Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori
Si dovrà partire dalle sole prime classi, bisognerà aggiungere qualche indirizzo di studio in più e sarà necessaria «una specifica disciplina normativa» per far decollare la nuova "governance" degli istituti scolastici, organizzata in dipartimenti e comitati. Dopo il via libera di Palazzo Spada, è arrivato il primo disco verde parlamentare ai 3 regolamenti di riordino delle scuole superiori, targate Gelmini. A dire sì, è stata la VII Commissione Cultura della Camera, presieduta da Valentina Aprea. Voto compatto della maggioranza, mentre l'opposizione ha confermato il proprio no ai provvedimenti. «Un'occasione mancata per la scuola e una sconfitta della politica», ha dichiarato, a caldo, il presidente Aprea, che ha ricordato come il voto di oggi abbia portato «a compimento un percorso di riforma partito con Berlinguer, proseguito con la Moratti e modificato poi da Fioroni». Ora, i nostri studenti, ha aggiunto, «si misureranno con ordinamenti che sono il frutto di una concezione moderna ed europea della scuola, che offrono maggiore qualità e che da un lato superano l'autoreferenzialità della scuola e dall'altra l'eccessiva frammentazione del nostro sistema che era arrivato ad avere oltre 600 indirizzi».
Sì condizionato da una serie di paletti. Il sì della Camera alla riforma di licei, istituti tecnici e professionale, è, tuttavia, "condizionato" a una serie di paletti, ripresi dai rilievi formulati, in corso d'opera, da Cnpi, Conferenza Stato Regioni, e da ultimo, dai, giudici amministrativi. La palla passa, ora, alla Commissione Istruzione del Senato, che dovrebbe uniformarsi ai pareri emessi da Montecitorio. Dopo di che, bisognerà aspettare la riunione del Consiglio dei ministri e la pubblicazione in Gazzetta, per il varo definitivo delle nuove regole che riscrivono, dopo quasi 90 anni (riforma Gentile degli anni '20), le scuole superiori in Italia.
I tempi stringono. I tempi, però stringono, anche per consentire a famiglie e studenti di conoscere in tempo le novità in arrivo dal prossimo 1° settembre. Viale Trastevere, intanto, ha giocato d'anticipo, posticipando le iscrizioni alle superiori al prossimo 26 marzo. Favorevoli, invece, a un rinvio di un anno dell'avvio, complessivo, della riforma, si sono dichiarati Pd, sindacati e parte del mondo della scuola, che avrebbero gradito più tempo per digerire meglio cambiamenti così radicali. Del resto, non sarebbe la prima volta di riforme partite in fretta e furia. Sorte simile era toccata alla riforma del primo ciclo, avviata, lo scorso anno, con le iscrizioni e la definizione degli organici, quando l'iter di approvazione era, ancora, fermo alla prima deliberazione del Consiglio dei Ministri.
Si parte dalle prime classi. Visti i chiari di luna, tutto lascia prevedere, anche, per le superiori, un iter di avvio non dei più calmi. Anche perché la Camera ha chiesto diverse modifiche ai regolamenti delle secondarie e alcune non proprio indolore. Una tra queste, è quella di far partire le novità, per tutti gli ordini di scuola, solo dalle prime classi (nel testo originario dei regolamenti, l'avvio alle prime classi, era previsto solo per gli istituti professionali). Così, però, il rischio è di non centrare i risparmi stabiliti dalla manovra estiva 2008, collegati, anche, con il riordino delle superiori e le riduzioni d'orario, pure, per le classi non coinvolte nelle riforma (seconde e terze, nei professionali, terze e quarte, nei tecnici). Via XX Settembre ha già fatto sapere che non ci saranno "deroghe" alla cura dimagrante imposta all'Istruzione. Lasciando, quindi, intendere che eventuali mancati risparmi saranno "recuperati" con la "clausola di salvaguardia": tagliando, cioè, altri finanziamenti alle scuole, che navigano, già, in una situazione di profondo rosso.
