domenica 18 dicembre 2011

Lunedì 19: sciopero della scuola

Lunedì sciopero dell’ultima ora nella scuola

Lunedì 19 dicembre nell’ambito dello sciopero del pubblico impiego proclamato dai sindacati confederali, la scuola aderirà per un’ora.

Lo hanno deciso i sindacati scuola Flc-cgil, Cisl-scuole e Uil-scuola che hanno precisato che lo sciopero riguarderà l’ultima ora di lezione per i docenti e l’ultima ora di servizio per il personale Ata e dirigente scolastico e “Nel caso di organizzazione delle attività su più turni, lo sciopero riguarderà l’ultima ora di ciascun turno. In caso di attività che si protrae in orario pomeridiano, lo sciopero riguarderà l’ultima ora del turno pomeridiano”.

Allo sciopero hanno aderito altre sigle sindacali: lo Snals, la Gilda, la Cisal.
L’Ugl ha dichiarato lo sciopero nella scuola per l’intera giornata.
Il sindacato padano (sin.pa) ha deciso di aderire allo sciopero proclamato dai sindacati confederali Cgil-Cisl e Uil della scuola.

Da tuttoscuola.com 
13/12/2011

domenica 4 dicembre 2011

La scuola multiculturale: proviamo a vederla così

La scuola che verrà

“Ho scritto questo libro perché sono stanco dei toni ansiogeni con cui viene raccontata la scuola multiculturale in Italia” – ci spiega Vinicio Ongini, autore di “Noi Domani”, ed esperto di intercultura presso l’Ufficio “Integrazione alunni stranieri” del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

Sono 750.000 gli alunni con cittadinanza non italiana seduti sui banchi di scuola nell’anno scolastico 2011/2012. Sono l’8,5% sul totale della popolazione scolastica. Tanti? Pochi? Non è questo il punto.

Per quanto utili, questi numeri non ci rivelano granché, e anzi tendono a confonderci le idee, ad appiccicare su migliaia di alunni diversi una sola etichetta: ‘stranieri’.

Senza curarsi delle differenze tra i bambini appena arrivati, magari non italofoni, e  i ragazzi di seconda generazione, i cosiddetti G2, che non sono mai “arrivati” in Italia, perché loro a Roma, Torino o Milano ci sono nati, e magari il Pakistan, la Romania o il Marocco non l’hanno mai visti.

Quando si parla di scuola multiculturale, distinguere diventa un esercizio fondamentale, e Ongini ce lo mostra chiaramente nel suo racconto-inchiesta che fa parlare maestre, genitori e alunni che vivono quotidianamente l’esperienza della scuola “di frontiera”, in aule che sono un crocevia di culture diverse ma prima di tutto di persone diverse, ciascuna con la sua storia e la sua voce.

E così, prese le distanze dalle statistiche ansiogene e forte della sua ventennale esperienza di insegnante, Ongini documenta le difficoltà e i successi di quel laboratorio di integrazione/interazione che è la scuola italiana.

Con una domanda che lo accompagna dalle Alpi alla Sicilia, come un leitmotiv del viaggio stesso: quali sono, se ci sono, i vantaggi della scuola multiculturale?

Subito scopriamo che di vantaggi ce ne sono moltissimi.

Nelle scuole della Val Maira, i figli degli immigrati ivoriani parlano perfettamente italiano e francese, e stanno contribuendo alla rinascita dell’occitano, lingua di minoranza delle valli piemontesi. Sono abituati a muoversi tra più lingue, un equilibrismo impensabile per molti italiani doc, che spesso arrivano nel mondo del lavoro parlando a malapena l’inglese.

Nei piccoli paesi della Val Padana, tra il Po e l’Oglio, i bambini indiani sikh insegnano ai nostri bambini una parola che forse in Italia vale poco, ma altrove è preziosa: “meritocrazia”. Prendono voti alti, studiano molto e non è assurdo pensare che il loro impegno costante e la loro attitudine alla scuola potrebbero portare nuova linfa ad un sistema corrotto e clientelare come quello italiano.

Lo stesso a Palermo, dove sono i figli degli immigrati a rispettare di più le regole della scuola, a lasciare le aule in ordine, ad avere maggiore cura per il materiale didattico comune. Con nostra sorpresa, le maestre ammettono che sono i siciliani  i più difficili da gestire.

Sull’Appennino calabrese, alcune scuole semideserte da anni, in procinto di chiudere i battenti, hanno ricevuto nuovi stimoli dagli alunni curdi e afghani, giunti in Italia come rifugiati e accolti da queste piccole comunità montane che gli italiani hanno lasciato tempo fa, emigrando al Nord o all’estero.

E poi c’è la Toscana, dove qualcuno invece di imporre un “tetto” agli iscritti stranieri nelle classi, ha lavorato per costruire un “ponte” tra Italia e Cina.

Il cinese Pan Shili, pedagogista e maestro di matematica, ha avuto l’idea di mettere in contatto le scuole cinesi d’origine con le scuole italiane d’arrivo, unendo così due universi educativi ed affettivi profondamente diversi. Un progetto accolto con entusiasmo da entrambe le parti e che oggi, con l’aiuto della sinologa Maria Omodeo, è diventato una sorta di relazione diplomatico-didattica tra il Comune di Firenze e la provincia dello Zhejiang.

Infine, nel quartiere Esquilino di Roma, la dedizione e la sensibilità di un’associazione di genitori italiani e stranieri ha innescato un circolo virtuoso che ha portato alla riqualificazione dell’istituto comprensivo “Manin”. Una qualità fatta di cose concrete, come la gestione degli spazi comuni, la cura della scuola e del territorio che la circonda e gli incontri tra genitori, per conoscere le esigenze e le aspettative di ciascuno, al di là di generalizzazioni basate sulle provenienze.

Anziché sciorinare statistiche, ipotizzare rischi di invasioni straniere e auspicare la costruzione di tetti e barriere,  “Noi Domani” ci fa scoprire una scuola ricca, colorata, carica di belle opportunità.

Gli alunni stranieri ci esortano a ripensare il nostro modello di ‘fare scuola’, ed è per questo che bisognerebbe guardare con maggiore curiosità e meno pregiudizi alla scuola multiculturale.
(Anna Bulzomi)

Da http://thetamarind.eu
03/12/2011

giovedì 1 dicembre 2011

L'era post - Gelmini

La Cgil seppellisce la Gelmini

La Cgil seppellisce la Gelmini. Basta tagli alla scuola, dice il sindacato dei lavoratori della conoscenza in una conferenza stampa convocata nella sede della Flc, nella rugginosa Porta Portese romana. Sono stati 8 miliardi dal 2008 al 2011 e hanno accompagnato alla porta 130 mila docenti. E poi, chiede il segretario Domenico Pantaleo, ci vuole il ritorno alle compresenze per le elementari, significa due maestre di pari grado per alcune ore insieme in classe, e sempre per le primarie vanno buttati nel cestino i moduli settimanali da 24 e 27 ore, i genitori non li vogliono. Serve un ritorno al tempo pieno, con due livelli di lezioni settimanali: 30 e 40 ore. E serve finanziare la messa in sicurezza delle scuole italiane - non saranno gli ottanta miliardi censiti dalla Protezione civile di Bertolaso, ma bisogna tirarne fuori almeno cinque -. Serve inglobare la scuola dell'infanzia all'interno di un ciclo scolastico più omogeneo inaugurando cinquecento nuove sezioni l'anno per cinque anni e aprire al tempo prolungato le scuole medie, restituire agli istituti tecnici delle superiori i laboratori, "tagliati del trenta per cento".

Nelle ultime tre stagioni "c'è stato un forsennato attacco costituzionale alla scuola", ha detto Pantaleo, si è raccontato che la scuola di massa non è coniugabile con la scuola di qualità e si è propalata "l'idiozia" che la scuola è stata usata per fare occupazione. "Una falsità, dimostrata da chiunque abbia studiato l'argomento". Infine, "la gigantesca questione salariale": fasce sempre più ampie di "prof" e amministrativi stanno scivolando verso la soglia di povertà. Bisogna alzare gli stipendi di chi guadagna meno di 1.000 euro al mese, stabilizzare subito i 59 mila precari in organico di fatto e i 41 mila insegnanti che fanno supplenze brevi. Sono 100 mila posti di lavoro e consentirebbero "un risparmio di un miliardo di euro, perché stabilizzare i precari e i supplenti fa risparmiare". Dove trovare le risorse per l'edilizia, il tempo pieno, il ritorno ai doppi maestri? "Riduciamo le spese militari, fermiamo le grandi opere e l'Unione Europea dia ai comuni italiani virtuosi, che hanno in cassa quattro miliardi e mezzo, la possibilità di spendere".

