Al Ministro delle Finanze Al Ministro dell'Istruzione e della Ricerca Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Alle Commissioni Istruzione Camera dei Deputati e Senato della Repubblica Al Presidente della Regione Toscana Alle Associazioni Sindacali: ANP, CGIL Scuola, CISL Scuola, UIL Scuola, GILDA, COBAS, SNALS e p.c. Agli Organi di Informazione e alle Scuole Secondarie di I grado del Polo Firenze Nord DOCUMENTO DI DISSENSO VERSO IL DECRETO LEGGE 137 (Legge 169 del 31/10/08) E LE ALTRE PROPOSTE DI RIASSETTO DELLA SCUOLA DI STATO (dl n.112 conv in L. n.133 6/8/08) Collegio dei Docenti della Scuola Secondaria di I Grado “G. Cavalcanti” di Sesto Fiorentino (FI) Sesto Fiorentino, il …………… Noi docenti firmatari del presente documento dichiariamo la nostra preoccupazione per lo spirito con il quale il governo sta affrontando la razionalizzazione del sistema scolastico, ispirata da finalità esclusivamente economiche e non fondata su alcun disegno pedagogico e culturale. Siamo sconcertati dalla motivazione di urgenza che ha portato il governo, con scelta inusuale, a emanare disposizioni affrettate e devastanti su questioni sostanziali dell’insegnamento, già dall'anno scolastico in corso, senza un piano di riforma strutturato e dibattuto e senza relativa informazione e consultazione con gli operatori del settore. Non comprendiamo come si possa coniugare la “qualità” tanto invocata con una sostanziale “revisione” del sistema scolastico che di fatto riporta improvvisamente e semplicisticamente la scuola indietro di alcuni decenni e riduce il servizio alle famiglie offerto dal tempo scuola. I pesanti tagli agli organici del personale, la riproposizione della formazione regionale quale sede per l’adempimento dell’obbligo, insieme ai provvedimenti sul ‘maestro unico’ e ‘classi ponte’ per gli alunni stranieri, la riduzione degli orari in TUTTI i cicli di istruzione si configurano per noi come lo stravolgimento della scuola statale nella sua funzione, sancita dalla Costituzione, di garante di pari opportunità per tutti nel decisivo terreno della formazione. Noi non possiamo inoltre non valutare l’impatto negativo che le suddette iniziative daranno in primo luogo, con l’annunciato blocco delle assunzioni, al personale precario, sfruttato dallo Stato in quanto assunto per successione di lustri a tempo determinato su posti vacanti in organico di diritto e di fatto. Personale, questo, pluriabilitato, e costretto a seguire di anno in anno le più disparate direttive del Ministero dell'Istruzione relativamente alle modalità di accesso all'insegnamento: concorsi per titoli ed esami, concorsi riservati, scuole di specializzazione, scuole di perfezionamento, nonché costosissimi Master di I e II livello. Noi, in quanto docenti ed operatori del settore, non contestiamo la necessità di una riflessione su come la scuola italiana possa e debba meglio venire incontro alle esigenze di una società in continua evoluzione, e che si debbano evitare sprechi (come peraltro dovuto nel resto della società e a partire dalla classe politica), ma riteniamo che ciò non possa avvenire a colpi di decreto e senza un adeguato e democratico dibattito. Siamo convinti che il rinnovamento della Scuola sia possibile soltanto attraverso un percorso-progetto ampio e condiviso, che finalmente interrompa una decennale stagione di pseudo riformismo fatto di leggi, decreti, circolari e ordinanze, mirati perlopiù a demolire sistematicamente quanto appena ristrutturato e modificato. Stigmatizziamo inoltre una certa superficiale diffidenza con cui viene visto l'impegno dei lavoratori della scuola da parte di ministri che ne denigrano lavoro invece di valorizzare le risorse disponibili e razionalizzare gli interventi con regolamenti chiari. Nello specifico dei cambiamenti previsti per la SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO e in relazione agli aspetti pedagogico-didattici sui quali, in qualità di Collegio dei Docenti, siamo tenuti ad intervenire, intendiamo esprimere la nostra disapprovazione riguardo ai seguenti punti contenuti nella Legge e nel Piano Programmatico: - Riduzione dell’orario obbligatorio a 29 ore settimanali (rispetto alle attuali 31/32 di media). Il nuovo assetto orario penalizzerà naturalmente alcune discipline, Tecnologia e Informatica in primis (assorbita dal monte ore assegnato a Scienze) e, con evidente probabilità, la Seconda lingua straniera (rischiando così di interrompere quel processo di integrazione veicolato dall’apprendimento delle