Sì a un biennio iniziale "unitario". Altro punto su cui sono stati chiesti aggiustamenti è l'impostazione del biennio iniziale, da rendere «quanto più possibile unitario», in modo tale da meglio favorire il passaggio da un indirizzo all'altro nel caso in cui il ragazzo si accorga di aver fatto una scelta di scuola sbagliata. Il problema è particolarmente avvertito nei licei, dove una differenziazione precoce degli indirizzi non agevola la reversibilità delle scelte fatte dallo studente. A tal fine, la Commissione consiglia «un'accurata verifica dei quadri orari» e la possibilità di «introdurre le scienze naturali, già nel primo biennio di tutti i licei, e rafforzare ulteriormente, ove necessario, la matematica e la lingua straniera con la necessaria caratterizzazione data dalle materie di indirizzo».
Più contatti scuola-lavoro. Tra le altre "raccomandazioni" segnalate all'Esecutivo, spicca la necessità di chiarire la confluenza dei percorsi sperimentali in atto nei nuovi ordinamenti e di prevedere un coordinamento fra i percorsi di istruzione secondaria superiore e quelli in apprendistato. E, specie, nei tecnici e professionali, si dovrà puntare su un maggior legame con il mondo del lavoro e le imprese. Un altro "consiglio", da tenere in debita considerazione, se non altro per l'aspetto occupazionale, visto che, a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali.
Claudio Tucci
20 gennaio 2010
Da www.ilsole24ore.com
venerdì 22 gennaio 2010
martedì 19 gennaio 2010
Scuole superiori, dal prossimo anno disagi in vista per chi deve iscriversi
Il riordino degli istituti superiori e dei licei a partire dal prossimo anno scolastico, il passaggio alla Regione delle competenze in materia di personale della scuola, i nuovi percorsi per l'utilizzazione degli insegnanti precari in soprannumero, sono alcuni dei temi che sono stati al centro dell'incontro tra l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini e i sindacati della scuola Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
“Avevamo chiesto al ministero un rinvio dell'attuazione delle norme sul riordino della scuola superiore – ha spiegato Simoncini – richiesta che ha trovato conferma nel parere fortemente critico del Consiglio di stato, il quale ritiene che il ministero con queste norme sia andato oltre il limite della delega parlamentare. Il governo, nonostante i rilievi, ha detto che vuole andare avanti comunque. La nostra richiesta non è stata presa in considerazione.”
I problemi maggiori si verificheranno in marzo, quando le famiglie dovranno iscrivere i ragazzi per la prima volta alle scuole superiori senza essere adeguatamente informati sui percorsi formativi che, in molti casi, saranno diversi da quelli attuali. Un altro nodo che dovrà sciogliersi nei prossimi mesi è quello del passaggio effettivo delle competenze sulla gestione del personale alla Regione: un passaggio delicato per il quale è stato proposto un tavolo tecnico con i sindacati della scuola per una lettura congiunta dei problemi legati alla gestione amministrativa del personale.
Infine, sulla questione dei precari espulsi dall'insegnamento a causa dei tagli del governo, la Regione Toscana ha deciso che, in base alla normativa nazionale, è pronta a reperire risorse per finanziare progetti presentati dalle scuole per contrastare il disagio sociale e la dispersione scolastica.
Da www.regione.toscana.it
Il riordino degli istituti superiori e dei licei a partire dal prossimo anno scolastico, il passaggio alla Regione delle competenze in materia di personale della scuola, i nuovi percorsi per l'utilizzazione degli insegnanti precari in soprannumero, sono alcuni dei temi che sono stati al centro dell'incontro tra l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini e i sindacati della scuola Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
“Avevamo chiesto al ministero un rinvio dell'attuazione delle norme sul riordino della scuola superiore – ha spiegato Simoncini – richiesta che ha trovato conferma nel parere fortemente critico del Consiglio di stato, il quale ritiene che il ministero con queste norme sia andato oltre il limite della delega parlamentare. Il governo, nonostante i rilievi, ha detto che vuole andare avanti comunque. La nostra richiesta non è stata presa in considerazione.”
I problemi maggiori si verificheranno in marzo, quando le famiglie dovranno iscrivere i ragazzi per la prima volta alle scuole superiori senza essere adeguatamente informati sui percorsi formativi che, in molti casi, saranno diversi da quelli attuali. Un altro nodo che dovrà sciogliersi nei prossimi mesi è quello del passaggio effettivo delle competenze sulla gestione del personale alla Regione: un passaggio delicato per il quale è stato proposto un tavolo tecnico con i sindacati della scuola per una lettura congiunta dei problemi legati alla gestione amministrativa del personale.
