Scuola/ Primi scioperi antitagli Unicobas e Cobas: stop 8 e 15/10
Alle due distinte iniziative aderiscono ass. precari e studenti
Attraverso due distinte iniziative, i sindacati di base proclamano lo sciopero generale della scuola per protestare contro i tagli al comparto, agli organici e l'impoverimento dell'istruzione pubblica: venerdì 8 ottobre si asterranno dal lavoro docenti e Ata dell'Unicobas con manifestazione nazionale a Roma che si concluderà davanti al Miur; una settimana dopo, il 15, si fermeranno i lavoratori aderenti ai Cobas, che per l'occasione organizzerà manifestazioni a livello territoriale.
All'iniziativa dell'Unicobas - che si svilupperà nella stessa giornata in cui la Flc-Cgil ha indetto uno sciopero orario - si uniranno anche i Coordinamenti precari, l'Usi e l'Unione degli studenti: "Sin dal primo giorno di scuola - ha detto oggi Stefano d'Errico, segretario Unicobas - in tutto il paese montano proteste e mobilitazioni contro i tagli e la dismissione del valore formativo della scuola pubblica. Iniziative che studenti, precari e lavoratori della scuola e famiglie stanno costruendo per rilanciare un forte messaggio di unitarietà e di opposizione al disegno Gelmini-Tremonti". Anche i Cobas non scenderanno in piazza da soli: "il 15 ottobre - fa sapere il portavoce nazionale Piero Bernocchi - sciopereranno e manifesteranno con noi, oltre a tanti docenti ed Ata 'stabili', le strutture dei precari, degli studenti e dei genitori che sono intenzionate a difendere l'istruzione pubblica contro il governo della scuola-miseria ma senza fare sconti a quei partiti del centrosinistra che, quando per due volte furono al governo in posizione dominante, contribuirono anch'essi all'immiserimento della scuola pubblica".
Da http://notizie.virgilio.it/notizie
martedì 28 settembre 2010
sabato 25 settembre 2010
Toscana: Stati Generali della Scuola
Ricevo e vi giro:
Oggetto: Stati Generali della Scuola Toscana. Idee, progetti, esperienze per una scuola di qualità
Gentilissimi,
lo sviluppo di una comunità dipende dalla qualità dell’educazione ricevuta dai giovani. L’istruzione è un’emergenza che riguarda tutti. Nessuno può pensare di restare indifferente al futuro della scuola.
In Toscana negli anni passati molto si è fatto, e sperimentato, per contribuire a fare della scuola uno spazio d’eccellenza nel contesto nazionale. E numerose sono le forze intellettuali che, dentro e fuori la scuola, hanno riflettuto e continuano a riflettere su come insegnamento e formazione possano promuovere diritti, crescita culturale e sociale, aumentare conoscenza e competenze per un futuro equo e sostenibile.
Oggi la Regione Toscana promuove gli Stati Generali della Scuola per chiamare a raccolta tutte le energie che lavorano per una scuola di qualità e per mobilitare tutte le forze vive della società toscana che prestino la loro esperienza per costruire un percorso capace di portare la scuola toscana a essere vero agente di cambiamento. Questo percorso lo intendiamo come un cantiere aperto: un cantiere dove tutti possano portare il loro contributo, la loro passione, la loro progettualità (e anche le loro critiche).
Gli Stati Generali si svolgeranno entro la fine dell’anno in ciascuna provincia della Toscana e termineranno con un’iniziativa di sintesi regionale nei primi mesi del prossimo anno
Gli Stati generali sono rivolti a organismi (enti locali, scuole, enti pubblici, organizzazioni imprenditoriali e sindacali, associazionismo, fondazioni, associazioni di insegnanti, di genitori, di studenti) e a singoli ( insegnanti, studenti, amministratori, studiosi, scienziati, ricercatori, pedagogisti).
I temi su cui, in questa prima fase, la Regione Toscana intende far convergere l’attenzione e l’impegno di quanti vorranno collaborare, si riferiscono essenzialmente a due principali aree.
- Il sistema della governance territoriale e dell’innovazione organizzativo- gestionale della scuola.
- L’innovazione metodologica ed educativa nonché la revisione dei percorsi di istruzione.
Chi fosse interessato all’iniziativa può trovare maggiori informazioni sul sito: www.regione.toscana.it/statigeneraliscuola.
Confidando nel tuo interesse all’iniziativa ti chiedo un contributo per la diffusione.
Un cordiale saluto
Il Vice Presidente
Stella Targetti
Oggetto: Stati Generali della Scuola Toscana. Idee, progetti, esperienze per una scuola di qualità
Gentilissimi,
lo sviluppo di una comunità dipende dalla qualità dell’educazione ricevuta dai giovani. L’istruzione è un’emergenza che riguarda tutti. Nessuno può pensare di restare indifferente al futuro della scuola.
