Normativa vigente sull’utilizzo delle ore eccedenti l’orario frontale di copertura dei tempi scuola afferenti al monte ore dell’Organico di Istituto:
a) Art 7 comma 2 del D.L. n°297/94, il quale stabilisce che: “il Collegio docenti ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del Circolo o dell’Istituto……Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà d’insegnamento garantita a ciascun docente…”;
b) Gli art. n°3,4,5,6 del D.P.R. 275/99 (Autonomia scolastica) stabiliscono che tutti gli aspetti della didattica (programmazione, valutazione, sperimentazione, organizzazione) sono attribuiti all’Istituzione scolastica (attraverso deliberazione degli Organi Collegiali);
c) L’art.28 comma 5 del CCNL 2006/2009 il quale stabilisce che “Nell’ambito delle 22 ore di insegnamento, la quota oraria eventualmente eccedente l’attività frontale e di assistenza alla mensa è destinata, previa programmazione, ad attività di arricchimento dell’offerta formativa e di recupero individualizzato o per gruppi ristretti di alunni con ritardo nei processi di apprendimento, anche con riferimento ad alunni stranieri […]”;
d) Nonostante l’art. 4 comma 4 del Dpr 89/2009 abbia previsto per qualunque modulo orario della scuola primaria l’eliminazione delle compresenze, successivamente l’art. 4 comma 2 del Ccni 26/6/2009 ha ribadito nella sostanza il contenuto del comma 5 dell’art. 28 del Ccnl 2007 “la sostituzione dei docenti di scuola primaria assenti fino a un massimo di 5 giorni, avviene nelle ore di contemporaneità non impegnate per le attività programmate dal collegio dei docenti, nell’ambito del modulo o del plesso di assegnazione e nell’orario di insegnamento programmato per ciascun insegnante; sono peraltro possibili eventuali adattamenti e modificazioni dell’orario suddetto nei limiti previsti dalla contrattazione d’istituto”, (quindi previa delibera del Collegio, che modifichi il Piano delle attività);
e) La C.M. n°38 (Organici di Diritto) del 2 aprile 2009 che dettando i passaggi applicativi della L. 169/08 (Legge Gelmini) indica i possibili utilizzi delle ore eccedenti/ex compresenze/contemporaneità: per le classi a Tempo corto “…ampliare l’offerta formativa della scuola fino a 30 ore………assicurare il tempo mensa per le classi che attuano rientri pomeridiani…….programmare ed organizzare le attività educative e didattiche in base al piano dell’offerta formativa” (pag.8) e per le classi a Tempo Pieno “ ……potranno essere utilizzate prioritariamente per l’ampliamento del tempo pieno sulla base delle richieste delle famiglie e, successivamente, per organizzare e programmare le attività educative e didattiche in base al Piano dell’offerta Formativa” (pag.9)
f) La C.M. n°63 del 6 luglio 2008 (Organici di fatto) ribadisce questa indicazione e alla voce “scuola primaria” prevede l’utilizzo delle ore eccedenti degli ex-Moduli per “… assicurare il tempo mensa alle classi organizzate con rientri pomeridiani e, in subordine, a programmare ed organizzare le attività educative e didattiche in base al piano dell’offerta formativa.” (pag.6) e l’utilizzo delle ore eccedenti del Tempo Pieno (44 ore settimanali per classe) per “….l’ampliamento del Tempo Pieno sulla base delle richieste delle famiglie, nonché per la realizzazione di altre attività volte a potenziare l’offerta formativa (compreso il tempo mensa per le colassi che attualmente praticano in rientri pomeridiani). (pag.7);
g) L’atto di indirizzo MIUR del 8.09.09 recante i criteri generali necessari ad armonizzare gli aspetti pedagogici, didattici ed organizzativi con gli obiettivi previsti dal regolamento DPR del 20.03.2009 n° 89, al punto 3.2.3 (Le modalità organizzative) stabilisce:
“Le diverse articolazioni dell’orario (24, 27, 30 e 40 ore) richiedono un disegno progettuale coerente, rigoroso e organico. Spetta ad ogni istituzione scolastica, nelle sue diverse articolazioni, nel rispetto dei bisogni e delle vocazioni degli alunni e sulla base delle scelte pedagogiche dei docenti, adottare le soluzioni organizzative più idonee al raggiungimento dei traguardi attesi.
I modelli organizzativi. Tutti i modelli orario (24, 27, 30, 40 ore) confluiscono in un progetto pedagogico in cui la diversa consistenza oraria si integra in un piano formativo unitario con comuni traguardi di competenze da raggiungere. … In sostanza, l’indicazione del modello lascia autonomia alle scuole per strutturare orari e assetti didattico-organizzativi, nell’ambito dell’organico assegnato, secondo la propria programmazione e valutazione”
sabato 31 ottobre 2009
venerdì 30 ottobre 2009
Gelmini sicura sull’anno che verrà: ci porterà la riforma delle superiori
Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, non ha dubbi: la riforma delle superiori prenderà il via già a partire dal prossimo anno scolastico. Lo ha detto, a Roma a margine di una registrazione di una puntata del Maurizio Costanzo Show, rispondendo alle risposte del cronista che le chiedeva lumi sull’approvazione definitiva di un testo che con il passare delle settimane rischia di non avere più margini di attuazione.
Il Ministro è apparso molto sicuro di sé: "giovedì 29 ottobre il testo di riforma - ha detto il responsabile dell'Istruzione – approderà finalmente in Conferenza unificata Stato-Regioni, che darà il suo parere". Anche se è probabile che il giudizio della maggioranza delle Regioni non sia del tutto favorevole, il Ministro sa bene che i rilievi delle Regioni non saranno vincolanti per l’esito finale del provvedimento di riforma. "In ogni caso un parere dovrà arrivare e questo è l’importante", ha tagliato corto la stessa Gelmini. "E presto (entro novembre ndr) lo faranno anche le Commissioni parlamentari che stanno esaminando il testo”. A quel punto mancherebbe solo l’ok del Consiglio di Stato e la firma del Capo dello Stato: due provvedimenti dall’esito praticamente scontato. Tanto che il responsabile del Miur si lascia andare ad un’espressione eloquente: "sì, la riforma - ha detto convinto il Ministro - partirà nel 2010".
Non è comunque del tutto scontato che la Conferenza unificata riesca ad esprimersi con modalità rapide: il blocco dei lavori di circa tre mesi ha infatti accumulato gli argomenti da affrontare. Tanto che giovedì 29 saranno oltre 60 i temi all’ordine de giorno. Per la scuola al primo posto vi sarà, ovviamente, la questione delle sezioni “primavera”, poi, appunto, la riforma delle superiori. Ma anche il dimensionamento delle sedi, il regolamento per le scuole per adulti, il monitoraggio e valutazione sui punti di erogazione del servizio scolastico, la designazione di rappresentanti per il comitato di alternanza scuola-lavoro.
Rispetto alle tante novità normative che il Governo si appresta ad introdurre, il ministro ha detto, durante la registrazione della puntata, che andrà in onda il 1° novembre, di tenere particolarmente non solo ai nuovi licei, ma anche alla riforma dell'istruzione tecnica e professionale: "Alcune Regioni - ha spiegato Gelmini - risultano del tutto carenti rispetto a questo tipo di istituti. La scuola è stata per troppo tempo autoreferenziale". Poi, riferendosi probabilmente alla facoltà delle Regioni di predisporre un piano formativo con una buona parte del curricola degli studenti deciso su base locale, ha sottolineato come sia ormai giunto il"tempo di introdurre delle novità che superino il centralismo burocratico che penalizza la scuola italiana".
Il responsabile dell'istruzione ha anche spiegato che la riforma della scuola secondaria superiore servirà a valorizzare il valore legale dei titoli di studio: "troppe volte - ha sottolineato Gelmini - il diploma e una laurea sono pezzi di carta che risultano poi poco spendibili". [...]
28/10/2009
Da LaTecnicadellaScuola.it
Il Ministro è apparso molto sicuro di sé: "giovedì 29 ottobre il testo di riforma - ha detto il responsabile dell'Istruzione – approderà finalmente in Conferenza unificata Stato-Regioni, che darà il suo parere". Anche se è probabile che il giudizio della maggioranza delle Regioni non sia del tutto favorevole, il Ministro sa bene che i rilievi delle Regioni non saranno vincolanti per l’esito finale del provvedimento di riforma. "In ogni caso un parere dovrà arrivare e questo è l’importante", ha tagliato corto la stessa Gelmini. "E presto (entro novembre ndr) lo faranno anche le Commissioni parlamentari che stanno esaminando il testo”. A quel punto mancherebbe solo l’ok del Consiglio di Stato e la firma del Capo dello Stato: due provvedimenti dall’esito praticamente scontato. Tanto che il responsabile del Miur si lascia andare ad un’espressione eloquente: "sì, la riforma - ha detto convinto il Ministro - partirà nel 2010".
Non è comunque del tutto scontato che la Conferenza unificata riesca ad esprimersi con modalità rapide: il blocco dei lavori di circa tre mesi ha infatti accumulato gli argomenti da affrontare. Tanto che giovedì 29 saranno oltre 60 i temi all’ordine de giorno. Per la scuola al primo posto vi sarà, ovviamente, la questione delle sezioni “primavera”, poi, appunto, la riforma delle superiori. Ma anche il dimensionamento delle sedi, il regolamento per le scuole per adulti, il monitoraggio e valutazione sui punti di erogazione del servizio scolastico, la designazione di rappresentanti per il comitato di alternanza scuola-lavoro.