Infine, sulla questione dei precari espulsi dall'insegnamento a causa dei tagli del governo, la Regione Toscana ha deciso che, in base alla normativa nazionale, è pronta a reperire risorse per finanziare progetti presentati dalle scuole per contrastare il disagio sociale e la dispersione scolastica.
Da www.regione.toscana.it
lunedì 18 gennaio 2010
Nuovi tagli, nuovi problemi
SCUOLA: REGIONE TOSCANA,CON NUOVI TAGLI A RISCHIO IGIENE E POSTI LAVORO
(ASCA) - Firenze, 14 gen - ''Tagliare del 25% le spese scolastiche per pulizie e vigilanza avrà conseguenze negative sia su igiene e pulizia degli edifici scolastici che sui posti di lavoro, già abbondantemente ridotti con i recenti tagli che hanno interessato la scuola''.
L'assessore regionale toscano all'istruzione Gianfranco Simoncini si dice molto preoccupato per la circolare ministeriale inviata il 7 gennaio scorso a tutti i dirigenti scolastici, in cui si chiede di ridurre del 25 per cento la spesa per contratti e convenzioni per i servizi di pulizia e vigilanza nelle scuole.
Per questo ha scritto sia al direttore dell'Ufficio scolastico regionale Cesare Angotti, che al coordinatore della Commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca delle Regioni, dicendosi ''fortemente preoccupato per l'ulteriore penalizzazione che verrebbero a subire gli istituti scolastici, che già hanno subito pesanti interventi di taglio''.
Simoncini, si legge in una nota, chiede ad Angotti un incontro per verificare se ci siano possibilità di interventi alternativi, e chiede che anche l'Ufficio scolastico regionale si attivi direttamente con il ministero.
Al coordinatore della Commissione chiede che le Regioni si confrontino sulla questione, che sia definita una linea comune da seguire in un indispensabile, auspicabile incontro con il ministero, e che l'argomento sia iscritto all'ordine del gi orno della prossima riunione della Commissione.
Da http://www.asca.it
(ASCA) - Firenze, 14 gen - ''Tagliare del 25% le spese scolastiche per pulizie e vigilanza avrà conseguenze negative sia su igiene e pulizia degli edifici scolastici che sui posti di lavoro, già abbondantemente ridotti con i recenti tagli che hanno interessato la scuola''.
L'assessore regionale toscano all'istruzione Gianfranco Simoncini si dice molto preoccupato per la circolare ministeriale inviata il 7 gennaio scorso a tutti i dirigenti scolastici, in cui si chiede di ridurre del 25 per cento la spesa per contratti e convenzioni per i servizi di pulizia e vigilanza nelle scuole.
Per questo ha scritto sia al direttore dell'Ufficio scolastico regionale Cesare Angotti, che al coordinatore della Commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca delle Regioni, dicendosi ''fortemente preoccupato per l'ulteriore penalizzazione che verrebbero a subire gli istituti scolastici, che già hanno subito pesanti interventi di taglio''.
Simoncini, si legge in una nota, chiede ad Angotti un incontro per verificare se ci siano possibilità di interventi alternativi, e chiede che anche l'Ufficio scolastico regionale si attivi direttamente con il ministero.
Al coordinatore della Commissione chiede che le Regioni si confrontino sulla questione, che sia definita una linea comune da seguire in un indispensabile, auspicabile incontro con il ministero, e che l'argomento sia iscritto all'ordine del gi orno della prossima riunione della Commissione.