In Toscana negli anni passati molto si è fatto, e sperimentato, per contribuire a fare della scuola uno spazio d’eccellenza nel contesto nazionale. E numerose sono le forze intellettuali che, dentro e fuori la scuola, hanno riflettuto e continuano a riflettere su come insegnamento e formazione possano promuovere diritti, crescita culturale e sociale, aumentare conoscenza e competenze per un futuro equo e sostenibile.
Oggi la Regione Toscana promuove gli Stati Generali della Scuola per chiamare a raccolta tutte le energie che lavorano per una scuola di qualità e per mobilitare tutte le forze vive della società toscana che prestino la loro esperienza per costruire un percorso capace di portare la scuola toscana a essere vero agente di cambiamento. Questo percorso lo intendiamo come un cantiere aperto: un cantiere dove tutti possano portare il loro contributo, la loro passione, la loro progettualità (e anche le loro critiche).
Gli Stati Generali si svolgeranno entro la fine dell’anno in ciascuna provincia della Toscana e termineranno con un’iniziativa di sintesi regionale nei primi mesi del prossimo anno
Gli Stati generali sono rivolti a organismi (enti locali, scuole, enti pubblici, organizzazioni imprenditoriali e sindacali, associazionismo, fondazioni, associazioni di insegnanti, di genitori, di studenti) e a singoli ( insegnanti, studenti, amministratori, studiosi, scienziati, ricercatori, pedagogisti).
I temi su cui, in questa prima fase, la Regione Toscana intende far convergere l’attenzione e l’impegno di quanti vorranno collaborare, si riferiscono essenzialmente a due principali aree.
- Il sistema della governance territoriale e dell’innovazione organizzativo- gestionale della scuola.
- L’innovazione metodologica ed educativa nonché la revisione dei percorsi di istruzione.
Chi fosse interessato all’iniziativa può trovare maggiori informazioni sul sito: www.regione.toscana.it/statigeneraliscuola.
Confidando nel tuo interesse all’iniziativa ti chiedo un contributo per la diffusione.
Un cordiale saluto
Il Vice Presidente
Stella Targetti
giovedì 16 settembre 2010
Primo giorno di scuola: chiuso per assemblea, ecco i perché
Un po’ in ritardo, ma mi fa piacere lo stesso pubblicarlo…
Comunicato stampa
PRIMO GIORNO DI SCUOLA:
CHIUSO PER ASSEMBLEA, ECCO I PERCHE’
È un’assemblea "per la scuola", e non contro, quella che lascerà chiusi i portoni allo squillo della prima campanella in molte scuole della Toscana. A Campi Bisenzio la quasi totalità dei docenti e del personale ATA della Direzione didattica (1700 alunni) ha deciso di partecipare all’assemblea indetta nella mattina del 15 settembre da Cgil, Cisl e Gilda. Ecco le motivazioni.
Si apre un nuovo anno scolastico all’insegna dei tagli di risorse finanziarie e umane alla scuola pubblica come previsto dall’art. 64 della Legge133/2008. In un triennio, tra docenti e personale ATA, perderemo in totale 150.000 posti di lavoro. I tagli riguardano, oltre che il personale, anche il tempo scuola, l’impianto disciplinare, le risorse finanziarie. Tutto ciò di conseguenza va a danneggiare i diritti degli alunni all’apprendimento che ne escono gravemente compromessi.
Le problematiche più evidenti che emergono sono:
• Dequalificazione dell’offerta formativa: diventa oggettivamente impossibile organizzare laboratori e gruppi di lavoro finalizzati al sostegno, al recupero, al potenziamento, all’alfabetizzazione degli alunni extracomunitari (attività indispensabili in un Circolo dove sono da anni molto accentuati i problemi legati al flusso migratorio).
Così pure non potranno essere attuati progetti e visite guidate che arricchiscono il processo formativo degli studenti .
• Gli insegnanti sono costretti a organizzare l’orario utilizzandole ore della ex-contemporaneità di tutto il Circolo per garantire il tempo scuola previsto per legge, 27 e 40 ore, e per mantenere orari settimanali di 30 e 33 ore. Risultano in tal modo orari spezzati e distribuiti tra un numero elevato di classi che aumenta le disparità tra i carichi di lavoro dei docenti, con la conseguenza che in molte classi ci sarà l’intervento di diversi insegnanti che lavorano soli in un rapporto unicamente frontale. Il modello di docente che ne risulta è ben lontano da quello di “ maestro unico” promesso alle famiglie. Una buona didattica ha bisogno anche di confronto professionale e progettazione ma questo non è più possibile.
• Diminuzione del tempo scuola poiché le richieste dei genitori delle 7 classi prime che chiedevano il tempo pieno non sono state soddisfatte.
• La diminuzione degli insegnanti di sostegno che è calcolata su parametri quantitativamente astratti, lontani dalle singole realtà, incide pesantemente sui diritti degli alunni diversamente abili che si trovano ad avere dedicate un numero ridotto di ore rispetto a quello che veniva garantito negli anni precedenti sulla base di precise certificazioni.