Rispetto alle tante novità normative che il Governo si appresta ad introdurre, il ministro ha detto, durante la registrazione della puntata, che andrà in onda il 1° novembre, di tenere particolarmente non solo ai nuovi licei, ma anche alla riforma dell'istruzione tecnica e professionale: "Alcune Regioni - ha spiegato Gelmini - risultano del tutto carenti rispetto a questo tipo di istituti. La scuola è stata per troppo tempo autoreferenziale". Poi, riferendosi probabilmente alla facoltà delle Regioni di predisporre un piano formativo con una buona parte del curricola degli studenti deciso su base locale, ha sottolineato come sia ormai giunto il"tempo di introdurre delle novità che superino il centralismo burocratico che penalizza la scuola italiana".
Il responsabile dell'istruzione ha anche spiegato che la riforma della scuola secondaria superiore servirà a valorizzare il valore legale dei titoli di studio: "troppe volte - ha sottolineato Gelmini - il diploma e una laurea sono pezzi di carta che risultano poi poco spendibili". [...]
28/10/2009
Da LaTecnicadellaScuola.it
lunedì 26 ottobre 2009
A Scandicci genitori, insegnanti e dirigenti si muovono
Iniziativa del Comitato Genitori Insegnanti del Comune di Scandicci, programmata per
Mercoledi 18 novembre
ore 9.30
Provveditorato degli Studi di Firenze
Via Mannelli 113
per la consegna dei documenti elaborati da genitori e insegnanti
e da loro sottoscritti
Invitati genitori, bambini/ragazzi, insegnanti, dirigenti
e rappresentanti delle Autorità cittadine
Durante un'Assemblea, svoltasi mercoledi 21 scorso, genitori, insegnanti e dirigenti hanno approvato un documento ciascuno, da presentare al Provveditorato durante la manifestazione del 18 novembre.
La raccolta delle firme sui documenti inizierà la prossima settimana, ve li mando in allegato perchè possiate visionarli.
Avremmo piacere che ciascun Comitato potesse elaborare richieste similari (o sottoscrivere la nostra) e si potesse presentare con noi quel giorno, con un congruo numero di firme.
All'assemblea del 21 erano presenti il Sindaco Simone Gheri, l'Assessore ai Servizi Educativi Sandro Fallani, tutti i Dirigenti degli Istituti e Circolo di Scandicci, le DSGA, i Presidenti dei Consigli di Istituto, la rappresentanza del Comitato. Sono intervenuti molti rappresentanti di classe e tanti genitori.
Gli argomenti di discussione, come potete immaginare, sono stati gli effetti della riforma Gelmini sull'attività scolastica ordinaria, sulle finanze della scuola e quant'altro.
Sperando di potervi incontrare il 18 novembre alla Manifestazione,
un saluto
Annalisa Scopinaro
Segreteria Comitato
Documento Genitori
http://docs.google.com/Doc?docid=0AeJNojSsjST3ZGN4OHg2dDhfMTAzZ202c25oZDQ&hl=en
Documento Docenti
http://docs.google.com/Doc?docid=0AeJNojSsjST3ZGN4OHg2dDhfMTAyZGZnZ3pud3Q&hl=en
Documento Dirigenti
http://docs.google.com/Doc?docid=0AeJNojSsjST3ZGN4OHg2dDhfMTAxZG1qcDN4ZG0&hl=en
Mercoledi 18 novembre
ore 9.30
Provveditorato degli Studi di Firenze
Via Mannelli 113
per la consegna dei documenti elaborati da genitori e insegnanti
e da loro sottoscritti
Invitati genitori, bambini/ragazzi, insegnanti, dirigenti
e rappresentanti delle Autorità cittadine
Durante un'Assemblea, svoltasi mercoledi 21 scorso, genitori, insegnanti e dirigenti hanno approvato un documento ciascuno, da presentare al Provveditorato durante la manifestazione del 18 novembre.
La raccolta delle firme sui documenti inizierà la prossima settimana, ve li mando in allegato perchè possiate visionarli.
Avremmo piacere che ciascun Comitato potesse elaborare richieste similari (o sottoscrivere la nostra) e si potesse presentare con noi quel giorno, con un congruo numero di firme.
All'assemblea del 21 erano presenti il Sindaco Simone Gheri, l'Assessore ai Servizi Educativi Sandro Fallani, tutti i Dirigenti degli Istituti e Circolo di Scandicci, le DSGA, i Presidenti dei Consigli di Istituto, la rappresentanza del Comitato. Sono intervenuti molti rappresentanti di classe e tanti genitori.
Gli argomenti di discussione, come potete immaginare, sono stati gli effetti della riforma Gelmini sull'attività scolastica ordinaria, sulle finanze della scuola e quant'altro.
Sperando di potervi incontrare il 18 novembre alla Manifestazione,
un saluto
Annalisa Scopinaro
Segreteria Comitato
Documento Genitori
http://docs.google.com/Doc?docid=0AeJNojSsjST3ZGN4OHg2dDhfMTAzZ202c25oZDQ&hl=en
Documento Docenti
http://docs.google.com/Doc?docid=0AeJNojSsjST3ZGN4OHg2dDhfMTAyZGZnZ3pud3Q&hl=en
Documento Dirigenti
http://docs.google.com/Doc?docid=0AeJNojSsjST3ZGN4OHg2dDhfMTAxZG1qcDN4ZG0&hl=en
domenica 25 ottobre 2009
La CGIL si prepara a uno sciopero della scuola
Epifani: governo devastante.
A dicembre sciopero
L’occasione è l’assemblea nazionale a Roma delle rappresentanze sindacali unitaria della Conoscenza. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ascolta tutti gli interventi: i precari della scuola e della ricerca, i collaboratori scolastici e gli amministrativi. Poi non fa in tempo ad avvicinarsi al microfono, che scatta l’applausometro. Epifani tocca tutte le questioni, i “guai” - spiega - in cui “siamo precipitati nel sistema Paese”, analizzando tutti i nodi del “devastante” governo. E a Berlusconi, che rilancia il taglio dell’Irap, replica: “Il primo atto da fare è ridurre le tasse ai lavoratori e pensionati. Questo impone l’equità e la condizione dei consumi”. E sulla scuola dove il malessere è sempre più crescente, il sindacato annuncia la “tabellina” delle mobilitazioni dal 7 al 21 novembre. Fino ad uno sciopero esteso a tutto il pubblico impiego in dicembre.
Crisi e governo “devastante”. In Italia - esordisce il segretario della Cgil - ci sono «una crisi devastante e un governo che lo è altrettanto. Ha agito con furbizia - sottolinea -. Ha deciso di galleggiare perché non affronta seriamente nessuno dei grandi problemi. La questione del Mezzogiorno non la risolve il Ponte sullo stretto. Vuoi fare qualcosa per il Sud? La maggior parte dei precari della scuola sono proprio di queste regioni. E’finita forse la crisi della Borsa e della grande finanza - ha sottolineato Epifani -, mentre c’è un silenzio assordante sulla condizione vera delle persone: sono 570mila i lavoratori che hanno perso il lavoro nell’ultimo anno”. E il sindacato che aveva previsto l’enorme emorragia è stato detto di essere un “disfattista”. Per il leader della Cgil, la crisi non la si affronta con una finanziaria ordinaria. Occorrerebbe piuttosto “una tassa su tutte le transazioni finanziarie. Per una questione di giustizia”: non è giusto che paghi chi non è responsabile della crisi.
La questione morale che sta dentro questa crisi - accusa Epifani - “è vergognosamente scomparsa”. Ci sono responsabilità politiche di chi sapeva e non si è posto alcun problema. Sono stati spesi miliardi di euro per sollevare le banche. “Trovo incredibile che quella montagna di debito pubblico creata per salvare le banche - ha detto Epifani - ci venga poi messa davanti quando chiederemo investimenti per la scuola, per le realtà produttive, per i giovani”.
Scuola e ricerca. La Cgil è pronta a mettere sul tappeto anche uno sciopero della scuola se le cose non cambieranno. «C’è un vero malessere nella scuola ha detto Epifani -. La questione dei precari è solo parzialmente risolta. Il fatto che manchino investimenti per avere scuole sicure, per il sostegno, per il tempo pieno, per avere classi meno numerose, il fatto che non si consideri la scuola e la formazione temi centrali in un periodo di crisi fanno sì che ci sia tra i lavoratori della scuola un malessere crescente. In ragione di tutto ciò la Cgil e il sindacato di categoria, la Flc, promuovono una grande manifestazione a Roma per il 21 novembre e, se non cambieranno le cose, pensano anche a uno sciopero». Per Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, i precari che restano fuori dal provvedimento di governo sono circa 100mila. Pantaleo insiste sul “flagello dei tagli” per l’istruzione tra scuola e Atenei. E annuncia l’iniziativa del 7 novembre a Roma, in piazza Navona, e in contemporanea in cento piazze d’Italia per la Conoscenza; seguiranno l’iniziativa del 19 novembre: rapporto tra ricerca e politica industriale. Fino allo sciopero di tutto il pubblico impiego in dicembre.
