Mariastella Gelmini
ministro dell’istruzione
I presidi a rischio verranno mantenuti in servizio e recuperati. Saranno assorbiti anche quelli del concorso
La scuola ricomincia e con lei le polemiche. Il ministro Gelmini se ne faccia una ragione. Il nuovo anno scolastico non sarà diverso da quelli passati, forse sarà anche peggio: scioperi, polemiche e occupazioni sono alle porte. Anzi, sono già iniziati con la grancassa (genitori sul piede di guerra e precari che occupano aule per protesta), tanto che il Giornale ieri, come un paladino in difesa della donzella, si è lanciato in una polemica con Avvenire, reo di aver attaccato l’ultimo decreto emanato dal ministro e che, secondo il parere del quotidiano della Cei, con gli ingressi programmati, di fatto, chiude le porte ai giovani aspiranti insegnanti.
Ma quest’anno l’argomento che fa discutere di più – oltre al caro-libri, le classi ghetto e quelle pollaio – è quello che riguarda la nuova organizzazione delle istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione. Una vera e propria rivoluzione, poco conosciuta. E i numeri lasciano poco spazio alle illusioni.
La manovra bis di luglio ha previsto la soppressione di tutte le direzioni didattiche e di tutti gli istituti principali di secondaria di primo grado per costituire per l’intero primo ciclo soltanto istituti comprensivi (in pratica elementari e medie insieme). Ma non solo: i nuovi e i vecchi istituti dovranno avere una dimensione di almeno mille alunni contro i 500-900 previsti ora. E gli istituti più piccoli saranno affidati in reggenza a un altro dirigente perché privi della titolarità della direzione dirigenziale. Una bella sforbiciata che dovrebbe portare alla chiusura di 1.100 scuole e alla riduzione degli organici amministrativi.
I dirigenti scolastici potrebbero diminuire di oltre 3.100 posti (alla vigilia del concorso che – bel paradosso – ne promuoverà almeno altri duemila). Per i presidi che resteranno la vita non sarà certo facile visto che si troveranno a dirigere scuole più grandi, con un numero maggiore di sedi – di cui circa 2000 in reggenza – con più docenti, alunni, organi collegiali da rinnovare e rappresentanze sindacali da rieleggere. Caro ministro, schieri pure in campo i suoi paladini ma se ne faccia una ragione: l’autunno sarà caldo, molto caldo.
Paola Fabi
Da http://www.europaquotidiano.it
10/09/2011
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