il 201213 sono ben 175 le classi di scuola elementare (dove il problema è più sentito, perché in quelle d’infanzia le 40 ore sono di solito garantite) che hanno chiesto di poter passare dalle 27 o 30 ore, alle 40 del tempo pieno, a cui andranno aggiunte le eventuali richieste provenienti dalle 35 nuove classi da aggiungere in base alle nuove iscrizioni. Una situazione «esplosiva», secondo la Cgil. Le scuole, infatti, non potendo soddisfare tutte le richieste, dovranno fare scelte con criteri decisi in autonomia, ma che offriranno il fianco a contenziosi: «Che cosa meriterà di essere considerato più importante? Essere disoccupato, o single con figlio a carico? Con reddito basso o con casa vicino alla scuola? E’ evidente» prevede la Cgil «che per quanto oggettivi possano essere i criteri, ogni famiglia esclusa avrà l’impressione di aver subito un’ingiustizia».

I supplenti
Meno fondi alle scuole (sono fermi al 2007, dice la Cgil), vuol dire meno soldi in cassa per far fronte alle supplenze temporanee. Col risultato che, quando si può, ai supplenti si cercherà di non fare ricorso, ovviamente a scapito della qualità della didattica. Gli alunni verranno sempre più distribuiti in altre classi, con disagio sia loro che degli alunni e dei prof «ospitanti». Non basta: sarà inevitabile anche la riduzione dei docenti assegnati alle attività dei Piani di offerta formativa, e dei supplenti del sostegno. Secondo il sindacato, «i dirigenti scolastici che decideranno di nominare lo stesso dei supplenti si esporranno perciò, come già fino ad oggi, al rischio di ingiunzioni», nel caso in cui, per colpa dei proverbiali ritardi del ministero nel coprire (comunque a consuntivo) le spese sostenute dalle scuole, non fossero in grado di corrispondere i pagamenti in tempi ragionevoli.

Pulizia e custodi
Da settembre, dice la Cgil, le scuole saranno sempre meno pulite e meno sorvegliate. Il personale Ata (custodi e bidelli, ma anche amministrativi), già sotto di 100 di posti l’anno scorso, con i nuovi iscritti lo saranno di altri 100. E siccome dai 1.300 alunni in su gli Ata restano gli stessi, causa accorpamenti delle scuole previsti dalla Regione verranno sforbiciati altri posti. A rischio anche i servizi di pulizia e sorveglianza ad appalto esterno (400 addetti nella provincia), già decurtati del 31% ma reintegrati finora con la cassa integrazione in deroga. Gli appalti però sono da poco scaduti, «e nel nuovo anno non ci sarà più questa possibilità». I bidelli in servizio, insomma, già carichi di straordinari, dovranno accollarsene ancora di più. Mentre in molte scuole si ricorre già al buon cuore delle famiglie per la fornitura di detersivi e addirittura qualche pulizia.

Le superiori
Sempre più grave il frazionamento degli indirizzi di studio delle scuole superiori. «La riforma Gelmini» dice la Cgil «avrebbe dovuto snellire e razionalizzare, ma in pratica, e comprensibilmente, ogni territorio cerca di dotarsi del massimo dell’offerta possibile. Col risultato, però, che spesso indirizzi doppione vengono replicati in scuole poco distanti fra loro e altri, invece, mancando risorse e docenti sufficienti a coprire le necessità, depennati». Il che, in tempi di finanze depresse, non è certo il modo migliore per utilizzare i pochi soldi disponibili. Secondo la Cgil, insomma, «serve un maggior coordinamento fra le Province, cui oggi spetta la decisione sugli indirizzi, e soprattutto una più vincolante programmazione da parte della Regione: non è pensabile che un segmento scolastico così importante, anche per il futuro ingresso nel mondo del lavoro, sia lasciato al caso».
(Maria Cristina Carratù)

03/03/2012
http://firenze.repubblica.it

sabato 11 febbraio 2012

Il Tavolo Regionale per la difesa della scuola statale e la Commissione Cultura della Casa del Popolo dell’Isolotto
invitano i genitori, gli studenti ed il personale della scuola, i rappresentanti delle OO.SS, Forze politiche e delle Istituzioni democratiche all’incontro pubblico sul tema
 
Ti ricordi la scuola pubblica?