lingue comunitarie che tanto sostiene il Trattato di Lisbona e la Commissione europea). - Ulteriore innalzamento del numero di alunni per classe (fino addirittura a 30 alunni). Intervento questo che riteniamo avrà effetti estremamente negativi dal punto di vista didattico e pedagogico, soprattutto a danno delle fasce più deboli e disagiate dei nostri alunni. - Introduzione di un’ulteriore materia denominata ‘Cittadinanza e Costituzione’ nell’ambito dell’area storico-geografica senza nessun aumento orario e dunque a scapito dell’insegnamento e dell’apprendimento della storia e della geografia. -Riconduzione di tutte le cattedre a 18 ore settimanali, con la conseguente perdita di ore a disposizione per supplenze, compresenze, progetti che tanto qualificano la nostra offerta formativa. - Accorpamento delle classi di concorso e conseguente composizione delle cattedre per aggregazione di più insegnamenti, che porteranno alla formazione di cattedre improvvisate e scadenti dal punto di vista della qualità. - Riconduzione all’orario normale delle classi funzionanti a tempo prolungato (qualora le scuole che offrono tale servizio non dispongano di servizi per lo svolgimento di attività in fascia pomeridiana per almeno tre rientri settimanali). Sebbene la nostra scuola non eroghi tale servizio, riteniamo gravemente dannosa la scomparsa del tempo prolungato nelle scuole che lo applicano, seppure per un numero inferiore di rientri, offrendo agli alunni e alle loro famiglie un valido ed indispensabile supporto educativo e didattico. - Valutazione finale delle Competenze in decimi. La richiesta ci appare assurda e improponibile in quanto, come confermato dalla ricca letteratura e ricerca al riguardo, le competenze - essendo un insieme di capacità/abilità e conoscenze, anche di carattere pluri- ed interdisciplinare, nonché di atteggiamenti, di motivazioni, che il soggetto utilizza in relazione alla soluzione di una o più situazioni problematiche - non possono essere assolutamente valutabili secondo una scala numerica, ma soltanto accertabili e dunque certificabili in base a descrittori opportunamente predisposti. Per tutte le ragioni sopra esposte, riteniamo dunque che gli interventi del governo porteranno a un peggioramento qualitativo della scuola italiana ed esprimiamo forte contrarietà ai decreti appena convertiti in Legge e alle indicazioni presenti nel Piano Programmatico del governo. Pertanto quale ulteriore forma di protesta ci impegniamo ad esprimerci nei consigli di classe contro l’adozione di nuovi libri di testo già dal presente anno scolastico e contro le proposte di viaggi d'istruzione, non offrendo disponibilità ad esse quali accompagnatori. I viaggi di istruzione, pur in presenza di validi obiettivi didattici, comportano l'attivazione di risorse umane ed economiche che in questa fase ci sembrano non rispondenti alla gravità operativa che viene richiesta alla scuola italiana. Non si possono ridurre le risorse ordinarie umane ed economiche per i percorsi curriculari e per i progetti dell'offerta formativa, non si può ridurre il tempo scuola e insieme pensare che la scuola possa continuare a far girare la ruota dei viaggi di istruzione, con una partita economica di giro (oltre 100 miliardi di Euro) che arriva a superare quanto la scuola impegna per interventi di recupero o formativi. In questa scelta sentiamo anche la necessità di sottolineare l’impegno nell'organizzazione dei viaggi didattici e soprattutto le pesanti responsabilità di vigilanza che i numerosi docenti si assumono ogni volta senza percepitre alcuna retribuzione o indennità di missione. In relazione ai costi dei viaggi di istruzione siamo consapevoli anche delle difficoltà economiche che le famiglie incontrano in questi tempi di crisi finanziarie, in cui i consumatori si trovano a dover pagare in prima persona scelte sbagliate operate da altri e in cui in particolare i lavoratori dipendenti riescono sempre più difficilmente a sostenere i rincari dei prezzi di prima necessità e dei mutui. In conseguenza a quanto esposto, al fine di tenere conto delle esigenze degli studenti, che non sono per noi controparte, ma i primi costretti a subire il disagio delle scelte inadatte compiute dal governo, svolgeremo soltanto uscite e visite guidate in orario scolastico e direttamente finalizzate ad attività didattiche documentabili, assumendo invece posizione contraria allo svolgimento dei viaggi di istruzione della durata di uno o più giorni. A favore………. Contrari……….. Astenuti………..