Da www.repubblica.it
30/11/2011

martedì 1 novembre 2011

Toscana: manca il sostegno

Toscana, 700 studenti disabili senza sostegno

La denuncia di alcuni genitori e del Coordinamento scuola bene comune di Lucca. "Servono almeno 300 insegnanti di sostegno. Seguire l'esempio dell'Emilia Romagna, che li ha già messi a disposizione"

In Toscana circa 700 studenti disabili sono costretti a non seguire gran parte delle lezioni perché mancano gli insegnanti di sostegno. E' la denuncia lanciata dal Coordinamento scuola bene comune di Lucca e da alcuni genitori di ragazzi disabili, secondo cui per fronteggiare questa vera e propria emergenza servirebbero almeno 300 insegnanti di sostegno. L'Ufficio Scolastico Regionale, più volte interpellato da associazioni, sindacati e famiglie, si giustifica dicendo che mancano le risorse economiche per stipendiare tali docenti. Eppure, replicano dal Coordinamento scuola bene Comune di Lucca, lo scorso 14 ottobre l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna ha assegnato 303 nuovi posti di sostegno per l'anno scolastico in corso. Con una nota diffusa agli uffici territoriali e alle organizzazioni sindacali, l'Ufficio emiliano ha annunciato l'integrazione di 303 nuovi posti in deroga in considerazione della gravità dei casi segnalati e dell'aumento del numero degli alunni con disabilità grave.

Associazioni, sindacati e famiglie toscane chiedono pertanto che la stessa decisione ("un atto di coraggio politico") venga presa anche in Toscana. In caso contrario, "siamo pronti a ricorrere al Tar in virtù della sentenza della Corte Costituzionale n° 80 del 2010". Una sentenza che dichiara non legittima la procedura di non assegnazione di un insegnanti di sostegno ogni due alunni disabili e secondo cui "i genitori i cui figli abbiano una certificazione di handicap grave ai sensi dell'art. 3 comma 3 della Legge n° 104/92, potranno chiedere le ore ‘in deroga', qualora ritengano che le ore assegnate siano insufficienti ad affrontare i problemi didattici del loro figlio".

Da http://www.superabile.it
31/10/2011

domenica 23 ottobre 2011

La Toscana contro i nuovi accorpamenti

Scontro sulla scuola, la Toscana dice no a nuovi accorpamenti

La Regione ricorre in Corte Costituzionale contro l'imposizione di Palazzo Chigi. Targetti: "Invadenza pesante su nostre competenze"

Il governo impone l’ulteriore accorpamento di tutti gli istituti comprensivi con una popolazione scolastica inferiore ai 1000 studenti e la Regione Toscana decide di ricorrere davanti alla Corte costituzionale: “Si tratta - ha spiegato Stella Targetti, vice-presidente della Regione con delega all’Istruzione - di un’invadenza pesante rispetto a prerogative di carattere prettamente regionale. In Toscana su 246 istituti comprensivi 149 contano meno di mille studenti: applicare l’articolo 19 della manovra finanziaria di luglio significherebbe cambiare nuovamente la loro organizzazione con conseguenze negative che si ripercuoterebbero sull’intero sistema scolastico”.

In attesa di conoscere l’esito del vaglio di costituzionalità del provvedimento da parte della Consulta, Targetti, che copre anche l’incarico di presidente della Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni italiane (il ricorso alla Corte costituzionale è stato avanzato congiuntamente assieme alle altre sei regioni guidate dal centrosinistra), riconosce comunque l’esigenza di “doversi preparare al peggio”: “Non possiamo permetterci - sottolinea - che le nostre scuole rimangano senza dirigente scolastico”.

Il ricorso contro il contenuto della manovra finanziaria di luglio si inserisce in un contesto di rapporti, in materia scolastica, fra governo nazionale e regionale, già ampiamente tormentati: per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, che si inaugurerà ufficialmente domani, la Regione Toscana ha dovuto sborsare 5,5 milioni di euro di risorse proprie per consentire l’assunzione di 200 insegnanti nella scuola d’infanzia, che permetteranno l’apertura di 98 sezioni “Pegaso”, capaci di riconoscere il diritto all’asilo ad altrettanti 2500 bambini. Per quanto riguarda la salvaguardia di tutte le richieste di tempo pieno nelle scuole elementari, “questo - ha reso noto Targetti - si è reso possibile, grazie a una speciale collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, che ha permesso un’efficace rimodulazione del corpo docente all’interno dei rispettivi distretti scolastici”. […]

Da http://iltirreno.gelocal.it
23/10/2011

venerdì 7 ottobre 2011

Oggi gli studenti scendono in piazza

Si mobilitano gli studenti toscani, il 7 ottobre in piazza

“Saremo ovunque per salvare una generazione. Non è un semplice motto, è una dichiarazione di intenti. Non si parla solo di scuola, ma di un intero mondo giovanile sconvolto che rischia di rimanere in un limbo privo di prospettive. I tagli alla scuola pubblica sono solo la punta dell'iceberg di un progetto depressivo che abbraccia studenti medi ed universitari, disoccupati e precari, e che mostrerà i suoi effetti nefasti solo quando sarà troppo tardi per rimediare” così si esprimono i ragazzi della Federazione degli Studenti della Toscana alla vigilia della mobilitazione indetta in tutta Italia.

“E' umiliante – denunciano –, dopo anni di proteste e di proposte, dover ancora sollecitare l'attenzione su una questione sottovalutata ampiamente dall'opinione pubblica e dal governo. Dimostra che, negli anni, niente è stato accolto di tutto ciò che di buono e ragionevole è pervenuto dalle tante voci degli studenti.Il governo ha raggiunto il risultato di riuscire a separare, ad allontanare l'opinione pubblica da un mondo giovanile che ha bisogno di tutto, fuorché di essere abbandonato. E ad abbandonarlo sono stati, a volte, i genitori stessi, dimentichi di essere stati proprio loro in un passato non troppo remoto in prima linea per conquistarsi un posto nel mondo. Ed anche i presidi, che conoscono in prima persona quali sono i risultati delle famose ‘riforme epocali’ della scuola pubblica, che sanno quanti sforzi devono essere fatti per mandare avanti gli istituti in un periodo di crisi come questo, e che adesso hanno scelto la linea dura proprio nei confronti degli studenti, quando avrebbero il compito di salvaguardarli e tutelarli. La chiave di lettura di una situazione come questa – continuano i ragazzi di Federazione degli Studenti – è in una questione culturale con la quale il Paese deve fare i conti, che è figlia di vent'anni di individualismo esasperato, e che rischia di trascinarci tutti nel baratro, insieme. L'unica via d'uscita è ricostruire un progetto di scuola che metta insieme al tavolo studenti, genitori e docenti, sindacati e imprese, uniti contro un governo assente e per un sistema formativo migliore. Salvare una generazione non significa solo dare speranza a un movimento, significa serrare i ranghi e scendere in piazza sicuri e decisi che la via da intraprendere è una sola, ed è fatta dalle tante proposte di chi la scuola la vive ogni giorno.Per questi motivi la Federazione degli Studenti Toscana scenderà in piazza Venerdì 7 Ottobre a manifestare in tutte le province della regione, per ricordare ancora una volta a chi ci governa che niente e nessuno potrà ostacolare i legittimi sogni di un movimento serio e consapevole”. […]

06/10/2011

giovedì 22 settembre 2011

Eccoci:i libri alle elementari non sono più gratuiti per tutti...

Addio scuola gratuita. A Calenzano i libri
si pagano dalla prima elementare


Fino allo scorso anno c’erano 103 milioni di euro destinati ai comuni per rimborsare il costo dei libri di testo agli alunni delle elementari: adesso sono spariti. Mentre l’articolo 34 della Costituzione dice che la scuola dell’obbligo deve essere gratuita, sulle famiglie cade un’altra tegola in testa: se il comune non rimborsa i cartolai, devono pagarsi anche i libri fin dai primi anni di scuola, da 18 euro per la prima a 45 per la quinta classe.
In genere i comuni continuano tuttavia a erogare i fondi, a loro spese, ma a Calenzano, un grosso centro alle porte di Firenze, no. Il sindaco di centro sinistra Alessio Biagioli ha infatti scelto di invitare le famiglie a comprarsi i libri, fatta eccezione per quelle con un reddito al di sotto di 16mila euro. “Come per la mensa – spiega il sindaco – e come per tutti i servizi sociali: non possiamo garantire la gratuità a chi ha molto e a chi ha poco allo stesso modo”. Ma la gratuità voluta dalla Costituzione? “Lo Stato dovrebbe passarci i fondi per fronteggiare questo impegno, ma non lo fa – risponde Biagioli – siamo in una situazione di emergenza nella quale già ai comuni si chiede di rimediare a carenze pesanti a cui lo stesso Stato dovrebbe provvedere. Ma per il sostegno ai disabili, ad esempio, questo non succede, e allora per non lasciare abbandonati questi alunni cerchiamo di rimediare noi, a nostre spese. Così per la mensa e tante altri importanti funzioni indispensabili per garantire a tutti il diritto allo studio. Ma per raggiungere questo obiettivo non possiamo tener conto delle famiglie in modo indiscriminato: chi può pagare deve pagare”.
Insomma addio “scuola dell’obbligo gratuita” voluta dai nostri padri costituenti, anche se va detto che da anni ormai questo è diventato un principio più che altro teorico. “Scuola elementare gratuita? – si chiede il sindaco di Calenzano – Ma ogni anni alle famiglie viene chiesto un contributo, altrimenti le scuole non sarebbero in gradi di garantire nemmeno la carta igienica. E se abbiamo scelto di abolire la gratuità dei libri lo abbiamo fatto anche come un segnale di protesta contro le inadempienze centrali. Perché ci si renda conto in che condizioni i comuni sono costretti a gestire i propri servizi con la manovra che è stata appena varata”. L’iniziativa di Calenzano non è comunque piaciuta a tutti. Contro si è dichiarata già l’Associazione genitori Toscana ha inviato una lettera circostanziata a Sindaco, Prefetto, Assessorato Regionale e Ufficio Scolastico chiedendo un ripensamento della delibera.