(Maristella Iervasi)
22 ottobre 2009
Da www.unita.it
A dicembre sciopero
L’occasione è l’assemblea nazionale a Roma delle rappresentanze sindacali unitaria della Conoscenza. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ascolta tutti gli interventi: i precari della scuola e della ricerca, i collaboratori scolastici e gli amministrativi. Poi non fa in tempo ad avvicinarsi al microfono, che scatta l’applausometro. Epifani tocca tutte le questioni, i “guai” - spiega - in cui “siamo precipitati nel sistema Paese”, analizzando tutti i nodi del “devastante” governo. E a Berlusconi, che rilancia il taglio dell’Irap, replica: “Il primo atto da fare è ridurre le tasse ai lavoratori e pensionati. Questo impone l’equità e la condizione dei consumi”. E sulla scuola dove il malessere è sempre più crescente, il sindacato annuncia la “tabellina” delle mobilitazioni dal 7 al 21 novembre. Fino ad uno sciopero esteso a tutto il pubblico impiego in dicembre.
Crisi e governo “devastante”. In Italia - esordisce il segretario della Cgil - ci sono «una crisi devastante e un governo che lo è altrettanto. Ha agito con furbizia - sottolinea -. Ha deciso di galleggiare perché non affronta seriamente nessuno dei grandi problemi. La questione del Mezzogiorno non la risolve il Ponte sullo stretto. Vuoi fare qualcosa per il Sud? La maggior parte dei precari della scuola sono proprio di queste regioni. E’finita forse la crisi della Borsa e della grande finanza - ha sottolineato Epifani -, mentre c’è un silenzio assordante sulla condizione vera delle persone: sono 570mila i lavoratori che hanno perso il lavoro nell’ultimo anno”. E il sindacato che aveva previsto l’enorme emorragia è stato detto di essere un “disfattista”. Per il leader della Cgil, la crisi non la si affronta con una finanziaria ordinaria. Occorrerebbe piuttosto “una tassa su tutte le transazioni finanziarie. Per una questione di giustizia”: non è giusto che paghi chi non è responsabile della crisi.
La questione morale che sta dentro questa crisi - accusa Epifani - “è vergognosamente scomparsa”. Ci sono responsabilità politiche di chi sapeva e non si è posto alcun problema. Sono stati spesi miliardi di euro per sollevare le banche. “Trovo incredibile che quella montagna di debito pubblico creata per salvare le banche - ha detto Epifani - ci venga poi messa davanti quando chiederemo investimenti per la scuola, per le realtà produttive, per i giovani”.
Scuola e ricerca. La Cgil è pronta a mettere sul tappeto anche uno sciopero della scuola se le cose non cambieranno. «C’è un vero malessere nella scuola ha detto Epifani -. La questione dei precari è solo parzialmente risolta. Il fatto che manchino investimenti per avere scuole sicure, per il sostegno, per il tempo pieno, per avere classi meno numerose, il fatto che non si consideri la scuola e la formazione temi centrali in un periodo di crisi fanno sì che ci sia tra i lavoratori della scuola un malessere crescente. In ragione di tutto ciò la Cgil e il sindacato di categoria, la Flc, promuovono una grande manifestazione a Roma per il 21 novembre e, se non cambieranno le cose, pensano anche a uno sciopero». Per Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, i precari che restano fuori dal provvedimento di governo sono circa 100mila. Pantaleo insiste sul “flagello dei tagli” per l’istruzione tra scuola e Atenei. E annuncia l’iniziativa del 7 novembre a Roma, in piazza Navona, e in contemporanea in cento piazze d’Italia per la Conoscenza; seguiranno l’iniziativa del 19 novembre: rapporto tra ricerca e politica industriale. Fino allo sciopero di tutto il pubblico impiego in dicembre.
(Maristella Iervasi)
22 ottobre 2009
Da www.unita.it
sabato 24 ottobre 2009
La scuola nella finanziaria
Doccia fredda sull'istruzione: in Finanziaria 7,3 miliardi in meno in 3 anni
Meno 7,3 miliardi di euro. A tanto ammontano i risparmi che il ministero dell'Istruzione dovrà centrare per i prossimi 3 anni. Un miliardo e 600mila euro, nel 2010, 2,5 miliardi, nel 2011, e 3,2 miliardi nel 2012. Destino analogo per università ed enti pubblici di ricerca, a cui non solo è fatto espressamente divieto di aumentare il proprio indebitamento netto, già alle stelle, specie in alcune strutture del Centro-Sud, ma, anche, di tenere a freno le richieste finanziarie, che, per il 2010, non potranno superare i soldi ricevuti, a consuntivo, l'anno precedente, incrementati, a seconda dei casi, di un modestissimo 3 o 4 per cento. È appena sbarcata in Senato, il 7 ottobre scorso, la nuova manovra di bilancio per il 2010 (la cui approvazione definitiva dovrà avvenire entro dicembre) e già per l'Istruzione si profila l'ennesima "doccia fredda", con la conferma, anche per il prossimo triennio, della cura "da cavallo" introdotta con la manovra estiva 2008.
Dai risultati, tuttavia, niente affatto scontati. Già nel 2009, infatti, tutti i principali documenti di finanza pubblica redatti da Via XX Settembre hanno evidenziato, per il ministero dell'Istruzione, spese in aumento (soprattutto quelle per il personale), anziché in diminuzione. Una dinamica, a dire il vero, che rischia di ripetersi, anche, nel 2010, dove Viale Trastevere, sottolineano i tecnici di Palazzo Chigi, vedrà ricevere stanziamenti poco superiori ai 55,2 miliardi di euro, a fronte di impegni di spesa già previsti per 56,4 miliardi. Diventa, quindi, urgente invertire la rotta e tirare fuori, senza ulteriori "bluff" contabili, i primi risparmi. Specie in vista delle sempre minori risorse che arriveranno in dote all'Istruzione: e, cioè, nel 2011, 53,5 miliardi e, nel 2012, 53 miliardi netti.
Rispetto al bilancio assestato 2009, la Finanziaria 2010 riduce molti capitoli di spesa di Viale Trastevere. A perdere più di tutti, è la voce Istruzione secondaria di primo grado, con un gap negativo di ben 206 milioni (da 9,7 miliardi, previsti dall'assestamento 2009 a poco meno di 9,5, assegnati dalla manovra 2010). Lascia sul campo quasi 100 milioni (99,1) la programmazione scolastica e 7,5 milioni il diritto allo studio e gli interventi per migliorare la condizione studentesca. Cala, pure, di ben 120 milioni il fondo per gli interventi in materia di istruzione. Le variazioni positive più consistenti riguardano, invece, l'istruzione secondaria di secondo grado e la primaria, che portano a casa, rispettivamente, + 141 e + 112 milioni, rispetto al bilancio assestato 2009. Segno positivo, anche, per la voce istruzione pre-scolastica: nella manovra di assestamento riceveva 4,1 miliardi, che, ora, diventano quasi 4,3. Perdono poche migliaia di euro istruzione post-secondaria e degli adulti, mentre guadagna 4,2 milioni di euro lo stanziamento previsto le scuole non statali.
La voce Università vede ridursi di 652 milioni il proprio stanziamento iniziale, previsto dal bilancio assestato 2009, sceso da 8,5 miliardi di euro a 7,9. Ricerca e innovazione perdono quasi 159 milioni. A essere penalizzata, soprattutto, la ricerca scientifica e tecnologica applicata (-149 milioni, rispetto all'assestamento 2009). Guadagna, invece, soldi la missione Italia in Europa e nel mondo: + 14,9 milioni. Segno positivo a due cifre per la voce "onnicomprensiva" Fondi da ripartire: + 467 milioni. A beneficiarne, soprattutto, interventi perequativi e valorizzazione della carriera del personale scolastico.
20 ottobre 2009
Da www.ilsole24ore.com
Meno 7,3 miliardi di euro. A tanto ammontano i risparmi che il ministero dell'Istruzione dovrà centrare per i prossimi 3 anni. Un miliardo e 600mila euro, nel 2010, 2,5 miliardi, nel 2011, e 3,2 miliardi nel 2012. Destino analogo per università ed enti pubblici di ricerca, a cui non solo è fatto espressamente divieto di aumentare il proprio indebitamento netto, già alle stelle, specie in alcune strutture del Centro-Sud, ma, anche, di tenere a freno le richieste finanziarie, che, per il 2010, non potranno superare i soldi ricevuti, a consuntivo, l'anno precedente, incrementati, a seconda dei casi, di un modestissimo 3 o 4 per cento. È appena sbarcata in Senato, il 7 ottobre scorso, la nuova manovra di bilancio per il 2010 (la cui approvazione definitiva dovrà avvenire entro dicembre) e già per l'Istruzione si profila l'ennesima "doccia fredda", con la conferma, anche per il prossimo triennio, della cura "da cavallo" introdotta con la manovra estiva 2008.
Dai risultati, tuttavia, niente affatto scontati. Già nel 2009, infatti, tutti i principali documenti di finanza pubblica redatti da Via XX Settembre hanno evidenziato, per il ministero dell'Istruzione, spese in aumento (soprattutto quelle per il personale), anziché in diminuzione. Una dinamica, a dire il vero, che rischia di ripetersi, anche, nel 2010, dove Viale Trastevere, sottolineano i tecnici di Palazzo Chigi, vedrà ricevere stanziamenti poco superiori ai 55,2 miliardi di euro, a fronte di impegni di spesa già previsti per 56,4 miliardi. Diventa, quindi, urgente invertire la rotta e tirare fuori, senza ulteriori "bluff" contabili, i primi risparmi. Specie in vista delle sempre minori risorse che arriveranno in dote all'Istruzione: e, cioè, nel 2011, 53,5 miliardi e, nel 2012, 53 miliardi netti.
