domenica 12 ottobre 2008

Due amici al Consiglio dei Ministri

C’erano una volta due amici, Giulio Tremonti e Maria Stella Gelmini che, dovendo in qualche modo impiegare le loro giornate, decisero di smantellare l’intero sistema scolastico italiano, dalla scuola dell’infanzia all’Università. Disse lui:”Ho bisogno di 8 miliardi di euro!” Rispose lei:”Te li do io!” E il decreto 137/08 vide la luce e prese a braccetto l’appena nata legge 133/08 e insieme cominciarono ad andare a spasso per le vie di città e paesi contando sulla poca informazione che aleggiava fra la gente e lo scarso rilievo dato alla questione dai mezzi di comunicazione.
L’accento è sempre stato posto sulla reintroduzione del voto in condotta, venduto come medicina al dilagare del fenomeno del bullismo nelle nostre scuole, e sul ritorno al maestro unico nella scuola primaria. Sicuramente, in questa perversa manovra della nostra Ministra della Pubblica Distruzione, la scuola primaria è l’ordine di scuola che più di ogni altro ci rimette, ma non è certo la sola. I tagli, sia in termini di risorse umane che economiche, previsti dai su citati provvedimenti, hanno dimensioni e proporzioni senza precedenti. La scuola dell’infanzia funzionerà certamente nella sola fascia antimeridiana, quel che sarà il pomeriggio non ci è dato sapere, i bambini nella scuola elementare faranno lezione di italiano, matematica, storia, geografia, scienze, informatica, educazione all’immagine, educazione musicale, educazione motoria dalle 8:30 alle 12:30 e se il pomeriggio rimarranno a scuola saranno semplicemente sorvegliati (e la qualità dell’istruzione?). Il numero degli alunni per classe aumenterà, nelle scuole medie si potrà arrivare a 30 (!), le scuole nei piccoli centri verranno chiuse perché troppo onerose in relazione al basso numero degli iscritti. In generale, non ci saranno fondi per arricchire l’offerta formativa con progetti, uscite didattiche, corsi di alfabetizzazione per stranieri, corsi di recupero…. Ma i tagli aumentano in maniera direttamente proporzionale con l’alzarsi del grado di istruzione: le Università si vedono tagliati i fondi per la ricerca e dovranno cominciare a cercare degli sponsor che le finanzi (esattamente come le squadre di calcio, come afferma la Gelmini). Speriamo che i nostri figli siano tutti portati per le materie scientifiche perché non so quante aziende avranno voglia di investire nelle facoltà umanistiche!
Troppo altro ci sarebbe ancora da dire, ma per ora mi fermo qui. Riflettiamo e protestiamo con ogni mezzo (lecito….), non fermiamoci solo perché pensiamo che ormai è troppo tardi. Manifestare per una scuola di qualità è un nostro diritto!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo che questa sia una battaglia che debba essere sostenuta in maniera trasversale, aldilà dell'appartenenza ad uno schieramento politico o all'altro. Queste manovre governative mirano a demolire l'assetto di un sistema educativo che è stato costruito dalle competenze e con le risorse di intere generazioni. E' veramente deprecabile quello che la Gelmini vuole attuare. Mira senza dubbio a "risparmiare" delle risorse economiche a discapito della scuola e a vantaggio di qualche losco inciucio di palazzo e a infrangere irrimediabilmente il diritto allo studio che ogni cittadino dovrebbe avere.
Facciamoci sentire e smettiamola col pensare che tanto c'è qualcun altro che sta agendo per noi oppure che l'azione del singolo non riuscirà a modificare il corso degli eventi. Fa parte del nostro dovere civile pretendere un sistema educativo che funzioni!