Da www.ilfattoquotidiano.it
22/09/2011

sabato 17 settembre 2011

La Toscana contro l'accorpamento degli istituti

Scontro sulla scuola, la Toscana dice no a nuovi accorpamentiLa Regione ricorre in Corte Costituzionale contro l'imposizione di Palazzo Chigi. Targetti: "Invadenza pesante su nostre competenze"

Il governo impone l’ulteriore accorpamento di tutti gli istituti comprensivi con una popolazione scolastica inferiore ai 1000 studenti e la Regione Toscana decide di ricorrere davanti alla Corte costituzionale: “Si tratta - ha spiegato Stella Targetti, vice-presidente della Regione con delega all’Istruzione - di un’invadenza pesante rispetto a prerogative di carattere prettamente regionale. In Toscana su 246 istituti comprensivi 149 contano meno di mille studenti: applicare l’articolo 19 della manovra finanziaria di luglio significherebbe cambiare nuovamente la loro organizzazione con conseguenze negative che si ripercuoterebbero sull’intero sistema scolastico”.

In attesa di conoscere l’esito del vaglio di costituzionalità del provvedimento da parte della Consulta, Targetti, che copre anche l’incarico di presidente della Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni italiane (il ricorso alla Corte costituzionale è stato avanzato congiuntamente assieme alle altre sei regioni guidate dal centrosinistra), riconosce comunque l’esigenza di “doversi preparare al peggio”: “Non possiamo permetterci - sottolinea - che le nostre scuole rimangano senza dirigente scolastico”.

Il ricorso contro il contenuto della manovra finanziaria di luglio si inserisce in un contesto di rapporti, in materia scolastica, fra governo nazionale e regionale, già ampiamente tormentati: per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, che si inaugurerà ufficialmente domani, la Regione Toscana ha dovuto sborsare 5,5 milioni di euro di risorse pro
prie per consentire l’assunzione di 200 insegnanti nella scuola d’i nfanzia, che permetteranno l’apertura di 98 sezioni “Pegaso”, capaci di riconoscere il diritto all’asilo ad altrettanti 2500 bambini. Per quanto riguarda la salvaguardia di tutte le richieste di tempo pieno nelle scuole elementari, “questo - ha reso noto Targetti - si è reso possibile, grazie a una speciale collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, che ha permesso un’efficace rimodulazione del corpo docente all’interno dei rispettivi distretti scolastici”.[…]

Da http://iltirreno.gelocal.it
12/09/2011

lunedì 12 settembre 2011

TAVOLO REGIONALE PER LA DIFESA DELLA SCUOLA STATALE

COMUNICATO STAMPA

La Regione Toscana rinuncia a contrastare la politica governativa dei tagli agli organici della scuola.

In occasione del presidio promosso dal Tavolo Regionale per la difesa della scuola statale, una delegazione del Tavolo è stata ricevuta ieri dalla vice-presidente (e assessore all’istruzione) Stella Targetti.

La delegazione ha rinnovato alla vice-presidente Targetti la richiesta un impegno forte della Regione Toscana nella vertenza promossa da genitori e insegnanti contro i tagli agli organici della scuola (80.000 posti di insegnanti oltre altrettanti di ATA in tre anni!).

Il Tavolo aveva già da tempo sollecitato la Regione (e gli altri Enti Locali) a intervenire nella vertenza a sostegno dei ricorsi, la richiesta è stata però sempre, sorprendentemente, disattesa.

Il TAR del Lazio prima, e a fine luglio il Consiglio di Stato, pur senza il sostegno della Regione, hanno accolto i ricorsi affermando che i tagli agli organici disposti dalla Gelmini sono illegittimi anche perché, tra l’altro, la Gelmini non aveva sentito la Conferenza Unificata Stato-Regione che per legge doveva essere sentita.

Ad avviso del Tavolo l’obbligo della Gelmini di acquisire il parere della Conferenza Stato-Regione Enti Locali sarebbe potuto essere l’occasione per contrastare , anche in sede di Conferenza Stato-Regione Enti Locali, con il sostegno del mondo della scuola, la politica dei tagli alla scuola.

A tale fine il Tavolo aveva anche chiesto che la Vice-Presidente sollecitasse un Consiglio Regionale straordinario per discutere dello stato della scuola statale e dei tagli illegittimi agli organici.

Con viva sorpresa di tutti la Vice-Presidente ha risposto che Regione Toscana non ritiene di impegnarsi in sede di conferenza Unificata per contrastare la politica dei tagli agli organici, perché non ritiene che ci siano prospettive concrete e che peraltro la Regione non può impegnarsi, in quanto istituzione, in una mobilitazionr contro i tagli (ed aggiungiamo noi) per la qualità della scuola.

In conclusione la Regione Toscana continua a fare acquiescenza ai tagli alla scuola ed a svolgere il ruolo subalterno di tappare le falle che la politica dei tagli ha provocato; la Regione difatti ha stanziato un fondo per garantire l’apertura delle sezioni di scuola dell’infanzia che per effetto dei tagli illegittimi sono state soppresse!

Il Tavolo prende atto della politica rinunciataria e subalterna della Regione Toscana; ma nello stesso tempo chiede alle forze politiche che sostengono la Giunta Regionale se concordano con tale politica e se non concordano cosa intendono fare.

Noi giriamo al Presidente del Consiglio Regionale ed ai gruppi regionali della maggioranza. la richiesta di un Consiglio Regionale straordinario ed aperto sulla scuola e speriamo di trovare una maggiore disponibilità ed apertura.

domenica 11 settembre 2011

Riunione del Coordinamento Genitori - Insegnanti

Coordinamento Genitori - Insegnanti

Martedi' 13 settembre
Ore 21
RIUNIONE CITTADINA
Saletta sotto il cavalcavia di Piazza Alberti
Firenze

L'anno scolastico si apre in modo drammatico, con una situazione di tagli agli organici degli insegnanti e degli ATA tale da ridurre le scuole al collasso, compromettendo il funzionamento minimo e la sicurezza stessa. Il Ministero procede alla distruzione della scuola pubblica ignorando la sentenza del Consiglio di Stato e cercando di aumentare in ogni modo i poteri dei dirigenti, per cancellare ogni vestigia di democrazia scolastica e qualsiasi resistenza delle scuole!
E' necessario riprendere da subito iniziative e coordinamenti: troviamoci per confrontarci sulle diverse situazioni delle scuole, sulle possibilità di risposte e di iniziative, sulla possibilità di ricorso contro i tagli agli organici proposta dall'avvocato Mauceri.

sabato 10 settembre 2011

Le "novità" del nuovo anno scolastico

Mariastella Gelmini
ministro dell’istruzione


I presidi a rischio verranno mantenuti in servizio e recuperati. Saranno assorbiti anche quelli del concorso

 La scuola ricomincia e con lei le polemiche. Il ministro Gelmini se ne faccia una ragione. Il nuovo anno scolastico non sarà diverso da quelli passati, forse sarà anche peggio: scioperi, polemiche e occupazioni sono alle porte. Anzi, sono già iniziati con la grancassa (genitori sul piede di guerra e precari che occupano aule per protesta), tanto che il Giornale ieri, come un paladino in difesa della donzella, si è lanciato in una polemica con Avvenire, reo di aver attaccato l’ultimo decreto emanato dal ministro e che, secondo il parere del quotidiano della Cei, con gli ingressi programmati, di fatto, chiude le porte ai giovani aspiranti insegnanti.
Ma quest’anno l’argomento che fa discutere di più – oltre al caro-libri, le classi ghetto e quelle pollaio – è quello che riguarda la nuova organizzazione delle istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione. Una vera e propria rivoluzione, poco conosciuta. E i numeri lasciano poco spazio alle illusioni.
La manovra bis di luglio ha previsto la soppressione di tutte le direzioni didattiche e di tutti gli istituti principali di secondaria di primo grado per costituire per l’intero primo ciclo soltanto istituti comprensivi (in pratica elementari e medie insieme). Ma non solo: i nuovi e i vecchi istituti dovranno avere una dimensione di almeno mille alunni contro i 500-900 previsti ora. E gli istituti più piccoli saranno affidati in reggenza a un altro dirigente perché privi della titolarità della direzione dirigenziale. Una bella sforbiciata che dovrebbe portare alla chiusura di 1.100 scuole e alla riduzione degli organici amministrativi.
I dirigenti scolastici potrebbero diminuire di oltre 3.100 posti (alla vigilia del concorso che – bel paradosso – ne promuoverà almeno altri duemila). Per i presidi che resteranno la vita non sarà certo facile visto che si troveranno a dirigere scuole più grandi, con un numero maggiore di sedi – di cui circa 2000 in reggenza – con più docenti, alunni, organi collegiali da rinnovare e rappresentanze sindacali da rieleggere. Caro ministro, schieri pure in campo i suoi paladini ma se ne faccia una ragione: l’autunno sarà caldo, molto caldo.
Paola Fabi

Da http://www.europaquotidiano.it
10/09/2011

martedì 6 settembre 2011

TAVOLO REGIONALE PER LA DIFESA DELLA SCUOLA STATALE
FIRENZE

Giovedì 8 settembre ore 16
Presidio davanti alla Regione
Piazza del Duomo n.10
per il ripristino dei posti della scuola statale illegittimamente soppressi dalla Gelmini

Il Consiglio di Stato, confermando le sentenze del TAR Lazio, ha recentemente ribadito l’illegittimità dei tagli agli organici della scuola; la Ministra Gelmini difatti ha soppresso nella scuola statale oltre 80.000 posti, senza aver preventivamente acquisito il parere obbligatorio della Conferenza Unificata Stato - Regioni - Enti locali.