Rispetto al bilancio assestato 2009, la Finanziaria 2010 riduce molti capitoli di spesa di Viale Trastevere. A perdere più di tutti, è la voce Istruzione secondaria di primo grado, con un gap negativo di ben 206 milioni (da 9,7 miliardi, previsti dall'assestamento 2009 a poco meno di 9,5, assegnati dalla manovra 2010). Lascia sul campo quasi 100 milioni (99,1) la programmazione scolastica e 7,5 milioni il diritto allo studio e gli interventi per migliorare la condizione studentesca. Cala, pure, di ben 120 milioni il fondo per gli interventi in materia di istruzione. Le variazioni positive più consistenti riguardano, invece, l'istruzione secondaria di secondo grado e la primaria, che portano a casa, rispettivamente, + 141 e + 112 milioni, rispetto al bilancio assestato 2009. Segno positivo, anche, per la voce istruzione pre-scolastica: nella manovra di assestamento riceveva 4,1 miliardi, che, ora, diventano quasi 4,3. Perdono poche migliaia di euro istruzione post-secondaria e degli adulti, mentre guadagna 4,2 milioni di euro lo stanziamento previsto le scuole non statali.
La voce Università vede ridursi di 652 milioni il proprio stanziamento iniziale, previsto dal bilancio assestato 2009, sceso da 8,5 miliardi di euro a 7,9. Ricerca e innovazione perdono quasi 159 milioni. A essere penalizzata, soprattutto, la ricerca scientifica e tecnologica applicata (-149 milioni, rispetto all'assestamento 2009). Guadagna, invece, soldi la missione Italia in Europa e nel mondo: + 14,9 milioni. Segno positivo a due cifre per la voce "onnicomprensiva" Fondi da ripartire: + 467 milioni. A beneficiarne, soprattutto, interventi perequativi e valorizzazione della carriera del personale scolastico.
20 ottobre 2009
Da www.ilsole24ore.com
mercoledì 21 ottobre 2009
Insegnamenti religiosi e laicità della scuola
ORA DI ISLAM, UNA RISPOSTA SBAGLIATA AD UN PROBLEMA VERO
Comunicato Stampa dell'Alleanza Evangelica Cattolica
La recente proposta d'introdurre l'insegnamento dell'Islam nelle scuole italiane ha riportato al centro dell'attenzione il ruolo della scuola nelle politiche di integrazione culturale. Non c'è dubbio che la scuola abbia un'importanza cruciale in questo campo, eppure la soluzione intravista è una risposta sbagliata ad un problema reale.
L'Italia è un Paese che, pur essendo uno stato laico, vede una confessione religiosa (quella cattolico-romana) godere di un privilegio iniquo: quello di impartire l'insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole pubbliche con insegnanti da essa selezionati ma pagati coi soldi di tutti i contribuenti. Ora, sivorrebbe gravare la scuola statale di un altro insegnamento religioso: quello dell'Islam per favorire l'integrazione degli studenti di famiglie musulmane. Il vizio di fondo dell'IRC, invece di essere risolto, viene esteso ed amplificato ulteriormente.
L'ora di Islam è sbagliata come lo è l'IRC per il fatto che la scuola statale non è la sede per impartire l'insegnamento religioso, qualunque esso sia. Questo compito spetta alle famiglie e alleistituzioni religiose preposte. Piuttosto che introdurre un altro insegnamento confessionale, perché non si mette mano all'abolizione dell'IRC e non si lavora per una legge per la libertà religiosa chefinalmente introduca nel nostro Paese una legislazione rispettosa di tutte le componenti religiose in un quadro di laicità ed uguaglianza?
Solo così ci potrà essere integrazione, anche della minoranza islamica.
Comunicato Stampa dell'Alleanza Evangelica Cattolica
La recente proposta d'introdurre l'insegnamento dell'Islam nelle scuole italiane ha riportato al centro dell'attenzione il ruolo della scuola nelle politiche di integrazione culturale. Non c'è dubbio che la scuola abbia un'importanza cruciale in questo campo, eppure la soluzione intravista è una risposta sbagliata ad un problema reale.
L'Italia è un Paese che, pur essendo uno stato laico, vede una confessione religiosa (quella cattolico-romana) godere di un privilegio iniquo: quello di impartire l'insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole pubbliche con insegnanti da essa selezionati ma pagati coi soldi di tutti i contribuenti. Ora, sivorrebbe gravare la scuola statale di un altro insegnamento religioso: quello dell'Islam per favorire l'integrazione degli studenti di famiglie musulmane. Il vizio di fondo dell'IRC, invece di essere risolto, viene esteso ed amplificato ulteriormente.
L'ora di Islam è sbagliata come lo è l'IRC per il fatto che la scuola statale non è la sede per impartire l'insegnamento religioso, qualunque esso sia. Questo compito spetta alle famiglie e alleistituzioni religiose preposte. Piuttosto che introdurre un altro insegnamento confessionale, perché non si mette mano all'abolizione dell'IRC e non si lavora per una legge per la libertà religiosa chefinalmente introduca nel nostro Paese una legislazione rispettosa di tutte le componenti religiose in un quadro di laicità ed uguaglianza?
Solo così ci potrà essere integrazione, anche della minoranza islamica.
martedì 20 ottobre 2009
Qual è la situazione delle supplenze a Firenze e in Toscana?
Ricevo da Incontro toscano delle scuole e vi inoltro:
La situazione delle supplenze è quest'anno gravissima come non mai: i dirigenti su ordine dell'Amministrazione stanno in ogni scuola cercando in ogni modo di non nominare, costringendo i collegi a deliberare l'utilizzo delle ore eccedenti (ex compresenze) per le supplenze, o ignorando i collegi e impedendogli di deliberare. Questo contro ogni normativa, anche quella stessa della Gelmini!In varie situazioni si procede persino a cambiare gli orari dei docenti,per renderli funzionali alle supplenze, ignorando diritti e legittimità.Per gli orari, il Collegio deve indicare i criteri e il dirigente non può - per normativa- non attenersi.
OCCORRE AVERE UN QUADRO DELLA SITUAZIONE FIORENTINA E TOSCANA E CONFRONTARCI PER MUOVERSI INSIEME. ABBIAMO BISOGNO CHE OGNI SCUOLA COMUNICHI LA SUA SITUAZIONE E, DOVE CI SONO DELIBERE, INVIARLE PER FARLE CONOSCERE AGLI ALTRI E CONFRONTARTE LE REALTA'.
NELL'OLTRARNO ABBIAMO FATTO LA DELIBERA A 0 ORE - PIENAMENTE LEGITTIMA - MA LA DIRIGENTE RIFIUTA DI ATTENERVISI.INVIATEMI TUTTE LE INFORMAZIONI POSSIBILI E I DOCUMENTI AL PIU' PRESTO, IO FARO' UN QUADRO GENERALE E INVIERO' DOCUMENTI SULLE VARIE IPOTESI POSSIBILI DI NOSTRA RISPOSTA. INFORMIAMOCI E MUOVIAMOCI INSIEME PER OSTACOLARE IL DISASTRO E LA SOPRAFFAZIONE!
Sonia Bortolotti
La situazione delle supplenze è quest'anno gravissima come non mai: i dirigenti su ordine dell'Amministrazione stanno in ogni scuola cercando in ogni modo di non nominare, costringendo i collegi a deliberare l'utilizzo delle ore eccedenti (ex compresenze) per le supplenze, o ignorando i collegi e impedendogli di deliberare. Questo contro ogni normativa, anche quella stessa della Gelmini!In varie situazioni si procede persino a cambiare gli orari dei docenti,per renderli funzionali alle supplenze, ignorando diritti e legittimità.Per gli orari, il Collegio deve indicare i criteri e il dirigente non può - per normativa- non attenersi.
OCCORRE AVERE UN QUADRO DELLA SITUAZIONE FIORENTINA E TOSCANA E CONFRONTARCI PER MUOVERSI INSIEME. ABBIAMO BISOGNO CHE OGNI SCUOLA COMUNICHI LA SUA SITUAZIONE E, DOVE CI SONO DELIBERE, INVIARLE PER FARLE CONOSCERE AGLI ALTRI E CONFRONTARTE LE REALTA'.
NELL'OLTRARNO ABBIAMO FATTO LA DELIBERA A 0 ORE - PIENAMENTE LEGITTIMA - MA LA DIRIGENTE RIFIUTA DI ATTENERVISI.INVIATEMI TUTTE LE INFORMAZIONI POSSIBILI E I DOCUMENTI AL PIU' PRESTO, IO FARO' UN QUADRO GENERALE E INVIERO' DOCUMENTI SULLE VARIE IPOTESI POSSIBILI DI NOSTRA RISPOSTA. INFORMIAMOCI E MUOVIAMOCI INSIEME PER OSTACOLARE IL DISASTRO E LA SOPRAFFAZIONE!
Sonia Bortolotti
sabato 17 ottobre 2009
Se questa è scuola...
Crescono gli iscritti alle scuole statali, ma diminuiscono le classi
Cresce l’indice di affollamento delle aule scolastiche italiane in applicazione del piano Berlusconi-Tremonti-Gelmini per la distruzione della scuola pubblica.«Secondo i dati pubblicati lo scorso 30 settembre da viale Trastevere, le scuole statali italiane nel 2009/2010 fanno registrare il maggior numero di iscritti di sempre: 7 milioni e 806 mila alunni. Per la prima volta, i piccoli della scuola dell’infanzia superano il milione di unità. Ma chi si aspetta un corrispondente incremento del numero delle classi si sbaglia. Perché, nonostante tutto, il loro numero è in calo di quasi 4 mila unità e l’affollamento delle stesse in aumento di mezzo punto» («Iscritti a scuola, mai così tanti ma avranno 4mila classi in meno» di Salvo Intravaia, la Repubblica, 6 ottobre 2009).