11 febbraio  - Casa del Popolo dell’Isolotto – Via Maccari n.104 - Firenze - Ore 16,30

La democrazia scolastica: Ruolo e funzioni degli Organi Collegiali della scuola
L’incontro avrà un carattere informativo ed operativo per verificare, sulla base della normativa vigente, quali siano le effettive competenze degli organi collegiali, dei Dirigenti Scolastici, degli Uffici dell’Amministrazione scolastica e chiarire in particolare l’efficacia delle Circolari Ministeriali nei confronti degli organi collegiali.

Hanno finora garantito la loro presenza: A. Rapezzi (FLC-CGIL), A. Marchettini (COBAS SCUOLA), F. Negri (Genitore), S. Tamborrino (Presidente Consiglio di Istituto), A. Margaglio (CGD), D. Picchi (CISPI), S. Busia (Ass. Scuola della Repubblica), C. Mauceri (Sinistra per la Costituzione).

domenica 18 dicembre 2011

Lunedì 19: sciopero della scuola

Lunedì sciopero dell’ultima ora nella scuola

Lunedì 19 dicembre nell’ambito dello sciopero del pubblico impiego proclamato dai sindacati confederali, la scuola aderirà per un’ora.

Lo hanno deciso i sindacati scuola Flc-cgil, Cisl-scuole e Uil-scuola che hanno precisato che lo sciopero riguarderà l’ultima ora di lezione per i docenti e l’ultima ora di servizio per il personale Ata e dirigente scolastico e “Nel caso di organizzazione delle attività su più turni, lo sciopero riguarderà l’ultima ora di ciascun turno. In caso di attività che si protrae in orario pomeridiano, lo sciopero riguarderà l’ultima ora del turno pomeridiano”.

Allo sciopero hanno aderito altre sigle sindacali: lo Snals, la Gilda, la Cisal.
L’Ugl ha dichiarato lo sciopero nella scuola per l’intera giornata.
Il sindacato padano (sin.pa) ha deciso di aderire allo sciopero proclamato dai sindacati confederali Cgil-Cisl e Uil della scuola.

Da tuttoscuola.com 
13/12/2011

domenica 4 dicembre 2011

La scuola multiculturale: proviamo a vederla così

La scuola che verrà

“Ho scritto questo libro perché sono stanco dei toni ansiogeni con cui viene raccontata la scuola multiculturale in Italia” – ci spiega Vinicio Ongini, autore di “Noi Domani”, ed esperto di intercultura presso l’Ufficio “Integrazione alunni stranieri” del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

Sono 750.000 gli alunni con cittadinanza non italiana seduti sui banchi di scuola nell’anno scolastico 2011/2012. Sono l’8,5% sul totale della popolazione scolastica. Tanti? Pochi? Non è questo il punto.

Per quanto utili, questi numeri non ci rivelano granché, e anzi tendono a confonderci le idee, ad appiccicare su migliaia di alunni diversi una sola etichetta: ‘stranieri’.

Senza curarsi delle differenze tra i bambini appena arrivati, magari non italofoni, e  i ragazzi di seconda generazione, i cosiddetti G2, che non sono mai “arrivati” in Italia, perché loro a Roma, Torino o Milano ci sono nati, e magari il Pakistan, la Romania o il Marocco non l’hanno mai visti.

Quando si parla di scuola multiculturale, distinguere diventa un esercizio fondamentale, e Ongini ce lo mostra chiaramente nel suo racconto-inchiesta che fa parlare maestre, genitori e alunni che vivono quotidianamente l’esperienza della scuola “di frontiera”, in aule che sono un crocevia di culture diverse ma prima di tutto di persone diverse, ciascuna con la sua storia e la sua voce.

E così, prese le distanze dalle statistiche ansiogene e forte della sua ventennale esperienza di insegnante, Ongini documenta le difficoltà e i successi di quel laboratorio di integrazione/interazione che è la scuola italiana.

Con una domanda che lo accompagna dalle Alpi alla Sicilia, come un leitmotiv del viaggio stesso: quali sono, se ci sono, i vantaggi della scuola multiculturale?

Subito scopriamo che di vantaggi ce ne sono moltissimi.