La Gelmini ha violato la legge; spetta ora agli EE.LL e soprattutto alla Regione, nell’interesse dei cittadini che rappresentano, far valere le loro prerogative e pretendere l'immediata esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato, rivendicando immediatamente il ripristino di tutti i posti illegittimamente soppressi.

TROVIAMOCI GIOVEDI’ 8 SETTEMBRE ALLE ORE 16
DAVANTI ALLA REGIONE
PER CHIEDERE QUALI INIZIATIVE SONO STATE PRESE E SARANNO PRESE
PER OTTENERE IL RIPRISTINO DEI POSTI ILLEGITTIMAMENTE SOPPRESSI

sabato 27 agosto 2011

La Regione Toscana sostiene i POF con 10 milioni di Euro

TOSCANA/SCUOLA: REGIONE, 10 MILIONI PER SOSTEGNO PIANI OFFERTA FORMATIVA

Un impegno finanziario che sfiora i 10 milioni di euro con 39 azioni educative che la Regione Toscana indica alle scuole di ogni ordine e grado per l'anno scolastico che sta per iniziare. E' tutto scritto in una delibera approvata dalla Giunta Regionale su proposta di Stella Targetti, assessore all'Istruzione, per sostenere le scuole nei loro Piani di Offerta Formativa (POF).

Le norme nazionali, spiega una nota regionale, prevedono che le Regioni possano sostenere i piani di studio delle scuole fino al 20% del monte orario annuale obbligatorio in modo che le singole istituzioni scolastiche, nel rispetto della loro autonomia, possano essere aiutate con offerte formative regionali di qualità.

La Regione Toscana ha dunque approvato i suoi ''indirizzi'': per l'anno scolastico 2011/12 si tratta di 18 progetti articolati in 39 azioni. Le scuole possono scegliere di aderire e di inserirle nei loro POF. Per ciascuna delle 39 azioni vengono indicati riferimenti e modalità di accesso.

Le risorse mosse sfiorano, in totale i 10 milioni di euro, ma, concludono dalla Regione, ''a tale cifra possono sommarsi cofinanziamenti di partner locali, pubblici e privati''.

Da www.asca.it
25/08/2011

sabato 6 agosto 2011

Toscana: un inizio di scuola con organici al minimo e classi affollate

Scuola 2mila alunni in più e 906 insegnanti in meno: è allarme

I tagli del governo, anche se «illegittimi» secondo una recente sentenza dal Consiglio di Stato, continuano a mettere in ginocchio la scuola pubblica. Insegnanti, sindacati e partiti d'opposizione chiedono il reintegro dei docenti e ausiliari tagliati negli ultimi anni, ma intanto si deve ancora fare i conti con organici ridotti all'osso e classi sovraffollate.

Alessandro Rapezzi, segretario provinciale della Flc, quali sono le situazioni più critiche a Firenze? «Alle medie di Montaione ci sarà una prima con 32 alunni, alla Cavalcanti di Sesto verranno fatte 9 prime da 28 o 29 alunni ciascuna, compresi 3 disabili, e alla Machiavelli di Firenze, si arriva a 31 per classe con un disabile.

Alle superiori non va meglio: al musicale del Dante ci saranno due prime da 34 alunni. Poi c'è il problema dei collaboratori, che saranno molto al di sotto delle necessità. A Reggello, Greve, Lastra a Signa, San Casciano, Barberino, Dicomano, San Piero a Sieve, Fiesole, i Comuni, soprattutto quelli con tanti plessi dislocati lontani gli uni dagli altri, potrebbero essere costretti a pagare di tasche proprie i custodi, a meno di non tenere chiuse le scuole.

E per le classi mancanti alla scuola dell'infanzia si dovrà ancora una volta fare affidamento sul finanziamento straordinario della Regione, che sarà definito in Provveditorato il prossimo 20 agosto».

C'è stato un incontro su questi temi all'Ufficio scolastico regionale (ieri, ndr), com'è andata? «Male. Il Provveditorato provinciale aveva richiesto 354 insegnanti in più nell'organico di fatto: sono posti strettamente necessari a mandare avanti la scuola, a fronte di organici di diritto già di per se insufficienti. Ma invece ne saranno assegnati solo 309. Ne mancano all'appello 45». E nel resto della Regione? «Non va meglio. Rispetto alle richieste, verranno assegnati 173 posti in meno. Rispetto all'anno scorso, si tratta di 906 docenti in meno a fronte di un aumento di oltre 2mila alunni».

Cosa succederà? «Non si sa più dove tagliare. Il Provveditorato provinciale ha annunciato che, se non arriveranno risorse aggiuntive come quelle assegnate ad altre regioni, per esempio alla Lombardia, a cui sono andati 400 docenti in più, saranno tagliati i professori delle serali, come l'anno scorso. Evidentemente sono considerate di serie B. In più non si concederanno le 181 classi di tempo pieno in più richieste dalle famiglie, alle elementari l'inglese sarà insegnato nei ritagli di tempo dai maestri ordinari che otterranno l'abilitazione con un corso di 60 ore. Poi si chiederà ai docenti di ruolo di fare più ore, in modo da coprire le classi tenendosi formalmente entro i tetti fissati dalla Finanziaria.

Noi gli rivolgiamo un appello: non siete obbligati ad accettare ore in più e se lo fate danneggiate i precari. La Flc non è contraria a rinforzi di orario, ma chiede che siano discussi nell'ambito del rinnovo del contratto collettivo nazionale».

Silvia Casagrande

Da www.unita.it
04/08/2011

mercoledì 3 agosto 2011

Gelmini bocciata!

Tagli, Consiglio di Stato boccia la Gelmini

Se mai ce ne fosse stato bisogno, anche il Consiglio di Stato ha certificato l'opera di mutilazione contro la scuola operata da Mariastella Gelmini. Lo scorso 29 luglio il consiglio si è pronunciato sulla richiesta d'appello presentata dal MIUR su numerosi ricorsi, alcuni dei quali promossi dalla FLC CGIL e accolti dal TAR Lazio nello scorso mese di aprile. E il parere è inequivocabile: i circa 87mila posti di lavoro eliminati negli ultimi due anni sono stati dichiarati illegittimi. Bocciati il D.I. n. 35/2010 e la relativa circolare sulle iscrizioni. Così come anche il D.I. 62/2009 relativo all'organico di diritto dei docenti per l'a.s. 2009/2010, in quanto il MIUR è obbligato ad acquisire, cosa che non ha fatto, il parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni espressamente previsto dall'art. 2 del DPR 81/2009. L'avvocatura dello Stato è provata a correre ai ripari dicendo che questo parere sarebbe stato acquisito in seguito da una apposita “tecnostruttura”. Il che chiaramente era un gesto per bypassare la Conferenza.

«La recente sentenza, in base alla quale il provvedimento che cancella ben 87 mila organici negli anni scolastici 2009-2010 e 2010-2011 “è privo di efficacia giuridica”, richiede ora un intervento del governo che spieghi come intenda affrontare la situazione», dice Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Cultura. «Le prime spiegazioni del ministero - sottolinea la parlamentare - minimizzano molto il significato e le conseguenze della sentenza mentre noi crediamo che la prima cosa da fare sia quella di restituire gli organici tagliati alle scuole. A questo proposito ho presentato un'interrogazione perché il ministro spieghi come dare seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che si aggiunge purtroppo ad altri pronunciamenti della giustizia amministrativa che hanno espresso a diversi livelli illegittimo e contrario alla legge il comportamento del ministero stesso».