Quello che viene attuato è il «Piano programmatico del Miur di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze in attuazione dell’art. 64 della legge 133/08» che prevede in tre anni l’innalzamento del rapporto alunni/classe secondo un meccanismo inesorabile. Oggi il divisore per formare le classi è il numero 25. Aumentarlo dello 0,20 nel 2009/2010 significa 25 x 0,20 = 5, quindi il primo anno dell’attuazione del “Piano” le classi possono essere composte da 30 studenti, ed è quello che sta appunto avvenendo.
Dal 2010/2011 si aumenta di un ulteriore 0,10, cioè 30 x 0,10 = 3, quindi il secondo anno le classi potranno essere composte da 33 studenti;Dal 2011/2012 si aumenta di un ulteriore 0,10, cioè 33 x 0,10 = 3,3, quindi il terzo anno le classi potranno essere composte da 36 studenti.
Crediamo che le famiglie con figli che si iscriveranno a scuola nei prossimi mesi dovrebbero essere informati di questo e magari chiedersi come possa migliorare la qualità della scuola, dell’insegnamento e dell’apprendimento con queste modifiche. È questo un modo per eliminare sprechi (se ci sono), o si tratta d’un taglio generalizzato e indiscriminato che non produce miglioramenti? Non facciamo altri commenti, lasciamo giudicare a chi iscriverà i figli nelle classi prime dei vari ordini di scuola, formate progressivamente da 30, 33 e 36 allievi.
Se va bene, perché se ci sono 144 iscritti (36 x 4) si fan quattro classi prime, ma se ci sono 160 iscritti si fan sempre quattro classi, di 40 alunni ciascuna (160: 4 = 40). Si torna al passato, agli anni ’50? O ancora più indietro?
Angelo Conforti
16 ott. 2009
Da www.navecorsara.it
Cresce l’indice di affollamento delle aule scolastiche italiane in applicazione del piano Berlusconi-Tremonti-Gelmini per la distruzione della scuola pubblica.«Secondo i dati pubblicati lo scorso 30 settembre da viale Trastevere, le scuole statali italiane nel 2009/2010 fanno registrare il maggior numero di iscritti di sempre: 7 milioni e 806 mila alunni. Per la prima volta, i piccoli della scuola dell’infanzia superano il milione di unità. Ma chi si aspetta un corrispondente incremento del numero delle classi si sbaglia. Perché, nonostante tutto, il loro numero è in calo di quasi 4 mila unità e l’affollamento delle stesse in aumento di mezzo punto» («Iscritti a scuola, mai così tanti ma avranno 4mila classi in meno» di Salvo Intravaia, la Repubblica, 6 ottobre 2009).
Quello che viene attuato è il «Piano programmatico del Miur di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze in attuazione dell’art. 64 della legge 133/08» che prevede in tre anni l’innalzamento del rapporto alunni/classe secondo un meccanismo inesorabile. Oggi il divisore per formare le classi è il numero 25. Aumentarlo dello 0,20 nel 2009/2010 significa 25 x 0,20 = 5, quindi il primo anno dell’attuazione del “Piano” le classi possono essere composte da 30 studenti, ed è quello che sta appunto avvenendo.
Dal 2010/2011 si aumenta di un ulteriore 0,10, cioè 30 x 0,10 = 3, quindi il secondo anno le classi potranno essere composte da 33 studenti;Dal 2011/2012 si aumenta di un ulteriore 0,10, cioè 33 x 0,10 = 3,3, quindi il terzo anno le classi potranno essere composte da 36 studenti.
Crediamo che le famiglie con figli che si iscriveranno a scuola nei prossimi mesi dovrebbero essere informati di questo e magari chiedersi come possa migliorare la qualità della scuola, dell’insegnamento e dell’apprendimento con queste modifiche. È questo un modo per eliminare sprechi (se ci sono), o si tratta d’un taglio generalizzato e indiscriminato che non produce miglioramenti? Non facciamo altri commenti, lasciamo giudicare a chi iscriverà i figli nelle classi prime dei vari ordini di scuola, formate progressivamente da 30, 33 e 36 allievi.
Se va bene, perché se ci sono 144 iscritti (36 x 4) si fan quattro classi prime, ma se ci sono 160 iscritti si fan sempre quattro classi, di 40 alunni ciascuna (160: 4 = 40). Si torna al passato, agli anni ’50? O ancora più indietro?
Angelo Conforti
16 ott. 2009
Da www.navecorsara.it
venerdì 16 ottobre 2009
Scuola: Toscana, Dal Consiglio Regionale No alla soppressione delle classi montane
Firenze, 14 ott. -La difficoltà del servizio scolastico statale in Toscana nei piccoli Comuni, in particolare montani, e la necessità di scongiurare tagli di classi e interruzioni nella formazione, al centro della mozione presentata dal gruppo Udc che ha riscosso l'approvazione unanime del Consiglio regionale della Toscana.
L'atto richiamava le situazioni di alcuni piccoli centri quali la scuola media di Londa (Fi) dove ai sensi della vigente normativa e nonostante le proteste di genitori, enti locali e forze sociali e politiche, è stata soppressa la classe terza, costringendo di fatto gli alunni a recarsi al plesso di Dicomano. Al centro della mozione, anche le similari difficoltà dei Comuni di Zeri (Ms), Lajatico (Pi), Radicondoli (Si), Volterra (Pi), Stazzema (Lu), Capraia (Li), Rosignano (Li) e Sorano (Gr).
Rilevando come ''tali situazioni non favoriscano una corretta gestione dell'attività didattica, provocando evidenti disagi a famiglie, alunni e agli insegnanti'', l'atto impegna la Giunta regionale a ''chiedere con urgenza alle autorità scolastiche una valutazione territoriale della situazione'' prevedendo la ''concessione di specifiche deroghe almeno per la formazione delle ultime classi delle medie''. Nella mozione anche la richiesta ad intraprendere una ''più decisa iniziativa politica, volta ad ottenere dal Governo risposte chiare e risolutive ai problemi del sistema scolastico''.
Fonte: adnkronos
L'atto richiamava le situazioni di alcuni piccoli centri quali la scuola media di Londa (Fi) dove ai sensi della vigente normativa e nonostante le proteste di genitori, enti locali e forze sociali e politiche, è stata soppressa la classe terza, costringendo di fatto gli alunni a recarsi al plesso di Dicomano. Al centro della mozione, anche le similari difficoltà dei Comuni di Zeri (Ms), Lajatico (Pi), Radicondoli (Si), Volterra (Pi), Stazzema (Lu), Capraia (Li), Rosignano (Li) e Sorano (Gr).
Rilevando come ''tali situazioni non favoriscano una corretta gestione dell'attività didattica, provocando evidenti disagi a famiglie, alunni e agli insegnanti'', l'atto impegna la Giunta regionale a ''chiedere con urgenza alle autorità scolastiche una valutazione territoriale della situazione'' prevedendo la ''concessione di specifiche deroghe almeno per la formazione delle ultime classi delle medie''. Nella mozione anche la richiesta ad intraprendere una ''più decisa iniziativa politica, volta ad ottenere dal Governo risposte chiare e risolutive ai problemi del sistema scolastico''.
Fonte: adnkronos
giovedì 15 ottobre 2009
LA SCUOLA IN COCCI
Laicità, Valutazione e competenze, Partecipazione e ruolo dei genitori
a cura del Coordinamento Genitori Democratici
Sabato 24 ottobre 2009, ore 9.15-13.00
Consiglio Regionale della Toscana - Sala del Gonfalone
Via Cavour 4
Firenze
Interverranno:
Cesare Angotti, Direttore Scolastico Regionale della Toscana
Riccardo Badino, Dirigente scolastico
Mario Battistini, membro del C.N.P.I.
Fabrizio Dacrema, coordinatore Dip. “Formazione e Ricerca CGIL”
Rosa De Pasquale, membro VII Commissione - Camera dei Deputati
Giovanni Di Fede, Assessore Pubblica Istruzione - Provincia di Firenze
Rosa Maria Di Giorgi, Assessore alla Istruzione - Comune di Firenze
Marzio Fatucchi, giornalista - “Il Corriere Fiorentino”
Carlo Fiorentini, Presidente CIDI-Firenze
Alessandro Margaglio, coordinatore CGDFirenze
Corrado Mauceri, avvocato costituzionalista
Angela Nava Mambretti, Presidente nazionale CGD
Mario Russo, psicologo CGD,
Sofia Sabatino, Rete degli Studenti Medi
Gianfranco Simoncini, Assessore Regionale alla Istruzione
Elisa Trovò, coordinatrice CGD-Piemonte
Laicità, Valutazione e competenze, Partecipazione e ruolo dei genitori
a cura del Coordinamento Genitori Democratici
Sabato 24 ottobre 2009, ore 9.15-13.00
Consiglio Regionale della Toscana - Sala del Gonfalone
Via Cavour 4
Firenze
Interverranno:
Cesare Angotti, Direttore Scolastico Regionale della Toscana
Riccardo Badino, Dirigente scolastico
Mario Battistini, membro del C.N.P.I.