Da http://www.asca.it
venerdì 15 gennaio 2010
Le considerazioni di Pantaleo (Flc CGIL) sul tetto del 30% per gli alunni stranieri
Immigrazione - Alunni stranieri - 30% - Pantaleo (Flc Cgil):
"Tetto misura sbagliata:aumenta esclusione e ghettizzazione"
Se il tetto del 30% delle presenze di alunni stranieri nelle classi delle scuole italiane per il Ministro Gelmini “è un modo utile per favorire l’integrazione” perché eviterà la formazione di 'classi ghetto' con soli alunni stranieri, la motivazione è respinta dalla FLC CGIL che, al contrario del Ministro Gelmini, vede nel tetto “una misura sbagliata perché determinerà una maggiore esclusione e ghettizzazione delle bambine e dei bambini, della ragazze e dei ragazzi stranieri”, come sostiene il segretario generale della categoria della CGIL, Mimmo Pantaleo. Nei fatti, spiega il dirigente sindacale, “si afferma una visione che considera le diversità culturali e religiose, largamente presenti nelle scuole, un problema da risolvere con misure burocratiche e regressive e non viceversa una opportunità per innovare la stessa missione del nostro sistema d'istruzione”.
Peraltro la misura prevista dal ministro si inscrive in un quadro caratterizzato da forti tagli al mondo della formazione, dove cioè “si chiudono tantissime scuole, si tagliano migliaia di insegnanti e personale ATA, si azzerano le risorse per il funzionamento ordinario delle scuole e per i progetti di sostegno agli alunni stranieri”, aggiunge Pantaleo. A parere del leader della FLC, la conseguenza “sarà quella di costringere tantissimi alunni stranieri a spostarsi verso scuole lontane o addirittura in altri Comuni con il rischio che si allarghi l'area dell'evasione scolastica come conseguenza di un disagio insopportabile per le famiglie”.
Motivazioni che inducono Pantaleo a sostener che “non ci sarà, quindi, una maggiore integrazione ma viceversa più separazione ed esclusione e, d'altra parte - conclude - esistono forti dubbi di legittimità giuridica di tali disposizioni che vengono diffuse attraverso note e non con circolari”.
(08/01/2010-ITL/ITNET)
"Tetto misura sbagliata:aumenta esclusione e ghettizzazione"
Se il tetto del 30% delle presenze di alunni stranieri nelle classi delle scuole italiane per il Ministro Gelmini “è un modo utile per favorire l’integrazione” perché eviterà la formazione di 'classi ghetto' con soli alunni stranieri, la motivazione è respinta dalla FLC CGIL che, al contrario del Ministro Gelmini, vede nel tetto “una misura sbagliata perché determinerà una maggiore esclusione e ghettizzazione delle bambine e dei bambini, della ragazze e dei ragazzi stranieri”, come sostiene il segretario generale della categoria della CGIL, Mimmo Pantaleo. Nei fatti, spiega il dirigente sindacale, “si afferma una visione che considera le diversità culturali e religiose, largamente presenti nelle scuole, un problema da risolvere con misure burocratiche e regressive e non viceversa una opportunità per innovare la stessa missione del nostro sistema d'istruzione”.
Peraltro la misura prevista dal ministro si inscrive in un quadro caratterizzato da forti tagli al mondo della formazione, dove cioè “si chiudono tantissime scuole, si tagliano migliaia di insegnanti e personale ATA, si azzerano le risorse per il funzionamento ordinario delle scuole e per i progetti di sostegno agli alunni stranieri”, aggiunge Pantaleo. A parere del leader della FLC, la conseguenza “sarà quella di costringere tantissimi alunni stranieri a spostarsi verso scuole lontane o addirittura in altri Comuni con il rischio che si allarghi l'area dell'evasione scolastica come conseguenza di un disagio insopportabile per le famiglie”.
Motivazioni che inducono Pantaleo a sostener che “non ci sarà, quindi, una maggiore integrazione ma viceversa più separazione ed esclusione e, d'altra parte - conclude - esistono forti dubbi di legittimità giuridica di tali disposizioni che vengono diffuse attraverso note e non con circolari”.
(08/01/2010-ITL/ITNET)
mercoledì 13 gennaio 2010
Quale politica scolastica delle Regioni
In vista della riunione del Tavolo Regionale per la difesa della scuola statale del prossimo 15 gennaio è stata redatta una bozza di documento programmatico da discutere e, dopo le eventuali modifiche, da inviare alle forze politiche per un confronto in vista delle prossime elezioni regionali.
