venerdì 22 gennaio 2010

Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori

Si dovrà partire dalle sole prime classi, bisognerà aggiungere qualche indirizzo di studio in più e sarà necessaria «una specifica disciplina normativa» per far decollare la nuova "governance" degli istituti scolastici, organizzata in dipartimenti e comitati. Dopo il via libera di Palazzo Spada, è arrivato il primo disco verde parlamentare ai 3 regolamenti di riordino delle scuole superiori, targate Gelmini. A dire sì, è stata la VII Commissione Cultura della Camera, presieduta da Valentina Aprea. Voto compatto della maggioranza, mentre l'opposizione ha confermato il proprio no ai provvedimenti. «Un'occasione mancata per la scuola e una sconfitta della politica», ha dichiarato, a caldo, il presidente Aprea, che ha ricordato come il voto di oggi abbia portato «a compimento un percorso di riforma partito con Berlinguer, proseguito con la Moratti e modificato poi da Fioroni». Ora, i nostri studenti, ha aggiunto, «si misureranno con ordinamenti che sono il frutto di una concezione moderna ed europea della scuola, che offrono maggiore qualità e che da un lato superano l'autoreferenzialità della scuola e dall'altra l'eccessiva frammentazione del nostro sistema che era arrivato ad avere oltre 600 indirizzi».

Sì condizionato da una serie di paletti. Il sì della Camera alla riforma di licei, istituti tecnici e professionale, è, tuttavia, "condizionato" a una serie di paletti, ripresi dai rilievi formulati, in corso d'opera, da Cnpi, Conferenza Stato Regioni, e da ultimo, dai, giudici amministrativi. La palla passa, ora, alla Commissione Istruzione del Senato, che dovrebbe uniformarsi ai pareri emessi da Montecitorio. Dopo di che, bisognerà aspettare la riunione del Consiglio dei ministri e la pubblicazione in Gazzetta, per il varo definitivo delle nuove regole che riscrivono, dopo quasi 90 anni (riforma Gentile degli anni '20), le scuole superiori in Italia.

I tempi stringono. I tempi, però stringono, anche per consentire a famiglie e studenti di conoscere in tempo le novità in arrivo dal prossimo 1° settembre. Viale Trastevere, intanto, ha giocato d'anticipo, posticipando le iscrizioni alle superiori al prossimo 26 marzo. Favorevoli, invece, a un rinvio di un anno dell'avvio, complessivo, della riforma, si sono dichiarati Pd, sindacati e parte del mondo della scuola, che avrebbero gradito più tempo per digerire meglio cambiamenti così radicali. Del resto, non sarebbe la prima volta di riforme partite in fretta e furia. Sorte simile era toccata alla riforma del primo ciclo, avviata, lo scorso anno, con le iscrizioni e la definizione degli organici, quando l'iter di approvazione era, ancora, fermo alla prima deliberazione del Consiglio dei Ministri.

Si parte dalle prime classi. Visti i chiari di luna, tutto lascia prevedere, anche, per le superiori, un iter di avvio non dei più calmi. Anche perché la Camera ha chiesto diverse modifiche ai regolamenti delle secondarie e alcune non proprio indolore. Una tra queste, è quella di far partire le novità, per tutti gli ordini di scuola, solo dalle prime classi (nel testo originario dei regolamenti, l'avvio alle prime classi, era previsto solo per gli istituti professionali). Così, però, il rischio è di non centrare i risparmi stabiliti dalla manovra estiva 2008, collegati, anche, con il riordino delle superiori e le riduzioni d'orario, pure, per le classi non coinvolte nelle riforma (seconde e terze, nei professionali, terze e quarte, nei tecnici). Via XX Settembre ha già fatto sapere che non ci saranno "deroghe" alla cura dimagrante imposta all'Istruzione. Lasciando, quindi, intendere che eventuali mancati risparmi saranno "recuperati" con la "clausola di salvaguardia": tagliando, cioè, altri finanziamenti alle scuole, che navigano, già, in una situazione di profondo rosso.

Sì a un biennio iniziale "unitario". Altro punto su cui sono stati chiesti aggiustamenti è l'impostazione del biennio iniziale, da rendere «quanto più possibile unitario», in modo tale da meglio favorire il passaggio da un indirizzo all'altro nel caso in cui il ragazzo si accorga di aver fatto una scelta di scuola sbagliata. Il problema è particolarmente avvertito nei licei, dove una differenziazione precoce degli indirizzi non agevola la reversibilità delle scelte fatte dallo studente. A tal fine, la Commissione consiglia «un'accurata verifica dei quadri orari» e la possibilità di «introdurre le scienze naturali, già nel primo biennio di tutti i licei, e rafforzare ulteriormente, ove necessario, la matematica e la lingua straniera con la necessaria caratterizzazione data dalle materie di indirizzo».

Più contatti scuola-lavoro. Tra le altre "raccomandazioni" segnalate all'Esecutivo, spicca la necessità di chiarire la confluenza dei percorsi sperimentali in atto nei nuovi ordinamenti e di prevedere un coordinamento fra i percorsi di istruzione secondaria superiore e quelli in apprendistato. E, specie, nei tecnici e professionali, si dovrà puntare su un maggior legame con il mondo del lavoro e le imprese. Un altro "consiglio", da tenere in debita considerazione, se non altro per l'aspetto occupazionale, visto che, a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali.

Claudio Tucci

20 gennaio 2010
Da www.ilsole24ore.com

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