I ricorsi a carico del ministero dell'Istruzione «hanno ormai raggiunto proporzioni stratosferiche e dimostrano come la Gelmini abbia mutilato il comparto scuola, tagliando illegalmente fondi e professionalità». Affermano in una nota Letizia Bosco e Ilaria Persi, responsabili scuola dell'Italia dei Valori. «Ad appellarsi alla magistratura contro i provvedimenti adottati dall'estate del 2008 in poi, cioè a partire dall'approvazione del famigerato art. 64 della legge finanziaria 133, non sono stati solo i precari, costretti a contrastare la loro progressiva estromissione dal mondo della scuola dopo anni di servizio, ma anche - fanno notare Bosco e Persi - i comitati di studenti, i genitori e il personale di ruolo». «Lo scorso 29 luglio il Consiglio di Stato ha rilevato l'ennesima irregolarità nelle modalità con cui il ministero ha tagliato gli organici della scuola negli ultimi due anni. Si tratta di circa 87 mila posti di lavoro eliminati illegittimamente, il cui reintegro vanificherebbe il piano di 8 miliardi di tagli portato avanti con cieca ostinazione dalla devastante coppia Gelmini-Tremonti. È tempo che il ministro dell'Istruzione e questo governo, ormai allo sbando - concludono i due esponenti dell'Italia dei Valori - si arrendano e accettino il loro fallimento e il ripristino della legalità. L'esecutivo deponga, senza se e senza ma, le armi con cui da anni ha tentato di distruggere il sistema scolastico del nostro Paese».

Da www.unita.it
01/08/2011

martedì 5 luglio 2011

Scuola toscana: un difficile autunno

Scuola, aumentano gli alunni e diminuiscono gli insegnanti

L’informativa sull’organico di diritto per l’a.s. 2011/2012 del personale Ata della provincia di Firenze conferma, come risulta dal Decreto prot. N.8499 del 23 giugno 2011 del Direttore Regionale della Toscana Dott.ssa Palamone, il taglio del personale scolastico per la provincia di Firenze: 187 posti in meno a fronte di un taglio totale regionale di 737.
Nella provincia inoltre sono state attuate razionalizzazioni di istituti non previste dalla normativa (passati da 125 Istituzioni a 120) e il virtuosismo ha comportato ulteriori tagli causati dall’incongruità delle tabelle in particolare per i collaboratori scolastici (esempio San Casciano). In particolare si perderanno: 148 collaboratori scolastici, 32 Assistenti Amministrativi, 2 Assistenti tecnici, 5 Direttori dei Servizi Generali Amministrativi.

Come già rappresentato nel documento del 23.05.2011 il taglio di ulteriori 187 unità di personale ATA è insostenibile perché si va a sommare ai tagli dei 2 anni precedenti per un totale di 458 posti in meno a fronte di un aumento consistente della popolazione scolastica (solo nell'ultimo anno 1.000 alunni ca.).

Quest’anno si sono registrate numerose difficoltà nell’organizzazione scolastica con aumento dei carichi di lavoro del personale, con situazioni al limite della sicurezza, e con un aumento del contenzioso e del disciplinare; in molti casi si è garantito il funzionamento delle scuole grazie solo alla disponibilità del personale che si è visto costretto a rinunciare alle prerogative contrattuali subendo imposizioni di orario spezzato o itineranze forzose.

"Il prossimo anno scolastico - sottolineano le sigle sindacali FLC CGIL GILDA-UNAMS CISL SCUOLA COBAS SCUOLA UIL SCUOLA - con gli organici ridotti ulteriormente, vedrà molte istituzioni scolastiche impossibilitate ad aprire i plessi, in particolare le monosezioni della scuola dell’infanzia con problemi di sicurezza, vigilanza, supporto alla didattica e assistenza di base agli alunni portatori di disabilità.

La nostra posizione di protesta, di contrarietà a qualsiasi criterio di riduzione mascherato da falsi enunciati di razionalizzazione delle risorse per maggior efficacia ed efficienza, viene riconfermata in tutte le sedi; chiediamo all’Amministrazione di rappresentare le situazioni di disagio e disfunzione a tutti i livelli sovraordinati, Direzione Scolastica Regionale, Ministero, Regione Toscana e Prefetto al fine di ottenere una quota compensativa di organico da ridistribuire alle istituzioni scolastiche con maggiori difficoltà e con particolare riguardo alla scuola dell’infanzia e primaria, alla presenza di alunni portatori di handicap e al personale con riduzione di mansionario.

Riepilogando la situazione complessiva.
Scuola Infanzia: non sappiamo se la Regione Toscana continuerà a finanziare le richieste di generalizzazione che porterebbero alla eliminazione delle liste di attesa; si sta parlando di 156 sezioni potenziali in tutta la Regione. Lo Stato non finanzierà nessuna nuova sezione, mancano 30 posti solo per la provincia di Firenze. Da 2 anni (con questo 3!) lo Stato non attiva nuove sezioni di scuola dell'infanzia interrompendo la generalizzazione di tale ordine di scuola.
Per gli altri ordini di scuola, in presenza di un aumento di circa 1.000 alunni

Scuola Primaria: non sappiamo se e come potranno essere accolte le richieste di attivazione di nuovo tempo pieno, solo per la Provincia di Firenze erano 38/40; devono essere coperte le necessità sulla lingua inglese. Tagliati 109 posti, mancano oltre 100 posti per accogliere le richieste di TP e le necessità sull'inglese.

Scuola Secondaria primo grado: vista la presenza di classi con 29/30 alunni non sappiamo se saranno autorizzate nuove classi. Mancano 30/35 docenti.

Scuola secondaria secondo grado: anche in questo caso ci aspettiamo che siano autorizzate nuove classi laddove il numero degli alunni fosse superiore a 30 e per garantire le scelte degli indirizzi dei ragazzi. Tagliati 49 posti. Ci sono 10 scuole dove le classi sono formate da un numero di alunni superiore ai 29. Gli alunni della secondaria sono 38.995, le classi complessivamente sono 1659 ed ospiteranno 727 alunni disabili con una media alunni per classe di 23,50: ricordiamo che la normativa prevede che in caso di disabilità grave le classi non dovrebbero superare i 20 alunni. Tenuto conto che oramai la certificazione scolastica è assimilata alla L. 104 sulla invalidità, gli alunni sono tutti gravi.
Scuola per Adulti (CTP): verifica delle iscrizioni che scadevano il 31 Maggio, ripristino organico necessario a garantire il diritto allo studio per tutti quelli che lo chiederanno, anche se adulti.

Le OO.SS. si dichiarano non disponibili ad accettare questi tagli "in contrasto con le leggi, a partire da quella sulla sicurezza" e denunciano con forza "l'esito di questi tagli che, aggiunto a quello dei docenti: metterà in dubbio l'apertura di molti plessi; renderà precaria la sicurezza all'interno degli edifici scolastici diminuendo i livelli di sorveglianza; peggiorerà il livello di funzionamento amministrativo proprio nel momenti in cui, alla scuola dell'autonomia, si assegnano nuovi e più gravosi impegni; non garantirà il pieno ed efficace funzionamento della scuola in base a quanto previsto dagli ordinamenti; peggiorerà in modo irreversibile la qualità della scuola della nostra Regione, ripercuotendosi, di fatto, sulle esperienze più innovative e positive (tempo pieno, tempo prolungato, ecc.); non garantirà il diritto allo studio per tutti i cittadini in età;
renderà sempre più difficile il processo di inclusione e di integrazione; non garantirà più la scuola dell'eguaglianza dei diritti; lascerà molti lavoratori precari della scuola senza alcuna prospettiva di lavoro.
Si impegnano a promuovere e sostenere tutte le iniziative necessarie per contrastare le scelte del governo, comprese quelle di carattere legale".

Le organizzazioni sindacali chiedono pertanto al Ministro, "la sospensione immediata dei tagli di organico ATA, la cui gravità e casualità hanno indotto il TAR del Lazio a sollevare la questione della loro legittimità davanti alla Corte Costituzionale";
al Dirigente dell'USR della Toscana, "una piena assunzione di responsabilità, esercitando quella discrezionalità che gli viene attribuita dal Ministro in materia di organici ATA, che assicuri il ripristino, in sede di organico di fatto, di una quota compensativa, necessaria a garantire l'avvio regolare del prossimo anno scolastico";
ai Dirigenti Scolastici, "la esplicita denuncia di tutte le sofferenze, le disfunzioni ed il mancato rispetto delle norme di sicurezza e la garanzia che non verranno violate le norme contrattuali del personale".

Rapezzi, Cai, Velani, Serafini e Di Donna sollecitano inoltre gli Enti Locali, la Regione, le forze politiche, la società civile, ad intervenire con iniziative concrete per "contrastare questo vero e proprio smantellamento della scuola pubblica e per garantire la necessaria qualità del nostro sistema scolastico".

Tra le iniziative proposte:
Aprire un tavolo di monitoraggio delle scuole con Regione, Provincia e Comuni, a seconda delle competenze, sul tema della sicurezza. Partendo dalla situazione edilizia, tenendo conto delle sofferenze di organico e del numero degli alunni presenti nelle singole scuole, evidenziare le situazioni di rischio mettendo in atto tutte le iniziative atte a prevenire pericoli di qualsiasi tipo.
Aprire un tavolo di monitoraggio con Regione, Provincia e Comuni, a seconda delle competenze, sui finanziamenti alle scuole, sui modelli orari ed organizzativi, sull'attuazione della riforma della secondaria e sull'applicazione del sistema integrato di Istruzione e Formazione Professionale, al fine di ottimizzare e valorizzare le risorse e le energie che arrivano nelle scuole stesse da più parti.
Aprire un tavolo di monitoraggio con Regione, Provincia e Comuni, a seconda delle competenze sulla qualità dell'integrazione scolastica relativa agli alunni stranieri e agli alunni disabili.
Sospendere tutte le iniziative di verticalizzazione e razionalizzazione degli istituti al fine di verificarne la ricaduta sulla composizione degli organici.