Fabrizio Dacrema, coordinatore Dip. “Formazione e Ricerca CGIL”
Rosa De Pasquale, membro VII Commissione - Camera dei Deputati
Giovanni Di Fede, Assessore Pubblica Istruzione - Provincia di Firenze
Rosa Maria Di Giorgi, Assessore alla Istruzione - Comune di Firenze
Marzio Fatucchi, giornalista - “Il Corriere Fiorentino”
Carlo Fiorentini, Presidente CIDI-Firenze
Alessandro Margaglio, coordinatore CGDFirenze
Corrado Mauceri, avvocato costituzionalista
Angela Nava Mambretti, Presidente nazionale CGD
Mario Russo, psicologo CGD,
Sofia Sabatino, Rete degli Studenti Medi
Gianfranco Simoncini, Assessore Regionale alla Istruzione
Elisa Trovò, coordinatrice CGD-Piemonte
mercoledì 14 ottobre 2009
La protesta light degli studenti
13/10/2009 - Niente occupazione, niente intralci al traffico o vandalismi.
Gli studenti del liceo artistico Leon Battista Alberti di Firenze sono sfilati per la città sui marciapiedi manifestando sì per la scuola ma in maniera civile, matura e anche fantasiosa, non danneggiando nessuno. Al suono dei tamburi e con grandi cartelli è andata in scena una manifestazione colorata e colorita, ma dalla forma light. 'Vogliamo una scuola veramente pubblica - ha detto uno degli studenti - che ci permetta di studiare e apprendere. Non abbiamo voluto fare un occupazione fra quattro mura per non farci dire che non facciano niente e che siamo scansafatiche'. I ragazzi hanno fatto delle proposte che possono apparire ingenue ma tali non sono come quello di avere il permesso di disegnare fuori all'aria aperta. Un istituto d'arte del resto deve aprirsi soprattutto a Firenze una città dove in ogni angolo si respira arte. Eppoi le rivendicazioni più politiche come quella di una scuola senza barriera dove ogni nazionalità sia consentita, non a caso i cartelli erano in diverse lingue fra cui il cinese. Non è mancato un riferimento a Obama visto come il portatore davvero di una speranza di democrazia a confronto con i politici europei.
Da www.toscanatv.it
Gli studenti del liceo artistico Leon Battista Alberti di Firenze sono sfilati per la città sui marciapiedi manifestando sì per la scuola ma in maniera civile, matura e anche fantasiosa, non danneggiando nessuno. Al suono dei tamburi e con grandi cartelli è andata in scena una manifestazione colorata e colorita, ma dalla forma light. 'Vogliamo una scuola veramente pubblica - ha detto uno degli studenti - che ci permetta di studiare e apprendere. Non abbiamo voluto fare un occupazione fra quattro mura per non farci dire che non facciano niente e che siamo scansafatiche'. I ragazzi hanno fatto delle proposte che possono apparire ingenue ma tali non sono come quello di avere il permesso di disegnare fuori all'aria aperta. Un istituto d'arte del resto deve aprirsi soprattutto a Firenze una città dove in ogni angolo si respira arte. Eppoi le rivendicazioni più politiche come quella di una scuola senza barriera dove ogni nazionalità sia consentita, non a caso i cartelli erano in diverse lingue fra cui il cinese. Non è mancato un riferimento a Obama visto come il portatore davvero di una speranza di democrazia a confronto con i politici europei.
Da www.toscanatv.it
domenica 11 ottobre 2009
Il Documento del Coordinamento Precari di Catania
DOCUMENTO DEL COORDINAMENTO PRECARI DI CATANIA
Noi precari della scuola di Catania, docenti di ogni ordine e grado e personale ATA, a seguito dei forti tagli applicati alla nostra provincia e a tutte le realtà scolastiche italiane, visti cancellati anni e anni di lavoro e competenze acquisite sul campo, dopo aver subito l’umiliazione e il disagio del licenziamento, abbiamo iniziato un’azione di protesta tesa a difendere
IL LEGITTIMO DIRITTO AL LAVORO LA QUALITA’ DELLA SCUOLA PUBBLICA.
La nostra infatti non è solo una battaglia per il diritto al lavoro, ma è anche, e soprattutto, una battaglia culturale a difesa della scuola pubblica intesa come diritto per tutti, strumento di promozione culturale e sociale e luogo di diffusione dei valori fondamentali della nostra Costituzione. Intendiamo pertanto contrastare con la nostra protesta il progetto di “controriforma” della scuola pubblica all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, che mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e di mercato, svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica e annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica. Affermiamo con forza che questa non è una riforma, perché la parola riforma ha in sé una valenza positiva e viene invece utilizzata per camuffare un progetto di vera e propria distruzione della scuola pubblica, che sarà portato avanti e realizzato attraverso interventi che non hanno alcun carattere progressivo, non rinnovano e non migliorano il percorso educativo dei nostri allievi. Al contrario le misure adottate dal nostro governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, che non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, ma vi reintroduce elementi di conflittualità. Sbandierati come “riqualificazione” del sistema scolastico i tagli della legge 133/08 e tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati non risolvono le contraddizioni che di certo sono presenti oggi nel sistema scolastico, ma si iscrivono in un processo di destrutturazione della scuola pubblica, che vuole impoverirla, dequalificarla e privarla dei suoi fondamenti costituzionali. Non possiamo più delegare ad altri il futuro della nostra scuola ed è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e cominciare un lavoro profondo, lungo e faticoso. Perché se questo modo di concepire l’istruzione avrà la meglio, noi, quella parte di noi, che crede in una scuola diversa, sarà definitivamente sconfitta. Denunciamo pertanto non solo gli effetti devastanti della “controriforma” Gelmini non nel mondo della scuola, con il drastico ridimensionamento del corpo docenti e del personale ATA, l’aumento degli alunni per classe, la riduzione del tempo scuola, l’accorpamento delle classi di concorso, l’istituzione del maestro unico, il taglio degli insegnanti di sostegno, ma anche le drammatiche ripercussioni che il più grande licenziamento di massa nel settore dell’istruzione avrà sul tessuto sociale ed in particolare su quello delle regioni già duramente provate del meridione. Reclamiamo la nostra dignità negata ed esprimiamo il nostro dissenso ai contratti di disponibilità che anziché ridarci il nostro posto di lavoro offrono ad una ristrettissima fascia di insegnanti, poco più del 10% del totale, mansioni vaghe ed ultraflessibili in cambio di sottostipendi.
CHIEDIAMO
1) Il ritiro dei tagli alla scuola pubblica previsti dalle legge 133 (articoli 64 e 66) e di tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati.
2) Abrogazione dell’art.4 della legge 169/08 (maestro unico) e successive disposizioni. 3)Abolizione del tetto massimo di un insegnante di sostegno ogni due alunni diversamente abili su base provinciale e ripristino delle deroghe per l’assegnazione di ore aggiuntive per casi di disabilità gravi (Legge 224/04).
4) Ritiro del PdL Aprea.
5) Immediata immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili 6) Utilizzazione fino ad esaurimento del personale docente presente nelle GaE
7) Stabilizzazione di tutto il personale ATA inserito nella Graduatoria Permanente di 1° fascia secondo l’ordine di graduatoria, con inclusione anche del personale che nell’anno scolastico 2008/09, pur non avendo avuto un contratto fino al 30.06 e 31.08, sia stato titolare di contratto fino ad “avente diritto” e nel biennio precedente di contratti fino al 30.06, essendo nel dicembre 2008 entrata in vigore la nuova graduatoria triennale ATA di 3° fascia, e del personale che sia stato titolare almeno di una supplenza breve.
8) Utilizzazione fino ad esaurimento della Graduatoria ATA Provinciale Permanente di 1° fascia in riferimento a tutti i tipi di contratto (incarico annuale, fino al termine delle attività didattiche, supplenza breve ecc.) con conseguente eliminazione delle preferenza delle 30 scuole. Successiva utilizzazione della Graduatoria ATA Provinciale ad Esaurimento di 2° fascia. Utilizzo della Graduatoria d’Istituto di 3° fascia ATA soltanto a esaurimento di entrambe le graduatorie.
www.provveditoratoccupato.tk
Noi precari della scuola di Catania, docenti di ogni ordine e grado e personale ATA, a seguito dei forti tagli applicati alla nostra provincia e a tutte le realtà scolastiche italiane, visti cancellati anni e anni di lavoro e competenze acquisite sul campo, dopo aver subito l’umiliazione e il disagio del licenziamento, abbiamo iniziato un’azione di protesta tesa a difendere
IL LEGITTIMO DIRITTO AL LAVORO LA QUALITA’ DELLA SCUOLA PUBBLICA.
