"Gli insegnanti bocciano la riforma"
E il ministro si infuria con la Cisl
Un sondaggio SWG tra i docenti: per la maggioranze è controproducente, per la stragrande maggioranza tagli e nuove norme limitano le occasioni per far apprendere. Ma quasi tutti amano il proprio lavoro. E la Gelmini ribatte con i dati Ocse
Gli insegnanti italiani appioppano un sonoro 4 meno alla Gelmini e lei va su tutte le furie. A farla imbestialire l'indagine sugli insegnanti italiani, condotta da Swg per la Cisl scuola e presentata questa mattina a Roma, dall'innocuo titolo "La scuola italiana: valori e consapevolezza a servizio dei giovani e del Paese", che scandaglia l'universo degli insegnanti su tutte le tematiche più recenti: il merito, la riforma Gelmini, lo stato d'animo di prof e maestre e la fiducia nel futuro.
Ma cos'è che ha fatto saltare dalla sedia la Gelmini? "La scuola disegnata dalla cosiddetta riforma Gelmini - si legge nel dossier - è un marchingegno che toglie anziché offrire". Il 72 per cento dei 700 intervistati boccia le classi sovraffollate, il 59 per cento considera controproducente la riduzione delle ore di studio alla primaria e alla media e oltre metà dei docenti (il 54 per cento) manda a casa il "maestro unico". E, invitati a dare un voto complessivo alla riforma Gelmini, affibbiano un eloquente 3,6.
Per oltre 6 docenti su 10 all'origine dell'impoverimento scolastico ci sono i "tagli economici che hanno limitato le possibilità dei singoli istituti" e per metà del campione "le retribuzioni sono inadeguate". I docenti italiani soffrono anche per lo scarso "riconoscimento sociale" di cui godono, mentre il 27 per cento punta il dito sulla "mancanza di strumentazioni e strutture adeguate". Le soddisfazioni arrivano invece dal rapporto con gli alunni (il 57 per cento) e dallo stretto contatto con le giovani generazioni.
A sorpresa, gli insegnanti continuano ad amare il proprio lavoro. "Nonostante il contesto in cui si trovano ad operare - spiegano dalla Cisl - tenda spesso a limitare il regolare svolgimento dell'attività didattica", "l'85 per cento dei docenti si dichiara orgoglioso di stare in cattedra". E i meno giovani continuano ad avere fiducia nel futuro. Anche tabù come merito e valutazione sembrano superati. "Il 63 per cento vedono di buon occhio l'idea di legare il proprio percorso di carriera a sistemi di valutazione" e 56 su cento si dichiarano favorevoli a "all'ipotesi di differenziare gli stipendi in base al merito".
"Esiste una differenza significativa tra le ricerche e i dati Ocse-Pisa e quelli forniti dalla Swg su commissione della Cisl", tuona la ministra, che aggiunge: "Solo poche ore fa sono stati resi noti in tutto il mondo i risultati dell'indagine sull'andamento dei sistemi scolastici internazionali. Una rilevazione autorevole e oggettiva secondo cui aumenta la qualità della scuola italiana, che dopo anni inverte un trend negativo e torna a guadagnare posizioni. Evidentemente a qualche sindacato - prosegue - è venuto il mal di pancia, ma soprattutto ha visto crollare tutti gli slogan scanditi in questi anni". Peccato - va ricordato - che le prove sono state fatte quando il ministro era di fatto appena arrivato e nulla della sua riforma era nemmeno alle viste.
"La nostra ricerca confligge con i dati OCSE?", replica polemico Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola. "Lo può affermare - spiega - parlando a sproposito, solo chi non l'ha letta". La Cisl non ha condotto "nessuna misurazione delle performance del sistema, ma solo un'indagine sugli insegnanti, per conoscere meglio chi sono e cosa pensano di sé, della loro scuola, del loro Paese". "Si può capire - conclude il sindacalista - che l'incertezza di questa fase politica possa rendere particolarmente eccitabili, ma un minimo di cautela prima di avventurarsi in una polemica francamente fuori luogo (oltre che fuori tema!) sarebbe raccomandabile".
Mentre Francesca Puglisi (Pd) rispolvera due famosi brani di Caterina Caselli per descrivere il momento politico-sindacale: "La verità ti fa male, lo so" e "Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu". "La rilevazione Swg Cisl - dichiara la Puglisi - conferma tutto ciò che chiunque giri per le scuole e ascolti in tutta Italia studenti, insegnanti, personale e dirigenti aveva già toccato con mano. Il disagio è grande e stupiscono i toni astiosi riservati da ministro e maggioranza alla Cisl, un sindacato fino ad oggi ritenuto moderato e che da oggi, evidentemente, è colpevole di aver certificato la realtà".
(Salvo Intravaia)
Da www.repubblica.it/scuola/
10/12/2010
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