30/06/2011
Da www.nove.firenze.it

mercoledì 29 giugno 2011

In poche parole, lo sfascio della scuola pubblica

Invalsi: la scuola non finisce mai... di stupire
di Maria Rosa Panté

Quando sento parlare di tagli alla spesa pubblica rabbrividisco.

Perché so che il governo Berlusconi comincerà dalla scuola (e a seguire da tutti i servizi per i cittadini). Continueranno e si intensificheranno i tagli ai docenti, al personale ATA...
Minori spese disse una volta la Gelmini, su suggerimento di un suo collaboratore. Intanto i primi risultati della scellerata politica sono: più alunni per classe (fino a oltre 30 in barba a ogni norma di sicurezza) e meno docenti, cioè più ignoranza e più disoccupazione. Forse il governo pensa: meglio sudditi ignoranti che cittadini formati e informati, meglio lasciare a casa i docenti che son tutti di sinistra e non son voti persi per noi. (Sono cose già dette, ma giova ripeterle).

Quando sento parlare di ricorsi vinti, mi sento rattrappire.

Perché so che il governo Berlusconi è ontologicamente illegale. E infatti se la normativa europea prevede che dopo tre anni di precariato, ove sia dimostrata l'utilità del precario, questi debba essere assunto a tempo indeterminato, se anche un tribunale ha accolto i ricorsi di tantissimi docenti precari, subito spunta un decreto, nel calderone dei decreti, che annulla questa norma e che verrà approvato col voto di fiducia. E l'Europa? Speriamo che l'Europa non stia a guardare. Ma si sa l'Europa esiste solo per le guerre e la finanza che spesso sono un tutt'uno.

Quando sento dire basta con le classi pollaio (cioè sovraffollate), ancora una volta il ricorso di docenti e genitori è stato vinto, mi si gela il sangue.
Perché so che ignorare la legge è facile e questo governo sguazza negli escrementi della sua illegalità e nonostante il Consiglio di Stato abbia respinto il ricorso del Ministero dell'Istruzione, le classi per qualche miracoloso ulteriore decreto saranno ancora di oltre 30 persone e molti docenti, nonostante i numerosi anni di servizio, si ritroveranno a cambiare istituto, città, luogo di lavoro, in un precariato perenne. E fortunati loro che ancora hanno il lavoro!

Quando la Gelmini (esempio massimo secondo me di proterva ignoranza) parla di merito mi si rizzano i capelli.

Han pestato tanto per il merito nella scuola, han pensato di far passare il merito attraverso la valutazione delle prove Invalsi (test per gli studenti che sondano le loro conoscenze in varie materie), gli insegnanti si sono ribellati, molti hanno pensato che lo facessero perché “nessuno mi può giudicare”. Può darsi, ma quest'ultima notizia, secondo me, rende giustizia alle proteste dei docenti. Dunque prove Invalsi per l'esame di terza media. Docenti che correggono secondo le indicazioni del Ministero i test. Finito il lavoro arriva una mail: “Scusate abbiamo sbagliato, si devono correggere le griglie di valutazione”. Insomma tutto da rifare.
Chi adesso potrà convincermi che devo affidare a gente così la valutazione del mio merito? Chi valuta il loro, a cominciare dal Ministro della Pubblica Istruzione?

E così quando sento parlare di scuola mi cadono le braccia, lo sconforto mi prende e lo sgomento. Ma queste scelte scellerate si pagano, ad esempio a Milano credo che anche la rete dei docenti e dei genitori, molto forte e attiva, abbia aiutato a cambiare rotta nel governo della città.

È ora che il famoso vento cambi anche per la scuola. E che sia impetuoso!

22/06/2011
Da http://www.agoravox.it

sabato 25 giugno 2011

Decreto Sviluppo: a casa 20.000 precari

Decreto Sviluppo, il governo lascia ventimila prof precari a casa

Due giorni fa il ministro Gelmini ha stralciato dalla legge la regolarizzazione di una enormità di docenti già abilitati e "dimenticati" dal 2008. Altrettanti sono rimasti a metà strada e occorreranno nuove regole

Il governo rispedisce all'inferno i 20 mila insegnanti "dimenticati" dal 2008. Per loro sembrava fatta: gli abilitati e abilitandi all'insegnamento tra il 2008 e il 2010 erano stati inseriti con un emendamento nella legge di conversione del decreto Sviluppo. Ma, tra sabato e domenica scorsi, con un colpo di mano, il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha deciso di estrometterli nuovamente. Il provvedimento, approvato in commissione, è stato stralciato dal maxiemendamento ed è divenuto definitivo con il voto di fiducia di oggi. E sull'esecutivo piovono le critiche di sindacati e forze dell'opposizione.

Per  Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, "il governo svilisce il Parlamento e lascia a casa 20 mila docenti abilitati a numero chiuso presso le università, le accademie, i conservatori italiani". "Il governo  -  rilancia la Flc Cgil  -  cancella la norma, approvata in commissione che prevedeva l'inserimento in graduatoria dei docenti già abilitati. Si tratta di un decisione insensata e ingiusta che penalizza definitivamente 20 mila precari".

"Contro questo decreto  -  continua la Cgil  -  e più in generale contro la politica del governo sull'istruzione, l'università e la ricerca, la Flc Cgil continua la mobilitazione e partecipa al sit-in di protesta dei precari della conoscenza a Montecitorio, in occasione del voto di fiducia alla Camera, nei giorni 21 e 22 giugno". A spiegare la questione ci pensa una recente interrogazione
parlamentare presentata dall'Italia dei valori che richiama il decreto ministeriale sull'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per il triennio 2011/2014. 

"Il citato decreto ministeriale  -  recita l'interrogazione Di Pietro, Donadi, Zazzera e Di Giuseppe  -   non prevede la possibilità di inserimento nelle graduatorie ad esaurimento per intere categorie di abilitati e abilitandi che, dal 2008 ad oggi, stanno frequentando o hanno frequentato percorsi abilitanti attivati dal ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca". Le liste "ad esaurimento" furono istituite dall'allora ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni nel 2006 con lo scopo di eliminare il precariato della scuola in pochi anni. E per questa ragione, dopo l'ultimo aggiornamento per il biennio 2007/2009 non era previsto che si potessero inserire altri aspiranti.

"Nonostante ciò  -  continua Italia dei Valori  -  nel 2007 il ministero dell'Istruzione attivava nuovi percorsi abilitanti  -  scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario IX ciclo, corsi abilitanti Cobaslid, Afam e scienze della formazione primaria" e un anno dopo, vista la palese incongruità, nell'autunno del 2008 il Parlamento, con il decreto-legge 137 "prevedeva la possibilità, per gli abilitandi, immatricolati nel 2007 presso i predetti corsi a numero programmato, di essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento in occasione della loro riapertura per il biennio 2009/2011".

Dal 2008 al 2010 il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha continuato ad attivare percorsi abilitanti con le stesse modalità dei precedenti, cui si sono iscritti in 20 mila circa. Nel frattempo, la Gelmini varava le nuove regole per il reclutamento degli insegnanti e dei 20 mila rimasti a metà strada tra vecchio e nuovo sistema si sono dimenticati tutti. Pare che a spingere la Gelmini al dietrofront siano stati gli abilitati all'estero: coloro che per ottenere l'abilitazione si sono recati addirittura in altri paesi europei. Una pratica criticata dalla ministra perché non molto trasparente.
(Salvo Intravaia)

21/06/2011
Da www.repubblica.it

domenica 19 giugno 2011

A scuola nessuno è straniero

A SCUOLA NESSUNO E' STRANIERO

Convegno Regione Toscana - Giunti Scuola
Venerdì  30 settembre 2011
Palazzo dei Congressi
Piazza Adua 1 - Firenze

Dopo vent’anni di pratiche ed esperienze di integrazione nella scuola, diventata multiculturale e plurilingue, è giunto il tempo per una nuova fase che diffonda e porti a sistema le attenzioni e i progetti per una buona integrazione dei bambini e dei ragazzi che provengono da ogni parte del mondo, adottando metodologie e strumenti educativi adeguati alle nuove e diverse esigenze della “classe multiculturale”.

È il momento di superare il concetto di “integrazione degli stranieri” per approdare a quello di “inclusione nelle differenze”. Varie sono le ragioni che muovono in questa direzione: innanzitutto, vi è una motivazione di carattere strutturale e demografico: sta progressivamente aumentando il numero dei bambini stranieri nati in Italia, mentre si assiste a un rallentamento di coloro che giungono qui per ricongiungimento famigliare, perciò sempre di più avremo a che fare, con bambini stranieri che sono futuri cittadini – italiani de facto anche se non ancora de iure – inseriti nei servizi educativi fin dalla prima infanzia e già italofoni al momento dell’ingresso a scuola. Essi rappresentano il futuro del nostro Paese.