Gio 15 marzo '12, ore 17.00, Firenze, Circolo ARCI, Via delle Porte Nuove 33: Riunione del Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale
Ven 16 marzo '12, ore 15.15, Firenze, Istituto tecnico Salvemini, via Giusti 27: Assemblea delle rete delle scuole fiorentine per la mobilitazione sulle prove INVALSI
BLOG E SITI TOSCANI IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
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Al Ministro delle Finanze
Al Ministro dell'Istruzione e della Ricerca
Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale
Alle Commissioni Istruzione
Camera dei Deputati e
Senato della Repubblica
Al Presidente della Regione Toscana
Alle Associazioni Sindacali:
ANP, CGIL Scuola, CISL Scuola, UIL Scuola, GILDA, COBAS, SNALS
e p.c. Agli Organi di Informazione
e alle Scuole Secondarie di I grado del Polo Firenze Nord
DOCUMENTO DI DISSENSO VERSO IL DECRETO LEGGE 137 (Legge 169 del 31/10/08)
E LE ALTRE PROPOSTE DI RIASSETTO DELLA SCUOLA DI STATO (dl n.112 conv in L.
n.133 6/8/08)
Collegio dei Docenti della
Scuola Secondaria di I Grado “G. Cavalcanti” di Sesto Fiorentino (FI)
Sesto Fiorentino, il ……………
Noi docenti firmatari del presente documento dichiariamo la nostra preoccupazione per lo spirito
con il quale il governo sta affrontando la razionalizzazione del sistema scolastico, ispirata da finalità
esclusivamente economiche e non fondata su alcun disegno pedagogico e culturale.
Siamo sconcertati dalla motivazione di urgenza che ha portato il governo, con scelta inusuale, a
emanare disposizioni affrettate e devastanti su questioni sostanziali dell’insegnamento, già dall'anno
scolastico in corso, senza un piano di riforma strutturato e dibattuto e senza relativa informazione e
consultazione con gli operatori del settore.
Non comprendiamo come si possa coniugare la “qualità” tanto invocata con una sostanziale
“revisione” del sistema scolastico che di fatto riporta improvvisamente e semplicisticamente la
scuola indietro di alcuni decenni e riduce il servizio alle famiglie offerto dal tempo scuola. I pesanti
tagli agli organici del personale, la riproposizione della formazione regionale quale sede per
l’adempimento dell’obbligo, insieme ai provvedimenti sul ‘maestro unico’ e ‘classi ponte’ per gli
alunni stranieri, la riduzione degli orari in TUTTI i cicli di istruzione si configurano per noi come
lo stravolgimento della scuola statale nella sua funzione, sancita dalla Costituzione, di garante di
pari opportunità per tutti nel decisivo terreno della formazione.
Noi non possiamo inoltre non valutare l’impatto negativo che le suddette iniziative daranno in
primo luogo, con l’annunciato blocco delle assunzioni, al personale precario, sfruttato dallo Stato in
quanto assunto per successione di lustri a tempo determinato su posti vacanti in organico di diritto e
di fatto. Personale, questo, pluriabilitato, e costretto a seguire di anno in anno le più disparate
direttive del Ministero dell'Istruzione relativamente alle modalità di accesso all'insegnamento:
concorsi per titoli ed esami, concorsi riservati, scuole di specializzazione, scuole di
perfezionamento, nonché costosissimi Master di I e II livello.
Noi, in quanto docenti ed operatori del settore, non contestiamo la necessità di una riflessione su
come la scuola italiana possa e debba meglio venire incontro alle esigenze di una società in
continua evoluzione, e che si debbano evitare sprechi (come peraltro dovuto nel resto della società e
a partire dalla classe politica), ma riteniamo che ciò non possa avvenire a colpi di decreto e senza un
adeguato e democratico dibattito. Siamo convinti che il rinnovamento della Scuola sia possibile
soltanto attraverso un percorso-progetto ampio e condiviso, che finalmente interrompa una
decennale stagione di pseudo riformismo fatto di leggi, decreti, circolari e ordinanze, mirati
perlopiù a demolire sistematicamente quanto appena ristrutturato e modificato. Stigmatizziamo
inoltre una certa superficiale diffidenza con cui viene visto l'impegno dei lavoratori della scuola da
parte di ministri che ne denigrano lavoro invece di valorizzare le risorse disponibili e razionalizzare
gli interventi con regolamenti chiari.
Nello specifico dei cambiamenti previsti per la SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO e in
relazione agli aspetti pedagogico-didattici sui quali, in qualità di Collegio dei Docenti, siamo tenuti
ad intervenire, intendiamo esprimere la nostra disapprovazione riguardo ai seguenti punti contenuti
nella Legge e nel Piano Programmatico:
- Riduzione dell’orario obbligatorio a 29 ore settimanali (rispetto alle attuali 31/32 di media). Il
nuovo assetto orario penalizzerà naturalmente alcune discipline, Tecnologia e Informatica in primis
(assorbita dal monte ore assegnato a Scienze) e, con evidente probabilità, la Seconda lingua
straniera (rischiando così di interrompere quel processo di integrazione veicolato
dall’apprendimento delle lingue comunitarie che tanto sostiene il Trattato di Lisbona e la
Commissione europea).