• In questo quadro già complesso si assiste inoltre all’aumento di alunni per classe che da un lato comporta maggiori difficoltà gestionali e dall’altro non garantisce il livello minimo di sicurezza dentro la scuola.
• La riduzione drastica del personale ATA inoltre non assicura i servizi essenziali di assistenza, accoglienza e sorveglianza necessari alle diverse tipologie di scuola creando situazioni di effettivo rischio.
La scelta della quasi totalità dei docenti e non docenti del Circolo di partecipare all’assemblea sindacale provinciale del 15 Settembre 2010, primo giorno del nuovo anno scolastico, ha tra le altre motivazioni quella di rendere evidente la situazione esposta, nella convinzione che la scuola pubblica debba essere di qualità ed adempiere alla funzione che la Costituzione le ha assegnato.
DOCENTI E NON DOCENTI
DEL CIRCOLO DIDATTICO DI CAMPI BISENZIO
Comunicato stampa
PRIMO GIORNO DI SCUOLA:
CHIUSO PER ASSEMBLEA, ECCO I PERCHE’
È un’assemblea "per la scuola", e non contro, quella che lascerà chiusi i portoni allo squillo della prima campanella in molte scuole della Toscana. A Campi Bisenzio la quasi totalità dei docenti e del personale ATA della Direzione didattica (1700 alunni) ha deciso di partecipare all’assemblea indetta nella mattina del 15 settembre da Cgil, Cisl e Gilda. Ecco le motivazioni.
Si apre un nuovo anno scolastico all’insegna dei tagli di risorse finanziarie e umane alla scuola pubblica come previsto dall’art. 64 della Legge133/2008. In un triennio, tra docenti e personale ATA, perderemo in totale 150.000 posti di lavoro. I tagli riguardano, oltre che il personale, anche il tempo scuola, l’impianto disciplinare, le risorse finanziarie. Tutto ciò di conseguenza va a danneggiare i diritti degli alunni all’apprendimento che ne escono gravemente compromessi.
Le problematiche più evidenti che emergono sono:
• Dequalificazione dell’offerta formativa: diventa oggettivamente impossibile organizzare laboratori e gruppi di lavoro finalizzati al sostegno, al recupero, al potenziamento, all’alfabetizzazione degli alunni extracomunitari (attività indispensabili in un Circolo dove sono da anni molto accentuati i problemi legati al flusso migratorio).
Così pure non potranno essere attuati progetti e visite guidate che arricchiscono il processo formativo degli studenti .
• Gli insegnanti sono costretti a organizzare l’orario utilizzandole ore della ex-contemporaneità di tutto il Circolo per garantire il tempo scuola previsto per legge, 27 e 40 ore, e per mantenere orari settimanali di 30 e 33 ore. Risultano in tal modo orari spezzati e distribuiti tra un numero elevato di classi che aumenta le disparità tra i carichi di lavoro dei docenti, con la conseguenza che in molte classi ci sarà l’intervento di diversi insegnanti che lavorano soli in un rapporto unicamente frontale. Il modello di docente che ne risulta è ben lontano da quello di “ maestro unico” promesso alle famiglie. Una buona didattica ha bisogno anche di confronto professionale e progettazione ma questo non è più possibile.
• Diminuzione del tempo scuola poiché le richieste dei genitori delle 7 classi prime che chiedevano il tempo pieno non sono state soddisfatte.
• La diminuzione degli insegnanti di sostegno che è calcolata su parametri quantitativamente astratti, lontani dalle singole realtà, incide pesantemente sui diritti degli alunni diversamente abili che si trovano ad avere dedicate un numero ridotto di ore rispetto a quello che veniva garantito negli anni precedenti sulla base di precise certificazioni.
• In questo quadro già complesso si assiste inoltre all’aumento di alunni per classe che da un lato comporta maggiori difficoltà gestionali e dall’altro non garantisce il livello minimo di sicurezza dentro la scuola.
• La riduzione drastica del personale ATA inoltre non assicura i servizi essenziali di assistenza, accoglienza e sorveglianza necessari alle diverse tipologie di scuola creando situazioni di effettivo rischio.
La scelta della quasi totalità dei docenti e non docenti del Circolo di partecipare all’assemblea sindacale provinciale del 15 Settembre 2010, primo giorno del nuovo anno scolastico, ha tra le altre motivazioni quella di rendere evidente la situazione esposta, nella convinzione che la scuola pubblica debba essere di qualità ed adempiere alla funzione che la Costituzione le ha assegnato.