La bozza è consultabile su:
http://docs.google.com/Doc?docid=0AeJNojSsjST3ZGN4OHg2dDhfMTA2aG41ZnpzNnY&hl=en
La bozza è consultabile su:
http://docs.google.com/Doc?docid=0AeJNojSsjST3ZGN4OHg2dDhfMTA2aG41ZnpzNnY&hl=en
venerdì 8 gennaio 2010
Presidio del 17 dicembre: resoconto
Resoconto dell'incontro con Dott. Pellecchia
Presidio del 17 dicembre 2010 presso Ufficio Scolastico Regionale
Sfidando il freddo e la frenesia natalizia, oltre 70 persone tra insegnanti stabili e precari, genitori, studenti medi e universitari, hanno partecipato al presidio organizzato sotto la sede dell'ufficio scolastico regionale in via Mannelli a Firenze. Alcuni dei partecipanti hanno fatto degli interventi per informare sullo stato disastroso in cui versano le scuole italiane:
1. mancata erogazione dei fondi di funzionamento,
2. tagli al personale docente e non docente,
3. licenziamento dei precari,
4. abolizione delle compresenze,
5. riduzione delle ore di sostegno,
6. rapido e progressivo processo di privatizzazione,
7. svuotamento degli Organi Collegiali già in atto a causa degli abusi di potere dei dirigenti scolastici.
Una delegazione è stata ricevuta dal dott. Pellecchia, Vicedirettore dell'Ufficio Scolastico Regionale. Nel corso dell’incontro è emersa unità di visione riguardo allo stato di disastro in cui versa la scuola, ma anche la difficoltà dell’USR a operare data la sua subordinazione nel dover eseguire le direttive del Ministero.
Il Vicedirettore ha detto, comunque, che poteva informarci, perché ormai ufficiale, di una nota del Ministero sulla riduzione del 25% dei c.d. “contratti storici”: a giugno tali contratti dovrebbero scadere ed è stato deciso che un quarto non ne venga rinnovato.
I delegati hanno ribadito con forza la preoccupazione del Comitato Genitori-Insegnanti riguardo, tra l’altro, alla mancata nomina dei supplenti, all’uso delle ore di compresenza e degli insegnanti di sostegno per coprire le supplenze, alla diminuzione delle nomine degli insegnanti di sostegno, al corretto svolgimento dell’ora di attività alternativa, all’assegnazione dei fondi di funzionamento e al mancato rispetto delle delibere e della attribuzioni degli Organi Collegiali ad opera dei dirigenti scolastici. A questo riguardo è stato consegnato il volantino informativo preparato per il presidio insieme ad una richiesta di incontro con il Direttore dell’USR, dott. Angotti, firmata da tutte le persone presenti al presidio.
La delegazione ha anche richiesto con forza al vicedirettore che l'Ufficio Scolastico Regionale contribuisca a trasmettere ai media una corretta informazione sullo stato di sofferenza in cui versano le scuole. Occorre, infatti, che nessun livello dell'amministrazione scolastica si renda complice della congiura del silenzio che sta opprimendo chi vive sulla propria pelle le conseguenze della politica governativa in materia scolastica.
Coordinamento Genitori-Insegnanti Toscana
Presidio del 17 dicembre 2010 presso Ufficio Scolastico Regionale
Sfidando il freddo e la frenesia natalizia, oltre 70 persone tra insegnanti stabili e precari, genitori, studenti medi e universitari, hanno partecipato al presidio organizzato sotto la sede dell'ufficio scolastico regionale in via Mannelli a Firenze. Alcuni dei partecipanti hanno fatto degli interventi per informare sullo stato disastroso in cui versano le scuole italiane:
1. mancata erogazione dei fondi di funzionamento,
2. tagli al personale docente e non docente,
3. licenziamento dei precari,
4. abolizione delle compresenze,
5. riduzione delle ore di sostegno,
6. rapido e progressivo processo di privatizzazione,
7. svuotamento degli Organi Collegiali già in atto a causa degli abusi di potere dei dirigenti scolastici.
Una delegazione è stata ricevuta dal dott. Pellecchia, Vicedirettore dell'Ufficio Scolastico Regionale. Nel corso dell’incontro è emersa unità di visione riguardo allo stato di disastro in cui versa la scuola, ma anche la difficoltà dell’USR a operare data la sua subordinazione nel dover eseguire le direttive del Ministero.