- Ulteriore innalzamento del numero di alunni per classe (fino addirittura a 30 alunni). Intervento
questo che riteniamo avrà effetti estremamente negativi dal punto di vista didattico e pedagogico,
soprattutto a danno delle fasce più deboli e disagiate dei nostri alunni.
- Introduzione di un’ulteriore materia denominata ‘Cittadinanza e Costituzione’ nell’ambito
dell’area storico-geografica senza nessun aumento orario e dunque a scapito dell’insegnamento e
dell’apprendimento della storia e della geografia.
-Riconduzione di tutte le cattedre a 18 ore settimanali, con la conseguente perdita di ore a
disposizione per supplenze, compresenze, progetti che tanto qualificano la nostra offerta formativa.
- Accorpamento delle classi di concorso e conseguente composizione delle cattedre per
aggregazione di più insegnamenti, che porteranno alla formazione di cattedre improvvisate e
scadenti dal punto di vista della qualità.
- Riconduzione all’orario normale delle classi funzionanti a tempo prolungato (qualora le scuole che
offrono tale servizio non dispongano di servizi per lo svolgimento di attività in fascia pomeridiana
per almeno tre rientri settimanali). Sebbene la nostra scuola non eroghi tale servizio, riteniamo
gravemente dannosa la scomparsa del tempo prolungato nelle scuole che lo applicano, seppure per
un numero inferiore di rientri, offrendo agli alunni e alle loro famiglie un valido ed indispensabile
supporto educativo e didattico.
- Valutazione finale delle Competenze in decimi. La richiesta ci appare assurda e improponibile in
quanto, come confermato dalla ricca letteratura e ricerca al riguardo, le competenze - essendo un
insieme di capacità/abilità e conoscenze, anche di carattere pluri- ed interdisciplinare, nonché di
atteggiamenti, di motivazioni, che il soggetto utilizza in relazione alla soluzione di una o più
situazioni problematiche - non possono essere assolutamente valutabili secondo una scala numerica,
ma soltanto accertabili e dunque certificabili in base a descrittori opportunamente predisposti.
Per tutte le ragioni sopra esposte, riteniamo dunque che gli interventi del governo porteranno a un
peggioramento qualitativo della scuola italiana ed esprimiamo forte contrarietà ai decreti appena
convertiti in Legge e alle indicazioni presenti nel Piano Programmatico del governo.
Pertanto
quale ulteriore forma di protesta ci impegniamo ad esprimerci nei consigli di classe contro
l’adozione di nuovi libri di testo già dal presente anno scolastico e contro le proposte di viaggi
d'istruzione, non offrendo disponibilità ad esse quali accompagnatori.
I viaggi di istruzione, pur in presenza di validi obiettivi didattici, comportano l'attivazione di risorse
umane ed economiche che in questa fase ci sembrano non rispondenti alla gravità operativa che
viene richiesta alla scuola italiana. Non si possono ridurre le risorse ordinarie umane ed economiche
per i percorsi curriculari e per i progetti dell'offerta formativa, non si può ridurre il tempo scuola e
insieme pensare che la scuola possa continuare a far girare la ruota dei viaggi di istruzione, con una
partita economica di giro (oltre 100 miliardi di Euro) che arriva a superare quanto la scuola
impegna per interventi di recupero o formativi.
In questa scelta sentiamo anche la necessità di sottolineare l’impegno nell'organizzazione dei viaggi
didattici e soprattutto le pesanti responsabilità di vigilanza che i numerosi docenti si assumono ogni
volta senza percepitre alcuna retribuzione o indennità di missione.
In relazione ai costi dei viaggi di istruzione siamo consapevoli anche delle difficoltà economiche
che le famiglie incontrano in questi tempi di crisi finanziarie, in cui i consumatori si trovano a dover
pagare in prima persona scelte sbagliate operate da altri e in cui in particolare i lavoratori dipendenti
riescono sempre più difficilmente a sostenere i rincari dei prezzi di prima necessità e dei mutui.
In conseguenza a quanto esposto, al fine di tenere conto delle esigenze degli studenti, che non sono
per noi controparte, ma i primi costretti a subire il disagio delle scelte inadatte compiute dal
governo, svolgeremo soltanto uscite e visite guidate in orario scolastico e direttamente finalizzate
ad attività didattiche documentabili, assumendo invece posizione contraria allo svolgimento dei
viaggi di istruzione della durata di uno o più giorni.
A favore……….
Contrari………..
Astenuti………..
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