domenica 28 febbraio 2010

Pisacane, i genitori: “Il tetto del 30% nega i diritti dei nostri figli nati in Italia”

Roma – La scuola elementare Carlo Pisacane ritorna al centro del dibattito pubblico sul tetto ai bambini stranieri tra i banchi. Un appello dell’ Associazione “Genitori Scuola Carlo Pisacane”, diffuso dalla Rete G2 delle seconde generazioni dell’immigrazione, lancia l’allarme sui diritti dell’infanzia negati in vista delle iscrizioni al prossimo anno scolastico, per l’applicazione del tetto del 30% agli studenti stranieri negli istituti romane. “Alcuni dirigenti romani hanno l’intenzione di andare perfino oltre le indicazioni del Ministro Gelmini che escludevano dal “tetto” gli studenti nati in Italia da genitori immigrati”, sottolineano gli attivisti di G2.

“Chiediamo a tutti gli uomini e le donne di ogni credo religioso, a tutte le associazioni umanitarie, se è giusto e onesto che a settembre la scuola “Carlo Pisacane”, scuola del quartiere Tor Pignattara a Roma, non possa accogliere i nostri figli come alunni in prima elementare”, scrivono i genitori, italiani e stranieri insieme. “38 bambini e bambine, che sono vissuti a Roma e a Roma hanno frequentato la scuola dell’infanzia, che parlano italiano – spiega l’appello - saranno trattati in modo diverso rispetto ai loro coetanei, poiché i loro genitori sono immigrati in questo paese prima che loro nascessero e di conseguenza non sono ritenuti cittadini italiani”.

La circolare ministeriale e quella successiva dell’Ufficio scolastico regionale, che fissano al 30% il limite massimo di bambini stranieri presenti in classe colpiscono la scuola del VI municipio, al centro delle cronache nel 2009 perché oltre l’80 per cento di bambini che la frequenta risulta cittadino non italiano, pur essendo nella stragrande maggioranza dei casi nati nella Capitale da famiglie di immigrati, stabili da decenni sul territorio. Secondo i genitori della Pisacane, “In questo modo viene leso il diritto delle famiglie alla libera scelta dell’offerta formativa per i propri figli” e viene meno il diritto dei genitori “a iscrivere i bambini alla scuola del quartiere”, dove la maggior parte di loro vive e lavora, “creando disagio alle famiglie che dovranno portare i bambini in scuole più lontane, creando disorientamento nei piccoli che si vedranno inseriti in un contesto a loro sconosciuto, senza continuità con la loro scuola materna, interrompendo le loro relazioni affettive e amicali nella scuola primaria frequentata già da fratelli, sorelle e amici, non avendo la possibilità di coltivare amicizie al di là dell’orario scolastico”.

L’appello, indirizzato al presidente del municipio VI, Giammarco Palmieri (PD) e al dirigente del VI circolo scolastico di Roma, sottolinea anche che la scuola Pisacane è un punto di riferimento per le comunità immigrate, così come lo sono associazioni umanitarie e le parrocchie di S. Barnaba e S. Marcellino. I genitori concludono con parole di preoccupazione per il futuro dei loro figli: “A questo punto ci chiediamo e vi chiediamo: su quale base e parametri dobbiamo considerare un essere umano un cittadino italiano con diritti e doveri da rispettare ed agire?” […]

Da www.migrantitorino.it
24 Febbraio 2010

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