Il Vicedirettore ha detto, comunque, che poteva informarci, perché ormai ufficiale, di una nota del Ministero sulla riduzione del 25% dei c.d. “contratti storici”: a giugno tali contratti dovrebbero scadere ed è stato deciso che un quarto non ne venga rinnovato.
I delegati hanno ribadito con forza la preoccupazione del Comitato Genitori-Insegnanti riguardo, tra l’altro, alla mancata nomina dei supplenti, all’uso delle ore di compresenza e degli insegnanti di sostegno per coprire le supplenze, alla diminuzione delle nomine degli insegnanti di sostegno, al corretto svolgimento dell’ora di attività alternativa, all’assegnazione dei fondi di funzionamento e al mancato rispetto delle delibere e della attribuzioni degli Organi Collegiali ad opera dei dirigenti scolastici. A questo riguardo è stato consegnato il volantino informativo preparato per il presidio insieme ad una richiesta di incontro con il Direttore dell’USR, dott. Angotti, firmata da tutte le persone presenti al presidio.
La delegazione ha anche richiesto con forza al vicedirettore che l'Ufficio Scolastico Regionale contribuisca a trasmettere ai media una corretta informazione sullo stato di sofferenza in cui versano le scuole. Occorre, infatti, che nessun livello dell'amministrazione scolastica si renda complice della congiura del silenzio che sta opprimendo chi vive sulla propria pelle le conseguenze della politica governativa in materia scolastica.
Coordinamento Genitori-Insegnanti Toscana
mercoledì 6 gennaio 2010
Ricorsi al TAR
Prossima udienza al TAR per l’illegittimità degli organici: un’iniziativa rimasta solitaria
Il giorno 7 gennaio il TAR del Lazio tornerà ad esaminare ancora una volta i ricorsi proposti per iniziativa del Tavolo Regionale della Toscana per la difesa della Scuola Statale e dell’Ass. "Per la Scuola della Repubblica".
Come è noto, con il D.L. n.112/08 furono previsti tagli alla spesa per la scuola statale nel biennio per circa 8 miliardi; la Gelmini in applicazione di tale disposizione dispose, di concerto con il collega Tremonti, un taglio di circa 42.000 posti sugli organici del personale docente.
L’art. 64 del D.L. n.112/08 aveva però previsto per l’attuazione di tali tagli un percorso in qualche modo partecipato; in particolare dovevano essere consultati sia le Commissioni Parlamentari sia gli organi consultivi (tra questi il CNPI) ed infine, per la ricadute dell’organizzazione scolastica sul ruolo delle Regioni e degli Enti locali, doveva essere sentita la Conferenza Unificata Stato .Regioni ed Enti Locali..
E’ pure noto che la Gelmini ha proceduto in modo irregolare talchè per evitare l’annullamento dei regolamenti il Governo è dovuto intervenire per affermare con decreto legge che le irregolarità della procedura adottata dalla Gelmini ( mancata adozione del piano programmatico dopo l’acquisizione dei pareri) si dovevano considerare regolari (!!!)
Pur dopo tale sanatoria la Gelmini ha continuato ad operare in palese violazione delle leggi vigenti; difatti ha proceduto ai tagli degli organici prima ancora che i relativi regolamenti fossero efficaci ( i regolamenti sono entrati in vigore nel luglio ed i tagli agli organici sono stati disposti nell’aprile quando ancora era in vigore nella scuola primaria l’ordinamento dei moduli); la Gelmini ha anche omesso di sentire per la ripartizione a livello regionale degli organici la Conferenza Stato-Regioni-Enti locali.
Opposizione parlamentare, Regioni ed Enti locali che pure potevano (e dovevano) istituzionalmente intervenire, non solo non hanno tradotto in iniziativa politica le sollecitazioni dei Comitati dei genitori e degli insegnanti, ma non sono intervenuti nemmeno per pretendere almeno la corretta applicazione delle procedure previste dalle leggi approvate dalla stessa maggioranza.
La Gelmini pertanto ha potuto fare quello che voleva e come voleva senza alcuna difficoltà.
