mercoledì 29 giugno 2011

In poche parole, lo sfascio della scuola pubblica

Invalsi: la scuola non finisce mai... di stupire
di Maria Rosa Panté

Quando sento parlare di tagli alla spesa pubblica rabbrividisco.

Perché so che il governo Berlusconi comincerà dalla scuola (e a seguire da tutti i servizi per i cittadini). Continueranno e si intensificheranno i tagli ai docenti, al personale ATA...
Minori spese disse una volta la Gelmini, su suggerimento di un suo collaboratore. Intanto i primi risultati della scellerata politica sono: più alunni per classe (fino a oltre 30 in barba a ogni norma di sicurezza) e meno docenti, cioè più ignoranza e più disoccupazione. Forse il governo pensa: meglio sudditi ignoranti che cittadini formati e informati, meglio lasciare a casa i docenti che son tutti di sinistra e non son voti persi per noi. (Sono cose già dette, ma giova ripeterle).

Quando sento parlare di ricorsi vinti, mi sento rattrappire.

Perché so che il governo Berlusconi è ontologicamente illegale. E infatti se la normativa europea prevede che dopo tre anni di precariato, ove sia dimostrata l'utilità del precario, questi debba essere assunto a tempo indeterminato, se anche un tribunale ha accolto i ricorsi di tantissimi docenti precari, subito spunta un decreto, nel calderone dei decreti, che annulla questa norma e che verrà approvato col voto di fiducia. E l'Europa? Speriamo che l'Europa non stia a guardare. Ma si sa l'Europa esiste solo per le guerre e la finanza che spesso sono un tutt'uno.

Quando sento dire basta con le classi pollaio (cioè sovraffollate), ancora una volta il ricorso di docenti e genitori è stato vinto, mi si gela il sangue.
Perché so che ignorare la legge è facile e questo governo sguazza negli escrementi della sua illegalità e nonostante il Consiglio di Stato abbia respinto il ricorso del Ministero dell'Istruzione, le classi per qualche miracoloso ulteriore decreto saranno ancora di oltre 30 persone e molti docenti, nonostante i numerosi anni di servizio, si ritroveranno a cambiare istituto, città, luogo di lavoro, in un precariato perenne. E fortunati loro che ancora hanno il lavoro!

Quando la Gelmini (esempio massimo secondo me di proterva ignoranza) parla di merito mi si rizzano i capelli.

Han pestato tanto per il merito nella scuola, han pensato di far passare il merito attraverso la valutazione delle prove Invalsi (test per gli studenti che sondano le loro conoscenze in varie materie), gli insegnanti si sono ribellati, molti hanno pensato che lo facessero perché “nessuno mi può giudicare”. Può darsi, ma quest'ultima notizia, secondo me, rende giustizia alle proteste dei docenti. Dunque prove Invalsi per l'esame di terza media. Docenti che correggono secondo le indicazioni del Ministero i test. Finito il lavoro arriva una mail: “Scusate abbiamo sbagliato, si devono correggere le griglie di valutazione”. Insomma tutto da rifare.
Chi adesso potrà convincermi che devo affidare a gente così la valutazione del mio merito? Chi valuta il loro, a cominciare dal Ministro della Pubblica Istruzione?

E così quando sento parlare di scuola mi cadono le braccia, lo sconforto mi prende e lo sgomento. Ma queste scelte scellerate si pagano, ad esempio a Milano credo che anche la rete dei docenti e dei genitori, molto forte e attiva, abbia aiutato a cambiare rotta nel governo della città.

È ora che il famoso vento cambi anche per la scuola. E che sia impetuoso!

22/06/2011
Da http://www.agoravox.it

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