La nostra infatti non è solo una battaglia per il diritto al lavoro, ma è anche, e soprattutto, una battaglia culturale a difesa della scuola pubblica intesa come diritto per tutti, strumento di promozione culturale e sociale e luogo di diffusione dei valori fondamentali della nostra Costituzione. Intendiamo pertanto contrastare con la nostra protesta il progetto di “controriforma” della scuola pubblica all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, che mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e di mercato, svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica e annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica. Affermiamo con forza che questa non è una riforma, perché la parola riforma ha in sé una valenza positiva e viene invece utilizzata per camuffare un progetto di vera e propria distruzione della scuola pubblica, che sarà portato avanti e realizzato attraverso interventi che non hanno alcun carattere progressivo, non rinnovano e non migliorano il percorso educativo dei nostri allievi. Al contrario le misure adottate dal nostro governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, che non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, ma vi reintroduce elementi di conflittualità. Sbandierati come “riqualificazione” del sistema scolastico i tagli della legge 133/08 e tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati non risolvono le contraddizioni che di certo sono presenti oggi nel sistema scolastico, ma si iscrivono in un processo di destrutturazione della scuola pubblica, che vuole impoverirla, dequalificarla e privarla dei suoi fondamenti costituzionali. Non possiamo più delegare ad altri il futuro della nostra scuola ed è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e cominciare un lavoro profondo, lungo e faticoso. Perché se questo modo di concepire l’istruzione avrà la meglio, noi, quella parte di noi, che crede in una scuola diversa, sarà definitivamente sconfitta. Denunciamo pertanto non solo gli effetti devastanti della “controriforma” Gelmini non nel mondo della scuola, con il drastico ridimensionamento del corpo docenti e del personale ATA, l’aumento degli alunni per classe, la riduzione del tempo scuola, l’accorpamento delle classi di concorso, l’istituzione del maestro unico, il taglio degli insegnanti di sostegno, ma anche le drammatiche ripercussioni che il più grande licenziamento di massa nel settore dell’istruzione avrà sul tessuto sociale ed in particolare su quello delle regioni già duramente provate del meridione. Reclamiamo la nostra dignità negata ed esprimiamo il nostro dissenso ai contratti di disponibilità che anziché ridarci il nostro posto di lavoro offrono ad una ristrettissima fascia di insegnanti, poco più del 10% del totale, mansioni vaghe ed ultraflessibili in cambio di sottostipendi.
CHIEDIAMO
1) Il ritiro dei tagli alla scuola pubblica previsti dalle legge 133 (articoli 64 e 66) e di tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati.
2) Abrogazione dell’art.4 della legge 169/08 (maestro unico) e successive disposizioni. 3)Abolizione del tetto massimo di un insegnante di sostegno ogni due alunni diversamente abili su base provinciale e ripristino delle deroghe per l’assegnazione di ore aggiuntive per casi di disabilità gravi (Legge 224/04).
4) Ritiro del PdL Aprea.
5) Immediata immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili 6) Utilizzazione fino ad esaurimento del personale docente presente nelle GaE
7) Stabilizzazione di tutto il personale ATA inserito nella Graduatoria Permanente di 1° fascia secondo l’ordine di graduatoria, con inclusione anche del personale che nell’anno scolastico 2008/09, pur non avendo avuto un contratto fino al 30.06 e 31.08, sia stato titolare di contratto fino ad “avente diritto” e nel biennio precedente di contratti fino al 30.06, essendo nel dicembre 2008 entrata in vigore la nuova graduatoria triennale ATA di 3° fascia, e del personale che sia stato titolare almeno di una supplenza breve.
8) Utilizzazione fino ad esaurimento della Graduatoria ATA Provinciale Permanente di 1° fascia in riferimento a tutti i tipi di contratto (incarico annuale, fino al termine delle attività didattiche, supplenza breve ecc.) con conseguente eliminazione delle preferenza delle 30 scuole. Successiva utilizzazione della Graduatoria ATA Provinciale ad Esaurimento di 2° fascia. Utilizzo della Graduatoria d’Istituto di 3° fascia ATA soltanto a esaurimento di entrambe le graduatorie.
www.provveditoratoccupato.tk
sabato 10 ottobre 2009
Classi sovraffollate, Cittadinanzattiva replica al Ministro
"Non ci conforta la percentuale dello 0,6%, data dal Ministro Gelmini, riferita all'aumento delle classi che oggi superano il numero dei 30 alunni: come la mettiamo con le norme di prevenzione incendi che parlano di un massimo di 25 alunni?. In sole tre settimane dall'avvio della nostra campagna "Misuriamoci con classe" (attiva sul nostro sito web www.cittadinanzattiva.it), abbiamo già ricevuto moltissime segnalazioni di aule sovraffollate, condizioni che, unite alle ben note condizioni di invivibilità ed insicurezza delle nostre scuole, ci dicono che la situazione è allarmante". Così Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva commenta le affermazioni del ministro dell'Istruzione Gelmini espresse nel corso dell'audizione in Commissione Cultura alla Camera. Il Ministro ha precisato che "Non si può quindi parlare di sovraffollamento lasciando intendere che questa sia la media del Paese. Questo aumento è spesso stato determinato da ragioni di sicurezza. Frutto di accorpamenti resi necessari anche dal bisogno di garantire sicurezza agli alunni. Si è scelto il male minore preferendo accorpare le classi piuttosto che lasciare i ragazzi in aule non sicure".
"Ci stupisce che il Ministro dica che l'accorpamento delle classi scaturisce anche dal bisogno di garantire la sicurezza degli alunni: un'aula sovraffollata è di per sè invivibile ed insicura: manca l'aria, la temperatura ambientale sale, gli spazi per muoversi sono ridotti ed un'eventuale evacuazione in caso di emergenza sarebbe difficoltosa", ha aggiunto Adriana Bizzarri.
Cittadinanzattiva nelle prossime settimane consegnerà al Ministro le segnalazioni ricevute per poter valutare effettivamente l'impatto del decreto (legge 133/2008, art.64) che innalza il numero minimo e massimo di alunni per classe chiedendone, se necessario, il ritiro".
08/10/2009
Da http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=25022
"Ci stupisce che il Ministro dica che l'accorpamento delle classi scaturisce anche dal bisogno di garantire la sicurezza degli alunni: un'aula sovraffollata è di per sè invivibile ed insicura: manca l'aria, la temperatura ambientale sale, gli spazi per muoversi sono ridotti ed un'eventuale evacuazione in caso di emergenza sarebbe difficoltosa", ha aggiunto Adriana Bizzarri.
Cittadinanzattiva nelle prossime settimane consegnerà al Ministro le segnalazioni ricevute per poter valutare effettivamente l'impatto del decreto (legge 133/2008, art.64) che innalza il numero minimo e massimo di alunni per classe chiedendone, se necessario, il ritiro".
08/10/2009
Da http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=25022
venerdì 9 ottobre 2009
A proposito delle supplenze
FLC-CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS di Modena hanno fatto pervenire alle scuole un volantino in cui ricordano che nessuna norma è mutata in riferimento alle sostituzioni dei docenti assenti:
- i collegi dei docenti possono impegnare la quota oraria eventualmente eccedente in progetti inerenti attività di recupero o approfondimento e arricchimento formativo
- solo se il collegio non ha impegnato tali ore eccedenti con una specifica delibera, allora queste possono essere utilizzate per supplenze in sostituzione di colleghi che si assentano per non più di 5 giorni
- non è possibile prevedere alcun criterio di reperibilità da parte del docente, come pare che qualche dirigente abbia chiesto di fare
- il DPR 89/09 non ha cancellato il CCNL Scuola e il fatto che in esso sia presente la dicitura "senza compresenze" non vuol dire che la scuola debba fare a meno dei progetti sull'uso delle ore eccedenti
- compresenze e contemporaneità sono due cose diverse
Compresenza: due docenti insegnano nella stessa ora, alla stessa classe, nella stessa aula
Contemporaneità d’orario: due docenti insegnano nella stessa ora, alla stessa classe
Quota oraria eccedente: ore a disposizione del servizio che si creano a causa dell’incrocio tra le ore settimanali previste dal modulo organizzativo della classe e le ore settimanali frontali (di insegnamento nelle classi) previste dal contratto per ciascun docente.
- i sindacati sono pronti ad intervenire ovunque queste prerogative di qualità della Scuola Primaria vengano minacciate.
Ora tocca ai collegi dei docenti riappropriarsi di una prerogativa lecita e di qualità.
I collegi devono pretendere di ritornare a discutere della destinazione delle ore eccedenti alle attività di recupero, approfondimento, arricchimento.
E se i dirigenti scolastici non sono d'accordo, ricordate che il Testo Unico, che è Legge dello Stato (D.L.vo n 297 del 16-4-94 - art 7 c 4), prevede che il collegio possa essere convocato se a richiederlo è almeno un terzo dei docenti.
- i collegi dei docenti possono impegnare la quota oraria eventualmente eccedente in progetti inerenti attività di recupero o approfondimento e arricchimento formativo
- solo se il collegio non ha impegnato tali ore eccedenti con una specifica delibera, allora queste possono essere utilizzate per supplenze in sostituzione di colleghi che si assentano per non più di 5 giorni
- non è possibile prevedere alcun criterio di reperibilità da parte del docente, come pare che qualche dirigente abbia chiesto di fare
- il DPR 89/09 non ha cancellato il CCNL Scuola e il fatto che in esso sia presente la dicitura "senza compresenze" non vuol dire che la scuola debba fare a meno dei progetti sull'uso delle ore eccedenti
- compresenze e contemporaneità sono due cose diverse
Compresenza: due docenti insegnano nella stessa ora, alla stessa classe, nella stessa aula
Contemporaneità d’orario: due docenti insegnano nella stessa ora, alla stessa classe
Quota oraria eccedente: ore a disposizione del servizio che si creano a causa dell’incrocio tra le ore settimanali previste dal modulo organizzativo della classe e le ore settimanali frontali (di insegnamento nelle classi) previste dal contratto per ciascun docente.
- i sindacati sono pronti ad intervenire ovunque queste prerogative di qualità della Scuola Primaria vengano minacciate.
Ora tocca ai collegi dei docenti riappropriarsi di una prerogativa lecita e di qualità.
I collegi devono pretendere di ritornare a discutere della destinazione delle ore eccedenti alle attività di recupero, approfondimento, arricchimento.