Nelle scuole della Val Maira, i figli degli immigrati ivoriani parlano perfettamente italiano e francese, e stanno contribuendo alla rinascita dell’occitano, lingua di minoranza delle valli piemontesi. Sono abituati a muoversi tra più lingue, un equilibrismo impensabile per molti italiani doc, che spesso arrivano nel mondo del lavoro parlando a malapena l’inglese.

Nei piccoli paesi della Val Padana, tra il Po e l’Oglio, i bambini indiani sikh insegnano ai nostri bambini una parola che forse in Italia vale poco, ma altrove è preziosa: “meritocrazia”. Prendono voti alti, studiano molto e non è assurdo pensare che il loro impegno costante e la loro attitudine alla scuola potrebbero portare nuova linfa ad un sistema corrotto e clientelare come quello italiano.

Lo stesso a Palermo, dove sono i figli degli immigrati a rispettare di più le regole della scuola, a lasciare le aule in ordine, ad avere maggiore cura per il materiale didattico comune. Con nostra sorpresa, le maestre ammettono che sono i siciliani  i più difficili da gestire.

Sull’Appennino calabrese, alcune scuole semideserte da anni, in procinto di chiudere i battenti, hanno ricevuto nuovi stimoli dagli alunni curdi e afghani, giunti in Italia come rifugiati e accolti da queste piccole comunità montane che gli italiani hanno lasciato tempo fa, emigrando al Nord o all’estero.

E poi c’è la Toscana, dove qualcuno invece di imporre un “tetto” agli iscritti stranieri nelle classi, ha lavorato per costruire un “ponte” tra Italia e Cina.

Il cinese Pan Shili, pedagogista e maestro di matematica, ha avuto l’idea di mettere in contatto le scuole cinesi d’origine con le scuole italiane d’arrivo, unendo così due universi educativi ed affettivi profondamente diversi. Un progetto accolto con entusiasmo da entrambe le parti e che oggi, con l’aiuto della sinologa Maria Omodeo, è diventato una sorta di relazione diplomatico-didattica tra il Comune di Firenze e la provincia dello Zhejiang.

Infine, nel quartiere Esquilino di Roma, la dedizione e la sensibilità di un’associazione di genitori italiani e stranieri ha innescato un circolo virtuoso che ha portato alla riqualificazione dell’istituto comprensivo “Manin”. Una qualità fatta di cose concrete, come la gestione degli spazi comuni, la cura della scuola e del territorio che la circonda e gli incontri tra genitori, per conoscere le esigenze e le aspettative di ciascuno, al di là di generalizzazioni basate sulle provenienze.

Anziché sciorinare statistiche, ipotizzare rischi di invasioni straniere e auspicare la costruzione di tetti e barriere,  “Noi Domani” ci fa scoprire una scuola ricca, colorata, carica di belle opportunità.

Gli alunni stranieri ci esortano a ripensare il nostro modello di ‘fare scuola’, ed è per questo che bisognerebbe guardare con maggiore curiosità e meno pregiudizi alla scuola multiculturale.
(Anna Bulzomi)

Da http://thetamarind.eu
03/12/2011

giovedì 1 dicembre 2011

L'era post - Gelmini

La Cgil seppellisce la Gelmini

La Cgil seppellisce la Gelmini. Basta tagli alla scuola, dice il sindacato dei lavoratori della conoscenza in una conferenza stampa convocata nella sede della Flc, nella rugginosa Porta Portese romana. Sono stati 8 miliardi dal 2008 al 2011 e hanno accompagnato alla porta 130 mila docenti. E poi, chiede il segretario Domenico Pantaleo, ci vuole il ritorno alle compresenze per le elementari, significa due maestre di pari grado per alcune ore insieme in classe, e sempre per le primarie vanno buttati nel cestino i moduli settimanali da 24 e 27 ore, i genitori non li vogliono. Serve un ritorno al tempo pieno, con due livelli di lezioni settimanali: 30 e 40 ore. E serve finanziare la messa in sicurezza delle scuole italiane - non saranno gli ottanta miliardi censiti dalla Protezione civile di Bertolaso, ma bisogna tirarne fuori almeno cinque -. Serve inglobare la scuola dell'infanzia all'interno di un ciclo scolastico più omogeneo inaugurando cinquecento nuove sezioni l'anno per cinque anni e aprire al tempo prolungato le scuole medie, restituire agli istituti tecnici delle superiori i laboratori, "tagliati del trenta per cento".