Vi è poi una motivazione pedagogica: non si può oggi continuare a guardare all’immigrazione – e alla presenza dei bambini stranieri a scuola – solo in un’ottica connotata dall’emergenza e dalle misure di “pronto intervento” volte a ripristinare la precedente “normalità”. La “normalità” è, sempre più, quella di crescere, insegnare e apprendere in contesti eterogenei. Si deve quindi adottare una visione più lungimirante, che accompagni il presente e immagini il futuro.

Vi è inoltre una motivazione di tipo sociale ed etico che guarda con preoccupazione al clima attuale di chiusura e distanza nei confronti degli altri, fino a vere e proprie forme di discriminazione, che si manifestano nelle frequenti rappresentazioni della “diversità” come minaccia all’identità nazionale. Anche la scuola risente di questo clima, che rischia di erodere il lavoro educativo e di rendere più fragile la scuola che “costruisce uguaglianza”.

È un momento cruciale per la scuola e per la comunità: il convegno si propone di porre all’attenzione quanto è stato finora fatto, quanto si può fare e quanto si deve ancora fare nella direzione della con-cittadinanza.

Programma:

La scuola della buona integrazione: le pratiche e gli strumenti
Cinque sessioni tematiche parallele
Nelle cinque sessioni tematiche del mattino ci sarà la possibilità di scambiare e mettere in comune i dispositivi, i progetti e i materiali didattici fin qui realizzati nelle scuole e nei servizi della buona integrazione. Verranno individuate quattro/cinque buone pratiche a livello nazionale e regionale da presentare nelle diverse sessioni.
La Regione Toscana inoltre, coglierà l’occasione del Convegno per raccontare l'esperienza realizzata nell’ambito dei tre progetti sovraprovinciali, finanziati con FSE a valere su apposito Avviso pubblico, e finalizzati all’adozione dei “Piani di gestione delle diversità” in tutte le scuole toscane, come previsto dalla DGR 530/2008 “Per una scuola antirazzista e dell'inclusione”.


 La scuola che fa uguaglianza: le idee e le proposte
Sessione plenaria
Nella sessione plenaria pomeridiana, viene trattato il tema della scuola multiculturale di “seconda generazione” e dell’inclusione nelle differenze da punti di vista diversi, dando anche spazio alla voce dei “nuovi italiani”.

Evento conclusivo
Nel corso del convegno sarà attivo uno “spazio poster” per la presentazione della nuova annata di “Sesamo didattica interculturale” e sui tre progetti finanziati dalla Regione Toscana e finalizzati all’attuazione del “Piano di gestione delle diversità” nelle scuole toscane.

Iscrizioni online su
http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/istruzione_ricerca/visualizza_asset.html_416245684.html

martedì 14 giugno 2011

Asili nido: in Italia ancora troppo pochi

Quel lontano traguardo per gli asili nido in Italia

Nel corso dell’assemblea annuale promossa nei giorni scorsi a Roma dal Coordinamento delle scuole dell’infanzia costituito dai sindacati scuola più rappresentativi e dalle associazioni di categoria del settore è stato sottolineato il ritardo dell’Italia nell’assicurare una espansione del servizio educativo per la prima infanzia (nidi, in particolare) che consenta di raggiungere per il 2020 il traguardo fissato dall’Unione europea del 33% di bambini accolti.

Attualmente la percentuale di bambini dell’età di 0-2 anni che frequentano nidi pubblici, convenzionati o privati, secondo stime non confermate, è tra il 16% e il 17%, cioè a metà strada dell’obiettivo europeo del 2020. L’Istat nel 2009 riportava percentuali molto più basse, intorno al 12%.

Ma la situazione italiana è molto differenziata tra i territori, con una forte depressione di servizi al sud e una discreta condizione al Nord, dove, ad esempio in Emilia-Romagna, si arriva già al 30% di bambini accolti (il Comune di Reggio Emilia è al 42%).

Come si sa, la competenza ad organizzare servizi per la primissima infanzia è dei Comuni, che impegnano in proposito specifiche spese. Dai conti consuntivi dei Comuni italiani per il 2009 si ha la mappa di questi impegni per gli asili-nido; una mappa che spiega abbastanza bene il divario esistente e la difficoltà di costruire con buone speranze l’obiettivo del 33% fissato dall’Unione (e sottoscritto a Barcellona nel 2002 anche dal nostro Paese).

I Comuni dell’Emilia-Romagna hanno impegnato in asili nido nel 2009 il 6,15% dei loro bilanci; quelli del Lazio il 5,38% e quelli della Lombardia il 5,29%. Ma i Comuni della Campania hanno impegnato soltanto l’1,68% delle loro spese in asili nido e la Calabria lo 0,40%.

06/06/2011

mercoledì 8 giugno 2011

IERI POMERIGGIO CONSIGLIO COMUNALE MOLTO AFFOLLATO
Cavalcanti, assalto dei genitori

Una trentina di ragazzi rischiano il taglio: «Non ci stiamo»

di SANDRA NISTRI su la Nazione 8/6/11

SONO arrivati in massa, mamme in maggioranza ma anche diversi papà, ieri pomeriggio in consiglio comunale per cercare di capire perché almeno trenta famiglie rischiano di non poter far frequentare ai figli dal prossimo settembre la scuola secondaria di primo grado Cavalcanti anche se regolarmente iscritti: gli uffici scolastici territoriali hanno infatti disposto che la scuola di via Guerrazzi con 250 iscritti, avrà nove sezioni anziché le dieci richieste e necessarie mentre l’altra media pubblica la Pescetti, con 151 iscritti, avrà la possibilità di formare sette classi contro le sei attuali. Un centinaio di genitori ha così riempito l’aula del consiglio nell’auditorium del Calamandrei dove era in discussione una mozione del Pd sulla vicenda: «Vogliamo capire i motivi - ha spiegato prima dell’inizio della seduta Cristina Orzalesi - non si tratta di una questione di spazi visto che fra pochi giorni lasceranno la scuola dieci terze, né di organico perché i professori sarebbero sufficienti per coprire dieci prime».

Il problema non riguarda solo famiglie residenti a Sesto ma anche persone che magari abitano in Comuni vicini ma hanno chiesto di iscrivere i figli alla Cavalcanti per motivi legati al lavoro o comunque per scelte precise: «Non siamo residenti nel Comune - ha sottolineato per esempio Susanna Betti - ma mia figlia ha fatto qui tutte le scuole dalla materna, ora rischia di dover interrompere e lasciare il gruppo di amici che si era formata senza che mai nessuno ci abbia prospettato pericoli o criteri da seguire per dare precedenza nelle iscrizioni».

C’è chi racconta di abitare a fianco della scuola e teme, paradossalmente, di dover iscrivere il figlio in una struttura più distante: «Vorremmo capire con quale criterio - hanno detto Silvia Donati e Lucia Bardotti - verranno individuati gli alunni in esubero e se si procederà davvero al sorteggio. E dove andranno questi trenta ragazzi se la Pescetti non ha gli spazi per accoglierli?». Per motivi concreti legati alla “metratura” delle aule e alla sicurezza infatti la Pescetti di via Diaz non può ospitare più di 23 alunni per classe mentre l’arrivo di 30 studenti dalla Cavalcanti più eventuali ripetenti farebbe notevolmente lievitare la media: «Il problema - ha chiarito Rossana Casu insegnante della Cavalcanti e fiduciario Flc Cgil - non è di quest’anno, ma risale almeno agli ultimi tre anni con i tagli che hanno portato alla riduzione degli organici. Qui gli uffici scolastici territoriali hanno applicato pedissequamente la legge dividendo semplicemente, per il territorio di Sesto, il numero di richieste di iscrizione delle due scuole con quello massimo di alunni per classe ottenendo sedici sezion,i senza tenere conto di particolari esigenze della Cavalcanti». Prima della discussione, nel tardo pomeriggio, della mozione da registrare anche la polemica del Pdl, che si è visto non accettare la question time sulla Cavalcanti “perché non materia d’attualità” e bloccare anche una comunicazione sull’argomento perché già oggetto della successiva mozione.

sabato 4 giugno 2011

Tagli in Toscana: i dati dell'Ufficio Scolastico Regionale

Scuola, da settembre
898 insegnanti in meno


La cifra resa nota dalla direttrice dell'Ufficio scolastico regionale Angela Palamone. Che promette: "L'offerta rimarrà invariata". Presidio dei genitori in via Mannelli

Da settembre, la scuola toscana dovrà fare a meno di 898 insegnanti. L'entità della terza tranche dei tagli del governo all'istruzione, cominciati nel 2008, è stata resa nota ufficialmente dalla direttrice dell'Ufficio scolastico regionale Angela Palamone durante un'audizione presso la commissione cultura del consiglio regionale. Un numero leggermente inferiore rispetto alle stime dei sindacati: la Cgil aveva infatti calcolato 933 cattedre in meno dal prossimo anno. La cifra si riferisce all'intera regione e alle scuole di ogni ordine e grado.

Palamone ha anche analizzato la situazione della scuola in Toscana parlando di un livello "buono ma con poche eccellenze e troppe insufficienze: per questo serve un lavoro sulla qualità". La dispersione scolastica, ha ricordato, è al 17% e per contrastare il fenomeno "si dovrebbe investire di più su cultura tecnica e professionale e sull'innovazione tecnologica, anche come settore di specifico intervento della Regione". La popolazione scolastica in Toscana, ha poi aggiunto, è pari 463.396 iscritti, e ha registrato un aumento nel 2011.