E se i dirigenti scolastici non sono d'accordo, ricordate che il Testo Unico, che è Legge dello Stato (D.L.vo n 297 del 16-4-94 - art 7 c 4), prevede che il collegio possa essere convocato se a richiederlo è almeno un terzo dei docenti.
mercoledì 7 ottobre 2009
Una diffusa inerzia
Ricevo da Scuola della Repubblica e vi giro:
Una diffusa inerzia copre le illegittimità della Gelmini
Dopo la sentenza del TAR volta a "salvare" i tagli agli organici (sulla scia della sentenza della Corte Costituzionale, del parere del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti) con una nota che allego avevo rilevato che, nonostante l’opera di salvataggio messa in atto da parte di tutti gli organi che dovrebbero garantire la legalità dell’azione della PA, i provvedimenti della Gelmini rimanevano ancora vulnerabili per le contraddizioni che comunque non erano state superate, c’era quindi ancora spazio per contestare i regolamenti ed i provvedimenti relativi agli organici sarebbe stata però necessaria un’azione concertata a livello politico, istituzionale e giudiziario.
In particolare si era rilevato che lo stesso Regolamento che dava attuazione all’art. 64 prevedeva un ruolo preminente delle Regioni e degli Enti locali; il MIUR difatti in base all’art. 2 del DPR n.81/09 avrebbe dovuto, prima della determinazione degli organici a livello nazionale, acquisire il parere della Conferenza Unificata, Stato, Regione, Enti Locali.
Il MIUR invece ha adottato gli organici, prima del Regolamento e quindi in modo palesemente illegittimo e soprattutto ignorando la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Provincia-Comuni.
A fronte di tale comportamento arrogante della Ministra si riteneva che Regioni, Comuni e Province avessero fortemente contestato l’operato della Ministra e preteso una rimessa in discussione di tutti i provvedimenti illegittimi; si prospettava pertanto l’opportunità di una forte iniziativa unitaria di istituzioni, comitati genitori-insegnanti, organizzazioni democratiche per contestare tali illegittimità, considerando che il 22 ottobre la questione sarebbe stata esaminata dal TAR.
C’è stato qualche dibattito, qualche o.d.g. e nient’altro di concreto; tutti considerano ormai definiti gli organici, pur trattandosi di atti palesemente illegittimi.
A questo punto per coerenza ho insistito, in vista dell’udienza del 22 ottobre, a contestare l’illegittimità degli organici, ovviamente facendo la figura del soldato giapponese che pensava di essere ancora in guerra.
Corrado Mauceri
Una diffusa inerzia copre le illegittimità della Gelmini
Dopo la sentenza del TAR volta a "salvare" i tagli agli organici (sulla scia della sentenza della Corte Costituzionale, del parere del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti) con una nota che allego avevo rilevato che, nonostante l’opera di salvataggio messa in atto da parte di tutti gli organi che dovrebbero garantire la legalità dell’azione della PA, i provvedimenti della Gelmini rimanevano ancora vulnerabili per le contraddizioni che comunque non erano state superate, c’era quindi ancora spazio per contestare i regolamenti ed i provvedimenti relativi agli organici sarebbe stata però necessaria un’azione concertata a livello politico, istituzionale e giudiziario.
In particolare si era rilevato che lo stesso Regolamento che dava attuazione all’art. 64 prevedeva un ruolo preminente delle Regioni e degli Enti locali; il MIUR difatti in base all’art. 2 del DPR n.81/09 avrebbe dovuto, prima della determinazione degli organici a livello nazionale, acquisire il parere della Conferenza Unificata, Stato, Regione, Enti Locali.
Il MIUR invece ha adottato gli organici, prima del Regolamento e quindi in modo palesemente illegittimo e soprattutto ignorando la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Provincia-Comuni.
A fronte di tale comportamento arrogante della Ministra si riteneva che Regioni, Comuni e Province avessero fortemente contestato l’operato della Ministra e preteso una rimessa in discussione di tutti i provvedimenti illegittimi; si prospettava pertanto l’opportunità di una forte iniziativa unitaria di istituzioni, comitati genitori-insegnanti, organizzazioni democratiche per contestare tali illegittimità, considerando che il 22 ottobre la questione sarebbe stata esaminata dal TAR.
C’è stato qualche dibattito, qualche o.d.g. e nient’altro di concreto; tutti considerano ormai definiti gli organici, pur trattandosi di atti palesemente illegittimi.
A questo punto per coerenza ho insistito, in vista dell’udienza del 22 ottobre, a contestare l’illegittimità degli organici, ovviamente facendo la figura del soldato giapponese che pensava di essere ancora in guerra.
Corrado Mauceri
lunedì 5 ottobre 2009
IRC e laicità della scuola
Ricevo dal Comitato Torinese per la Laicità della Scuola e vi giro:
L'Associazione Per la Scuola della Repubblica e il Comitato Nazionale Genitori Democratici hanno convenuto di denunciare con l'allegato comunicato, sottoscritto anche dall'Associazione "31 ottobre" e dal Comitato Insegnanti Evangelici Italiani, l'illegalità che sta dilagando nell'attuazione della normativa che regola il carattere rigorosamente facoltativo dell'insegnamento della religione cattolica.
Il comunicato è pubblicato su http://www.arpnet.it/laisc
Comitato Torinese per la Laicità della Scuola
Via Donizetti 16 bis - 10126 Torino
L'Associazione Per la Scuola della Repubblica e il Comitato Nazionale Genitori Democratici hanno convenuto di denunciare con l'allegato comunicato, sottoscritto anche dall'Associazione "31 ottobre" e dal Comitato Insegnanti Evangelici Italiani, l'illegalità che sta dilagando nell'attuazione della normativa che regola il carattere rigorosamente facoltativo dell'insegnamento della religione cattolica.
Il comunicato è pubblicato su http://www.arpnet.it/laisc
Comitato Torinese per la Laicità della Scuola
Via Donizetti 16 bis - 10126 Torino
domenica 4 ottobre 2009
La controriforma della scuola
Massimo Baldacci, Franco Frabboni
LA CONTRORIFORMA DELLA SCUOLA
Il trionfo del mercato e del mediatico
Franco Angeli Ed.
La "Riforma Gelmini" finirà per colpire gravemente la Scuola pubblica. Ha già iniziato a demolire due sue antiche architravi: il diritto di tutti allo studio e la qualità dell'istruzione. E la sta privando dei suoi due fondamentali princìpi di riferimento: la Persona e la Cultura. In cambio, la Controriforma del ministro – perché di questo si tratta - propone la medicina miracolistica del binomio scuola-azienda, destinata a ridurre la Scuola al ruolo di ruota di scorta delle imprese.
I provvedimenti di questa Controriforma non si giustificano né in rapporto alle esigenze di sviluppo civile di uno Stato democratico, né in relazione alla crescita del sistema socio-economico.
Nell'epoca attuale, la forza civile, democratica ed economica di un Paese è legata alla qualità delle competenze acquisi-ste nella formazione. Perciò, occorre garantire a tutti un'alfabetizzazione culturale forte fin dall'inizio della Scuola pri-maria.
Il ritorno al maestro unico, la soppressione delle compresenze, l'accorpamento dei plessi scolastici – con il conseguente depauperamento degli spazi laborario-atelier – finiranno invece per indebolire l'efficacia della Scuola e per rendere più fragile l'alfabetizzazione dei nostri alunni. Il tenore delle competenze assicurate dall'istruzione di base tenderà ad ab-bassarsi, e ciò renderà più cagionevole la salute socio-economica del nostro Paese, e più incerte le sue prospettive di sviluppo civile e democratico.
Massimo Baldacci è professore ordinario di Pedagogia generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università "Carlo Bo" di Urbino.
Franco Frabboni è professore ordinario di Pedagogia all'Università di Bologna.
LA CONTRORIFORMA DELLA SCUOLA
Il trionfo del mercato e del mediatico
Franco Angeli Ed.
La "Riforma Gelmini" finirà per colpire gravemente la Scuola pubblica. Ha già iniziato a demolire due sue antiche architravi: il diritto di tutti allo studio e la qualità dell'istruzione. E la sta privando dei suoi due fondamentali princìpi di riferimento: la Persona e la Cultura. In cambio, la Controriforma del ministro – perché di questo si tratta - propone la medicina miracolistica del binomio scuola-azienda, destinata a ridurre la Scuola al ruolo di ruota di scorta delle imprese.
I provvedimenti di questa Controriforma non si giustificano né in rapporto alle esigenze di sviluppo civile di uno Stato democratico, né in relazione alla crescita del sistema socio-economico.
Nell'epoca attuale, la forza civile, democratica ed economica di un Paese è legata alla qualità delle competenze acquisi-ste nella formazione. Perciò, occorre garantire a tutti un'alfabetizzazione culturale forte fin dall'inizio della Scuola pri-maria.
Il ritorno al maestro unico, la soppressione delle compresenze, l'accorpamento dei plessi scolastici – con il conseguente depauperamento degli spazi laborario-atelier – finiranno invece per indebolire l'efficacia della Scuola e per rendere più fragile l'alfabetizzazione dei nostri alunni. Il tenore delle competenze assicurate dall'istruzione di base tenderà ad ab-bassarsi, e ciò renderà più cagionevole la salute socio-economica del nostro Paese, e più incerte le sue prospettive di sviluppo civile e democratico.
Massimo Baldacci è professore ordinario di Pedagogia generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università "Carlo Bo" di Urbino.
Franco Frabboni è professore ordinario di Pedagogia all'Università di Bologna.
venerdì 2 ottobre 2009
3 ottobre 2009
Come amministratrice di questo blog aderisco alla manifestazione per la libertà di stampa in programma oggi 3 ottobre a Roma.
La Costituzione, Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
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