Nelle ultime tre stagioni "c'è stato un forsennato attacco costituzionale alla scuola", ha detto Pantaleo, si è raccontato che la scuola di massa non è coniugabile con la scuola di qualità e si è propalata "l'idiozia" che la scuola è stata usata per fare occupazione. "Una falsità, dimostrata da chiunque abbia studiato l'argomento". Infine, "la gigantesca questione salariale": fasce sempre più ampie di "prof" e amministrativi stanno scivolando verso la soglia di povertà. Bisogna alzare gli stipendi di chi guadagna meno di 1.000 euro al mese, stabilizzare subito i 59 mila precari in organico di fatto e i 41 mila insegnanti che fanno supplenze brevi. Sono 100 mila posti di lavoro e consentirebbero "un risparmio di un miliardo di euro, perché stabilizzare i precari e i supplenti fa risparmiare". Dove trovare le risorse per l'edilizia, il tempo pieno, il ritorno ai doppi maestri? "Riduciamo le spese militari, fermiamo le grandi opere e l'Unione Europea dia ai comuni italiani virtuosi, che hanno in cassa quattro miliardi e mezzo, la possibilità di spendere".

Da www.repubblica.it
30/11/2011

martedì 1 novembre 2011

Toscana: manca il sostegno

Toscana, 700 studenti disabili senza sostegno

La denuncia di alcuni genitori e del Coordinamento scuola bene comune di Lucca. "Servono almeno 300 insegnanti di sostegno. Seguire l'esempio dell'Emilia Romagna, che li ha già messi a disposizione"

In Toscana circa 700 studenti disabili sono costretti a non seguire gran parte delle lezioni perché mancano gli insegnanti di sostegno. E' la denuncia lanciata dal Coordinamento scuola bene comune di Lucca e da alcuni genitori di ragazzi disabili, secondo cui per fronteggiare questa vera e propria emergenza servirebbero almeno 300 insegnanti di sostegno. L'Ufficio Scolastico Regionale, più volte interpellato da associazioni, sindacati e famiglie, si giustifica dicendo che mancano le risorse economiche per stipendiare tali docenti. Eppure, replicano dal Coordinamento scuola bene Comune di Lucca, lo scorso 14 ottobre l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna ha assegnato 303 nuovi posti di sostegno per l'anno scolastico in corso. Con una nota diffusa agli uffici territoriali e alle organizzazioni sindacali, l'Ufficio emiliano ha annunciato l'integrazione di 303 nuovi posti in deroga in considerazione della gravità dei casi segnalati e dell'aumento del numero degli alunni con disabilità grave.

Associazioni, sindacati e famiglie toscane chiedono pertanto che la stessa decisione ("un atto di coraggio politico") venga presa anche in Toscana. In caso contrario, "siamo pronti a ricorrere al Tar in virtù della sentenza della Corte Costituzionale n° 80 del 2010". Una sentenza che dichiara non legittima la procedura di non assegnazione di un insegnanti di sostegno ogni due alunni disabili e secondo cui "i genitori i cui figli abbiano una certificazione di handicap grave ai sensi dell'art. 3 comma 3 della Legge n° 104/92, potranno chiedere le ore ‘in deroga', qualora ritengano che le ore assegnate siano insufficienti ad affrontare i problemi didattici del loro figlio".

Da http://www.superabile.it
31/10/2011

domenica 23 ottobre 2011

La Toscana contro i nuovi accorpamenti

Scontro sulla scuola, la Toscana dice no a nuovi accorpamenti

La Regione ricorre in Corte Costituzionale contro l'imposizione di Palazzo Chigi. Targetti: "Invadenza pesante su nostre competenze"

Il governo impone l’ulteriore accorpamento di tutti gli istituti comprensivi con una popolazione scolastica inferiore ai 1000 studenti e la Regione Toscana decide di ricorrere davanti alla Corte costituzionale: “Si tratta - ha spiegato Stella Targetti, vice-presidente della Regione con delega all’Istruzione - di un’invadenza pesante rispetto a prerogative di carattere prettamente regionale. In Toscana su 246 istituti comprensivi 149 contano meno di mille studenti: applicare l’articolo 19 della manovra finanziaria di luglio significherebbe cambiare nuovamente la loro organizzazione con conseguenze negative che si ripercuoterebbero sull’intero sistema scolastico”.

