Ricevo e vi giro:
Care colleghe e cari colleghi,
prima ancora di analizzare il testo prodotto dal Ministero, e senza ripetere i giudizi sui contenuti generali della manovra Gelmini, sento l'obbligo di fare alcune considerazioni di carattere generale sui modi nei quali viene portata avanti la manovra stessa. Premetto quindi alcune considerazioni di natura legale, scusandomi per la lunghezza e la prolissità del discorso.
L’articolo 64 comma 4 della legge 133 (da cui discende tutta la manovra Gelmini) stabilisce che la manovra stessa sia attuata “con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge” (21 agosto 2008).
Ad oggi, dopo 21 mesi, dei DPR contenenti i regolamenti citati solo uno (quello relativo alla "Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei") è stato firmato da Napolitano, ma dal 15 marzo scorso è fermo alla Corte dei Conti per problemi di copertura finanziaria. Gli altri, ovvero quello sulle indicazioni nazionali relative ai licei (di cui ci viene ora annunciata la bozza definitiva), quello sulle linee guida per gli istituti tecnici ed i professionali, nonché quello relativo alle classi di concorso, sono ancora allo stato di schema. Non essendo stati ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale non sono quindi ancora legge.
Appare inoltre assai improbabile che entro i tre mesi che ci separano dall'inizio del nuovo anno scolastico, e con in mezzo la pausa estiva, il governo riesca a far entrare in vigore i DPR coi regolamenti e ad emanare i successivi e necessari atti amministrativi per avviare concretamente il riordino a partire dal 1° settembre 2010. Mai nella storia della scuola italiana si era assistito ad un tale caos normativo ed organizzativo. Senza alcuna base legale il ministero chiede tuttavia alle scuole e ai loro utenti di prepararsi al nuovo anno scolastico, come se tutto fosse in regola, ad esempio adottando ed acquistando i nuovi libri di testo che per sei anni non potranno più essere sostituiti.
Il motivo di una tale situazione, che a me pare veramente scandalosa (alla faccia dell'educazione alla legalità che dovremmo impartire ai nostri studenti) risiede nel fatto che il governo vuole avviare subito i tagli legati ai nuovi ordinamenti, incamerandone i fondi. Le esigenze di cassa passano quindi sopra alle regole del diritto costituzionale! Il problema è che molti, dai rappresentanti di libri, a tanti colleghi, genitori e studenti, credono che la manovra abbia tutti i crismi della legalità, solo perché è stata pubblicata in rete o annunciata sui media. A mio avviso è compito di tutti chiarire i termini reali della questione ed esigere in tutte le sedi il rispetto della legge. Su questi temi il ministro è riuscito persino a ristabilire l'unità dei sindacati. CGIL, CISL, UIL, Gilda e Cobas, già divisi sul merito della manovra, sono ora concordi nel denunciare lo stato delle cose e nel chiedere, appunto, il rispetto della legge.
Stiamo “in campana”!!!
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