In questo contesto politico desolante si colloca l’iniziativa legale del Tavolo Regionale per la difesa della Scuola Statale e dell’Ass. Per la scuola della Repubblica che isolatamente e pervicacemente riproporranno all’udienza del 7 gennaio l’illegittimità dei provvedimenti adottati per i tagli agli organici.
Ovviamente è prevedibile che, a fronte di una generale acquiescenza che ha consentito l’effettuazione di tali tagli e di tutti gli atti successivi , il TAR del Lazio si adopererà per trovare il modo di salvaguardare l’operato della Gelmini.
Il Tavolo e l’Ass." Per la Scuola della Repubblica" ce l’hanno messa tutta e continueranno ad impegnarsi nell’auspicio che, dopo questa esperienza , tutte le forze che hanno a cuore la scuola pubblica si rendano conto della necessità di un impegno unitario.
Corrado Mauceri (Comitato di Firenze " Per la Scuola della Repubblica”)
Il giorno 7 gennaio il TAR del Lazio tornerà ad esaminare ancora una volta i ricorsi proposti per iniziativa del Tavolo Regionale della Toscana per la difesa della Scuola Statale e dell’Ass. "Per la Scuola della Repubblica".
Come è noto, con il D.L. n.112/08 furono previsti tagli alla spesa per la scuola statale nel biennio per circa 8 miliardi; la Gelmini in applicazione di tale disposizione dispose, di concerto con il collega Tremonti, un taglio di circa 42.000 posti sugli organici del personale docente.
L’art. 64 del D.L. n.112/08 aveva però previsto per l’attuazione di tali tagli un percorso in qualche modo partecipato; in particolare dovevano essere consultati sia le Commissioni Parlamentari sia gli organi consultivi (tra questi il CNPI) ed infine, per la ricadute dell’organizzazione scolastica sul ruolo delle Regioni e degli Enti locali, doveva essere sentita la Conferenza Unificata Stato .Regioni ed Enti Locali..
E’ pure noto che la Gelmini ha proceduto in modo irregolare talchè per evitare l’annullamento dei regolamenti il Governo è dovuto intervenire per affermare con decreto legge che le irregolarità della procedura adottata dalla Gelmini ( mancata adozione del piano programmatico dopo l’acquisizione dei pareri) si dovevano considerare regolari (!!!)
Pur dopo tale sanatoria la Gelmini ha continuato ad operare in palese violazione delle leggi vigenti; difatti ha proceduto ai tagli degli organici prima ancora che i relativi regolamenti fossero efficaci ( i regolamenti sono entrati in vigore nel luglio ed i tagli agli organici sono stati disposti nell’aprile quando ancora era in vigore nella scuola primaria l’ordinamento dei moduli); la Gelmini ha anche omesso di sentire per la ripartizione a livello regionale degli organici la Conferenza Stato-Regioni-Enti locali.
Opposizione parlamentare, Regioni ed Enti locali che pure potevano (e dovevano) istituzionalmente intervenire, non solo non hanno tradotto in iniziativa politica le sollecitazioni dei Comitati dei genitori e degli insegnanti, ma non sono intervenuti nemmeno per pretendere almeno la corretta applicazione delle procedure previste dalle leggi approvate dalla stessa maggioranza.
La Gelmini pertanto ha potuto fare quello che voleva e come voleva senza alcuna difficoltà.
In questo contesto politico desolante si colloca l’iniziativa legale del Tavolo Regionale per la difesa della Scuola Statale e dell’Ass. Per la scuola della Repubblica che isolatamente e pervicacemente riproporranno all’udienza del 7 gennaio l’illegittimità dei provvedimenti adottati per i tagli agli organici.
Ovviamente è prevedibile che, a fronte di una generale acquiescenza che ha consentito l’effettuazione di tali tagli e di tutti gli atti successivi , il TAR del Lazio si adopererà per trovare il modo di salvaguardare l’operato della Gelmini.
Il Tavolo e l’Ass." Per la Scuola della Repubblica" ce l’hanno messa tutta e continueranno ad impegnarsi nell’auspicio che, dopo questa esperienza , tutte le forze che hanno a cuore la scuola pubblica si rendano conto della necessità di un impegno unitario.
Corrado Mauceri (Comitato di Firenze " Per la Scuola della Repubblica”)
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