DOCENTI E NON DOCENTI
DEL CIRCOLO DIDATTICO DI CAMPI BISENZIO
mercoledì 15 settembre 2010
Class action contro i tagli, per una scuola pubblica gratuita
Scuola, class action dei genitori
contro i tagli della Gelmini
Alcuni dirigenti non ricevono fondi da due o tre anni e hanno maturato crediti elevati. L'idea è del vicepresidente del consiglio d'istituto che è avvocato. La Flc-Cgil collabora
"Da Roma non arrivano i soldi per far funzionare la scuola? E noi portiamo la Gelmini in tribunale". Così hanno deciso i genitori dei ragazzi che frequentano l'istituto comprensivo di Bruino. Stanchi di dover pagare per le mancanze del ministero, hanno scelto di avviare una class action, supportati dalla Flc-Cgil. I loro figli, come gli altri 524 mila studenti del Piemonte, domani torneranno in classe per l'inizio delle lezioni. Lo scorso anno erano 25 euro, quest'anno sono diventati più di 50. Ed è andata bene, perché in un primo momento, per far quadrare i conti, si era pensato a un'"una tantum" da 75 euro. In ogni caso, si tratta di troppi soldi per mandare i figli a scuola. Almeno così la pensano i genitori degli allievi dell'istituto comprensivo di Bruino. Che, stanchi di pagare per conto terzi, hanno deciso di portare il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini davanti a un giudice. Obiettivo: reclamare il diritto ad avere una scuola pubblica gratuita.
Perché, se mamme e papà sono costretti a mettere mano al portafogli, la colpa è del ritardo con il quale il ministero invia alle singole scuole il denaro necessario per farle funzionare. Sono euro che servono per le spese più basilari, come la carta igienica, l'assicurazione dei bambini e via dicendo. Eppure alcuni istituti non ricevono fondi da Roma anche da due o tre anni. Tanto da maturare una mole di crediti non indifferente. Per esempio, racconta Diogene Franzoso, papà di un ragazzino che domani inizierà la seconda elementare nell'istituto comprensivo bruinese, "la nostra scuola vanta più di 100 mila euro di risorse che non sono mai state erogate dal ministero".
Oltre a essere il vicepresidente del consiglio d'istituto, Diogene Franzoso di lavoro fa l'avvocato. Così i docenti della scuola e alcuni suoi colleghi genitori che, come lui, fanno parte del comitato "Sos scuole Bruino", gli hanno chiesto se non ci fosse un modo per recuperare quel denaro passando per vie giudiziarie. Lui si è rivolto alla Flc-Cgil di Torino e con i legali del sindacato ha valutato una serie di ipotesi: "Ne abbiamo individuate alcune che potevano fare al caso nostro - racconta Franzoso - e poi abbiamo scelto di portare avanti una class action nei confronti del ministero".
Tecnicamente saranno i genitori ad avviare l'azione. Per prima cosa diffideranno il ministero, che avrà 90 giorni di tempo per risolvere la situazione. Se non cambierà nulla, le mamme e i papà chiederanno al Tar di ordinare allo Stato di sborsare la cifra dovuta. Dice il segretario della Flc-Cgil Torino, Igor Piotto, che si tratta di "rivendicare un'iniquità: non solo i genitori devono pagare per una scuola pubblica, ma la perdita di quei finanziamenti determina anche un abbassamento della qualità dell'offerta formativa".
Anche Franzoso spiega che "non è una questione di soldi, lo facciamo più che altro per dare un segnale". La prima tappa sarà un'assemblea pubblica, il 20 settembre, per raccogliere le adesioni. La class action è aperta soltanto ai genitori dell'istituto di Bruino e aderirvi, almeno all'inizio, è gratuito, perché le spese sono coperte dalla Flc-Cgil.
E se il Tar dovesse esprimere un parere favorevole ai ricorrenti? A quel punto le possibilità che si inneschino ricorsi a catena sono elevatissime: "Nel caso in cui il giudice dovesse darci ragione - dice il papà-legale Franzoso - la speranza è che anche altri comitati di genitori percorrano la nostra strada. Lo potranno fare a livello di singolo istituto, oppure potranno unirsi tra papà e mamme di studenti che frequentano diverse scuole".
(Stefano Parola)
Da http://torino.repubblica.it
12 settembre 2010
contro i tagli della Gelmini
Alcuni dirigenti non ricevono fondi da due o tre anni e hanno maturato crediti elevati. L'idea è del vicepresidente del consiglio d'istituto che è avvocato. La Flc-Cgil collabora
"Da Roma non arrivano i soldi per far funzionare la scuola? E noi portiamo la Gelmini in tribunale". Così hanno deciso i genitori dei ragazzi che frequentano l'istituto comprensivo di Bruino. Stanchi di dover pagare per le mancanze del ministero, hanno scelto di avviare una class action, supportati dalla Flc-Cgil. I loro figli, come gli altri 524 mila studenti del Piemonte, domani torneranno in classe per l'inizio delle lezioni. Lo scorso anno erano 25 euro, quest'anno sono diventati più di 50. Ed è andata bene, perché in un primo momento, per far quadrare i conti, si era pensato a un'"una tantum" da 75 euro. In ogni caso, si tratta di troppi soldi per mandare i figli a scuola. Almeno così la pensano i genitori degli allievi dell'istituto comprensivo di Bruino. Che, stanchi di pagare per conto terzi, hanno deciso di portare il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini davanti a un giudice. Obiettivo: reclamare il diritto ad avere una scuola pubblica gratuita.
