Il 6 maggio un'altra Italia in piazza,
per la Scuola e la Costituzione
Niente da fare, Berlusconi ce l'ha proprio con la scuola pubblica. Una spesa da tagliare, un covo di fannulloni sovversivi, un luogo che non permette alle famiglie di indottrinare i propri figli – perché va da sé che educare è inculcare qualcosa a qualcuno...
In un certo senso tutta questa rabbia è quasi confortante: deve avere una certa importanza quello che accade nelle classi se viene attaccato tutti i giorni con questa violenza.
Forse la scuola è temuta come una sorta di istituzione concorrente che rischia di allontanare le giovani dall'accademia di vita di Arcore.
Ma le ragazze e i ragazzi che abitano le nostre classi sono tutt'altro che manipolabili a piacere. Sono loro anzi che danno un bel po' di vita alla scuola: malgrado tutto, ci portano ancora domande, dubbi, desideri. E forse è proprio questo lo scandalo. La vita fuori dal controllo del potere e del denaro. Non in vendita. Come la democrazia vera, così pericolosa se sfugge al potere patrimoniale del leader.
Il berlusconismo non ama la scuola perché non sopporta gli spazi pubblici, i luoghi della democrazia, del confronto, della libertà.
Insegnanti e studenti della scuola pubblica lo sanno di essere in gioco in quanto tali. Non per quello che vi si insegna di conflittuale con i valori della famiglia. Quei valori sono in crisi, casomai, per come sono rappresentati da padri e madri che mandano la figlia al Palazzo sperando che sia lei la favorita del Principe.
La verità è che, in un modo o in un altro, la scuola è ancora uno spazio pubblico, un campo di relazioni aperte. È’ la scuola della Costituzione: quella che lavora a ridurre gli ostacoli alla libertà e alla partecipazione democratica. Quella che costruisce uguaglianza e libera differenze. Basta e avanza per essere detestata da questo governo. Un luogo in cui si cessa di essere proprietà di qualcuno, oggetto passivo di scelte altrui. Berlusconi dice alle famiglie che possono continuare a possedere i loro figli solo nelle scuole private, quelle libere dalla società. La scuola deve essere il giardino recintato di casa, la città di Truman show, mica un bosco o un paesaggio da esplorare.
Il modello di democrazia di Berlusconi è un modello proprietario, feudale. Tutto si può e si deve possedere. Corpi, ville, deputati, voti. Chiaro che il sapere non c'entra – a meno che non serva per competere a “Chi vuol essere milionario”.
A noi insegnanti, studenti e famiglie che credono nella Costituzione e nel sapere, tocca invece continuare ad essere scuola, in quel modo che tanto inquieta il governo. Una scuola che non inculca nulla nelle teste passive di nessuno, ma costruisce cultura e rappresenta una possibilità della vita fuori dalle solitudini globali dei supermercati di massa.
Il 6 maggio è un giorno importante per insegnanti, studenti e genitori, aldilà delle questioni strettamente sindacali o di sigla. In piazza ci sarà la cultura, la democrazia, la Costituzione, la laicità. Cioè la scuola. Che pure così sgangherata fa paura, perché niente deve sfuggire ai consigli per gli acquisti e alle strategie di vendita. Sarebbe uno scandalo.
Primo compito nostro è continuare ad essere quello scandalo. Fare vivere quello spazio come sottrazione alla devastazione culturale e politica che ci circonda. Farlo respirare libero come esperienza di ricerca di sé e felicità collettiva.
STUDENTI GENITORI INSEGNANTI
INSIEME PER LO SCIOPERO GENERALE E I REFERENDUM
LA SCUOLA PUBBLICA FA
PAURA A QUESTO GOVERNO.
RICORDA LA COSTITUZIONE
6 maggio 2011
Sciopero Generale CGIL
Insegnanti
Studenti
Genitori
Lavoratori/lavoratrici
della scuola e per la scuola
un'altra Italia in piazza
per la Scuola e la Costituzione
CORTEO A FIRENZE
PARTENZE:
CON LA CGIL
Piazza Indipendenza alle ore 9.00 e in corteo fino a Santa Croce
INSIEME PER LO SCIOPERO GENERALE E I REFERENDUM
Società civile e movimenti in corteo da Piazza Ognissanti ( ore 9.15) a Piazza Duomo
e con il corteo CGIL fino a Santa Croce
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