L’Ufficio scolastico, è stato annunciato, ha inoltre avviato un’indagine per conoscere il reale fabbisogno dei territori. Disposta anche la ricognizione delle richieste per il tempo pieno, per capire quante ne rimangono inevase rispetto ad un’offerta che, ha assicurato Palamone, rimarrà invariata rispetto al 2010.

Rassicurazioni che non sono bastate a sedare la "forte preoccupazione" di Nicola Danti (Pd), presidente della commissione cultura, di fronte alla "diminuzione del corpo docente" ma anche per "il rischio connesso di una mancanza di servizi nelle scuole primarie e nelle aree montane della regione". Sulla stessa linea la consigliera regionale Daniela Lastri, sempre Pd: "Le parole del dirigente scolastico Angela Palamone confermano la gravità della situazione nella scuola. Anche in Toscana, a fronte di un incremento della popolazione scolastica di circa 2.000 alunni, c’è un taglio di 898 insegnanti. Questo vuol dire aumento del numero dei ragazzi per classe, diminuzione delle ore a disposizione e nessuna garanzia per il tempo pieno richiesto dalle famiglie". Lastri ha denunciato in particolare la situazione della scuola dell'infanzia: "Neppure per il prossimo anno scolastico il Ministero interverrà per aprire nuove sezioni né per mantenere quelle già aperte grazie al sostegno della Regione".

Una trentina fra genitori e insegnanti, intanto, hanno organizzato un piccolo presidio sotto la sede dell'Ufficio scolastico, in via Mannelli, e una loro delegazione è stata accolta dalla direttrice: fra le rivendicazioni, anche in questo caso, l'attivazione delle classi a tempo pieno "non concesse nonostante le richieste dei genitori". Segnalate, inoltre, le "problematiche organizzative di funzionamento di igiene e di sicurezza legate alla mancanza di personale amministrativo e di custodia".

Da http://firenze.repubblica.it
31/05/2011

giovedì 2 giugno 2011

A proposito dei problemi della scuola …

Su suggerimento di un amico, vi segnalo questa intervista, andata in onda su Fahrenheit (Radio 3) il 9 maggio scorso, a Giuseppe Caliceti, maestro e scrittore, autore di Una scuola da rifare, a proposito di test Invalsi, disastro Gelmini ecc..

domenica 29 maggio 2011

Firenze 26/05/2011
A tutti gli insegnanti e i genitori delle scuole di Firenze.
Come Coordinamento Genitori-Insegnanti abbiamo richiesto per martedì 31 maggio alle ore 14 un incontro con la Direzione regionale dell'Istruzione (Dott.ssa Palamone), in via Mannelli 113, accanto alla stazione di Campo di marte, richiedendo anche la presenza di un rappresentante dell'Ufficio 'Provinciale di Firenze. Abbiamo invitato a partecipare a questo momento di mobilitazione Sindacati e Associazioni: la situazione di Firenze è gravissima e, a differenza che in altre città, qui da noi scuole e genitori non si stanno muovendo, o troppo poco!!
I tagli agli organici di Insegnanti e custodi, che colpiscono una scuola già ridotta al minimo del funzionamento, produrranno per l'anno prossimo conseguenze gravissime, che ancora poco si sanno e si capiscono! Diamo alcuni dati:
Alla scuola dell'infanzia, classi sempre più numerose;
alle elementari, NON DATE LE NUOVE CLASSI A TEMPO PIENO RICHIESTE DAI GENITORI; questo taglio colpisce quasi tutte gli Istituti di Firenze e provincia! Anche molte classi previste in organico non sono state date se i numeri erano bassi! I tempi normali hanno sempre meno ore:potranno farcelaa garantire 2 pomeriggi?! I posti di Inglese sono stati soppressi. Il numero massimo di 20 in presenza di bambini certificati, previsto dalla Legge, non è stato rispettato e invece si prospettano classi illegali di 26/27/28 alunni"" I custodi, già mancanti, ancora diminuiti: si parla persino di chiusura di scuole o di "custodi di cooperativa"pagati dai genitori!!
Anche nella scuola media la situazione si prospetta gravissima !
Quanto insegnanti e genitori sanno questi dati??! Facciamoli circolare e mettiamo subito in rete informazioni, dubbi, domandi!
Martedì 31 alle 14 andiamo da ogni scuola alla Direzione Regionale, come è già stato fatto in altre città: sappiamo bene, per lunga esperienza, che solo la mobilitazione può tutelarci!!

Coordinamento Genitori - Insegnanti

mercoledì 25 maggio 2011

Scuola secondaria di primo grado, tagli agli organici: la situazione a Firenze

Le OO.SS. in data 18 Maggio hanno ricevuto dall’USP informativa sulla situazione degli organici della scuola secondaria di primo grado nella provincia di Firenze

A cura di FLC CGIL Firenze

Come dalla tabella fornita dall’USR Regionale gli alunni di scuola media aumentano: a. s. 2010/11 alunni 24.276, a.s. 2011/12 alunni 25.805, cioè + 529 alunni.

Le classi in provincia di Firenze aumenteranno: 1035 a. s. 2010/11 alle 1046 previste per l’a.s. 2011/12, cioè + 11 classi.

Questo è il motivo per cui nelle tabelle degli organici della scuola media il numero dei docenti aumenta: si passa dai 1756 dell’a.s. 2010/11 ai 1770 del prossimo a.s., cioè + 14 docenti.

Un numero totalmente insufficiente ad accogliere l’aumento del numero degli alunni!

Infatti per assorbire l’aumento degli alunni occorrerebbero almeno 19 classi (fatte con 27/28 alunni!), con 30/35 docenti in più. Tutto questo significa che gli alunni andranno a formare classi più numerose (la media è di 25 alunni per classe dove sono inseriti 615 disabili, dove dovranno essere aggiunti i “bocciati”).

Il grosso del taglio sarà assorbito dai Centri Territoriali degli Adulti (CTP): infatti in agosto dello scorso anno erano stati sfoltiti già, ma ora in organico di diritto si passa dai 36 docenti per l’a.s. 2010/11 ai 24 per il prossimo anno scolastico, un taglio di 12 docenti che di fatto garantiscono l’attivazione delle classi in più al mattino. Si stabilisce quindi una priorità sul diritto allo studio, diritto tutelato dalla Costituzione. Tutto questo accade mentre le iscrizioni ai CTP non sono ancora finite: infatti scadono il 31 Maggio! Inoltre va ricordato che i CTP saranno utilizzati per i test agli immigrati, quindi si tagliano mentre gli si affidano nuove funzioni.

Questa la situazione:

  • CTP Borgo San Lorenzo 3 docenti
  • CTP Pontassieve: 3 docenti
  • CTP Bagno A Ripoli: 4 docenti
  • CTP Lastra a Signa: 4 docenti
  • CTP Beato Angelico 5 docenti
  • CTP Campi Bisenzio 3 docenti
  • CTP Empoli 3 docenti

Totale docenti 24

Denunciamo inoltre il ritardo per la firma al decreto sulle sperimentazioni in cui è coinvolta Scuola Città Pestalozzi: la mancata firma impedisce l’attivazione di 7 posti per la scuola secondaria di primo grado e 4 posti per la scuola primaria che impoveriscono ulteriormente l’organico della provincia di Firenze.

Situazione altri settori:

Infanzia: non vengono attivati nuovi posti, l’organico rimane stabile; non vengono accolti nuove richieste. Ci sono richieste di attivazione per nuove 15 sezioni: di queste ad oggi la Regione ne sta pagando 10 ma ancora non sappiamo se la Regione confermerà l’impegno. In sostanza in provincia di FI mancano 30 posti di docente scuola infanzia, che potrebbero diventare 10 se la Regione continuerà a pagare le 114 sezioni che sta già pagando a livello regionale, 156 se accogliesse anche le nuove richieste!

Primaria: non esiste più l’insegnante specialista di inglese come posto in organico e non sono state accolte le richieste di 43 tempi pieni (di cui 20 a Firenze, 23 in Provincia): mancano almeno40 posti in organico per soddisfare i bisogni espressi dalle famiglie sul tempo scuola e almeno 60 insegnanti specialisti per la lingua inglese.

Secondaria secondo grado: sappiamo che dovranno essere tagliati circa 80 posti sui 392 previsti a livello regionale. Questo comporterà fare classi più numerose e in molti casi non si accoglierà la scelta dell’indirizzo fatta dalle famiglie. Siamo in ritardassimo sulla definizione degli organici di questo settore di scuola.

Personale Ata: vedi lettera inviata alla Dirigente Ufficio Scolastico Regionale e Assessore Regionale.

Sostegno: sappiamo che gli alunni disabili in tutti i settori aumentano di 116 unità quindi avremmo bisogno di organico aggiuntivo.

Insomma la scuola avrebbe fiorentina avrebbe bisogno di 280 docenti (30 inf.+ 40 prim.+ 60 ingl.+35 medie + 80 superiori + 35 sul sostegno) e il relativo personale ATA, cioè non fare i tagli (150 ca. posti previsti) con una aggiunta di organico almeno di 70 unità.