Perché, se mamme e papà sono costretti a mettere mano al portafogli, la colpa è del ritardo con il quale il ministero invia alle singole scuole il denaro necessario per farle funzionare. Sono euro che servono per le spese più basilari, come la carta igienica, l'assicurazione dei bambini e via dicendo. Eppure alcuni istituti non ricevono fondi da Roma anche da due o tre anni. Tanto da maturare una mole di crediti non indifferente. Per esempio, racconta Diogene Franzoso, papà di un ragazzino che domani inizierà la seconda elementare nell'istituto comprensivo bruinese, "la nostra scuola vanta più di 100 mila euro di risorse che non sono mai state erogate dal ministero".
Oltre a essere il vicepresidente del consiglio d'istituto, Diogene Franzoso di lavoro fa l'avvocato. Così i docenti della scuola e alcuni suoi colleghi genitori che, come lui, fanno parte del comitato "Sos scuole Bruino", gli hanno chiesto se non ci fosse un modo per recuperare quel denaro passando per vie giudiziarie. Lui si è rivolto alla Flc-Cgil di Torino e con i legali del sindacato ha valutato una serie di ipotesi: "Ne abbiamo individuate alcune che potevano fare al caso nostro - racconta Franzoso - e poi abbiamo scelto di portare avanti una class action nei confronti del ministero".
Tecnicamente saranno i genitori ad avviare l'azione. Per prima cosa diffideranno il ministero, che avrà 90 giorni di tempo per risolvere la situazione. Se non cambierà nulla, le mamme e i papà chiederanno al Tar di ordinare allo Stato di sborsare la cifra dovuta. Dice il segretario della Flc-Cgil Torino, Igor Piotto, che si tratta di "rivendicare un'iniquità: non solo i genitori devono pagare per una scuola pubblica, ma la perdita di quei finanziamenti determina anche un abbassamento della qualità dell'offerta formativa".
Anche Franzoso spiega che "non è una questione di soldi, lo facciamo più che altro per dare un segnale". La prima tappa sarà un'assemblea pubblica, il 20 settembre, per raccogliere le adesioni. La class action è aperta soltanto ai genitori dell'istituto di Bruino e aderirvi, almeno all'inizio, è gratuito, perché le spese sono coperte dalla Flc-Cgil.
E se il Tar dovesse esprimere un parere favorevole ai ricorrenti? A quel punto le possibilità che si inneschino ricorsi a catena sono elevatissime: "Nel caso in cui il giudice dovesse darci ragione - dice il papà-legale Franzoso - la speranza è che anche altri comitati di genitori percorrano la nostra strada. Lo potranno fare a livello di singolo istituto, oppure potranno unirsi tra papà e mamme di studenti che frequentano diverse scuole".
(Stefano Parola)
Da http://torino.repubblica.it
12 settembre 2010
lunedì 13 settembre 2010
16 settembre: Presidio davanti all’Ufficio Scolastico Regionale
Tavolo regionale per la difesa della scuola statale
Giovedì 16 settembre ore 15
PRESIDIO DI FRONTE ALL'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE
Via Mannelli, 113 FIRENZE
La Ministra fuorilegge: la Gelmini si può fermare
1. I tagli agli organici ed i licenziamenti dei precari sono illegittimi: l’ha dichiarato il TAR del
Lazio con l’ordinanza del 20 luglio scorso.
2. In uno Stato di diritto tutti ed in primo luogo i Ministri devono osservare le leggi e quindi
anche le pronunce dei giudici che hanno il compito di garantire l’osservanza della legge.
3. La Ministra Gelmini però continua con il consueto comportamento arrogante, ad effettuare i
tagli agli organici ed a predisporre i licenziamenti del personale precario della scuola senza
preoccuparsi nelle palesi illegittimità e dello sfascio che arreca alla scuola Italiana.
Come fare?
Il Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale lancia un appello alle forze politiche dell’opposizione, alle OO. SS. tutte, alla istituzioni democratiche per un’azione forte, unitaria e coordinata a tutti i livelli ed invita a definire, pur nell’autonomia della scelte di ogni organizzazione, un coordinamento unitario e obiettivi comuni.
• La Gelmini ha concesso il “tempo pieno” (in realtà tempo lungo ) ad alcune scuole di Firenze a seguito di una iniziativa personale del Sindaco di Firenze. Ma il diritto all’istruzione è un diritto di tutti, in tutto il territorio nazionale.
• Si deve garantire a tutti i precari che non saranno nominati per effetto dei tagli il diritto alla nomina, anche ricorrendo al giudice del lavoro. Si chiede alle OO.SS di valutare la possibilità di opportune azioni legali
• È ancora possibile ottenere dal TAR del Lazio la sospensione dei tagli agli organici, adottate con procedure illegittime. Le forze politiche sono disposte all’impegnare a tal fine anche le istituzioni democratiche?
