mercoledì 26 novembre 2008

Piano programmatico all'esame della VII Commissione: proposta di parere favorevole con condizioni

Dal sito http://www.flcgil.it

La VII commissione ha terminato l'esame del piano programmatico, iniziato il 6 novembre scorso e, nelle sedute del 18 e 19 ha concluso i lavori con la proposta di parere, presentata dall'on Aprea presidente della commissione, da trasmettere al ministro dell'istruzione. Il parere definitivo dovrebbe essere approvato entro fine novembre.
Tra le condizioni espresse dalla VII commissione:
1) il riconoscimento delle 40 ore - con due insegnanti per classe - come orario obbligatorio nella scuola dell'infanzia, considerando l'orario ridotto come modello residuale e solo su richiesta delle famiglie;
2) l'orario nella scuola primaria deve risultare dalle richieste delle famiglie e non solo dalla riorganizzazioni prevista;
3) il tempo pieno deve vedere due insegnanti per classe invece di uno;
4) la revisione dei criteri sull'aumento del numero di alunni per classe;
5) la garanzia di un docente ogni due alunni disabili;
6) la richiesta, per il tempo prolungato nella scuola media realmente operante, di estensione a 40 ore;
7) lo slittamento delle iscrizioni al primo anno dei corsi interessati alla revisione degli ordinamenti;
8) garanzia di un numero adeguato di materie per i centri di istruzione degli adulti;
9) la revisione dei tagli previsti per il personale Ata per non ricorrere all'esternalizzazione dei servizi.
Molte altre solo le condizioni espresse, tanto che durante il dibattito è stato rilevato che in questo modo si rimette in discussione la copertura finanziaria della Legge 133.
Il contenuto della bozza di parere della VII Commissione, pur raccogliendo alcune osservazioni che come FLC abbiamo espresso durante le audizioni, non fa venir meno le nostre valutazioni e il nostro dissenso sul piano programmatico e sull'insieme dei provvedimenti del governo e del ministro sulla scuola. Peraltro, il venir meno dell’intransigenza del governo su alcuni punti, dimostra come le misure imposte non siano difendibili neanche dalla stessa maggioranza che è stata costretta, anche dallo straordinario movimento di protesta del mondo della scuola, a rivedere alcuni dei suoi diktat.
E’ bene inoltre ribadire che se non ritirano gli 8 miliardi di tagli, ogni modifica, se pur positiva, al disegno di destrutturazione del sistema pubblico di istruzione risulterà vana.

Roma, 21 novembre 2008

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