In attesa di conoscere l’esito del vaglio di costituzionalità del provvedimento da parte della Consulta, Targetti, che copre anche l’incarico di presidente della Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni italiane (il ricorso alla Corte costituzionale è stato avanzato congiuntamente assieme alle altre sei regioni guidate dal centrosinistra), riconosce comunque l’esigenza di “doversi preparare al peggio”: “Non possiamo permetterci - sottolinea - che le nostre scuole rimangano senza dirigente scolastico”.

Il ricorso contro il contenuto della manovra finanziaria di luglio si inserisce in un contesto di rapporti, in materia scolastica, fra governo nazionale e regionale, già ampiamente tormentati: per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, che si inaugurerà ufficialmente domani, la Regione Toscana ha dovuto sborsare 5,5 milioni di euro di risorse proprie per consentire l’assunzione di 200 insegnanti nella scuola d’infanzia, che permetteranno l’apertura di 98 sezioni “Pegaso”, capaci di riconoscere il diritto all’asilo ad altrettanti 2500 bambini. Per quanto riguarda la salvaguardia di tutte le richieste di tempo pieno nelle scuole elementari, “questo - ha reso noto Targetti - si è reso possibile, grazie a una speciale collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, che ha permesso un’efficace rimodulazione del corpo docente all’interno dei rispettivi distretti scolastici”. […]

Da http://iltirreno.gelocal.it
23/10/2011

venerdì 7 ottobre 2011

Oggi gli studenti scendono in piazza

Si mobilitano gli studenti toscani, il 7 ottobre in piazza

“Saremo ovunque per salvare una generazione. Non è un semplice motto, è una dichiarazione di intenti. Non si parla solo di scuola, ma di un intero mondo giovanile sconvolto che rischia di rimanere in un limbo privo di prospettive. I tagli alla scuola pubblica sono solo la punta dell'iceberg di un progetto depressivo che abbraccia studenti medi ed universitari, disoccupati e precari, e che mostrerà i suoi effetti nefasti solo quando sarà troppo tardi per rimediare” così si esprimono i ragazzi della Federazione degli Studenti della Toscana alla vigilia della mobilitazione indetta in tutta Italia.

“E' umiliante – denunciano –, dopo anni di proteste e di proposte, dover ancora sollecitare l'attenzione su una questione sottovalutata ampiamente dall'opinione pubblica e dal governo. Dimostra che, negli anni, niente è stato accolto di tutto ciò che di buono e ragionevole è pervenuto dalle tante voci degli studenti.Il governo ha raggiunto il risultato di riuscire a separare, ad allontanare l'opinione pubblica da un mondo giovanile che ha bisogno di tutto, fuorché di essere abbandonato. E ad abbandonarlo sono stati, a volte, i genitori stessi, dimentichi di essere stati proprio loro in un passato non troppo remoto in prima linea per conquistarsi un posto nel mondo. Ed anche i presidi, che conoscono in prima persona quali sono i risultati delle famose ‘riforme epocali’ della scuola pubblica, che sanno quanti sforzi devono essere fatti per mandare avanti gli istituti in un periodo di crisi come questo, e che adesso hanno scelto la linea dura proprio nei confronti degli studenti, quando avrebbero il compito di salvaguardarli e tutelarli. La chiave di lettura di una situazione come questa – continuano i ragazzi di Federazione degli Studenti – è in una questione culturale con la quale il Paese deve fare i conti, che è figlia di vent'anni di individualismo esasperato, e che rischia di trascinarci tutti nel baratro, insieme. L'unica via d'uscita è ricostruire un progetto di scuola che metta insieme al tavolo studenti, genitori e docenti, sindacati e imprese, uniti contro un governo assente e per un sistema formativo migliore. Salvare una generazione non significa solo dare speranza a un movimento, significa serrare i ranghi e scendere in piazza sicuri e decisi che la via da intraprendere è una sola, ed è fatta dalle tante proposte di chi la scuola la vive ogni giorno.Per questi motivi la Federazione degli Studenti Toscana scenderà in piazza Venerdì 7 Ottobre a manifestare in tutte le province della regione, per ricordare ancora una volta a chi ci governa che niente e nessuno potrà ostacolare i legittimi sogni di un movimento serio e consapevole”. […]

06/10/2011