• Garanzia delle tempestive nomine degli insegnanti per le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica, che le scuole sono tenute a garantire. Molte scuole hanno eluso spesso tale obbligo perpetrando una inaccettabile discriminazione. Sarà necessario vigilare e denunciare subito ogni irregolarità. Il Tavolo è disponibile a garantire tutte le necessarie iniziative, anche legali se necessarie.
• Necessità di una grande mobilitazione nazionale per la scuola statale. Se riusciremo a lavorare tutti insieme, superando divisioni inutili e dannose, si potrà seriamente pensare ad una grande mobilitazione unitaria per la scuola statale e contro i tagli già attuati e quelli previsti per il prossimo anno scolastico.
Uniti/e possiamo fermare la Gelmini e la sua dissennata politica.
Giovedì 16 settembre ore 15
PRESIDIO DI FRONTE ALL'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE
Via Mannelli, 113 FIRENZE
La Ministra fuorilegge: la Gelmini si può fermare
1. I tagli agli organici ed i licenziamenti dei precari sono illegittimi: l’ha dichiarato il TAR del
Lazio con l’ordinanza del 20 luglio scorso.
2. In uno Stato di diritto tutti ed in primo luogo i Ministri devono osservare le leggi e quindi
anche le pronunce dei giudici che hanno il compito di garantire l’osservanza della legge.
3. La Ministra Gelmini però continua con il consueto comportamento arrogante, ad effettuare i
tagli agli organici ed a predisporre i licenziamenti del personale precario della scuola senza
preoccuparsi nelle palesi illegittimità e dello sfascio che arreca alla scuola Italiana.
Come fare?
Il Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale lancia un appello alle forze politiche dell’opposizione, alle OO. SS. tutte, alla istituzioni democratiche per un’azione forte, unitaria e coordinata a tutti i livelli ed invita a definire, pur nell’autonomia della scelte di ogni organizzazione, un coordinamento unitario e obiettivi comuni.
• La Gelmini ha concesso il “tempo pieno” (in realtà tempo lungo ) ad alcune scuole di Firenze a seguito di una iniziativa personale del Sindaco di Firenze. Ma il diritto all’istruzione è un diritto di tutti, in tutto il territorio nazionale.
• Si deve garantire a tutti i precari che non saranno nominati per effetto dei tagli il diritto alla nomina, anche ricorrendo al giudice del lavoro. Si chiede alle OO.SS di valutare la possibilità di opportune azioni legali
• È ancora possibile ottenere dal TAR del Lazio la sospensione dei tagli agli organici, adottate con procedure illegittime. Le forze politiche sono disposte all’impegnare a tal fine anche le istituzioni democratiche?
• Garanzia delle tempestive nomine degli insegnanti per le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica, che le scuole sono tenute a garantire. Molte scuole hanno eluso spesso tale obbligo perpetrando una inaccettabile discriminazione. Sarà necessario vigilare e denunciare subito ogni irregolarità. Il Tavolo è disponibile a garantire tutte le necessarie iniziative, anche legali se necessarie.
• Necessità di una grande mobilitazione nazionale per la scuola statale. Se riusciremo a lavorare tutti insieme, superando divisioni inutili e dannose, si potrà seriamente pensare ad una grande mobilitazione unitaria per la scuola statale e contro i tagli già attuati e quelli previsti per il prossimo anno scolastico.
Uniti/e possiamo fermare la Gelmini e la sua dissennata politica.
sabato 11 settembre 2010
La “rivoluzione epocale” della scuola e la dura realtà: lettera di un genitore al ministro Gelmini
Gentile Ministro Gelmini,
sabato prossimo andrò, con altri genitori della scuola, ad imbiancare i muri dell'aula nella quale, lunedì 13 settembre p.v., mio figlio inizierà la IV elementare.
Questa mattina mi sono recato di persona nel plesso scolastico al fine di verificare la veridicità delle informazioni ricevute e purtroppo ne ho avuto la più ampia conferma.
L'intero primo piano della succursale della Scuola Primaria Domenico Purificato di Via Drago in Roma risulta essere completamente non idoneo a svolgere al suo interno attività didattiche.
Leggiamo sui giornali le continue proteste del personale docente e non docente e le Sue rassicuranti risposte volte a spiegare l'obiettivo di ottimizzazione dei costi e denunciare la strumentalizzazione di tali proteste.
Vediamo in televisione le rassicuranti inaugurazioni di attività, sicuramente importanti ma forse non così primarie, che poco hanno a che fare con l'esercizio del quotidiano che ciascuna famiglia vive all'interno.
Mi chiedo: le sembra possibile che, a fronte di quella che Lei definisce una rivoluzione 'epocale', ci si possa trovare in una condizione così disastrosa ?
Questa mattina ho visto muri scrostati, pannelli di cartongesso rovinati, termosifoni arrugginiti, banchi e cattedre 'vissuti' all'inverosimile e, a dimostrazione che non si tratta di propaganda, La invito, anche senza scomodarsi di persona, ad inviare qualcuno di Sua completa fiducia per valutare lo stato dell'arte.
E dopo aver attentamente valutato, una domanda sola, forse banale, mi preme però farLe: Lei, sua figlia, la manderebbe in una scuola così?
La ringrazio per la cortese attenzione.
Distinti saluti.
Giulio Corrente
Roma
9 settembre 2010
sabato prossimo andrò, con altri genitori della scuola, ad imbiancare i muri dell'aula nella quale, lunedì 13 settembre p.v., mio figlio inizierà la IV elementare.
Questa mattina mi sono recato di persona nel plesso scolastico al fine di verificare la veridicità delle informazioni ricevute e purtroppo ne ho avuto la più ampia conferma.
L'intero primo piano della succursale della Scuola Primaria Domenico Purificato di Via Drago in Roma risulta essere completamente non idoneo a svolgere al suo interno attività didattiche.
Leggiamo sui giornali le continue proteste del personale docente e non docente e le Sue rassicuranti risposte volte a spiegare l'obiettivo di ottimizzazione dei costi e denunciare la strumentalizzazione di tali proteste.
Vediamo in televisione le rassicuranti inaugurazioni di attività, sicuramente importanti ma forse non così primarie, che poco hanno a che fare con l'esercizio del quotidiano che ciascuna famiglia vive all'interno.
Mi chiedo: le sembra possibile che, a fronte di quella che Lei definisce una rivoluzione 'epocale', ci si possa trovare in una condizione così disastrosa ?
Questa mattina ho visto muri scrostati, pannelli di cartongesso rovinati, termosifoni arrugginiti, banchi e cattedre 'vissuti' all'inverosimile e, a dimostrazione che non si tratta di propaganda, La invito, anche senza scomodarsi di persona, ad inviare qualcuno di Sua completa fiducia per valutare lo stato dell'arte.
E dopo aver attentamente valutato, una domanda sola, forse banale, mi preme però farLe: Lei, sua figlia, la manderebbe in una scuola così?
La ringrazio per la cortese attenzione.
Distinti saluti.
Giulio Corrente
Roma
9 settembre 2010
venerdì 10 settembre 2010
10 domande alla Gelmini
Le 10 domande al ministro Gelmini
Il Ministro Gelmini, nella sua conferenza stampa del 2 settembre, ha affermato di non voler incontrare i precari in sciopero della fame, ma che avrebbe con piacere risposto a domande specifiche.
La Yourcenar, nel suo Memorie di Adriano, fa dire all’Imperatore. “Aveva ragione quella postulante, che m’ero rifiutato un giorno di ascoltare fino alla fine, quando esclamò che se mi mancava il tempo per darle retta, mi mancava il tempo per regnare”.
Non possiamo pretendere che il ministro dimostri la stessa sensibilità democratica di un imperatore romano. Così l’accontentiamo rivolgendole domande molto concrete, alle quali siamo certi vorrà dare risposta.
1. Lei sa che i tagli alle elementari hanno cancellato qualsiasi possibilità di realizzare il vero tempo pieno, fatto di tempi distesi e di compresenze, di lavoro in piccoli gruppi, di progetti, di uscite e laboratori per favorire l’apprendimento di tutti?
2. Cosa risponde ai genitori costretti a pagare un contributo “volontario” di 130/200 € in scuole che vantano, nei confronti del suo Ministero, crediti di 130/200.000 €?
3. I paesi Ocse spendono in media il 5,7% del prodotto interno lordo per il sistema scolastico e l’Italia il 4,5%, come lo spiega?
4. Sa che le 10000 assunzioni a tempo indeterminato di questo anno coprono una percentuale insignificante dei posti che ogni anno servono per far funzionare la scuola?
5. Come mai non c’è un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità come prevede la legge, tanto che spesso questi alunni sono seguiti solo 4/6 ore a settimana?
6. Lei è al corrente del fatto che nelle scuole medie la sua manovra ha avuto l’effetto di cancellare laboratori espressivi, italiano per stranieri, interventi di recupero e potenziamento?
7. Ritiene sia giusto rispettare la legislazione sulla sicurezza? Sa che le classi con un minimo di 27 alunni e un massimo di 35 per classe, imposte dalla sua manovra, sono proibite da norme vigenti che impongono un massimo di 25 alunni?
8. Aver cancellato le sperimentazioni nei Licei, ispirandosi alla riforma del 1923, risponde ad una esigenza di rinnovamento? Aver tolto ai Licei Artistici l’11% del tempo scuola e ai Linguistici il 17% equivale ad un “potenziamento dell’offerta formativa”?
9. Come giustifica l’aver ridotto drasticamente l’orario degli Istituti Professionali e Tecnici, tagliando su quelle materie che ha affermato di voler potenziare? Sa che le attività di laboratorio diminuiscono del 20/40%? Vuole che le forniamo le tabelle di confronto?
10. Quali motivazioni didattiche l’hanno spinta a eliminare ore di lezione, negli Istituti Tecnici e Professionali, anche nelle classi successive alle prime? Ritiene giusto che chi si è iscritto ad un percorso prima della “riforma”, scopra che è stato cambiato a metà strada?
Assemblea delle scuole del milanese
Il Ministro Gelmini, nella sua conferenza stampa del 2 settembre, ha affermato di non voler incontrare i precari in sciopero della fame, ma che avrebbe con piacere risposto a domande specifiche.
La Yourcenar, nel suo Memorie di Adriano, fa dire all’Imperatore. “Aveva ragione quella postulante, che m’ero rifiutato un giorno di ascoltare fino alla fine, quando esclamò che se mi mancava il tempo per darle retta, mi mancava il tempo per regnare”.
Non possiamo pretendere che il ministro dimostri la stessa sensibilità democratica di un imperatore romano. Così l’accontentiamo rivolgendole domande molto concrete, alle quali siamo certi vorrà dare risposta.
1. Lei sa che i tagli alle elementari hanno cancellato qualsiasi possibilità di realizzare il vero tempo pieno, fatto di tempi distesi e di compresenze, di lavoro in piccoli gruppi, di progetti, di uscite e laboratori per favorire l’apprendimento di tutti?
2. Cosa risponde ai genitori costretti a pagare un contributo “volontario” di 130/200 € in scuole che vantano, nei confronti del suo Ministero, crediti di 130/200.000 €?
3. I paesi Ocse spendono in media il 5,7% del prodotto interno lordo per il sistema scolastico e l’Italia il 4,5%, come lo spiega?
4. Sa che le 10000 assunzioni a tempo indeterminato di questo anno coprono una percentuale insignificante dei posti che ogni anno servono per far funzionare la scuola?
5. Come mai non c’è un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità come prevede la legge, tanto che spesso questi alunni sono seguiti solo 4/6 ore a settimana?
6. Lei è al corrente del fatto che nelle scuole medie la sua manovra ha avuto l’effetto di cancellare laboratori espressivi, italiano per stranieri, interventi di recupero e potenziamento?
7. Ritiene sia giusto rispettare la legislazione sulla sicurezza? Sa che le classi con un minimo di 27 alunni e un massimo di 35 per classe, imposte dalla sua manovra, sono proibite da norme vigenti che impongono un massimo di 25 alunni?
8. Aver cancellato le sperimentazioni nei Licei, ispirandosi alla riforma del 1923, risponde ad una esigenza di rinnovamento? Aver tolto ai Licei Artistici l’11% del tempo scuola e ai Linguistici il 17% equivale ad un “potenziamento dell’offerta formativa”?
9. Come giustifica l’aver ridotto drasticamente l’orario degli Istituti Professionali e Tecnici, tagliando su quelle materie che ha affermato di voler potenziare? Sa che le attività di laboratorio diminuiscono del 20/40%? Vuole che le forniamo le tabelle di confronto?
10. Quali motivazioni didattiche l’hanno spinta a eliminare ore di lezione, negli Istituti Tecnici e Professionali, anche nelle classi successive alle prime? Ritiene giusto che chi si è iscritto ad un percorso prima della “riforma”, scopra che è stato cambiato a metà strada?
Assemblea delle scuole del milanese
domenica 5 settembre 2010
venerdì 3 settembre 2010
Comunicato stampa del Coordinamento Precari Scuola Roma in presidio a Montecitorio
Oggi, 3 settembre 2010 si è svolta la conferenza stampa del presidio permanente di Montecitorio, alla quale hanno partecipato i precari di Palermo in sciopero della fame, il Coordinamento Precari Scuola di Roma e le altre forze che stanno sostenendo il presidio. Di fronte agi organi di informazione abbiamo rigettato al mittente le accuse rivolte dalla Gelmini, la quale ha rifiutato di confrontarsi pubblicamente sulle rivendicazioni poste dai precari della scuola.
Giacomo Russo e Caterina Altamore hanno dichiarato che interromperanno lo sciopero della fame per rilanciare una mobilitazione di massa. Il presidio discuterà una bozza di piattaforma sulla quale convocare un’assemblea nazionale di tutto il mondo della scuola, che serva a preparare una grande manifestazione unitaria. A breve il presidio comunicherà la data dell’assemblea nazionale e chiederà a tutte le forze associative, sindacali, a tutti i comitati di lotta del mondo della scuola di sostenere questo percorso di mobilitazione contro le politiche di questo governo in materia di Istruzione.
Coordinamento precari scuola Roma
Giacomo Russo e Caterina Altamore hanno dichiarato che interromperanno lo sciopero della fame per rilanciare una mobilitazione di massa. Il presidio discuterà una bozza di piattaforma sulla quale convocare un’assemblea nazionale di tutto il mondo della scuola, che serva a preparare una grande manifestazione unitaria. A breve il presidio comunicherà la data dell’assemblea nazionale e chiederà a tutte le forze associative, sindacali, a tutti i comitati di lotta del mondo della scuola di sostenere questo percorso di mobilitazione contro le politiche di questo governo in materia di Istruzione.
Coordinamento precari scuola Roma
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